Category: Benicio Del Toro


Regia di Wes Anderson. Un film Da vedere 2021 con Benicio Del ToroAdrien BrodyTilda SwintonLéa SeydouxFrances McDormandCast completo Genere CommediaDrammaticoSentimentale, – USA2021durata 108 minuti. Uscita cinema giovedì 11 novembre 2021 distribuito da Walt Disney. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,57 su 30 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Arthur Howitzer Jr., figlio del fondatore e proprietario del quotidiano “The Evening Sun” di Liberty (Kansas), ha convinto anni prima il padre a finanziare un supplemento domenicale e ha installato la redazione a Ennui-sur-Blasé. Espatriata in Francia, “Picnic” diventa “The French Dispatch” e copre ‘con stile’ la cronaca del paese. Perché intorno alla sua scrivania, Horowitzer Jr. ha raccolto i migliori giornalisti del suo tempo. Archeologi del quotidiano, ‘inseguono’ su campo il soggetto che gli è stato assegnato: una contestazione studentesca che volge in idillio, l’indagine di un commissario sulla pista dei rapitori di suo figlio, un artista psicotico e galeotto innamorato della sua secondina, il necrologio di Arthur Howitzer Jr, che ha posato la penna. E l’ultimo numero sarà un’antologia di articoli, i migliori, dedicata a lui. Si stampi.

The French Dispatch (2021) on IMDb

Ho anche una versione 1080p h265 da 9gb, contattatemi in privato se interessati.

Locandina italiana Paura e delirio a Las Vegas

Un film di Terry Gilliam. Con Johnny Depp, Benicio Del Toro, Tobey Maguire, Ellen Barkin, Gary Busey. Titolo originale Fear and Loathing in Las Vegas. Grottesco, durata 115 min. – USA 1998. MYMONETRO Paura e delirio a Las Vegas * * * 1/2 - valutazione media: 3,52 su 67 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Gilliam, un regista la cui creatività è incontenibile sin dallo straordinario film d’esordio Brazil, questa volta è fedele al libro di hunter S. Thompson a cui si ispira. Le avventure di Gonzo e Duke a Las Vegas rischiano di essere allucinate quanto quelle del Barone di Munchausen. Solo che qui lo sfondo è vero. In un’America sempre più consumista che del ’68 ha conservato solo gli aspetti più deleteri. Film ‘acido’ in tutti i sensi

Fear and Loathing in Las Vegas (1998) on IMDb

Regia di Andrea Di Stefano. Un film Da vedere 2014 con Benicio Del ToroBrady Corbet, Claudia Traisac, Carlos BardemAna Girardot, Laura Londoño, Lauren Ziemski, Henry Bravo, Aaron Zebede, Micke Moreno, Elmis Castillo, Tenoch HuertaCast completo Titolo originale: Escobar: Paradise Lost. Genere ThrillerSentimentale, – FranciaSpagnaBelgio2014durata 120 minuti. Uscita cinema giovedì 25 agosto 2016 distribuito da Good Films. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,20 su 5 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nick segue il fratello nel sogno di vivere in Colombia, sulla spiaggia, in un vero e proprio paradiso terrestre. Lì conosce Maria, di cui s’innamora perdutamente. Ci sono però alcuni problemi con due fratelli del posto, che non amano l’idea che dei canadesi vivano nel loro bosco. Nick ne parla una sera con l’amatissimo zio di Maria, un uomo dal carisma insuperabile, che riesce nella magia di occuparsi generosamente del suo paese come della sua famiglia. Il giorno dopo, i focali fratelli piantagrane vengono trovati appesi a testa in giù, carbonizzati. Perché lo zio di Maria è Pablo Escobar, e nessuno sfugge a Pablo Escobar. Per Nick, il sogno d’amore e libertà cede progressivamente il posto al peggiore degli incubi.
È sempre bello assistere alla nascita di qualcosa. Con Escobar: Paradise lost nasce un regista. Andre Di Stefano, attore italiano dalla carriera internazionale, dimostra con il primo film di possedere tutte le qualità del buon regista, compresa l’ambizione, quando è ben riposta come in questo caso. Si confronta con una materia complessa, potentemente schizofrenica, e con un altro regista, uno dei più grandi e dei più folli. Escobar, dio della povera gente e demonio incarnato, si curava moltissimo dell’immagine di sé che voleva restituire, sapeva confondere, illudere, e non sono poche le sequenze in cui Di Stefano lo mette dietro un obiettivo fotografico, a dirigere un matrimonio o una folla (“porta via Maria da qui” arriverà ad ordinare ad un certo punto a un suo scagnozzo, in un attimo di delirio, in un campo di calcio gremito di gente accalcata).
Benicio Del Toro, già Che Guevara, indossa un’altra icona latinoamericana, di segno diametralmente opposto. La forza della sua interpretazione è la stessa del suo personaggio e ha a che vedere con le sfumature profonde e insondabili dell’autoinganno. Quell’uomo che parlava con Dio prima di ordinare i più atroci massacri, che cantava struggenti canzoni d’amore alla moglie, leggeva le fiabe ai figli, ma non si fidava nemmeno dei collaboratori più stretti, s’ingannava lui stesso rispetto alle proprie azioni (“tutto quello che facciamo lo facciamo per la nostra famiglia”) o covava un’anima più nera del nero? Senza che in alcun modo questo dubbio passi mai per una sfumatura di giustificazione, Del Toro ne fa la pasta della propria performance, ipnotizzante. Non regge il confronto, specie nei primi piani, Josh Hutcherson nei panni di Nick, ma tutto sommato non è un difetto che offende, tale è l’abisso tra i due personaggi prima ancora che tra gli attori.
La tragedia, che si fa strada per spire avvolgenti, sempre più soffocanti, ha i connotati concitati del thriller ma anche la vena ancestrale del rapporto di complicità e tradimento tra padre e figlio, perché Nick non è certo senza colpa, e la sua scusa, è la stessa del mostro: l’amore, la famiglia.

Escobar: Paradise Lost (2014) on IMDb
Locandina italiana Snatch – Lo strappo

Un film di Guy Ritchie. Con Jason Statham, Brad Pitt, Benicio Del Toro, Dennis Farina, Alan Ford.Titolo originale Snatch. Commedia, durata 102 min. – USA 2000. MYMONETRO Snatch – Lo strappo * * * 1/2 - valutazione media: 3,53 su 50 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Franky, Quattrodita, viene spedito da Anversa a New York per consegnare un diamante di ingente valore ad Avi, un boss mafioso. Fa una sosta a Londra per smerciare altre pietre di poco valore. Viene avvicinato da Boris, Lametta, e convinto a puntare su un incontro di boxe illegale. Si tratta di una trappola per poterlo rapinare. Intanto il Turco e Tommy stanno organizzando con Testarossa, il pericoloso boss locale, un incontro truccato. Quando Mickey O’ Neil manda al tappeto un loro pugile lo convincono a prendere parte all’incontro. Deve andare giù alla quarta ripresa. Mickey accetta ma quando è sul ring non riesce a sottomettersi e vince. Cominciano i guai. Gag all’acido muriatico, un ritmo che ogni tanto accelera improvvisamente e, soprattutto, una miriade di personaggi che vanno e vengono ma che sono descritti con cura nel loro lato ‘dark’. Siamo dalle parti di Trainspotting e di Fight Club. Qui si tratta di divertimento al vetriolo. Con un piccolo problema: c’è il rischio della ripetitività.

Snatch (2000) on IMDb
Locandina italiana Le belve

Un film di Oliver Stone. Con Blake Lively, John Travolta, Aaron Johnson, Salma Hayek, Emile Hirsch. Titolo originale Savages. Thriller, Ratings: Kids+16, durata 131 min. – USA 2012. – Universal Pictures uscita giovedì 25 ottobre 2012. – VM 14 – MYMONETRO Le belve * * 1/2 - - valutazione media: 2,79 su 91 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Ben e Chon sono due amici per la pelle che condividono tutto, dall’amore per la bella Ophelia – detta O – all’attività di coltivatori e spacciatori della miglior marijuana della California del Sud. È stato Chon, ex marine, a riportare i primi semi dall’Afghanistan, poi è venuto Ben, botanico e buddista, che ne ha fatto un prodotto sopraffino, buono per far dollari così come per alleviare il dolore dei malati terminali. La vita scorre dunque idilliaca per il fortunato trio e i loro amici, finché un brutale cartello di trafficanti messicani non decide di fare affari con loro, che lo vogliano o meno.
Non c’è dubbio che una delle cose che riescono meglio a Oliver Stone sia il ritratto di uno o più personaggi che s’invischiano in qualcosa di più grande di loro: solo laddove c’è una frontiera che altri non valicherebbero, sconsigliata e inopportuna, i suoi film vibrano più di altri; il coraggio, che all’inizio può essere tanto provocazione quanto reale ardimento, si fa a quel punto materia di vita o di morte e il film diventa una strada da percorrere fino in fondo, piena di svolte imprevedibili e dissestata quanto basta per tenere alta l’adrenalina. Tutti ingredienti che non mancano certo a Le belve , ambientato a cavallo della frontiera delle frontiere, e che ne fanno uno spettacolo cinematografico assolutamente efficace, complice l’estetica acida che lo permea da cima a fondo e, pur con qualche eccesso di maniera, ben racconta il clima da paradiso perduto e da avventura folle e schizzata.
C’è, però, anche un ma. Se da un lato, infatti, il regista insiste sul contrasto tra la leggerezza di una fazione e la ferocia dell’altra, tra il sole a picco sulla terrazza da sogno, da una parte, e il buio delle cantine delle torture, dall’altra, il titolo raccoglie sotto il suo ombrello sia gli uni che gli altri, il giudizio è programmaticamente bandito (perché in fondo siamo tutti dei dannati, chi più e chi meno, e il peggiore è probabilmente chi sta nel mezzo, come il personaggio di Travolta) e di questo passo il discorso di Stone finisce per farsi confuso e spesso ambiguo. Come ambiguo, al limite della truffa ai danni dello spettatore, è l’espediente del raddoppiamento finale, che accettiamo solo e soltanto perché le parole iniziali di Ophelia sono pensate per fungere da avvertimento.
Come non accadeva nel suo cinema da un po’ di tempo a questa parte, inoltre, la violenza di Savages è massima, oltre che sfortunatamente plausibile, cosa che lo allontana dall’essere un prodotto per tutti i gusti ma lo riporta ad un cinema probabilmente più consono alle migliori potenzialità di Oliver Stone. Un cinema duro, di bravi interpreti, dentro ruoli di non comune sfaccettatura.

Savages (2012) on IMDb

Regia di Stefano Sollima. Un film Da vedere 2018 con Benicio Del ToroJosh BrolinIsabela MonerJeffrey DonovanCatherine KeenerCast completo Titolo originale: Sicario: Day of the Soldado. Genere AzioneDrammatico, – USAItalia2018durata 124 minuti. Uscita cinema giovedì 18 ottobre 2018 distribuito da 01 Distribution. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,39 su 13 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Sempre meno redditizio, il traffico di droga viene convertito dai cartelli in traffico di essere umani. Lungo il confine messicano e in mezzo ai clandestini si insinuano terroristi islamici che minacciano la sicurezza degli Stati Uniti. Un attentato-suicida in un supermercato texano provoca una reazione forte del governo americano che incarica l’agente Matt Graver di seminare illegalmente il caos ristabilendo una parvenza di giustizia. Graver fa appello ancora una volta ad Alejandro, battitore libero guidato da una vendetta che incontra vantaggiosamente le ragioni di Stato. Alejandro, che se ne infischia della legalità, rapisce la figlia di un potente barone della droga prima di diventare oggetto di una partita di caccia orchestrata dalla polizia messicana corrotta e da differenti gruppi criminali desiderosi di mettere le mani sull’infante. Diventata un rischio potenziale, bisogna liberarsene. Ma davanti a una scelta infame, Alejandro rimette in discussione tutto quello per cui si batte e tutto quello che lo consuma da anni.

Sicario: Day of the Soldado (2018) on IMDb

Regia di Denis Villeneuve. Un film Da vedere 2015 con Benicio Del ToroEmily BluntJosh BrolinJon BernthalJeffrey DonovanSarah MinnichCast completo Titolo originale: Sicario. Genere ThrillerDrammatico, – USA2015durata 121 minuti. Uscita cinema giovedì 24 settembre 2015 distribuito da 01 Distribution. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,25 su 9 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Al confine tra USA e Messico, Kate, agente dell’FBI esperta in rapimenti, è inserita in una task force speciale in missione contro i narcotrafficanti, al comando di Matt, un carismatico agente di machiavellico pragmatismo e cinico mercenario, affiancato da un enigmatico e ambiguo ex magistrato riciclato in giustiziere. Thriller d’azione, film di genere ma d’autore, con un percorso narrativo di situazioni sempre più violente che precipitano Kate in un vortice di intrighi, corruzione e degrado morale, nel quale non si fida più di nessuno, è spinta a varcare i limiti imposti dalle regole e dalla legge (ma anche dalla sua etica personale) e dal quale non sa come uscire. Splendido tema musicale di Jóhann Jóhannsson a scandire i momenti di maggiore tensione, minaccioso, lugubre, funereo, ansiogeno. Bel trio di protagonisti, funzionali.

Sicario (2015) on IMDb

Regia di Steven Soderbergh. Un film con Don CheadleBenicio Del ToroDavid HarbourRay LiottaJon HammCast completo Genere DrammaticoThriller – USA2021durata 90 minuti. – MYmonetro 3,38 su 5 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Il film racconta le vicende di un gruppo di criminali nella Detroit del 1955, intenti a portare un colpo all’apparenza piuttosto semplice: rubare un documento. Ma quando il loro piano va in fumo, la ricerca del mandante e del suo fine ultimo li trasporta tra i vari ranghi di una città dilaniata dai conflitti di razza e in continuo cambiamento.

No Sudden Move (2021) on IMDb

Regia di Paul Thomas Anderson. Un film Da vedere 2014 con Joaquin PhoenixKatherine WaterstonEric RobertsJosh BrolinBenicio Del ToroCast completo Titolo originale: Inherent Vice. Genere CommediaDrammatico, – USA2014durata 148 minuti. Uscita cinema giovedì 26 febbraio 2015 distribuito da Warner Bros Italia. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 – MYmonetro 3,55 su 5 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Doc Sportello, hippie suonato che ciondola sulla spiaggia di Gordita Beach e investigatore privato a tempo perso, è avvicinato dalla sua ex Shasta Fey, che gli affida un caso complicato. Insospettita dagli intrighi attorno al suo nuovo amante, il palazzinaro Wolfmann, vuole prevenire un suo ricovero coatto. Doc non fa in tempo a cominciare le indagini che finisce per essere accusato di omicidio dall’amico-nemico Bigfoot, ispettore della Omicidi.
Sul titolo, a volte, è bene soffermarsi (oltre che sulla locandina, quando inarrivabile come quella di Vizio di forma). Al di là della libera traduzione e semplificazione italiana, che poco o nulla significa – e che, curiosamente, sia nel libro di Thomas Pynchon che nel film tratto da esso, non trova spazio all’interno dell’opera – è il letterale “vizio intrinseco” la chiave del mistero. Che, come tale, include tanto il MacGuffin del termine tecnico del ramo assicurativo che la reale sostanza dell’opera di Pynchon e Anderson, dove “vizio intrinseco” sta per incapacità per un sistema di reggere l’instabilità centrifuga delle sue componenti interne.
Due piani di lettura per una molteplicità psichedelica di interpretazioni degli stessi: l’Uno e il Tutto, in ordine sparso, come vuole il cinema di Paul Thomas Anderson da Ubriaco d’amore in poi. Il noir e la sua lunga discendenza di riferimenti riflessivi (Chandler via Altman, Kem Nunn via Pynchon, con aggiunta di Hunter Thompson e Dude Lebowski) diviene così avvincente esca per catturare l’interesse e aiutare a immedesimarsi tanto in Doc Sportello che nella sua nemesi Bigfoot Bjornsen, nascondendo così, attraverso un sottile e caliginoso fumo di cannabis, la parabola della seconda caduta dall’Eden, quando l’ebbrezza utopistica dei ’60 si è schiantata di fronte alla cruda realtà della natura umana ad Altamont e Bel Air.
Gli Hell’s Angels omicidi e la setta satanista di Manson diventano in Vizio di forma un’unica entità e si contrappongono, con logica speculare, all’amore, che muove (più che il cielo e l’altre stelle) le onde dell’oceano e il girovagare erratico, ma lucido e con uno scopo preciso, del protagonista. Un insieme di caratteri paradigmatici fa di Doc Sportello creatura andersoniana più che pynchoniana, pecorella smarrita che si oppone con radicale indolenza al traumatico passaggio di consegne tra un’epoca e un’altra, tra l’erba e la polvere d’angelo, tra Neil Young (il brano scelto per la più romantica delle sequenze si intitola “Journey through the Past”) e il decennio dell’edonismo reaganiano che verrà, tra la pellicola che esibisce orgogliosamente la sua grana e il digitale che ci seppellirà. Mai come in Vizio di forma lo sconclusionato nonsense di una trama inafferrabile e involuta è mistificatore, come la retorica di un guru, rispetto alla geometrica precisione di un’opera che intensifica la separazione di Doc dal suo, o dai suoi, doppi.
Dalla musa-spirito guida Sortilège, voice-over che si fa carne, all’illusorio oggetto d’amore Shasta, fino al Bigfoot di un eccellente Josh Brolin. La bromance tra questi e Doc, giocata costantemente sul filo della comicità, oltre a rivelare una matrice ben più tangibile del Lebowski coeniano nell’oscuro Cisco Pike (Per 100 chili di droga) di una ruggente New Hollywood, è la dinamica pseudo-amorosa di due opposti che si attraggono, due metà che si cercano e si sostituiscono: il primo detective sempre meno improbabile e il secondo cullato e confuso dai suoi sogni di attore. Scherzi del subconscio, forse, come una clinica criminale odontoiatrica o una nave all’orizzonte che non attracca mai, che disegnano la più difficile delle trasposizioni, libera dove appare didascalica, metaforica dove appare comica, prima di chiuderla sotto il sole elusivo di una California in chiaroscuro.

Inherent Vice (2014) on IMDb

Regia di Bryan Singer. Un film Da vedere 1995 con Stephen BaldwinKevin SpaceyChazz PalminteriGabriel ByrneBenicio Del ToroCast completo Titolo originale: The Usual Suspects. Genere Giallo, – USAGermania1995durata 106 minuti. Uscita cinema giovedì 30 novembre 1995 distribuito da Lucky Red. – MYmonetro 3,96 su 4 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Un gruppo di professionisti viene ingaggiato da un fantomatico committente, per un colpo che frutterà un’intera nave di cocaina. Sopra la banda aleggia il misterioso Kaiser Soze, più cattivo del demonio, forse il demonio in persona. In un intreccio di violenza e di misteri, mentre un detective cerca di sbrogliare la matassa ascoltando un “pentito”, tutti i componenti muoiono e il mistero Soze viene (in parte) svelato. Film arrivato dall’America nel segno del culto, ha avuto ottimo successo anche da noi. “Arrestate… i soliti sospetti” è una citazione di un film davvero di culto: sono le parole che il poliziotto Renault (Rains) dice ai suoi uomini per salvere il suo amico Rick (Bogart). Ricordiamo Kevin Spacey, diventato ormai il più grande cattivo del noir contemporaneo ( Seven).

 I soliti sospetti
(1995) on IMDb

Locandina italiana 21 grammiUn film di Alejandro González Iñárritu. Con Sean Penn, Benicio Del Toro, Naomi Watts, Clea Duvall, Danny Huston. Titolo originale 21 Grams. Drammatico, durata 125 min. – USA 2003. MYMONETRO 21 grammi * * * 1/2 - valutazione media: 3,59 su 60 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Middle America. Un ex malavitoso Jack Jordan (Benicio Del Toro) torna a casa in macchina per la festa del suo compleanno. Troppo veloce in una curva investe e uccide un padre con le sue 2 bambine. Nonostante la sua sofferenza, Cristina (Naomi Watts) concede il dono del cuore di suo marito. Il felice beneficiario di questo dono, Paul (il bravissimo Sean Penn) rinasce una seconda volta e si allontana da sua moglie (Charlotte Gainsbourg) per andare alla ricerca della donna che il suo nuovo cuore aveva amato fino all’incidente.
Ecco presentato in lineare la trama di un film denso che ruota, come fa il montaggio, intorno alle vicende devastanti dei 3 protagonisti che provano a ritrovare il senso della loro vita. Scavando profondamente nel dramma, il film tratta di molti (troppi) argomenti: fanatismo religioso, inseminazione artificiale, dono di organi, aborto, vendetta, ingiustizia della sorte, moralità, paura della morte e peso della propria vita: 21 grammi (dicono che sia il peso che perdiamo al momento della morte!) nella bilancia con il peso della vita dei propri cari. Interpretato magistralmente dai 3 protagonisti, questo film ricco di emozioni drammatiche sconcerta di sicuro ma non lascia indifferenti. Resta però una domanda: 21 grammi è (s)montato senza logica temporale per metterci nella stessa confusione mentale dei 3 personaggi principali (come nel film Memento) o per dare un tocco originale ad un film con dei temi che non lo sono più?

21 Grams (2003) on IMDb

Regia di Susanne Bier. Un film Da vedere 2007 con Halle BerryBenicio Del ToroDavid DuchovnyAlexis Llewellyn, Micah Berry, John Carroll LynchCast completo Titolo originale: Things We Lost in the Fire. Genere Drammatico, – USAGran Bretagna2007durata 118 minuti. Uscita cinema giovedì 12 giugno 2008 distribuito da Universal Pictures. – MYmonetro 3,10 su 19 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Prodotto da Dreamworks e Paramount, scritto da Allan Loeb, è il 1° film hollywoodiano della svedese Bier che, grazie a Sam Mendes, produttore e mentore, ha potuto avere due protagonisti oscarizzati. Perduto il marito Brian, assurdamente ucciso per strada, Audrey, madre di due bambini, ospita Jerry, il suo migliore amico, entrato nel tunnel della tossicodipendenza. Il rapporto conflittuale tra i due e, in parallelo, il reciproco aiuto che si danno formano il nerbo di un melodramma raffreddato, ma intenso (senza banalità da happy end ), sostenuto da un’introspezione di delicata finezza. Raro esempio di un(a) regista europeo che sbarca a Hollywood senza tradire sé stesso. Teodora distribuisce.

 Noi due sconosciuti
(2007) on IMDb
Locandina italiana Traffic

Un film di Steven Soderbergh. Con Amy Irving, Michael Douglas, Tomas Milian, Dennis Quaid, Benicio Del Toro.Drammatico, durata 143 min. – USA, Germania 2000. MYMONETRO Traffic * * * - - valutazione media: 3,18 su 33 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Javier Rodriguez e Manolo Sanchez sno due poliziotti impegnati a contrastare il traffico di droga sul confine tra Stati Uniti e Messico. Il loro capo è il generale Salazar, il principale nemico dei cartelli della droga. Ogni giorno i due sono tentati di appropriarsi di parte dei carichi sequestrati e di arricchirsi. Javier è il più resistente alle pressioni. Intanto negli Stati Uniti il giudice della Corte Suprema dell’Ohio, Robert Wakefield, viene incaricato dal Presidente di coordinare un’efficace attività antidroga con i partner messicani. A casa però Robert e la consorte debbono assistere impotenti al precipitare nell’abisso della dipendenza della figlia sedicenne. Carlos Ayala, un trafficante ricco di coperture, rischia di venire incastrato in fase processuale da un testimone eccellente. Steven Soderbergh non abbandona il cinema di denuncia, ma questa volta sceglie la strada del film di genere a vicende incrociate. Si avvale della forte presenza scenica di un Benicio del Toro capace di esprimere dolore e sicurezza insieme con un semplice movimento delle labbra. La coppia Douglas/Zeta-Jones non conferisce particolare glamour a un film corale e ricco di colpi di scena che è meglio non svelare. Il rischio della ‘morale’ emerge in particolare nella parte finale, ma Soderbergh riesce comunque a far passare con chiarezza (quella chiarezza che mancava a Out of Sight) il messaggio

Locandina The Man From NowhereUn film di Jeong-beom Lee. Con Bin Won, Sae Ron Kim, Hyo-seo Kim, Tae-hoon Kim, Hee-won Kim. Titolo originale A-jeo-ssi. Thriller, durata 119 min. – Corea del sud 2010. MYMONETRO The Man From Nowhere * * * 1/2 - valutazione media: 3,50 su 1 recensione.

Il noir-thriller coreano è un mirabile esempio di meccanismo perfettamente oliato, capace di riproporsi e rinnovarsi in ogni occasione, con l’aggiunta di elementi che permettono di evitare il prevalere dei cliché sulla volontà di stupire lo spettatore. Lee Jeong-beom, fin qui noto solo per il folgorante debutto di Cruel Winter Blues – malinconica vicenda di piccoli gangster e del bisogno di affetti familiari – ovvero per un taglio originale e collaterale al gangster movie, con The Man from Nowhere rientra con decisione nei canoni consolidati di genere, confezionando un’impressionante vicenda di vendetta. Se nel primo film la manovalanza mafiosa era costituita in fondo da fragili esseri umani, qui sono raffigurati come villain senza se e senza ma.
Traffico di organi, rapimento di minori e loro utilizzo come corrieri della droga, omicidi brutali: si può dire che la coppia di fratelli Man-seok e Jong-seok sia una delle più ripugnanti mai apparsa su grande schermo, così abietta da giustificare qualsiasi tipo di vendetta, anche la più truce ed efferata. L’uomo destinato a metterla in atto è Cha Tae-sik, una macchina da guerra addestrata per uccidere, come in un ideale incrocio tra il Benicio Del Toro di The Hunted, Frank Costello di Melville e gli uomini-belva di Dog Bite Dog di Soi Cheang. The Man from Nowhere riesce in quel che dopo gli exploit di The Chaser e Man of Vendetta pareva impossibile: alzare ulteriormente l’asticella in termini di truculenza ed efferatezza e sfoggiare dei villain così riprovevoli da rendere catartico lo spargimento di sangue finale, cancellando ogni genere di remora riguardo ai metodi dell’angelo vendicatore.
L’esagerazione fumettistica delle sequenze action però non contrasta con l’interpretazione tutt’altro che ovvia dell’idolo delle adolescenti Won Bin, già ammirato in Mother nei panni del figlio ritardato e sempre più desideroso di affrancarsi dal ruolo di pin-up al maschile; non è da meno la piccola Kim Sae-ron – appena undicenne ma già con una carriera folgorante in corso, dopo la prova maiuscola di A Brand New Life – ancora alle prese con un’infanzia tormentata e con la difficoltà di dover mutare più volte registro, passando dalla vivace curiosità delle prime sequenze al necessario annullamento di ogni irrequietezza dovuto alla prigionia. Stratosferico in patria – e per una volta ampiamente meritato – l’incasso al botteghino.

Regia di Fernando León de Aranoa. Un film Da vedere 2015 con Benicio Del ToroTim RobbinsOlga KurylenkoMélanie ThierryFedja štukanCast completo Titolo originale: A Perfect Day. Genere Drammatico, – Spagna2015durata 106 minuti. Uscita cinema giovedì 10 dicembre 2015 distribuito da Teodora Film. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,63 su 7 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Dal romanzo Dejarse llover ( Lasciarsi portare , 2005) di Paula Farias, attivista di Medici Senza Frontiere, sceneggiato da Diego Farias. Bosnia, novembre 1995, nei giorni in cui fu firmata la pace di Dayton. 5 assistenti umanitari di una ONG cercano una corda per tirare fuori da un pozzo un cadavere buttatovi apposta per allontanare gli abitanti del luogo. Si rivela un’impresa disperata. Quasi un documentario di una giornata qualunque di un gruppo di volontari in una zona bellica, riesce a far capire cos’è una guerra senza far sentire nemmeno uno sparo, a coinvolgere e perfino a divertire intrecciando le vicende umane dei protagonisti. Merito della regia, in primo luogo per la direzione degli attori, credibili e affiatati. Il titolo è lo stesso di una canzone di Lou Reed, che fa la parte del leone nell’incisiva colonna sonora.

Escape at Dannemora - Wikipedia

Escape at Dannemora è una miniserie televisiva statunitense del 2018 creata da Brett Johnson e Michael Tolkin, diretta da Ben Stiller[1], e con protagonisti Benicio del ToroPatricia Arquette e Paul Dano.[2]

La miniserie narra la vicenda della fuga dal carcere Clinton Correctional Facility avvenuta nel 2015, che ha generato una caccia all’uomo verso i due carcerati, aiutati nella fuga da una dipendente della prigione.

Regia di Arnaud Desplechin. Un film Da vedere 2013 con Benicio Del ToroMathieu AmalricGina McKeeLarry PineJoseph CrossElya BaskinCast completo Titolo originale: Jimmy P.. Genere Drammatico – USA2013durata 114 minuti. Uscita cinema giovedì 20 marzo 2014 distribuito da Bim Distribuzione. – MYmoro 3,04 su 18 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Browning, Montana, 1948. Jimmy Picard è un nativo americano che vive e lavora nel ranch della sorella. Reduce della Seconda Guerra Mondiale e traumatizzato dall’esperienza sul fronte europeo, Jimmy soffre disturbi inspiegabili: la vista si offusca, il cuore accelera, il respiro si fa corto. Preoccupata per le condizioni del fratello, paralizzato a terra da crisi frequenti, Gayle lo esorta a farsi visitare all’ospedale militare di Topeka, specializzato nelle patologie dei veterani. Esclusa la disfunzione di ordine neurologico, il corpo medico giudica il malessere di Jimmy imputabile a qualcosa di più profondo. Persuasi di non poter intervenire sul paziente, l’equipe chiede il parere e l’intervento di Georges Devereux, antropologo e psicanalista ungherese che studia la dimensione psicologica di culture altre da quella occidentale. Approdato in Kansans con una valigia piena di entusiasmo e competenza, Georges individuerà il disagio psicosociale di Jimmy, infilando un percorso terapeutico e amicale.

3/5
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