Oscuro e anziano gregario della malavita, con tre figli a carico e una condanna che gli pende sulla testa, è costretto a fare l’informatore della polizia. Uno dei suoi amici è incaricato di metterlo a tacere. Da un romanzo di George V. Higgins. Uno dei migliori polizieschi degli anni ’70 che, per l’atmosfera di malinconica fatalità, rimanda al cinema “nero” degli anni ’40. Per l’uso lento degli inseguimenti d’auto è il contrario di Bullitt . Anche nelle situazioni più trite è originale. Mitchum perfetto.
Sposato da poco con Louise, Jimmy si mette in società con Jeff, ex campione di rodeo. Ben presto i facili guadagni danno alla testa a Jimmy e Jeff s’innamora della donna. Su una bella sceneggiatura di Horace McCoy (e David Dortort, un vecchio cowboy) Ray descrive con efficacia quasi documentaristica il mondo del rodeo, ma il nucleo del racconto è nel rapporto tra i tre personaggi principali e soprattutto nel ritratto di Jeff McCloud (un ottimo Mitchum), tipico eroe crepuscolare, desolato ma non disperato, che il regista descrive con occhio fraterno e lucido.
Un giovane reduce della guerra ispano-americana è tormentato da un sogno ricorrente, in cui appaiono degli speroni che danzano, e dal mistero che circonda la sua origine. Alla fine scoprirà che il sogno è un suo ricordo infantile: da bambino si trovava dietro al padre che correva da una finestra all’altra della capanna in cui era assediato dai suoi assassini. Si vendicherà e troverà il suo equilibrio.
Il detectivePhilip Marlowe indaga sulla scomparsa della donna di un energumeno e l’assassinio di un uomo, vittima di un ricatto. Le piste si incroceranno, e la soluzione, per Marlowe, sarà particolarmente amara.
La figlia di un riccone, viziata e legata da morboso affetto al padre, fa innamorare un giovane infermiere strappandolo alla dolce fidanzata. Un giorno il padre e la matrigna della fanciulla muoiono in un incidente e il giovane sospetta che sia stata la ragazza a provocarlo. Difatti è così. E la pestifera ereditiera ci riprova: dopo aver ammazzato anche il suo innamorato, si suicida.
Questo film è molto simile a I migliori anni della nostra vita (girato da William Wyler e che fu il massimo successo dell’anno). Si racconta la storia di un gruppo di reduci della seconda guerra mondiale e il loro difficile reinserimento nella vita civile. Una giovane vedova si prenderà cura di loro.
Harry Powell, pastore protestante, uccide alcune vedove per denaro. Uccide anche Willa Harper, ma i suoi due figlioletti gli danno filo da torcere. Riescono a fuggire da lui allontanandosi sul fiume con una barca. In loro soccorso giunge una cara vecchietta, Rachel, che dà rifugio ai bambini abbandonati. Grande fiaba orrorifica, più per atmosfera che per scene violente, resa convincente da una regia secca e originale. Harry come orco, Rachel come fata e i due fratelli come Hansel e Gretel. La fotografia in bianco e nero di Stanley Cortez è una festa per gli occhi. Le inquadrature grazie alle luci maniacalmente posizionate sono una rilettura dell’espressionismo. Stupenda la sequenza in cui il vecchio scopre il cadavere di Willa, interpretata volutamente sopra le righe da Shelley Winters. La donna è legata alla guida dell’auto sul fondo del fiume e i suoi capelli lunghi si confondono con le alghe. Prima e unica regia dell’attore Charles Laughton che, con grande misoginia, mostra quasi tutte le figure femminili come ingenue e stupide. Si salva solo Rachel, interpretata da una grande Lillian Gish. Atto d’accusa contro il fanatismo nella religione cristiana e i falsi profeti, con riferimento al sud degli Stati Uniti. Forse la più grande e sfaccettata interpretazione di Mitchum, che sette anni dopo, ne Il promontorio della paura, si calerà in un personaggio molto simile. Tratto dal romanzo di Davis Grubb e girato in poco più di un mese. Laughton, a causa dell’insuccesso commerciale, non poté realizzare la sua trasposizione de Il nudo e il morto di Mailer. Oggetto di culto di molti cinefili è citato apertamente da Neil Jordan nel suo In compagnia dei lupi
Un pistolero americano che ha venduto la sua pistola a un signorotto messicano varca il confine, preso dalla nostalgia degli Stati Uniti. Ma lì si innamora di una donna sposata e uccide un uomo che l’ha insultata. Deve tornare in Messico, dove si mette in urto con i suoi antichi padroni. Ma avrà il modo di salvare il marito della sua amante e di stabilirsi con lei, questa volta definitivamente, negli Stati Uniti.
Da un romanzo di Ray Gaulden. Uno dei cinque bara a poker, gli altri lo impiccano. Pistolero, fratello dell’ucciso, lo vendica. È probabilmente il peggior western di Hathaway, nonostante Mitchum. Il meccanismo della suspense (chi è l’assassino?) non funziona. Musiche enfatiche di M. Jarre.
Un film di John Huston. Con Robert Mitchum, Deborah Kerr Titolo originale Heaven Knows, Mr. Hallison. Avventura, Ratings: Kids+16, b/n durata 107′ min. – USA 1957. MYMONETRO L’anima e la carne valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Rimasti soli su un’isoletta durante la 2ª guerra mondiale, rude marine e gentile suora resistono al clima, ai giapponesi ma soprattutto alle tentazioni dell’amore. Umorismo ben mescolato alla tenerezza in un clima di sterilizzata audacia erotica. Bella coppia. C’è uno spogliarello “teologico”. Tratta da un romanzo di Charles Shaw, la sceneggiatura di John Lee Mahin, ritoccata dal regista, ebbe una candidatura all’Oscar come la Kerr.
Negli anni Trenta, il produttore di una casa cinematografica si innamora di una ragazza che gli ricorda la moglie defunta, e per lei trascura anche il lavoro. Quando la giovane sposa un altro, il produttore, sconfortato, perde aggressività nel lavoro e viene cacciato dal suo posto. Da F.S. Fitzgerald.
Strano rapporto tra una prostituta che piange la figlia morta e una figlia (ricca, nevrotica, ninfomane) che ha perso la madre. Giudicare il film in base ai fatti (storia effettistica, polpettone d’appendice, ecc.) corrisponde a valutare un’opera di Verdi in base al libretto di F.M. Piave. Con la maestria figurativa che gli è abituale, J. Losey racconta il rapporto tra le due donne mantenendo in equilibrio la concretezza dei gesti e dei comportamenti, l’ambiguità delle motivazioni, il clima quasi onirico. All’ammirevole terzetto dei protagonisti si affiancano due signore della scena inglese, P. Brown e P. Ashcroft.
Dal romanzo The Executioners (1958) di John D. MacDonald. Dopo 14 anni di carcere uno stupratore terrorizza a fuoco lento la famiglia del suo avvocato difensore. 1° film di genere e 1° remake di Scorsese, da Il promontorio della paura (1962). Il suo fascino perverso nasce dal fatto che, nonostante tutto, si è portati a provare simpatia per il criminale più che per la vittima, moralmente spregevole quanto lui, almeno fin quando verso il finale la violenza, prima latente, esplode con isterica e magniloquente frenesia. Sapiente costruzione drammatica nell’alternarsi di tempi forti e deboli, ottima squadra di attori, notevoli contributi di F. Francis (fotografia), E. Bernstein (che ha arrangiato la partitura originale di B. Herrmann), Saul e Elaine Bass (titoli di testa). Brevi apparizioni di Robert Mitchum, Gregory Peck, Martin Balsam, interpreti del film precedente
Un cattivo soggetto vuole vendicarsi di un avvocato la cui testimonianza gli ha fatto passare molti anni in galera. È uno psicopatico e annuncia al suo nemico che, prima di fargli la festa, farà passare un brutto quarto d’ora alla moglie e alla figlioletta. L’avvocato decide di far perdere le sue tracce, portando la famigliola in un posto fuori mano. Ma il suo persecutore lo ritrova. Scontro terribile fra i due, alla fine del quale l’avvocato ha fortunosamente la meglio.
Monumentale, spettacolare, costosissima saga tratta dal romanzo di Wouk, di una famiglia di ufficiali della Marina americana allo scoppio della seconda guerra mondiale. Sullo sfondo della storia si dipanano le vicende d’amore, d’avventura, di carriera dei numerosissimi personaggi. Ne è stato prodotto un sequel, sempre tratto da Wouk, intitolato Ricordi di guerra
Seconda guerra mondiale. Un gruppo di soldati americani raggiunge Roma. Durante il percorso dall’Africa alla capitale un soldato si è sposato; un altro è impazzito per l’impossibilità di tornare a casa e vedere il figlioletto in fasce; il capitano del reparto è rimasto ucciso alle soglie della città.
Dal romanzo Build My Gallows High di Geoffrey Homes. Il passato ritorna nella vita di un detective privato, ritiratosi in provincia, quando il suo losco ex datore di lavoro e la sua ex amante gli fanno un’offerta che non può rifiutare, coinvolgendolo in una trappola mortale. Uno dei vertici del cinema noir: fatalismo tragico, impotenza dell’individuo, rapporto avvelenato tra passato e presente, la figura della dark lady (J. Greer). Scritto da Daniel Mainwaring, il labirintico intrigo è messo in immagini da J. Tourneur con stringata intensità. 1° film di R. Mitchum come protagonista, funzionale fotografia di Nicolas Musuraca. La RAI ha restaurato l’edizione distribuita sul mercato italiano, lasciando in inglese le scene tagliate. Esiste anche in versione colorizzata. Insignificante remake diretto da Taylor Hackford: Due vite in gioco (1984). Altro titolo italiano: La banda degli implacabili .
Un ex sceriffo ritorna al paesello per vendicare la morte del figlio ucciso da un ranchero. Trova il tempo per fidanzarsi con una ballerina e insegnare a uno sbarbatello la difficile professione di sceriffo.
Le richieste di reupload di film deve essere fatto SOLO E ESCLUSIVAMENTE via email (ipersphera@gmail.com), le richieste fatte nei commenti verrano cestinate.
Visto il poco spazio su Mega (2 terabyte) NON caricherò più serie tv e fumetti.
Se interessati a serie o fumetti contattatemi via email che vi spiego un metodo alternativo