Il primo grosso teleromanzo Rai a partecipazione internazionale. La storia è naturalmente quella dell’esploratore veneziano raccontata in flash-back a un compagno di prigionia. La vita di Marco è raccontata dalla prima giovinezza alla maturità, dal primo viaggio in Oriente assieme al padre ai fasti della corte di Kublai Khan. Passerà certamente alla storia come il primo teleromanzo occidentale girato in Cina.
È una miniserie del genere drammatico incentrata sulle vicende (1816–1828) del capo africano degli Zulu, Shaka, interpretato daHenry Cele. La serie è composta da 10 episodi della durata di circa 50 minuti ciascuno ed è basata sul romanzo omonimo di Joshua Sinclair.
In un clima scherzoso, Arbore condusse la trasmissione che iniziava verso le 23 e alternava brani eseguiti dalla New Pathetic Elastic Orchestra cantati in massima parte da Mauro Chiari e Silvia Annichiarico, con scherzi e sketch di comici quali Nino Frassica, Maurizio Ferrini, Andy Luotto, Riccardo Pazzaglia, Marisa Laurito, Simona Marchini, Roberto D’Agostino, Giorgio Bracardi, Massimo Catalano ed altri, che interpretavano personaggi surreali e divertenti anche se meno noti, come Angelo Antonio Toriello, in arte Marvin, entrati tutti di diritto nella storia della televisione italiana, oltre che musicisti e fantasisti come Mauro Chiari, Gegè Telesforo, Sal Genovese, Stefano Palatresi, Gianni Mazza e il duo formato da Antonio Maiello e Marcello Cirillo. Come in altri suoi programmi, precedenti e successivi, l’intento di Arbore era chiaramente satirico nei confronti di un certo tipo di televisione e tendeva a ricreare il clima radiofonico di Alto gradimento. Nel caso di Quelli della notte ad essere presa di mira era principalmente la moda, nata appunto fra la fine degli anni settanta e primi anni ottanta, del salotto televisivo, spesso vacuo raccoglitore di chiacchiere senza costrutto, in un maldestro assortimento dei più svariati personaggi che dicono la loro a ruota libera su qualunque argomento. Il programma ottenne un crescente successo fino a superare il 50% di share. Celebri sono rimaste la sigla di apertura e quella che accompagnava i titoli di coda: rispettivamente, Ma la notte no (che fu proposto anche come titolo della trasmissione in alternativa a Quelli della notte) e Il Materasso. La trasmissione comprendeva una sezione in cui venivano fatti esibire artisti e gruppi italiani sconosciuti, scelti tra coloro che inviavano una demo. Va segnalata, a testimoniare la particolare sensibilità di Renzo Arbore come talent-scout, la prima esibizione televisiva del gruppo catanese Denovo, destinato a diventare una delle band italiane più interessanti degli anni Ottanta. In seguito al successo ottenuto la banda Arbore tornò con Indietro tutta! e successivamente ancora con Speciale per me – meno siamo meglio stiamo.
Seinfeld violò deliberatamente svariate convenzioni della televisione mainstream. Lo show, definito spesso come uno show “sul nulla”[2][3][4], divenne la prima serie televisiva dai tempi del Monty Python’s Flying Circus a essere definita postmoderna[5]. Diversi elementi di Seinfeld ben si adattano a questa interpretazione.I personaggi erano “single sui 30 e qualcosa anni… senza radici, dalle identità vaghe, e con una cosciente indifferenza alla morale“[6]. Convenzioni narrative radicate, come separare nettamente personaggi e attori che li interpretano e il mondo dei personaggi da quello degli attori e del pubblico, vennero infrante: un esempio tipico è la linea narrativa in cui i personaggi cercano di promuovere una sitcom televisiva intitolata Jerry. Lo show nello show, Jerry, in cui Seinfeld interpretava sé stesso, e che era dichiaratamente “sul nulla”, era totalmente simile allo stesso Seinfeld. Jerry venne lanciato nell’episodio finale della stagione 4, ma non ebbe successo e fu abbandonato. Creando quindi un’intesa e linguaggio meta (meta-reference) con il proprio pubblico.In molti episodi i protagonisti si ritrovano coinvolti nella vita degli altri, in genere con risultati disastrosi.
Nel 1986, vent’anni dopo la prima serie di Star Trek, Roddenberry decise che era il momento di riprovare a creare una serie che ne fosse il seguito, ambientandola però a distanza di 78 anni nel futuro e con personaggi completamente nuovi. Nacque così Star Trek: The Next Generation. Le avventure si sono sviluppate in 178 episodi per la televisione, per poi proseguire con quattro pellicole cinematografiche. Il successo della serie è stato talmente grande da creare una nuova generazione di appassionati, che hanno allargato la cerchia dei milioni di fan di Star Trek già sparsi in tutto il mondo.
L’idea della famiglia Simpson venne applicata da Matt Groening e James L. Brooks nel 1987, in una serie di corti animati di un minuto da mandare in onda durante il Tracey Ullman Show. La loro prima apparizione nel talk show avvenne il 19 aprile di quello stesso anno, in un corto intitolato Good Night. Da quel momento, fino al 1989, I Simpson andarono in onda durante gli intermezzi pubblicitari dello show, ottenendo un buon successo di pubblico. La serie debuttò in prima serata, sotto forma di episodi di mezz’ora, il 17 dicembre 1989.
I Simpson sono subito diventati uno show di punta della 20th Century Fox, grande casa produttrice di film; nel corso degli anni, infatti, hanno vinto numerosi e importanti premi televisivi.[1] Il numero del magazineTIME del 31 dicembre 1999 lo ha acclamato come “miglior serie televisiva del secolo”,[2] mentre il 14 gennaio 2000 lo show ha ottenuto una stella nella Hollywood Walk of Fame. Ad oggi è la più lunga sitcom[3] e serie animata[4] statunitense mai trasmessa. Come prova dell’influenza che lo show ha avuto nella cultura popolare, l’esclamazione contrariata di Homer Simpson, “D’oh!“, è stata introdotta nell’Oxford English Dictionary. I Simpson hanno inoltre influenzato diverse altre serie animate per adulti prodotte dalla metà degli anni novanta in poi.[5] Nel 2002 la rivistaTV Guide ha classificato I Simpson all’8º posto tra I migliori 50 spettacoli televisivi di tutti i tempi,[6]miglior posizione tra le serie animate.
Thomas Sullivan Magnum IV, più semplicemente Magnum, è un ufficiale di Marina decorato nella guerra del Vietnam dove combatté prima con i Navy SEAL e poi con il servizio segreto della marina, cosa che gli sarà utile in molte delle sue indagini (vedi i rapporti con il suo grande amico Mac Reynolds), congedandosi dopo una decina d’anni di servizio.Nella vita civile ha intrapreso l’attività di investigatore privato (da cui il “P.I.”, sigla del termine inglese Private Investigator), che lui preferisce di gran lunga a quello didetective. Magnum vive nella dépendance di una lussuosa villa in riva al mare sull’isola hawaiiana di Oahu su invito del padrone di casa, l’eccentrico scrittore di gialli Robin Masters (personaggio che non appare mai integralmente nella serie), la cui ospitalità è ricambiata con l’attività di responsabile della sicurezza che Magnum fornisce alla proprietà.
La serie narra le storie di due fratelli afroamericani, Arnold e Willis Jackson, rispettivamente di 8 e 13 anni, i quali vengono adottati da un ricco uomo d’affari, Philip Drummond, abbandonando così la miseria di Harlem e approdando nella ricca Manhattan. Questa era stata infatti l’ultima volontà della madre dei due bambini, precedente governante del signor Drummond, poco prima di morire. Su questo filone si alterneranno negli anni diverse situazioni, sia comiche sia drammatiche, rendendo questa serie un successo a livello internazionale per vari anni.
MacGyver è una popolare serie televisiva di avventura creata da Lee David Zlotoff e interpretata da Richard Dean Anderson, che impersona l’ingegnoso agente segreto Angus MacGyver. Il telefilm è andato in onda negli Stati Uniti per sette stagioni, dal 1985 al 1992, e ha ottenuto grande successo anche in Italia, trasmesso per la prima volta su Italia 1, ogni mercoledì sera in prima serata nel 1986, inserito successivamente in programmazione quotidiana nelle fasce orarie pomeridiane, dal 1988 sino al 1992.
MacGyver è un agente operativo di un’Agenzia Governativa (chiamata DXS che sta per Department of eXternal Services) che, successivamente, diviene un attivo collaboratore della Fondazione Phoenix. È un eroe solitario che non fa uso di violenza né di armi da fuoco. Aiuta i deboli, rispetta l’ambiente, ama il prossimo ed è fiducioso nella legge. È single e a differenza dei cliché degli eroi solitari non è un donnaiolo. In sette stagioni ha poche relazioni d’amore, una delle quali gli diviene quasi fatale. MacGyver è un ex giocatore di hockey, cresciuto e laureatosi in Minnesota, che vive e opera a Los Angeles, pur spostandosi laddove le sue missioni lo richiedono. Le sue armi sono l’ingegno e l’intelligenza e i suoi unici equipaggiamenti sono un coltellino svizzero e talvolta anche nastro adesivo, che utilizza spesso nei suoi cosiddetti “macgyverismi”, opere dell’ingegno con oggetti e cose che trova attorno a lui.
Il telefilm è una commedia sui supereroi. La serie è tipica dello stile del produttore Stephen J. Cannell, in cui la trama è secondaria alle relazioni tra i personaggi. Il meccanismo del telefilm è basato sulle difficoltà di un trio di persone comuni nel vivere avventure da supereroe nel mondo reale.
Ralph Henley (e non Hinkley: questo cognome venne scartato in quanto era quello del feritore del presidenteRonald Reagan) è un comune insegnante che riceve dagli extraterrestri un costume speciale dal colore rosso vivo che gli fornisce abilità superumane. Ralph tuttavia, avendo smarrito il manuale di istruzioni fornito con il costume, non riesce ad imparare ad usare il costume correttamente e deve procedere per tentativi, divenendo un supereroe parecchio imbranato. Ad aiutarlo in segreto, nella propria missione al servizio della legge, l’agente dell’FBI Bill Maxwell e la fidanzata, poi moglie, Pam Davidson.
Saranno famosi (Fame) è una serie televisivastatunitense creata da Christopher Gore e prodotta dalla Metro-Goldwyn-Mayer Television sulla scia del successo dell’omonimo film diretto da Alan Parker nel 1980. La serie, sponsorizzata dagli strumenti musicali Yamaha, che vengono mostrati in modo prominente in numerosi episodi, è andata in onda negli Stati Uniti dal 1982 al 1987 sulla rete NBC ed è composta da un totale di 136 episodi distribuiti in 6 stagioni, ricevette 34 nomination agli Emmy vincendone tre, nonché un Telegatto per la Miglior serie televisiva. Saranno famosi fu una delle prime serie televisive a rendere partecipi le famiglie americane delle dilaganti piaghe sociali che, al sorgere degli anni ottanta, si stavano diffondendo sempre più negli Stati Uniti. Ad alcuni episodi, ad esempio, si riconosce il merito di avere affrontato, specialmente all’indirizzo dei giovanissimi, all’epoca i primi esponenti della cosiddetta Generazione X, tematiche e problematiche delicate, come il consumo di stupefacenti, la discriminazione razziale, la criminalità organizzata, la prostituzione minorile e l’alcolismo.
Un gruppo di studenti e insegnanti della New York School of the Performing Arts mettono in scena i piccoli e grandi drammi personali, familiari e sentimentali in una serie di numeri musicali, in particolare coreografie e musical.
La serie narra le difficoltose vicissitudini di una tradizionale famiglia americana che vive in una sperduta fattoria, vicino a un paesino del Minnesota, nel periodo 1870–1890. Divisa in 9 stagioni, a cui si aggiungono un film pilota, un film speciale con spezzoni della serie e nuove scene, e tre film finali, i vari episodi toccano molti temi importanti e sempre attuali quali, ad esempio, l’adozione, l’alcolismo, il razzismo, le droghe, l’obesità, ecc.
Il programma, sotto l’apparenza di un gioco a premi dove si sfidano concorrenti del Nord e del Sud Italia, è in realtà un varietà, sebbene sui generis, con forti intenti satirici verso la televisione stessa, i suoi stereotipi e i suoi contenuti. Arbore infatti, col suo programma, fra gag e personaggi curiosi, canzoni e finti giochi a premi, non fa che stigmatizzare un certo tipo di televisione, che proprio negli anni ottanta aveva iniziato ad orientarsi verso un genere di intrattenimento sempre più commerciale e di basso livello culturale, fra salotti televisivi sempre più frivoli, ragazze sempre più svestite, e giochi a premi sempre più banali che distribuivano milioni a pioggia.
Tra gli elementi satirici, oltre alle scenografie e ai costumi volutamente ed esageratamente sfarzosi e grotteschi, spiccano ad esempio le Ragazze Coccodè, che ballano vestite con costumi da galline, antesignane (come le littorine di Odiens) delle più attuali veline, letterine, letteronze, ecc., o lo sponsor immaginario della trasmissione, il Cacao Meravigliao. Memorabili alcune gag che hanno alimentato autentici tormentoni: “Volante uno Volante due” (le voci di due poliziotti, l’agente Frontone della Volante 1 e l’agente Frangipane della Volante 2 – alias Alfredo Cerruti ed Arnaldo Santoro, coautori del programma – che per un contatto “entravano” in onda durante la lettura del regolamento); “chiamo io … chiama lei” (la voce del prof. Pisapia – ancora Alfredo Cerruti – rinchiuso sotto la tolda della nave a guardare la TV, che chiosava con Arbore); “manaccia!” (l’espressione di dispiacere con cui Frassica sottolineava la risposta sbagliata da parte di un concorrente). Si ricordano anche gli sketch di Michele Foresta, più noto successivamente come Mago Forest, un esordiente Francesco Paolantoni nei panni di Cupido, il “gonghista” Fulvio Falzarano e tra le vallette del programma figuravano anche una giovanissima Maria Grazia Cucinotta e Feliciana Iaccio, entrambe nel ruolo di guardiane della cella di Pisapia, oltre alla “Miss Sud” Nina Soldano e alla “Miss Nord” Adriana Alves de Oliveira.
Dopo Il matrimonio di Maria Braun è il 2° capitolo di Fassbinder sul passato della Germania. Nel romanzo di Döblin trova un tema centrale della sua poetica: il rapporto tra due uomini (Biberkopf e Reinhold) mediato dall’affetto/possesso di una donna. In una intervista il regista dichiarò di essersi proiettato non in uno, ma in 3 personaggi: Biberkopf, Reinhold e la prostituta Mieze. Dopo aver mantenuto le distanze dal primo per 13 puntate, se ne approfitta nell’epilogo onirico… (Il mio sogno da un sogno di Franz Biberkopf): l’allucinazione del personaggio si sovrappone alle ossessioni del regista in un flusso di simboli psicoanalitici e di riferimenti storici. Serial TV in 13 puntate e un epilogo girato in 16 mm negli stabilimenti della Bavaria di Monaco con alcuni esterni a Monaco.
Miami Vice è una serie televisivastatunitense, di genere poliziesco, prodotta dal 1984 al 1989. La serie è interpretata da Don Johnson ePhilip Michael Thomas nei panni rispettivamente di James “Sonny” Crockett e Ricardo “Rico” Tubbs, due detective sotto copertura. Il nome della serie, non tradotto nella versione italiana, significa letteralmente Il vizio di Miami. Miami Vice non riscosse un successo immediato. La NBC trasmise i primi episodi alle 22:00 del venerdì, passate in sordina a causa di altre trasmissioni a quei tempi più gettonate (come Dallas, trasmessa dalla concorrente CBS). Così Miami Vice fu considerata un flop, il programma più scarso del momento, ed uscì addirittura dalle classifiche dell’audience. Con le repliche estive, però, le cose si ribaltarono, e all’inizio della seconda stagione la serie era in vetta agli ascolti. View full article »
Casa Keaton (Family Ties[1]) è una sit-com statunitense sulla vita di una comune famiglia americana con le esperienze della vita di tutti i giorni. Prodotta dalla Paramount di Los Angeles, negli Stati Uniti è stata trasmessa dalla NBC per sette stagioni, dal 1982 al 1989: in Italia è stata trasmessa da Canale 5, Italia 1 e Frisbee.La sigla “Without Us”, scritta da Jeff Barry e Tom Scott, era cantata da Mindy Sterling e Dennis Tufano per i primi dieci episodi e successivamente da Johnny Mathis e Deniece Williams.Rappresenta una serie pluripremiata e di culto degli anni ottanta.
I genitori Steven e Elyse Keaton, molto innamorati, appartengono alla generazione degli hippy degli anni sessanta: la madre è architetto, mentre il padre lavora per il network televisivo WKS. Essi, ancora molto attaccati ai loro ideali giovanili, costituiscono le principali figure di riferimento per i loro figli coi quali si scontrano spesso a causa del fatto che i figli sono invece a proprio agio nella società consumistica degli anni ottanta.
Ai confini della realtà (The Twilight Zone) è una serie televisiva di genere fantascientifico del 1985. La serie è ispirata alla serie classica del 1959, creata da Rod Serling e che vide tra gli sceneggiatori Richard Matheson e Ray Bradbury. La seconda serie fu trasmessa dal 1985 al 1989, e fu seguita da una terza in onda tra il 2002 e il 2003.
La nuova Ai confini della realtà debuttò il 25 settembre 1985, con la formula dei due o tre episodi da 20-25 minuti in uno show da un’ora. Molti episodi furono tratti da opere di scrittori famosi, come Ray Bradbrury, Alan Brennert, Arthur C. Clarke e Stephen King: tra questi, La stella (The Star) di Clarke, in cui un gruppo di astronauti arriva su un pianeta desolato, che da complicati calcoli si rivela essere niente meno che la stella cometa che guidò i Re Magi, e Gramma, in cui un bambino rimasto a casa con la nonna malata scoprirà che le voci di stregoneria che corrono sul suo conto non sono infondate.
Ci furono alcuni remake della serie classica, Dead Man’s Shoes, Shadow Play e Night of the Meek, mentre altri episodi andarono ad arricchire la lista dei classici. Tra di essi, The shadow man, in cui un ragazzo timido diventa coraggioso dopo l’incontro con l’uomo ombra che vive sotto il suo letto, salvo poi trovarsi di fronte all’uomo ombra di un’altra persona, Dead run, in cui un uomo si trova un lavoro piuttosto particolare, quello di portare anime morte all’inferno, The library, la storia di una biblioteca che contiene i libri con la vita di tutte le persone, e una sala dove poterli modificare, e Wordplay, la storia di un uomo che improvvisamente non comprende più il significato delle parole, ed è costretto a ricominciare ad imparare tutto, usando l’abecedario del figlio piccolo.
Nonostante il successo di molti episodi, lo show non ottenne un grande successo di pubblico, ma fu comunque confermato per la stagione successiva. View full article »