Category: URSS


Risultati immagini per Fine di San Pietroburgo

Un film di Vsevolod Pudovkin. Con Aleksandr Cistjakov, Vera Baranowskaja, Sergej Komarov, Vsevolod Pudovkin Titolo originale Konec Sankt-Peterburga. Drammatico, durata 91′ min. – URSS 1927. MYMONETRO La fine di San Pietroburgo * * 1/2 - - valutazione media: 2,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Nel 1914 a San Pietroburgo un giovane contadino sprovveduto, assunto in fabbrica, denuncia gli organizzatori di uno sciopero, si pente, si rivolta, finisce in carcere da dove lo spediscono al fronte. Nell’ottobre del 1917 partecipa all’assalto del Palazzo d’Inverno. I due temi centrali _ la presa di coscienza rivoluzionaria del protagonista, la trasformazione di Pietroburgo in Leningrado _ non sono bene amalgamati: il primo è sacrificato al secondo. Resta efficace, comunque, grazie alla forza del montaggio, la dialettica tra i motivi collettivi: i movimenti della Borsa, l’attività delle fabbriche di munizioni, la guerra al fronte, la volontà rivoluzionaria. Pur con qualche schematismo nelle trovate simboliche è innegabile l’afflato epico-lirico che gli storici del cinema hanno collocato al centro di una trilogia sulla presa di coscienza del proletariato russo, tra La madre (1926) e Il discendente di Gengis Khan (1928).

Konets Sankt-Peterburga (1927) on IMDb

La qualità video, vista anche l’età della pellicola, non è granchè purtroppo.

Regia di Sergei ParajanovDodo Abashidze. Un film con Dodo AbashidzeVeriko AndjaparidzeTamari TsitsishviliDudukhana TserodzeSofiko ChiaureliCast completo Titolo originale: Legenda o Suramskoj kreposti. Genere Avventura – URSS1984durata 90 minuti. – MYmonetro 3,50 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nella Georgia feudale, vicino a Tbilisi, le fondamenta della fortezza di Suram crollano: occorre, come suggerisce un’indovina, che un bel giovane si faccia murare vivo, fondendosi con la calce e la sabbia, le uova e le lacrime. Ispirato a un’antica leggenda, è il penultimo film, diretto dopo 15 travagliati anni di inattività (almeno 3 in carcere e diversi processi), di Parad82 anov, georgiano di origini armene. Anche qui fa un cinema antinarrativo dove mescola, in originale fusione alchemica, pittura, danza, pantomima, teatro, animali, frutti, oggetti simbolici. Visionario e rarefatto, ermetico e allegorico, incline al manierismo, ma con molti momenti e immagini di solenne bellezza.

 La leggenda della fortezza di Suram
(1985) on IMDb
Cinque Serate (1978) (DVD) di Nikita Mikhalkov

Regia di Nikita Mikhalkov. Un film Da vedere 1978 con Lyudmila GurchenkoStanislav LyubshinIgor Nefedov. Titolo originale: Pjat’ Vecerov. Genere Commedia – URSS1978durata 102 minuti. – MYmonetro 2,84 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Dopo 18 anni di assenza Ilin (Ljubšin), camionista che si spaccia per un importante ingegnere, torna a Mosca alla fine degli anni ’50 e passa cinque serate nell’appartamento collettivo di Tamara (Gur&9 enko) con cui vorrebbe ricominciare una nuova vita. “Se soltanto non ci fosse stata la guerra!” è il refrain di un dolente e denso film – tratto dal testo teatrale (1959) di Aleksandr M. Volodin – uno dei migliori di N. Michalkov, figlio dello scrittore Sergej Michalkov e della poetessa Natalija Konçaloskaja, fratello cadetto del regista Andrej Michalkov-Kon&9 alovskij. “È il più alto esempio di scrittura registica delle ultime stagioni sovietiche… una mise en scène d’autore, che spiazza completamente il privilegio di Volodin-sceneggiatore. La drammaturgia è bruciata nella regia…” (G. Buttafava). L’attore A. Adabas’jan ha collaborato alla sceneggiatura e curato la scenografia.

 Cinque serate
(1979) on IMDb
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Regia di Larisa Shepitko. Un film con Bolotbek Shamshiyev. Titolo originale: Znoy. Genere Drammatico – URSS1963durata 77 minuti. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Abakir, maturo contadino-operaio di un kolkoz (così si chiamano le fattorie russe) non vede di buon occhio la venuta del nuovo arrivato, un giovane ragazzino senza troppi muscoli, ma con molto cervello e tanti ideali in testa, che ha appena preso la maturità e non vede l’ora di darsi da fare per migliorare il suo paese. Ma tutte le buone intenzioni del ragazzo sono inutili e vengono stroncate immediatamente da quel muro di gomma che si erge fra lui e Abakir che, all’interno della fattoria, pur non occupando gerarchicamente il posto più elevato, è comunque riconosciuto come uno dei più prestigiosi trattoristi dell’intera Russia. Lo scontro, sempre acceso fra i due, metterà in serio pericolo l’equilibrio dell’intero gruppo.
Dirige ottimamente una venticinquenne Larisa Sepitko alla sua prima prova come regista di un lungometraggio (questo film fu la sua prova d’esame per il diploma alla Scuola di Cinema VDIK) ispirato, fra l’altro, a un racconto di Cingiz Ajtmatov. Metafora del braccio di ferro fra l’autoritarismo dello Stalinismo e le libere ideologie, questa pellicola ben spiega le dinamiche contrastanti sociali e politiche che cozzavano nell’Unione Sovietica degli anni Sessanta. Alla recitazione, una nomea particolare va al regista di origine mongola (così come tutto il resto del cast) Bolotbek Shamshiyev che si è prestato per la Sepitko nei panni del tirannico e prepotente Abakir, quasi un dispotico re Creonte rubato all’Antigone tragica di Sofocle. Bellissimi i paesaggi, aridi e desertici, vere e proprie steppe battute dal vento, amare come le vite dei personaggi che vi vivono.

Heat (1963) on IMDb

Regia di Larisa Shepitko. Un film con Boris PlotnikovVladimir GostyukhinSergey YakovlevLyudmila PolyakovaViktoriya GoldentulCast completo Titolo originale: Voskhozhdeniye. Genere Drammatico – URSS1976durata 111 minuti.

Dal romanzo Sotnikov di Vasilij Bykov. Fra i film realizzati da donne è uno dei più inquietanti (la regista è morta purtroppo in un incidente lasciando solo tre film). Parabola cristiana sulla redenzione vissuta da due partigiani sovietici nella prima guerra mondiale: uno si mette al servizio dei tedeschi, nel momento in cui il suo compagno, più fragile e debole, viene da loro impiccato. Il bianco e nero dei paesi innevati dell’Ucraina, l’umidità che trasuda nelle cantine delle prigioni sono utilizzate al massimo di intensità drammatica, calando il film in un clima dostoevskiano di insostenibile violenza. La Šepit’ko ha dichiarato: “Bisogna ricordare che in ciascuno di noi vivono entrambi i personaggi: tutta la nostra vita è il miscuglio di queste due essenze, il bene e il male, e con questo siamo tornati a Dostoevskij”.

The Ascent (1977) on IMDb

Non cadranno foglie stasera (Segodnja uvolnenija ne budet) è un mediometraggio del 1959 diretto da Andrej Tarkovskij e Aleksandr Gordon.

Racconta l’impegno di un gruppo di soldati sovietici alle prese con residuati bellici nazisti, nell’immediato dopoguerra.

There Will Be No Leave Today (1959) on IMDb
C'era una volta un merlo canterino (1970) | FilmTV.it

Regia di Otar Iosseliani. Un film con Gela KandelakiIrine JandieriGogi TchkheidzeGiansung KakhidzeMarina Kartsivadze. Titolo originale: Zilypev?iz droZd. Genere Drammatico – URSS1973durata 85 minuti. – MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Ritratto di Ghia Agladze, giovane suonatore di timpani, individualista incorreggibile, pigro, facile a promesse che non mantiene, gentile ficcanaso, compagnone e sottaniere accanito, allergico a ogni scelta che impegni l’avvenire. È, insomma, uno che gira a vuoto. Film georgiano che ha il merito di essere modellato non soltanto sul comportamento, ma sul ritmo del suo personaggio (parzialmente autobiografico), seguito dalla cinepresa nei suoi andirivieni con una disinvolta scioltezza che diventa spesso sapienza di osservazione. Edizione originale con sottotitoli.

 C'era una volta un merlo canterino
(1970) on IMDb
La caduta delle foglie (1966) | FilmTV.it

Regista: Otar Iosseliani Genere: Commedia Anno: 1966 Paese: URSS Durata: 90 min

Al tempo della vendemmia, in Georgia, due ragazzi appena usciti dall’istituto vinicolo, Otar e Nico, vanno a lavorare nella cooopertiva agricola. Lì entreranno in contatto con gli operai e avranno le prime esperienze con le donne, in particolare con Marina. Dalle vicende personali, sentimentali e professionali, scaturisce una pungente satira della burocrazia sovietica.

The Blue Max (1966) on IMDb
Sapovnela (Short 1959) - IMDb

Fiore introvabile (Sapovnela) di Otar Iosseliani – URSS 1959 con Mikhail Mamulashvili

Il secondo cortometraggio di Iosseliani è un documentario sulla natura con il quale il regista georgiano sperimenta per la prima volta con il colore, il montaggio e la musica. Accompagnate da una serie di canti popolari, ci vengono mostrate le immagini di numerosi e variopinti fiori, da quelli più umili che crescono nei prati e sui pascoli in montagna, a quelli più eleganti ed elaborati che vengono coltivati nelle serre. 

 Sapovnela
(1959) on IMDb

Risultati immagini per L'Infanzia di IvanUn film di Andrei Tarkovsky. Con Nikolaj Grinko, Kolia Buriliaev, Valentin Zubkov Titolo originale Ivanovo detstvo. Guerra, Ratings: Kids+16, b/n durata 95 min. – URSS 1962. MYMONETRO L’infanzia di Ivan * * * 1/2 - valutazione media: 3,50 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Ivan è un ragazzino che ha visto i genitori uccisi dai tedeschi. La guerra gli porta via l’infanzia. Decide di battersi anche lui contro i nazisti, attraversando ogni notte un fiume e tornando alle linee russe con preziose informazioni.

Ivan's Childhood (1962) on IMDb

Un film di Mikhail Kalatozov. Con Tatiana Samojlova, Alexei Balatov, Vassili Mercuriev, Aleksandr Shvorin Titolo originale Letjat Zuravli. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 97′ min. – URSS 1957. MYMONETRO Quando volano le cicogne * * * 1/2 - valutazione media: 3,75 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Mosca 1941, subito dopo l’attacco tedesco. Boris (Balatov) e Vernoka (Samojlova), innamorati, si separano. Lui si arruola volontario e muore al fronte senza che la sua famiglia sia informata. Lei cede alla corte di suo fratello Mark (Svorin) e lo sposa senza amarlo. Tratto dalla commedia Eternamente vivi di Viktor Rozov, da lui stesso adattata, è forse il film più romantico mai uscito dall’Unione Sovietica. Suscitò grande interesse come un frutto del “disgelo” kruscioviano perché vi si mostravano imboscati e borsaneristi. Colpirono la rappresentazione dell’amore come un assoluto; la presenza dell’ardente Samoilova, l’unica attrice russa che ebbe una diffusa seppur effimera popolarità in Occidente; la raffinata tecnica di M. Kalatozov e del suo operatore Sergej Urusevskij, spinta sino a un delirante virtuosismo, ma che, contrapposta al greve accademismo del realismo socialista, sembrò il segno di un rinnovamento anche stilistico. Nel film volano le gru _ è un annuncio di primavera _ non le cicogne. I nostri ignoranti distributori ricalcarono il titolo adottato in Francia dove in gergo le gru indicano le femmine che offrono sesso mercenario. Palma d’oro a Cannes 1958 e successo internazionale.

The Cranes Are Flying (1957) on IMDb

Regia di Vladimir Menshov. Un film Da vedere 1979 con Vera AlentovaIrina NurayevaRaisa RyazanovaAleksey BatalovIrina MuravievaCast completo Titolo originale: Moskva slezam ne verit. Genere Commedia – URSS1979durata 150 minuti. – MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Tre ragazze che hanno lasciato la campagna da vent’anni per cercare fortuna a Mosca affrontano il bilancio della propria vita: l’amore, la carriera, i figli, tra speranze, successi e delusioni. Piacevole sorpresa della cinematografia sovietica, il film fa leva su situazioni universali, immerse in una realtà moscovita qui coraggiosamente trattata in modo non sempre conforme alle censure generalmente imposte dal regime. 

Moscow Does Not Believe in Tears (1980) on IMDb
Ivan il terribile - LongTake - La passione per il cinema ha una nuova regia

Un film di Sergej M. Ejzenstejn. Con Nicolaj Cerkasov, Lyudmila Tselikovskaya, Serafina Birman, Andrei Abrikosov.Titolo originale Ivan Groznyi. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 96′ min. – URSS 1944. MYMONETRO Ivan il terribile * * * * 1/2 valutazione media: 4,77 su 14 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Incoronato zar nel 1547, Ivan (1530-84) promette di unire tutta la Russia, entra in conflitto con i boiardi di cui vuole limitare il potere e con la zia che avvelena la zarina. Ivan si ritira in convento. Presentato alla fine del 1944, è la prima parte di Ivan Groznyi la cui seconda parte, nota col titolo La congiura dei boiardi, fu terminata nel febbraio 1946 e condannata nello stesso anno dal Comitato centrale del Partito Comunista dell’URSS e distribuita in pubblico solo nel settembre 1958. Tornato a Mosca, Ivan entra in conflitto con l’amico Fëdor Kolitchev, diventato pope metropolita col nome di Filippo e schierato con i boiardi. Euphrosinia, zia di Ivan e madre dell’inetto Vladimir, che i boiardi vorrebbero come zar, prepara un attentato, ma Ivan sostituisce a sé stesso il giovane che così viene ucciso da un sicario inviato da sua madre. Nella 2ª parte, inseparabile dalla 1ª, Ejzenštejn inserì una lunga sequenza a colori (in Agfacolor, bottino di guerra). La 3ª parte non fu mai girata: doveva raccontare la vittoria finale di Ivan, ormai diventato il Terribile. Nella cineteca di Mosca erano conservate 2 sequenze inedite (20 minuti circa), una delle quali (L’infanzia di Ivan) doveva servire di prologo alla 1ª parte. Può essere letto a diversi livelli: storico, politico, psicologico, estetico, allegorico. Ivan è Ivan. È Stalin. È un re di Shakespeare. È un eroe di opera wagneriana. È la rievocazione _ spesso in bilico sul ridicolo perché la sua natura è sublime _ di una situazione storica che rimanda a quella del presente, elevata ad archetipo eterno. Integralmente e genialmente staliniano, terribilmente reazionario e, insieme, autenticamente rivoluzionario. Fotografia di Edvard Tissé (esterni) e Andrej Moskvin (interni). Musica di Sergej Prokof’ev.

 Ivan il terribile
(1944) on IMDb

Ottobre - I dieci giorni che sconvolsero il mondo (1927) | FilmTV.itUn film di Sergei M. Eisenstein. Con Boris Livanov, Nikandrov, N. Popov, E. Tiss Titolo originale Oktiabr’DrammaticoRatings: Kids+16, b/n durata 94 min. – URSS 1928.MYMONETRO Ottobre * * * 1/2 - valutazione media: 3,75 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Tratto dal libro di John Reed, con soggetto e sceneggiatura di Ejzenstejn e di Grigori Aleksandrov, musiche di Dimitri Shostakovic, fotografia di Eduard Tissè, Ottobre è uno dei grandi capolavori della storia del cinema. Sergej Ejzenstejn, che aveva già realizzato Sciopero La corazzata Potemkin , scelse i protagonisti nelle piazze e nelle fabbriche dell’allora Leningrado: tra questi l’attore-operaio V. Nikandrov nella parte di Lenin, e N. Popov in quella di Kerenskij. Ottobre non può essere considerato come un film di semplice propaganda, è invece un potente film sperimentale, con il ‘montaggio produttivo’ sfruttato al meglio per esprimere l’ironia, la satira e il sarcasmo. Il film è ambientato a Pietroburgo nel febbraio del 1917, quando è al potere il governo oppressivo di Kerenskij. I bolscevichi, guidati da Lenin, tornato dall’esilio, preparano l’insurrezione di ottobre che li porterà a conquistare il Palazzo d’Inverno.

October (Ten Days that Shook the World) (1927) on IMDb
Locandina Va' e vedi

Un film di Elemi Klimov. Con Aleksej Kravsenko, Olga Mironova, Ljubomiras Lauviavicus Titolo originale Idi i smotri. Guerra, durata 145 min. – URSS 1985. MYMONETRO Va’ e vedi * * * - - valutazione media: 3,40 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Protagonista della dolorosa vicenda è un ragazzo di sedici anni, originario della Bielorussia, che vive la seconda guerra mondiale con lo strazio di un’adolescenza sprecata e la ferma convinzione che chi uccide deve pagare, perché nessuno ha il diritto di togliere la vita a un altro essere umano. Buon film russo girato sul nascere della Perestrojka.

Come and See (1985) on IMDb

Regia di Tengiz Abuladze. Un film Da vedere 1986 con Ketevan AbuladzeZeinab BotsvadzeIja NinidzeKakhi KavsadzeMerab NinidzeCast completo Titolo originale: Monanieba. Genere Drammatico – URSS1986durata 145 minuti. – MYmonetro 3,55 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Il cadavere di Varlam Aravidze – borgomastro di una grossa città georgiana che ha appena avuto funerali solenni – è disseppellito tre volte. L’autrice del macabro misfatto è una donna la cui famiglia è stata vittima delle sue angherie. Al processo si ricostruisce la storia del despota Varlam: ha baffetti alla Hitler, i gesti e il balcone di Mussolini, gli occhialetti di Beria, l’ardore di Somoza, la cordialità minacciosa di Stalin. Per rievocare gli anni di piombo dello stalinismo T. Abuladze pratica la mescolanza dei generi con un omaggio a Chaplin e rimandi a Buñuel. È un grottesco poema satirico che osa paragonare la dittatura staliniana a quella hitleriana con un accostamento che a molta parte della sinistra occidentale ripugnava allora e oggi ripugna ancora (un po’ meno). Ideato alla fine dell’epoca di Breznev, realizzato nel 1984 sotto Andropov e Cernenko, uscì soltanto alla fine del 1986 sotto Gorbaciov: 12 milioni di spettatori nell’URSS, premio speciale della giuria di Cannes, notorietà internazionale per il georgiano Abuladze di cui fu purtroppo l’ultimo film. In quegli anni “Varlam” divenne in Russia sinonimo di tiranno. Memorabile, nel registro drammatico, la sequenza del deposito dei tronchi arrivati dalla Siberia sui quali si cercano i nomi dei deportati nei campi di lavoro. Come epigrafe gli si addice un’amara frase di S.M. Ejzenštejn: “Nella vita la giustizia trionfa sempre, ma spesso la vita è troppo corta”.

 Pentimento
(1984) on IMDb
Locandina Tre canti su Lenin

Un film di Dziga Vertov. Titolo originale Tri pesni o LenineMutob/n durata 58′ min. – URSS 1934.

Le due diverse date fornite qui sopra riflettono la storia della copia attualmente disponibile. La versione sonora di Tri pesni o Lenine (Tre canti su Lenin) venne approntata nel 1934, quella muta nel 1935. Nel 1938 fu richiesto a Vertov di rimontare entrambe le versioni: nel frattempo le purghe staliniane avevano raggiunto il culmine e i “nemici del popolo” che erano stati fisicamente eliminati entro i tardi anni Trenta dovevano essere cancellati anche dal film. Le versioni originali del 1934 e 1935 non esistono più, ma possiamo supporre che differissero notevolmente da quelle ora disponibili.La prima della versione sonora di Tri pesni o Lenine si tenne al festival di Venezia nell’estate del 1934; in quella stessa estate il film fu presentato a Mosca ai delegati del primo Congresso degli scrittori sovietici: distribuito a novembre (sei mesi dopo che era stato completato), ebbe un considerevole successo sia in patria che all’estero. Lo scrittore inglese H.G. Wells (che aveva conosciuto Lenin) raccontò che pur avendo visto il film senza traduzione aveva compreso ogni parola.

La versione muta (1935) fu preparata per le sale di provincia non attrezzate per il sonoro (in Russia si videro film muti sino alla fine degli anni Quaranta). Queste versioni mute erano in genere reputate inferiori: si sapeva che erano fatte dagli aiuto-registi e di norma non venivano recensite. Nel caso in questione tuttavia la versione muta non era soltanto la parente povera della sonora: sappiamo che Vertov e la Svilova vi avevano lavorato e che le due versioni differiscono considerevolmente: non dal punto di vista qualitativo, ma nel contenuto e nel montaggio.La versione sonora di Tri pesni o Lenine è costituita da tre parti ognuna delle quali basata su materiali folklorici. La prima parte ritrae il leader sovietico attraverso canti e racconti popolari; la seconda è un requiem commorativo di Lenin; la terza (quella ottimista) asserisce l’immortalità di Lenin attraverso l’immortalità delle sue idee. Per Vertov, Lenin era un nuovo dio e ciò riflette la nuova religiosità comunista del cineasta. Nel film, Lenin è evocato come fosse un Messia, colui che non solo ha indicato alla Russia la nuova via, ma che – anche oltre la tomba – può continuare ad aiutare il paese a progredire. È propaganda, ma non soltanto. Vertov chiamava il tipo di montaggio qui adottato “spirale” e diede una forma a spirale alle stesse didascalie. Il sogno di Vertov (annunciato nei suoi tanti manifesti) era sempre stato quello di usare il potere del cinema per costruire l’Uomo Nuovo (ovvero, il Nuovo Adamo, come lui soleva chiamarlo). In questo film Lenin è il Futuro Adamo di Vertov e il montaggio a spirale è il suo genoma, scoperto da Vertov prima dei genetisti. Vertov cercò di fare ciò che l’Internazionale prometteva a parole e ciò che i Bolscevichi non riuscirono a fare nella pratica: costruire il Nuovo Mondo sulle rovine di quello vecchio. Il film fu per Vertov un trionfo, ma un trionfo che professionalmente non gli aprì nuove strade. Coloro che erano al potere si assicurarono che Vertov non avesse più l’opportunità di fare un fim messianico come questo.La versione muta di Tri pesni o Lenine omette le interviste post-sincronizzate per cui la versione sonora era diventata famosa. Ma questa versione muta non è Tri pesni – Tre canti – senza il sonoro. Le didascalie sono le stesse, ma qui ci sono scene nuove, mentre per certe scene già note vengono usate inquadrature alternative a quelle girate per il film sonoro. Vertov si avvale anche di quanto fatto in precedenza sul tema di Lenin. Come in Leninskaia Kino-Pravda (Kino-Pravda su Lenin), la versione muta inizia con il (muto) discorso rivolto al pubblico da un lavoratore, il quale dice di essere l’uomo che nel 1918 aveva catturato Fanny Kaplan, dopo che costei aveva tentato di uccidere Lenin sparandogli con una pistola. Era questo un argomento tornato di grande attualità, visto che uno dei più importanti esponenti del governo sovietico, Sergei Kirov, era stato assassinato nel dicembre del 1934. La versione muta vanta anche delle impeccabili riprese che non troviamo nel prototipo sonoro mentre nel montaggio riconosciamo il Vertov muto migliore. Se la versione sonora era l’ispirato inno di Vertov all’Uomo Nuovo, quella muta, in sintonia con il Vertov degli anni Venti, è un inno al Nuovo Cinema.

Three Songs About Lenin (1934) on IMDb
Risultati immagini per Berlin - Jerusalem

Un film di Amos Gitai. Con Lisa KreuzerRivka Neuman, Markus Stockhausen, Ori LevyVernon DobtcheffKeren Mor. continua» Drammaticodurata 89 min. – URSS, Francia, Italia, Gran Bretagna, Germania 1989.

Siamo a Berlino, dopo la fine della prima guerra mondiale. Qui Else, una poetessa ebrea, conosce Tania, una sionista venuta dalla Russia. Tania spiega ad Else il suo proposito di andare in Palestina per partecipare alla nascita di un collettivo agricolo. Arriva il nazismo e dopo essere scappata in Svizzera Else raggiungerà l’amica a Gerusalemme ma vi troverà rovina e distruzione. Un film poetico, in alcuni momenti criptico, ma di forte suggestione. La musica è di Markus Stockhausen.

Berlin-Jerusalem (1989) on IMDb
Brevi incontri (1967) - Film - Movieplayer.it

Un film di Kira Muratova. Con Yelena BazilskayaKira MuratovaVladimir VysotskyNina Ruslanova Titolo originale Korotkije vstrechiDrammaticodurata 96 min. – URSS 1967.

Nadja è una semplice ragazza della campagna sovietica, una di quelle che quando si innamora segue il cuore ovunque esso la porti. E così accade quando un giorno, sul suo cammino, incrocia il geologo Maksim e, perduta la testa per lui, decide di seguirlo in città per stargli vicino. Assunta come domestica dalla signora Valentina Ivanovna, moglie di un funzionario, scoprirà ben presto che il suo non è l’unico cuore nel quale Maksim ha fatto breccia.
Una pellicola d’amore delicata e triste, ma soprattutto poetica, grazie al finale assolutamente romantico, commovente e, oltretutto, inaspettato per lo spettatore. La Muratova, qui anche in veste di attrice nel ruolo di Valentina, la moglie del funzionario, descrive i percorsi del cuore di una ragazza con un’eleganza e una limpidezza invidiabili. Nel cast, nel ruolo di Maksim, il cantante e attore teatrale e cinematografico Vladimir Vysotsky, mito della musica russa, che morì dissidente nel 1980.

Brief Encounters (1967) on IMDb
Risultati immagini per Lunghi Addii

Un film di Kira Muratova. Con Zinaida Sharko, Oleg Vladimirsky, Tatyana Mychko, Yuri Kayurov, Svetlana Kabanova, Lidiva Dranovskaya, Lidiya Brazilskaya Titolo originale Dolgie provody. Drammatico, durata 97 min. – URSS 1971. MYMONETRO Lunghi addii * * * * - valutazione media: 4,00 su 1 recensione.

È davvero un lungo addio quello fra una madre tormentosa e opprimente, divorziata dal marito archeologo, e suo figlio Ustinov, silenzioso e solitario come uno spettro, in sua presenza. Lei vorrebbe penetrare nel complicato mondo del figlio, lui dal canto suo, vorrebbe che non invadesse anche quello, tanto da costruire un muro di parole ripetute mille volte e di mutismi assordanti che si frappone nel loro rapporto, già parecchio alienante e tortuoso. Fino a quando non riemergerà la figura del padre, portando nella mente di Ustinov il pensiero di una nuova vita, lontano da gelosie, rimproveri e consigli materni inopportuni.
Censurata fino alla Glasnost del 1987 (quell’ampia riforma politica atta a rimuovere corruzioni e privilegi dell’apparato governativo sovietico), la Muratova – una delle più celebri registe russe del XX secolo, parecchio influenzata dalla Nouvelle Vague -, dimostra tutto il suo anticonvenzionale talento nel dirigere (in una Russia che deve fare ancora i conti con le revisioni dello stalinismo) una pellicola moderna e d’avanguardia come questa, ben attenta a non compiere giri di boa, attorno a randagismi sentimentali banali, che potrebbero far cadere la trama (peraltro perfetta) nei più ovvi cliché. Ottima la sceneggiatura che scava alla ricerca dello straordinario nell’ordinario di tutti i giorni; tanto appassionante che è impossibile non riuscire a comprendere le inadeguatezze, i masochismi, le depressioni e le monotonie dei personaggi, veri motivi dei comuni lunghi addii.
Un particolare plauso va all’attrice teatrale e cinematografica Zinaida Sharko (una sorta di Claudia Cardinale russa), perfettamente calata nel ruolo di una madre che alterna la civetteria con gli altri uomini alla debole gelosia per le ragazze che il figlio bacia, ma che fondamentalmente cerca, con una notevole punta di disperazione, di non farsi abbandonare per la seconda volta. Bravo anche Oleg Vladimirsky nel ruolo dello sfuggevole Ustinov, che oggi è un affermato fotografo artistico.

The Long Farewell (1971) on IMDb