Biologo americano, con moglie assistente, va alla ricerca delle tracce della civiltà Maya. Nella grotta di Caltiki, dea della morte, c’è un mostro composto di cellule che si moltiplicano. Più fantasia che scienza in questa orripilante vicenda avventurosa nella giungla messicana (ricostruita). Povero di mezzi, ma divertente. Fotografia di Mario Bava, autore anche degli effetti speciali (con ricorso alla trippa fresca di macellaio), con lo pseudonimo di John Foam. Robert Hampton è Riccardo Freda e Didi Sullivan Didi Perego.
Il poliziotto Mark è coinvolto in un fatto di terrorismo. Va in Germania, si finge membro di una organizzazione e risale a nomi grossissimi della politica e della finanza. Non riesce tuttavia a dipanare del tutto la matassa.
Ricevuti misteriosamente in prestito 200 franchi, barbone alcolizzato fa molti incontri d’amore e d’amicizia finché s’avvia, in una ventosa mattina, a saldare il debito. A livello stilistico è forse il film più maturo di Olmi, certamente il più raffinato: la sua Parigi, paesaggio dell’anima, è straordinaria. Ha una splendida 1ª parte, una zona centrale un po’ ripetitiva e prolissa, riprende quota nella conclusione. Non c’è più, forse, la leggerezza delle sessanta stringate pagine del racconto lungo Die Legendevom heiligen Trinker (1939) di Joseph Roth, ma, dopo averlo visto, nessuno lo leggerà o rileggerà come prima. Olmi ci aiuta a capirlo meglio, a penetrarlo in profondità. L’interpretazione dell’olandese Hauer è una delle sue carte vincenti. Sceneggiato da Olmi con Tullio Kezich. Leone d’oro a Venezia.
Da un romanzo di Joe Gores: l’ingarbugliata avventura in cui a San Francisco nel 1928, su invito dell’amico detective Jimmy Ryan, Dashiell Hammett (1894-1961) si trova è così simile a quelle che scrive che l’autore rischia di vedere la realtà, e di viverla, come se fosse il prodotto della sua immaginazione. In fondo, è la storia di uno scrittore in crisi di idee e di un suo amico in cerca di autore. Prodotto da Francis Ford Coppola, tra preparazione, riprese (interrotte per un anno e ricominciate con una troupe cambiata: nell’intervallo Wenders girò in Portogallo Lo stato delle cose), il film richiese 4 anni e mezzo di lavoro. Americano nei contenuti, europeo nella forma, è un disincantato e un po’ pretenzioso giallo dove conta più l’atmosfera che la storia e i personaggi. Un Forrest d’impeccabile eleganza.
Il famoso autore de I racconti immorali, La bestia, Interno di un convento propone in questo film una nuova antologia misogina ed erotica insieme. Le tre donne infatti, una Belle Époque, una rinascimentale e una moderna, sono le eroine delle loro ciniche vendette.
Un cacciatore mongolo, trovato dagli oppressori del suo paese in possesso di un talismano che lo fa ritenere discendente di Gengis Khan, è oggetto di interessate premure e quasi indotto a firmare un trattato che, se gli darà ozi e ricchezze, lo allontanerà però sempre più dalla causa degli oppressi. Il suo rinsavimento coincide con l’evasione di un partigiano che chiede la sua protezione.
Un film di Vsevolod Pudovkin. Con Vera Baranowskaja, Nikolai Batalov, Ivan Koval Samborskij Titolo originale Mat’. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 65 min. – URSS 1926. MYMONETRO La madre [1] valutazione media: 3,33 su 5 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Tratto dal romanzo omonimo del 1907 di Gor’kij, “La madre”, primo lungometraggio di Pudovkin , si inserisce nel clima politico della Russia degli inizi del XX secolo e segna l’inizio del realismo socialista. Protagonista del film è una contadina, Nilvona Vlasova, moglie del fabbro ubriacone Vlasov, la quale subisce una trasformazione caratteriale in seguito alla morte del marito. Causa del suo cambiamento è il figlio Pavel, operaio socialista e militante del movimento rivoluzionario insieme ad altri suoi amici, che verrà arrestato dopo che sua madre ha rivelato alla polizia dove Pavel ha nascosto le armi; e morirà in un tentativo di evasione durante una manifestazione per il 1 maggio. A quel punto sarà allora Nilvona a raccogliere la bandiera rossa e a farsi uccidere dai militari. La narrazione è strettamente collegata alla dimensione psicologica dei personaggi e alla loro vita quotidiana, per evidenziare i problemi del movimento del proletariato dell’epoca. La protagonista dapprima è una donna disperata, picchiata dal marito, piena di paura, poi, spinta dall’esempio del figlio, anche lei compie una “rivolta” contro quella vita squallida ;cresce in lei un desiderio di libertà e di dignità, di combattere contro quella parte oscura, bestiale che è nell’uomo. E’ Nilvona l’eroina del film, proprio lei, umile, povera ,cosi come gli altri personaggi semplici che abitano il villaggio, immersi in una natura evocativa e mutevole che dà alla vicenda un tocco romantico perfettamente in armonia con il reale. La madre è stato considerato per mezzo secolo un classico del cinema muto sovietico e classificato nel 1958 dai critici di Bruxelles come uno tra i 12 migliori film della storia del cinema per essere sottoposto in seguito ad alcune revisioni.
Sostituita versione con subeng con versione migliore e con subita
A Varsavia, ai primi del Novecento, Ewa Pobratynska (Grazyna Dlugolecka) si innamora del giovane scrittore Lukasz Niepolomski (Jerzy Zelnik). Sedotta, abbandonata e travolta da una lunga e sfortunata serie di eventi, in balìa di una schiera di uomini variamente interessati a lei, Ewa terminerà la sua parabola in giro per l’Europa (Roma, Berlino, Montecarlo, Vienna) prigioniera di due loschi individui senza scrupoli che la spingeranno al delitto e alla rapina.
Dal romanzo Erasmus di John Haase. Professore che odia la scienza e il progresso scopre che il minore dei suoi figli, adoratore della Bardot, è un genio della matematica. Lo porta a Parigi. Tiepida e gradevole commedia per famiglie, ben recitata da una compagnia affiatata di attori. La cosa più divertente è l’infatuazione del ragazzino per la Bardot. Potabile e innocuo.
Un film di David Lynch. Con Jack Nance, Charlotte Stewart, Jean Lange Titolo originale Eraserhead. Horror, b/n durata 100 min. – USA 1977. MYMONETRO Eraserhead – La mente che cancella valutazione media: 3,96 su 41 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Harry Spencer (Jack Nance) è un tipografo solitario e non del tutto giusto che vive, poco piacevolmente, in un desolato appartamento nei sobborghi di una grande città. Costretto a sposare la fidanzata Mary (Charlotte Stewart) rimasta incinta, vede che la progenie è una specie di mostro. Ma questo non è che l’inizio. È il film che ha lanciato la carriera di David Lynch, uno degli autentici geni del cinema degli ultimi trent’anni, che qui ha dato libero sfogo alla sua bizzarra creatività, senza alcun condizionamento produttivo o commerciale. Girato in bianco e nero, è un lungo e lucido incubo che associa momenti di surreale comicità ad altri di disturbante inquietudine, in un insieme unico, spiazzante e affascinante. La trama non ha molta importanza, anche se c’è e ha una delirante linearità: quello che conta è la genialità delle soluzioni visive e la malsana poesia che si sprigiona da sequenze memorabili per la potente suggestione. Lunare l’interpretazione di Jack Nance (1943-1996), destinato a una carriera di secondo piano sino all’assurda morte in una rissa. Ecco cosa si può fare con un budget di soli 100.000 dollari quando c’è il talento.
In un campo lavoro di una prigione californiana, un detenuto riesce a evadere grazie all’intervento di un alleato indiano. In fuga verso San Francisco, i due si lasciano alla spalle i cadaveri di alcune guardie e di un vecchio socio, prima di minacciare un membro della loro banda e sequestrarne la compagna per cercare di recuperare il mezzo milione di dollari di un vecchio colpo. Nel frattempo, la polizia incrocia per caso il loro percorso nelle stanze di un piccolo albergo della periferia e ne nasce una sparatoria. Fra i poliziotti presenti sul luogo c’è Jack Cates, detective giustiziere nonché bevitore e fumatore compulsivo, che, per un’esitazione di troppo, causa la morte di un agente e la fuga dei due rapinatori. Ormai screditato e colpevolizzato dall’intero dipartimento, Jack decide di agire privatamente coinvolgendo un altro membro della banda finito in prigione: Reggie Hammond, ladruncolo chiacchierone agli ultimi sei mesi di detenzione, cui vengono concesse quarantotto ore di libertà su parola per aiutarlo a trovare i due criminali.
Per cercare di utilizzare l’energia contenuta all’interno della Terra, viene fatta scoppiare una bomba atomica. L’esplosione provoca la fuoriuscita di un pericoloso magma che potrebbe causare la distruzione della Terra stessa. Firmati da John Douglas, gli effetti speciali sono impressionanti in questo film di SF, sostenuto da un intreccio verosimile e da una solida tensione, che conferma le robuste qualità di Marton come regista di azione.
La figlia di un allevatore texano, di passaggio a Parigi, stringe amicizia con una famosa attrice. Ignora che la donna è sua madre che lasciò il Texas quando lei aveva due anni. A raccontarle tutto è il padre che teme che la ex voglia riprendersi la figlia. Inoltre lo preoccupa il flirt che la fanciulla ha intrecciato con il figlio di un diplomatico francese. Le cose però si concluderanno bene.
Un film di William Keighley. Con Ray Milland, Gene Tierney Titolo originale Close to My Heart. Commedia, b/n durata 90 min. – USA 1951. MYMONETRO Figlio di ignoti valutazione media: 2,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Una giovane coppia di coniugi senza figli decide di adottare un neonato. Ma prima di farlo il marito Brade, che è giornalista, indaga e scopre che il piccino è figlio di un delinquente. Finisce ugualmente coll’adottarlo.
1633. Due giovani gesuiti, Padre Rodrigues e Padre Garupe, rifiutano di credere alla notizia che il loro maestro spirituale, Padre Ferreira, partito per il Giappone con la missione di convertirne gli abitanti al cristianesimo, abbia commesso apostasia, ovvero abbia rinnegato la propria fede abbandonandola in modo definitivo. I due decidono dunque di partire per l’Estremo Oriente, pur sapendo che in Giappone i cristiani sono ferocemente perseguitati e chiunque possieda anche solo un simbolo della fede di importazione viene sottoposto alle più crudeli torture. Una volta arrivati troveranno come improbabile guida il contadino Kichijiro, un ubriacone che ha ripetutamente tradito i cristiani, pur avendo abbracciato il loro credo.
Dopo un cataclisma l’isola di Goto è in completo disfacimento: vi regna Goto III che si suicida perché la moglie ama un giovane tenente. Tutti gli abitanti sono militarizzati e ridotti a marionette.
Dopo 10 anni arriva finalmente in Italia questo notevole film di Walerlan Borowczyk che narra una fortunatissima favola polacca del XIII secolo secondo la quale un paggio del re fu costretto a compiere una folle galoppata legato al dorso di un cavallo nella immensa e gelida pianura polacca. La contesa amorosa intono alla bella cortigiana Blanche che prende tutti i protagonisti della storia è avvolta in quella aura di sensualismo e carnalità che è tipica del maestro polacco
Un classico di Kurosawa, una metafora che parte da un caso individuale e suggerisce il malessere del Giappone del dopoguerra. Un anziano impiegato scopre che ha un cancro e solo un anno da vivere. Cerca di dare un significato ai giorni che gli rimangono e, non trovando un conforto in famiglia, s’affeziona a un gruppo di madri che cercano un’area per far giocare i loro bambini. Termina la vita dell’uomo, ma con la gioia di vedere cominciare quella degli altri.
Un film di John Cromwell. Con Lloyd Bridges, Kim Stanley Titolo originale The Goddess. Drammatico, b/n durata 105 min. – USA 1958. MYMONETRO La divina valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Una ragazza cresciuta nei bassifondi e abbandonata a se stessa dalla madre vuole diventare attrice cinematografica per sottrarsi alla miseria del proprio ambiente. Per riuscire nel suo intento non esita davanti a nulla e alla fine riesce a diventare una stella famosa e acclamata. Ma il successo le è costato molto: l’unico uomo che l’abbia veramente amata si è allontanato da lei e le ha portato via la figlia. Molti anni dopo, preso da un senso di pietà, l’uomo ritorna, ma è troppo tardi: la donna è ormai un’alcolizzata malata di nervi che rifiuta ogni affetto. Non è difficile riconoscere nel personaggio tormentato e inquieto della protagonista Marilyn Monroe.
Purtruppo ha hardsub ita ma non ho trovato altre versioni