A Marsiglia il clan còrso degli Orsini cerca di annientare il gruppo di Alvarez, protetto da influente uomo politico. C’è in ballo il dominio delle aree fabbricabili. Il tema della corruzione edilizia è solo sfiorato perché a Boisset importano di più le azioni cruente nelle quali trovare brandelli di realtà. Altro titolo originale: Le saut de l’ange.
Il famoso autore de I racconti immorali, La bestia, Interno di un convento propone in questo film una nuova antologia misogina ed erotica insieme. Le tre donne infatti, una Belle Époque, una rinascimentale e una moderna, sono le eroine delle loro ciniche vendette.
A Varsavia, ai primi del Novecento, Ewa Pobratynska (Grazyna Dlugolecka) si innamora del giovane scrittore Lukasz Niepolomski (Jerzy Zelnik). Sedotta, abbandonata e travolta da una lunga e sfortunata serie di eventi, in balìa di una schiera di uomini variamente interessati a lei, Ewa terminerà la sua parabola in giro per l’Europa (Roma, Berlino, Montecarlo, Vienna) prigioniera di due loschi individui senza scrupoli che la spingeranno al delitto e alla rapina.
Dopo un cataclisma l’isola di Goto è in completo disfacimento: vi regna Goto III che si suicida perché la moglie ama un giovane tenente. Tutti gli abitanti sono militarizzati e ridotti a marionette.
Dopo 10 anni arriva finalmente in Italia questo notevole film di Walerlan Borowczyk che narra una fortunatissima favola polacca del XIII secolo secondo la quale un paggio del re fu costretto a compiere una folle galoppata legato al dorso di un cavallo nella immensa e gelida pianura polacca. La contesa amorosa intono alla bella cortigiana Blanche che prende tutti i protagonisti della storia è avvolta in quella aura di sensualismo e carnalità che è tipica del maestro polacco
Il giovane Padre Fabijan approda in un’isoletta della Dalmazia dove, come ovunque in Croazia, il tasso di natalità è crollato nel corso degli anni. Frustrato dalla popolarità dell’anziano parroco locale e desideroso di lasciare il segno nella storia dell’isola, nonché di incoraggiare il “decorso della volontà divina”, Padre Fabijan ha un’idea geniale: bucare i preservativi che consentono la lussuria più sfrenata senza risultare in un boom delle nascite. Naturalmente l’ingegnoso prete ha bisogno della complicità di alcuni isolani: l’edicolante che vende ai compaesani i profilattici, ma anche il medico che dovrà sostituire con le vitamine le pillole anticoncezionali acquistate dalle donne del luogo. I risultati non tardano ad arrivare: gravidanze improvvise, matrimoni riparatori, altarini scoperchiati. Ma non tutte le conseguenze andranno nella direzione prevista da Padre Fabijan, che scoprirà che sostituirsi a Dio non è una buona idea nemmeno se si è convinti di rendergli un prezioso servigio.
Eddie Murphy è Alex Foley, poliziotto di Detroit che chiede le ferie per poter cercare gli assassini di un suo amico. La pista lo porta a Beverly Hills e ai traffici illeciti di un potente uomo d’affari responsabile della morte dell’amico. Quando torna al suo distretto Alex si accorge di aver guadagnato la stima dei suoi colleghi. Divertente e ricco di azione, ennesimo successo dell’irresistibile attore di colore “nato” con Una poltrona per due.
Trascurata dal marito, senatore Karenin, Anna s’innamora di un bell’ufficiale e fugge con lui, abbandonando anche il figlioletto. Ma, costretta a rinunciare all’amante, non può tornare a casa… Fulgida nella parte della tormentata eroina di Tolstoj – i cui panni indossa per la seconda volta, dopo Love di E. Goulding del 1927 -, Greta Garbo dà l’acqua della vita a un film corretto e illustrativo, con due o tre belle invenzioni di regia.
Le truppe popolari jugoslave, comandate da Tito, tentano di attraversare la Neretva per porsi in salvo dai nemici. Il futuro maresciallo, con notevole acume tattico, induce i tedeschi ad allontanare gran parte dei soldati dal fiume; lui e la sua gente possono guadarlo prima che essi si accorgano dell’inganno.
Un film di Jean-Jacques Beineix. Con Jean-Hugues Anglade, Consuelo De Havilland, Béatrice Dalle Titolo originale 37°2 le matin. Drammatico, durata 122′ min. – Francia 1986. MYMONETRO Betty Blue valutazione media: 3,36 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Zorg, giovanotto con ambizioni letterarie, lavora come factotum in un villaggio balneare. Betty è bella e matta come un purosangue. Amore a prima vista e sesso a volontà. Una mancata maternità scatena una follia distruttiva nella ragazza. È un cocktail di vizi e virtù, presumibilmente ereditati dal romanzo di Philippe Dijan. All’attivo: la coppia dei protagonisti, l’immaginoso senso del colore, l’umorismo agrodolce. Al passivo: incapacità di raccontare con semplicità, gusto dell’eccesso, mancanza di modestia, estetismo della bella immagine che scade nel cromatismo da spot. Il tecnico soffoca il narratore: il virtuosismo non è una virtù. Nel 1991 uscì a Parigi l’edizione integrale di 185 minuti.
Will Bloom non ha mai creduto alle stravaganti storie che il padre Ed, commesso viaggiatore, raccontava a lui e agli altri. Avvertito dalla madre Sandra, da Parigi, rimpatria con la moglie incinta per essergli vicino e conoscerlo veramente, prima che se ne vada per sempre. È il film meno “gotico”, il più gioioso, americano e teorico di T. Burton, impregnato di un’antica tradizione folcloristica nazionale: quella del tall tale , racconto iperbolico. Burton non cambia, s’evolve. Insieme col piacere di raccontare, i suoi temi sono la verità del mito (fino a che punto Ed Bloom è un ciarlatano?) e la necessità dell’utopia, della fantasia, del sogno. Eroe, buffone e story teller , Ed Bloom non esiste al di fuori delle storie che racconta. Sotto il segno della morte, è però anche un film d’amore, quello di Ed per la moglie Sandra, ma lo si viene a sapere alla fine. Doveva essere più approfondito. Qui, nella commistione tra realtà e fantasia, è forse il suo limite, se non la debolezza: “diventa così un oggetto di piacere a corrente alternata, anzi due film in uno” (P. Cherchi Usai). Tratto dal romanzo Big Fish. A Novel of Mythic Proportions di Daniel Wallace, adattato da John August. Fotografia: Philippe Rousselot.
Léon è un killer, un sicario a pagamento della peggior specie, introvabile e indistruttibile, fin quando un topolino penetra nel suo universo: un topo piccolo con gli occhi immensi della dodicenne Matilde. A parte Reno, per il quale il film è stato scritto su misura, la piccola Portman è la rivelazione del film. È la bizzarra, perversa e onesta storia d’amore tra una dodicenne e un sicario. Amore senza sesso. Lui, l’adulto bambino, la istruisce a uccidere; lei, la bambina adulta, gli insegna a vivere. Besson è un manierista, ma sa prendere i suoi rischi: il suo è un cinema d’azione che non esclude, però, né una strenua attenzione alla psicologia né la cura puntigliosa dei personaggi. Notevoli Oldman e Aiello.
Nato come Vangelo ’70, privato dell’episodio ipertrofico di V. Zurlini che diventò Seduto alla sua destra. Con “L’indifferenza” Lizzani rilegge la parabola del buon samaritano in chiave di neorealismo stradale. In “L’agonia”, con J. Beck e la compagnia del Living Theatre, Bertolucci ribalta la parabola del fico sterile in un originale esercizio stilistico tra cinema, mimo e teatro d’avanguardia. Con “La sequenza del fiore di carta” Pasolini si serve di N. Davoli on the road per una metafora sull’impossibilità dell’innocenza. In “L’amore” di Godard, parafrasi politica alla Brecht della parabola del figliol prodigo, Castelnuovo impersona la Rivoluzione e la Guého la Democrazia: i due si amano, ma non possono convivere. In “Discutiamo, discutiamo…” Bellocchio e un gruppo di studenti dell’Università di Roma dissertano in toni grotteschi sulla scuola di classe e la contestazione studentesca. Finanziata dall’Italnoleggio, è una curiosa operazione di sperimentazione linguistica.
Margot ha un figlio, Claude, e un marito, Jim. È una scrittrice famosa e ha un amante, Dick , che ha una figlia adolescente, Maisy. Margot decide di raggiungere con Claude la sorella Pauline che sta per sposarsi con Malcolm riprendendo fiducia nella coppia dopo un matrimonio fallito che le ha lasciato una figlia, Ingrid. Le due sorelle non hanno mai avuto un buon rapporto e le cose non migliorano dopo che Margot ha conosciuto Malcolm che ritiene del tutto inadatto alla sorella. Per di più è la prima a cui Pauline confida di essere incinta. Margot non terrà per sé il segreto.
Hedi è la nuova vicina di Iva, che vive con la sua giovane figlia, Sophia. Per Iva non è facile conciliare il suo essere madre single con una vita privata — o qualcosa che le assomigli — così Hedi è per lei una boccata d’aria fresca. Le due cominciano una relazione complessa che si complica ulteriormente quando il padre di Iva irrompe nella situazione, risvegliando il desiderio di Hedi. I mondi dei personaggi non tarderanno a scontrarsi fra loro.
Da un romanzo (1957) di José Giovanni. Nel 1947 nel carcere della Santé di Parigi 5 detenuti tentano di evadere scavando una galleria. Uno di loro tradirà. Ultimo film di J. Becker e con Casco d’oro uno dei suoi capolavori, ormai considerato un “classico” del cinema francese, opera che fa da cerniera tra i film cosiddetti “di qualità” e quelli della Nouvelle Vague. Racconta un gruppo di criminali con la loro dignità di uomini. Un inno alla libertà, ma anche alla pazienza, all’amicizia, alla solidarietà. Un’epopea alla Bresson, senza enfasi oratoria né messaggi umanitari.
Muore impiccata, in una villa isolata, un’anziana contessa paralitica (Miranda). Muore di coltello il marito (Nuvoletti) che l’ha uccisa. Muoiono ammazzati altri undici, tra parenti e visitatori. Esseri umani raccontati come insetti in un mondo dominato da pulsioni brutali. Uno dei migliori film di M. Bava – che ne curò anche la fotografia – “proprio per l’intreccio di intenzioni alte e di pratiche basse, serietà metafisica e ironia sdrammatizzante, bellezza formale e grand-guignol” (A. Pezzotta). Scopiazzato da molti registi nordamericani dell’horror che di Bava sono meno colti e meno cattivi. Altro titolo: Ecologia del delitto .
Justin è un ragazzo che ha perso la sua fidanzata April per colpa di un demone e farebbe di tutto per riaverla. Justin userà un vecchio libro, un grimorio avuto come regalo dalla ragazza, per evocare il demone “Lo”, demone di grande potenza, per farsi riportare indietro la sua fidanzata. Quando gli si presenterà, Justin vedrà Lo come un povero storpio con le gambe spezzate che si trascina sul pavimento, che tuttavia si rivelerà un demone con uno strano senso dell’umorismo. Justin cerca di prendere una posizione di comando sul demone evocato, ma Lo, anziché obbedire, cercherà di convincerlo a lasciare il mondo dei demoni e ritornare nel mondo umano.
Nella Moldavia del Seicento la principessa Asa è condannata e giustiziata per stregoneria col suo amante e sepolta nella tomba di famiglia. Due secoli dopo due medici russi in viaggio la riportano casualmente in vita. La strega cerca di impossessarsi di Katia, una sua discendente che le somiglia come una gemella. Vagamente ispirato al racconto Il vij dell’ucraino Nikolaj V. Gogol’, è l’esordio nella regia di Bava, grande direttore della fotografia e geniale mago di trucchi che qui, appoggiandosi a un suggestivo apparato scenografico, esaltato da una fotografia virtuosistica che determina l’atmosfera, gli spazi, le emozioni, si cimenta in un esercizio di delirante necrofilia. Grande successo internazionale, il film contribuì al lancio della Steele. Rifatto per la TV a colori da Lamberto Bava, figlio di Mario.