La storia è conosciutissima: per liberare la California da un governatore tiranno, il rampollo di una nobile casata si finge di giorno un innocuo damerino per trasformarsi la notte in eroe al servizio del popolo contro il tiranno.
A Parigi un compositore sovietico accetta di collaborare a un musical di Hollywood. Da Mosca arriva una commissaria del popolo per richiamarlo all’ordine, ma s’innamora del produttore del film. Non ancora 60enne, l’armeno Mamoulian, uno dei grandi stilisti di Hollywood, chiude in bellezza la sua carriera col più artificioso e frivolo dei suoi film. Tratto dall’omonima commedia musicale (1955) di Kaufmann-McGrath-Burrows con canzoni di Cole Porter, ispirata a Ninotchka di E. Lubitsch, con splendide coreografie di Hermes Pan ed Eugene Loring. Molte banalità tra un numero musicale e l’altro, tutti raffinati. Da citare almeno “The Ritz Roll’n’Rock”, assolo di F. Astaire che per la 1ª volta danza e canta un rock, e “Silk Stockings”, dove la memorabile Charisse riprende, danzando, la famosa scena del risveglio in camera da letto della Garbo in La regina Cristina. Restaurato.
Il dottor Henry Jekyll studia la possibilità di separare nella psiche umana la naturale propensione al bene dall’istinto animalesco al male. Ottenuto in laboratorio un siero, lo sperimenta su di sé trasformandosi nella quintessenza della malvagità.Credendo di poter controllare il suo spaventoso alter-ego al quale dà il nome di Mr. Hyde, Jekyll continua durante il giorno ad esercitare l’attività di medico, ma, lontano da occhi indiscreti, non esita ad assaporare l’estasi inebriante del male assoluto.
La regina di Svezia, Cristina, ha molti pretendenti che vorrebbero sposarla per ragioni di Stato. Ma l’incontro con un diplomatico spagnolo, avvenuto casualmente, è fatale per entrambi. Cristina abdica per poter vivere la sua storia d’amore, ma uno dei suoi cortigiani sfida a duello lo spagnolo e lo uccide. Sola, senza trono e senza amore, Cristina comincia i suoi vagabondaggi per l’Europa.
Bella, ricca e sofisticata porta lo scompiglio nella vita di un torero che per lei trascura moglie e corrida. Poi lei si stanca. Lui, disperato, cerca di riconquistarla. 2ª versione del romanzo (1908) di Vicente Blasco Ibáñez (dopo quella con Rodolfo Valentino del 1922). È il film che segnò il successo di R. Hayworth in un’indimenticabile interpretazione. Brillante regia, fotografia di Ernest Palmer e Ray Rennahan ispirata alla pittura spagnola che vinse un Oscar. Rifatto nel 1989 come Ossessione d’amore con Sharon Stone.