Il protagonista è un agente segreto americano che ha l’incarico di scoprire una spia e ucciderla. Il finale si avrà sull’impervio sesto grado dell’Eiger. Sorpresa finale. È il quarto film di Eastwood come regista.
Il concetto di “pulizia etnica” non risale all’Olocausto, ma all’eliminazione di circa un milione di Armeni da parte dei Turchi nei primi decenni del novecento. È innegabile che questa orrenda vicenda storica abbia avuto minor “promozione” della tragedia degli ebrei. La memoria viene riportata dal personaggio centrale, un pittore armeno di nome Gorky. Intorno a lui altri testimonieranno quello sterminio: un ragazzo, una donna esperta della pittura di Gorky, un poliziotto. Ricordare li cambierà, non solo in superficie.
Incoronato zar nel 1547, Ivan (1530-84) promette di unire tutta la Russia, entra in conflitto con i boiardi di cui vuole limitare il potere e con la zia che avvelena la zarina. Ivan si ritira in convento. Presentato alla fine del 1944, è la prima parte di Ivan Groznyi la cui seconda parte, nota col titolo La congiura dei boiardi, fu terminata nel febbraio 1946 e condannata nello stesso anno dal Comitato centrale del Partito Comunista dell’URSS e distribuita in pubblico solo nel settembre 1958. Tornato a Mosca, Ivan entra in conflitto con l’amico Fëdor Kolitchev, diventato pope metropolita col nome di Filippo e schierato con i boiardi. Euphrosinia, zia di Ivan e madre dell’inetto Vladimir, che i boiardi vorrebbero come zar, prepara un attentato, ma Ivan sostituisce a sé stesso il giovane che così viene ucciso da un sicario inviato da sua madre. Nella 2ª parte, inseparabile dalla 1ª, Ejzenštejn inserì una lunga sequenza a colori (in Agfacolor, bottino di guerra). La 3ª parte non fu mai girata: doveva raccontare la vittoria finale di Ivan, ormai diventato il Terribile. Nella cineteca di Mosca erano conservate 2 sequenze inedite (20 minuti circa), una delle quali (L’infanzia di Ivan) doveva servire di prologo alla 1ª parte. Può essere letto a diversi livelli: storico, politico, psicologico, estetico, allegorico. Ivan è Ivan. È Stalin. È un re di Shakespeare. È un eroe di opera wagneriana. È la rievocazione _ spesso in bilico sul ridicolo perché la sua natura è sublime _ di una situazione storica che rimanda a quella del presente, elevata ad archetipo eterno. Integralmente e genialmente staliniano, terribilmente reazionario e, insieme, autenticamente rivoluzionario. Fotografia di Edvard Tissé (esterni) e Andrej Moskvin (interni). Musica di Sergej Prokof’ev.
Zev Guttman, ebreo affetto da demenza senile, è ricoverato in una clinica privata con Max, con cui ha condiviso un passato tragico e l’orrore di Auschwitz. Max, costretto sulla sedia a rotelle, chiede a Zev di vendicarli e di vendicare le rispettive famiglie cercando il loro aguzzino, arrivato settant’anni prima in America e riparato sotto falso nome. Confuso dalla senilità ma determinato dal dolore, Zev riemerge dallo smarrimento leggendo la lettera di Max, che pianifica il suo viaggio illustrandone i passaggi.
Dopo la morte del padre, Nikos lascia la provincia per lavorare ad Atene, facendo la guardia ai cani del suo brutale zio. Nikos scopre che la dinamica della sua relazione con suo zio cambia quando la moglie di suo zio si avvicina a lui.
Scritto da Brian Helgeland dal romanzo La morte non dimentica del bostoniano Dennis Lehane. Eastwood continua il suo discorso sul lato oscuro della società USA con quella che definisce una “tragedia americana”, ambientata in un quartiere operaio di Boston. 25 anni dopo la violenza sessuale inflitta da due pedofili a un ragazzino, avviene un’altra, più sanguinosa violenza che, in modo diverso, coinvolge due dei suoi coetanei di allora, scopre le conseguenze innescate dalla prima e si conclude con un terzo e ancor più tragico evento. Sangue chiama sangue in un intreccio di elisabettiana crudeltà con un finale in sospeso che rifiuta ogni catarsi, come indica, ai limiti dell’irrisione, la parata conclusiva del Columbus Day. Cupo in tutti i sensi, anche nella fotografia di Tom Stern. I suoi temi – perdita dell’innocenza, supremazia maschile con coazione alla violenza, impossibilità di liberarsi del passato – non comprendono il dominio del fato e della necessità, come nella tragedia greca, ma l’indecidibilità della presenza di un dio. È, insomma, un film laico: più che la disperazione, sottolinea un dolore che diventa strumento di conoscenza dell’umana fragilità. Pur con l’apporto dell’amico Lennie Niehaus, Eastwood, esperto musicofilo e pianista, è l’autore delle musiche. Oscar per Penn, attore protagonista, e Robbins, non protagonista. Non protagonista?
Nic, Jonah ed Haley sono tre giovanissimi hackers. Quando ricevono un messaggio da Nomad, hacker rivale che in passato ha creato loro qualche problema, decidono di seguire il segnale che egli invia loro per sfidarlo direttamente. Finiscono con il trovarsi dinanzi a una catapecchia abbandonata la cui esplorazione conduce Nic e Jonah a finire all’interno di una misteriosa base in cui viene portata anche Haley in stato di coma. I ragazzi vengono separati e Nic viene sottoposto ad uno strano interrogatorio da parte di un uomo che, come tutti gli altri nella base, è protetto da una tuta simile a quella degli astronauti. Costui dice a Nic che ciò che sta facendo è finalizzato a proteggerlo.
Dopo aver visto il film il Dottor Frankenstein, la piccola Anna è interessata morbosamente ai mostri, che identifica in alcune persone. Incontrando un fuggiasco lo crede un mostro, e lo aiuta in tutti i modi. Quando la Guardia Civil lo ucciderà, lei ritornerà alla realtà.
Augustín, medico rabdomante, sua moglie e sua figlia Estrella abitano a La Gaviota, nel sobborgo di una città nel nord della Spagna. La ragazza cresce, e divenuta adolescente inizia a sospettare che ci sia un segreto nascosto nella vita del padre, forse un’altra donna.
Un film di Blake Edwards. Con David Niven, Claudia Cardinale, Robert Wagner, Peter Sellers, Capucine. Titolo originale The Pink Panther. Commedia, durata 113 min. – USA 1964. MYMONETRO La pantera rosa valutazione media: 3,75 su 9 recensioni di critica, pubblico e dizionari.L’incompetente ispettore della polizia francese Clouseau si mette sulle piste di un famoso ladro di gioielli, chiamato “Il fantasma”, che è a caccia del favoloso diamante “Pantera rosa”. Molto divertente e brioso, una specie di pochade dei nostri tempi, elegante e spiritosa, con il famoso motivo musicale di Henry Mancini. “Situato al crocevia di due tradizioni tanto differenti come lo slapstick e la sophisticated comedy… non ne rappresenta un innocuo mélange o una semplice addizione. È un confronto polemico di generi quello che percorre il film… una collisione nel corso della quale il portatore vitale dello slapstick (Clouseau), irrompendo disastrosamente nella scenografia di una commedia sofisticata, ne procura l’affondamento” (R. Vaccino). Seguito da Uno sparo nel buio.
Attaccati a sorpresa dagli aerei giapponesi a Pearl Harbor, gli americani sono in ginocchio ma determinati a reagire. A capo di quello che resta della gloriosa flotta navale americana, l’ammiraglio Chester Nimitz prepara una trappola nell’atollo di Midway. A supportarlo l’Intelligence e l’orgoglio dei suoi uomini decisi a vendicare i caduti di Pearl Harbor.
Jafaar è uno pescatore palestinese che pesca sardine e vive con la moglie lungo il muro della Striscia di Gaza. Dimenticato da Allah, incalzato dai creditori e avvilito da una vita sorvegliata da Israele e dai suoi militari, che ‘bazzicano’ la sua casa e controllano ogni suo respiro, Jafaar butta la rete in mare e una mattina pesca l’impensabile: un grosso maiale vietnamita. Considerato animale impuro dalla sua religione, decide subito di sbarazzarsene. Il desiderio di qualcosa di meglio per lui e la sua consorte tuttavia lo fa desistere e il maiale diventa una fonte inaspettata di guadagno. Dopo numerosi tentativi falliti al di là e al di qua del muro, Jafaar trova in una giovane colona russa e nella capacità riproduttiva del suo maiale il business e la risposta alle sue preghiere. Quando tutto sembra andare finalmente per il verso giusto
Bizzarro film, tratto da un dramma (1925) di Noël Coward da cui Hitchcock fu costretto a cavare Fragile virtù (1927), uno dei suoi film muti peggiori. Tornato al lavoro 10 anni dopo un incidente sciatorio che quasi gli costò la vita, l’australiano Elliott l’ha sceneggiato con Sheridan Robbins, riscrivendo Coward da capo a piedi. Agli inizi degli anni ’30 John Whittaker, unico figlio maschio di una nobile e dissestata famiglia molto british, sposa a Parigi l’americana Larita. Rientra a casa con lei e Larita deve fare i conti con la suocera che la odia, ma conquista le simpatie del suocero, di una giovane cognata e del maggiordomo. Da un dramma dai risvolti leggeri, Elliott ha tratto una commedia dalle pieghe dolenti. “Lo humour è una spezia, ma non una salsa”, è la sua parola d’ordine. Definisce lo stile del film, più complesso e grave nella tematica di quel che sembra, ma condotto con una leggerezza energica che comprende persino parentesi musicali. Fotografia, scene, costumi, musiche di prim’ordine, ben recitato, soprattutto da Firth, reduce dalla Grande Guerra di cui è vittima come gli altri familiari, compresa l’odiosa consorte, ma il più disperato. Sua nuora lo riporta alla vita.
Il giovane Sigfrido sta per compiere la sua prima grande impresa: uccidere il drago Fafnir che da anni minaccia il popolo dei burgundi. La ricompensa per il suo eroismo è un tesoro favoloso sul quale grava però una terribile maledizione. Un incantesimo malvagio che metterà in pericolo l’amore di Sigfrido per la bellissima regina guerriera Brunilde.
Vent’anni dopo l’attacco massivo e distruttivo che ha falciato tre miliardi di persone sulla terra, David Levinson, specialista in telecomunicazioni ieri, direttore del settore Ricerca e Sviluppo oggi, scopre la minaccia di una prossima invasione aliena. Non ha bisogno invece di strumenti sofisticati per avvertire il nemico alieno, Thomas J. Whitmore, ex presidente degli States rimpiazzato dal presidente Lanford, una donna strategicamente incapace che si affida ai suoi generali. È Whitmore ad avvisare le nazioni in diretta mondiale e a gettarle nel più totale sconforto. Ma ‘i nostri’ non mancheranno di arrivare coalizzati e muniti di tecnologia extraterrestre, recuperata nella precedente invasione. Contro la monumentale forza dell’avversario si schierano due piloti rivali e un ex presidente eroico, disposto a tutto pur di preservare il suo pianeta e proteggere sua figlia.
Al presidente degli Stati Uniti non basta portarsi a letto la moglie del suo migliore amico e sostenitore, ma la picchia. Le guardie del corpo uccidono la donna prima che sia lei a uccidere il presidente. Da una cabina-armadio, attraverso uno specchio-spia, Luther Whitney, professionista del furto, assiste al fattaccio e fugge. Comincia la caccia al ladro. Scritto dal sagace William Goldman sulla base di un romanzo di David Baldacci, è “film politico, film familiare, film sul vedere non essendo visti, film sul potersi di nuovo dare a vedere, film epifanico, film minore persino troppo perfetto” (B. Fornara). A Whitney, che disegna in un museo, una donna chiede: «Lavora con le mani, vero?». Anche C. Eastwood è un regista inserito nella tradizione artigianale del cinema, abituato a fare film come si fa un mestiere: con le mani e con gli occhi.
Poveri cercatori d’oro sono ostacolati da un ricco uomo d’affari losco e crudele. Arriva il “predicatore”, uno strano tipo pieno di cicatrici, e lo sistema. Western di nitida impaginazione, con 2 o 3 sequenze d’effetto, dopo quella d’inizio che è la più bella. Ma lungo i suoi 113 minuti bisognerebbe scappellarsi spesso per salutare le citazioni di altri western.
Fascinoso disc-jockey di una radio californiana si porta a letto un’ammiratrice schizoide che comincia a perseguitarlo. 1° film di Eastwood regista, su sceneggiatura di Jo Heins, scopiazzata da James Dearden per Attrazione fatale . Storia dove prevalgono atmosfere e situazioni cariche di suspense, mistero, incubo, erotismo morboso. Il regista Don Siegel appare nel ruolo di Murphy il barista. Misty è un motivo del pianista Errol Garner.
Seconda parte della trilogia incompiuta di cui fa parte anche Ivan il terribile La congiura dei Boiardi, girata nel 1946, fu proiettata per la prima volta nel 1958 perché bloccata da Stalin a causa dell’analisi acuta delle contraddizioni riguardanti la conquista e la gestione del potere. Evidenti i richiami alla figura di Stalin, ma anche a quella di Amleto. Per la prima volta il grande regista russo inserisce in un suo film una lunga sequenza a colori. La terza parte della trilogia, che doveva raccontare la vittoria finale Ivan, diventato il terribile, non fu mai girata per la sopraggiunta morte della regista.
Ben studia storia dell’arte all’università e sogna di esporre i suoi disegni in una galleria d’arte, cercando allo stesso tempo di capire i motivi che hanno portato alla rottura della sua lunga storia con Susan. La fine del loro amore coincide per Ben con l’inizio di una fastidiosa insonnia, così che, paradossalmente, proprio quando avrebbe bisogno di distogliere i suoi pensieri dalla donna che ama, si ritrova ad avere otto ore in più al giorno da impegnare in qualche modo. Decide così di farsi assumere in un piccolo supermarket dove, ogni notte, trascorre il suo tempo imponendo una rigida scappatoia alla sua solitudine. A fargli compagnia un gruppetto di strani colleghi: un patito di arti marziali, uno stuntman, una splendida fanciulla che sogna di volare in sudamerica, tutti col loro sogno in vetrina, tutti col loro stratagemma per ingannare il tempo – le attese – e ritornare a vivere. Il primo lungometraggio di Sean Ellis (sviluppo dell’omonimo cortometraggio candidato all’Oscar nel 2004) va oltre le più rosee aspettative, riservando a un’opera prima le doti artistico-narrative di un autore che farà sicuramente parlare di sé. Nel mondo parallelo in cui realtà e finzione si mescolano per ingannare l’inesorabile scorrere di un’esistenza monotona e incolore, le sfumature che Ellis dà alla pellicola risultano gradevoli e divertenti, tanto da perdonare qualche piccola ingenuità che, invece di nuocere al composto, lo nobilita con grande fermezza.