Category: Documentario


Regia di Laura Poitras. Un film Da vedere 2022 con Nan GoldinAlfonse D’amatoEd KochJohn MearsheimerCookie MuellerCast completo Titolo originale: All the Beauty and the Bloodshed. Genere Documentario, – USA2022durata 113 minuti. Uscita cinema domenica 12 febbraio 2023 distribuito da I Wonder Pictures. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,47 su 25 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nel 2018, insieme all’associazione da lei fondata, PAIN (acronimo di Prescription Addiction Intervention Now), la nota fotografa Nan Goldin è protagonista di un’azione di protesta presso il MET di New York. È la prima di una serie di contestazioni plateali che puntano alla cancellazione del nome della famiglia Sackler (fondatrice e proprietaria di una delle più importanti case farmaceutiche statunitensi) dall’elenco dei nomi dei sostenitori e dalle sale o donazioni a loro intitolate. Il primo passo simbolico per denunciare le micidiali ricadute del fenomeno noto come “epidemia degli oppioidi”, il consumo massiccio e indotto di farmaci a base di ossicodone (che provocano una forte dipendenza e portano a dipendenze maggiori): centosettemila morti per overdose negli Stati Uniti solo nel 2021, con tutte le conseguenze sociali ed economiche derivanti.

In quanto parte di una generazione che ha avuto grande familiarità con le droghe, sopravvissuta lei stessa a un’overdose e alla tragica sottovalutazione dell’AIDS, Goldin è particolarmente decisa a combattere la battaglia. E racconta senza filtri alla macchina da presa di Laura Poitras, che la segue per tre anni, molte questioni personali.

Quella originaria è strettamente legata a una concezione impropria e criminale della medicalizzazione, che ha portato al suicidio della sorella Barbara. Un trauma da sempre negato e censurato dalla famiglia.

La guerra americana in Iraq (My Country, My Country), il terrorismo islamico e Guantanamo (The Oath), Julian Assange e Wikileaks (Risk), Edward Snowden (Citizenfour): con la stessa intraprendenza e sprezzo del pericolo, per il suo ultimo film, in concorso a Venezia 2022, Laura Poitras continua a scegliere contesti e individui di eccezionale resistenza e anticonformismo. Ma in All the Beauty and the Bloodshed (“tutta la bellezza e lo spargimento di sangue”, una citazione che ha a che fare con “Cuore di tenebra” di Joseph Conrad, il cui senso è svelato nel finale) la traccia investigativa, giornalistica, caratteristica suoi lavori precedenti, ha uno spazio meno preponderante, affidato in parte agli interventi di Patrick Radden Keefe (autore di “L’impero del dolore”, libro inchiesta sulla dinastia Sackler, che finanzia anche università come Harvard, ed è costruito sulla fortuna del Valium).

In primo piano sta invece quasi sempre l’insieme dell’opera di Nan Goldin, intrecciata a una biografia selvaggia, ai margini. Classe 1953, cresciuta in un sobborgo borghese per poi essere data in affido e aver vissuto nel nomadismo ribelle tra varie sottoculture, Goldin è nota per le sue sequenze di diapositive proiettate come film prima nei locali underground e poi nelle gallerie, la più nota delle quali è “The Ballad of Sexual Dependency”.

Una serie di scatti realizzati tra fine anni ’70 e anni ’80, nella comunità artistica libera e trasgressiva di New York, dove Goldin ha trovato la sua famiglia d’elezione. Quella che ritrae in foto intime, spesso di nudo, in interni ordinari quando non squallidi, a messinscena zero. Una costellazione di dropout da discografia dei Velvet Underground, un’umanità di drag queen, prostitute, performer, punk, persone amate. Molte decimate dall’HIV, identificato come malattia degli omosessuali maschi e anche questo, proprio come l’abuso di farmaci oppioidi, sottovalutato dalla politica.

All the Beauty and the Bloodshed (2022) on IMDb
Locandina Fahrenheit 9/11

Un film di Michael Moore. Con Michael Moore, George W. Bush Documentario, Ratings: Kids+16, durata 115 min. – USA 2004. uscita venerdì 27 agosto 2004. MYMONETRO Fahrenheit 9/11 * * * - - valutazione media: 3,31 su 32 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

“Sono il più patriottico degli Americani perché credo nei principi che hanno dato vita a questa nazione e mi do da fare perché vengano ristabiliti”. Così Michael Moore in un’intervista per la ‘bibbia’ del cinema “Variety”. In effetti Fahrenheit 911 è un film patriottico perché crede nel popolo americano pur non avendo alcuna fiducia in chi lo governa in questo periodo. Moore riduce al minimo, rispetto a Bowling a Columbine, la sua presenza sullo schermo per lasciare spazio al suo nemico pubblico numero 1 George W. Bush e al gruppo che ha portato alla Casa Bianca dopo un’elezione che ha lasciato dietro di sé più di un dubbio di legittimità. Moore però non si limita a mostrare e dimostrare le bugie dell’Amministrazione Bush (dai rapporti con Bin Laden alle dichiarazioni contraddittorie nell’arco di poco tempo sull’Iraq) ma va a cercare tra il popolo i motivi dell’arruolamento dei giovani nell’esercito per giungere poi, in un’apoteosi di populismo mediaticamente efficacissimo, ad andare davanti al Senato a offrire ai senatori il modulo per l’arruolamento da consegnare ai loro figli. Una democrazia che voglia avere il diritto di proclamarsi tale ha bisogno di ‘arrabbiati’ come il premio Oscar Moore.

Fahrenheit 9/11 (2004) on IMDb

Regia di Jacques Cousteau. Un film Da vedere 1956 Titolo originale: Le monde du silence. Genere Documentario – Francia1956durata 85 minuti. – MYmonetro 3,29 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Avventure sottomarine a bordo del celebre batiscafo di Jacques-Yves Cousteau.

The Silent World (1956) on IMDb

Ho trovato dei subeng in rete che però non son proprio perfetti, di conseguenza i subita tradotti con google potrebbero avere delle imprecisioni. Se trovate di meglio mettetelo nei commenti.

Regia di Orson Welles. Un film con Orson WellesOja KodarJoseph CottenFrançois ReichenbachRichard WilsonCast completo Titolo originale: F For Fake/Verités et mensonges. Genere Documentario – Francia1973durata 85 minuti. – MYmonetro 2,55 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Metà documentario metà fiction. Sfilano davanti ai nostri occhi i bugiardi più famosi del mondo, dagli autori della biografia apocrifa di Howard Hughes al celebre falsario Elmyr de Ory. 

F for Fake (1973) on IMDb

Regia di Frank Pavich. Un film Da vedere 2013 con Alejandro JodorowskyMichel SeydouxH.R. GigerChris Foss (II)Brontis JodorowskyCast completo Genere Documentario, – USA2013durata 90 minuti. Uscita cinema lunedì 6 settembre 2021 distribuito da ValmynWanted. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,53 su 6 recensioni tra criticapubblico e dizionari.


Nel 1975 dopo il successo di nicchia di El Topo e quello più clamoroso (specie in Europa) di La montagna sacra Alejandro Jodorowsky era il cineasta intellettuale più ricercato del mondo, aveva carta bianca e quello che voleva era realizzare il film più importante della storia del cinema, traendo spunto dai romanzi di Frank Herbert. Il suo Dune, doveva essere un film rivoluzionario in grado di cambiare la mentalità delle giovani generazioni fornendo nuovi modelli di riferimento. Per fare questo il regista aveva coinvolto (e ottenuto!) la partecipazione di un team incredibile che comprendeva i designer H.R. Giger, Moebius e Chris Foss oltre all’esperto di effetti speciali Dan O’Bannon, le musiche dei Pink Floyd e attori come David Carradine, Mick Jagger, Salvador Dalì e Orson Welles. A preproduzione finita e storyboard completo però è mancato il completamento del finanziamento da Hollywood e il film non si è mai fatto. Almeno non nella maniera in cui Jodorowsky l’aveva immaginato.

Come ricorda il regista Nicolas Winding Refn, amico personale di Alejandro Jodorowsky intervistato per il documentario, è impossibile determinare quanto e come sarebbe cambiato il concetto di blockbuster se alla fine degli anni ’70, quando questo tipo di modalità produttiva stava emergendo, il punto di riferimento del cinema d’intrattenimento fosse diventato il Dune immaginato dal regista messicano invece del Guerre Stellari di George Lucas.

Per anni questo Dune mai girato è stato l’oggetto definitivo del desiderio cinefilo, assieme al noto librone contenente tutto il film scena per scena, illustrato da Moebius, con gli inserti di costumi e scenografie di Giger. Il manualone è la base dalla quale Jodorowsky rievoca oggi il suo film, raccontando per filo e per segno come sarebbe dovuto essere ma soprattutto rievocando l’incredibile storia di come sia partita e poi naufragata questa produzione, come abbia convinto quelle incredibili personalità a lavorare con lui e come li abbia stimolati per due anni a dare il meglio su un progetto che non si è mai fatto.

Il risultato è un documentario esilarante, in cui Frank Pavich, è molto bravo a scandire l’esuberanza dell’84enne Jodorowsky, alternandola con i bozzetti e le interviste agli altri interpreti dell’avventura, condendo i resoconti di come sarebbero state girate le scene con la visualizzazione (più o meno animata) dei disegni che furono fatti all’epoca.

Un lavoro di montaggio acuto e ritmato che mette il cineasta in seconda posizione per far emergere Jodorowsky, grandissimo interprete di se stesso e narratore dalla splendida capacità di trasmettere la passione e l’intensità di una ricerca totalmente folle, che procede per aneddoti tra l’improbabile e l’incredibile. Forse l’unica possibile maniera di analizzare a freddo come nasca l’arte.

Jodorowsky's Dune (2013) on IMDb
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La trilogia qatsi è un nome informale dato a tre film prodotti e diretti da Godfrey Reggio. Le musiche sono di Philip Glass.

I titoli dei tre film sono parole della lingua Hopi, nella quale “qatsi” significa “vita”.
Sul blog trovate anche i singoli post dei film.

Koyaanisqatsi (1982) on IMDb

Dopo il successo di Loving Vincent e Van Gogh. Tra il Grano e il Cielo, ad aprire la nuove stagione della Grande Arte al Cinema di Nexo Digital sarà – solo dal 16 al 18 settembre – Van Gogh e il Giappone, il docufilm diretto da David Bickerstaff che propone un viaggio tra le bellezze della Provenza, l’enigma del Giappone e le sale della mostra ospitata nel 2018 al Van Gogh Museum di Amsterdam

Exhibition on Screen: Van Gogh & Japan (2019) on IMDb

Un Principe Chiamato Totò | Digital RecordsLa vita e l’opera del famoso attore raccontata da voci celebri e narratori d’eccezione (da Ben Gazzarra e F.Murray Abraham a Liliana de Curtis). Un racconto appassionato e appassionante dei suoi incredibili successi ma anche delle inattese tragedie, come la cecità che lo colpì senza interrompere la sua brillante carriera.

Attraverso materiale inedito, composto da manoscritti, lettere d’amore, fotografie, poesie e canzoni mai pubblicate, sono raccontati al pubblico gli aspetti più segreti e privati dell’uomo Antonio de Curtis.

Un principe chiamato Totò (2007) on IMDb

Regia di David Bickerstaff. Un film Da vedere 2022 con Jamie de Courcey. Genere Docu-fiction2022durata 85 minuti. Uscita cinema lunedì 17 gennaio 2022 distribuito da Adler Entertainment. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,46 su 7 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Identificare un artista attraverso il suo lavoro più iconico è un privilegio riservato ai grandi autori. Chi è più riconoscibile e popolare di Van Gogh nella pittura? Un Leonardo, un Michelangelo, forse no: i girasoli dell’artista olandese di fine ottocento sono elementi ormai nell’immaginario e nel background storico e culturale di tantissimi, di generazioni e persone tra le più diverse. Il film di David Bickerstaff racconta in particolare l’attenzione che Vincent Van Gogh riponeva nella natura morta, nell’osservazione dei fiori, soprattutto quelli più semplici, quelli da campo, fruibili da tutti, e dall’esplorazione ampia dell’utilizzo di una palette di colori in continuo cambiamento.

Exhibition on Screen: Sunflowers (2021) on IMDb
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Un film di Godfrey ReggioDocumentarioRatings: Kids+16, durata 89 min. – USA 2002MYMONETRO Naqoyqatsi * * - - - valutazione media: 2,25 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Naqoyqatsi è il terzo episodio della trilogia Qatsi, iniziata nel 1983 con Koyaanisqatsi, e poi proseguita nel 1986 con Powaqqatsi. L’ultimo episodio si suddivide in tre momenti; Numerica.com che ripercorre l’evoluzione del linguaggio umano, Circus Maximus, che descrive il competitivo mondo capitalista e Rocketship 20th Century, sulla velocità. Il tutto per concludere che l’essere umano è in guerra con se stesso (il titolo è una parola degli indiani Hopi che significa più o meno “conflitto”) e sta probabilmente perdendo la sua battaglia con l’omologazione. Che Reggio sia un autore interessante e punti sempre a dire qualcosa di non banale sullo “stato del mondo” è fuor di dubbio. Ma il terzo episodio della sua indagine/denuncia sulla contemporaneità convince meno dei precedenti. Forse a distanza di vent’anni la forza delle immagini ha perso la capacità di suggestione e riflessione iniziale, forse il mix tra visione e musiche (ancora una volta di Philip Glass) è ormai piuttosto risaputo. Ma, soprattutto, il discorso appare più confuso e per certi aspetti reazionario, con un’esecrazione della tecnologia in toto che lascia piuttosto perplessi. Soprattutto se poi se ne usano i risultati per realizzare la pellicola. Affascinante comunque, ma freddo e qua e là noioso.

Naqoyqatsi (2002) on IMDb
Locandina Gli ultimi giorni [2]

Un film di James Moll. Con Irene Zisblatt, Renée Firestone, Alice Lok Cahana, Bill Bosch, Corso SalaniMonica RamettaLorenza Indovina. continua» Titolo originale The last daysDocumentarioRatings: Kids+13, durata 86 min. – USA 1998.

James Moll e Steven Spielberg realizzano questo documentario per la “Survivors of the Shoah Visual History Foundation”. La fiction è bandita eppure questo film, che ha come protagonisti cinque ebrei ungheresi sopravvissuti alla Shoah che ripercorrono la storia di vicende che loro stessi hanno in qualche misura rimosso, colpisce dritto al cuore e al cervello. Dimostrando che documentario non significa necessariamente “noia”. Da vedere prima di “rivedere” i libri di storia.

The Last Days (1998) on IMDb

Regia di Mark Jonathan Harris. Un film Da vedere 2000 Genere Documentario – USA2000durata 115 minuti.

Coprodotto dall’U.S. Holocaust Memorial Museum Research Institute, fondato da Steven Spielberg, è uno dei 5 film USA che vinsero l’Oscar del documentario tra il 1993 e il 2000. Nel biennio 1938-39 più di diecimila bambini ebrei, provenienti da Germania, Austria e Cecoslovacchia, furono trasferiti in Inghilterra col consenso dei loro presaghi genitori e affidati a famiglie inglesi. Già vincitore di un altro Oscar col documentario L’anno prossimo a Gerusalemme (1997), Harris ha intervistato dodici di quei bambini, ormai entrati nell’alta età, che raccontano la loro storia in un’impressionante mescolanza di smarrimento, riconoscenza, rimpianto, risentimento verso i genitori per averli mandati via, sensi di colpa, riflessioni sulla loro condizione di sopravvissuti. Un parco e ben dosato commento in voce fuori campo (detto da Judi Dench) aggiunge informazioni e spiegazioni col ricorso a un rarissimo materiale d’archivio.

Into the Arms of Strangers: Stories of the Kindertransport (2000) on IMDb
  • Titolo originale Auschwitz: The Nazis and ‘The Final Solution’
  • Paese Gran Bretagna
  • Anno 2005
  • Formato serie TV
  • Genere documentario, storia guerra
  • STAGIONI 1
  • Episodi 6
  • Durata 60 minuti
  • Lingua originale inglese

Uno studioso e documentarista ricostruisce in queste pagine l’origine e il funzionamento della più tristemente celebre macchina di morte nazista, Auschwitz, che diventa il punto di partenza per esaminare l’Olocausto in tutte le sue implicazioni. In particolare, Rees si sofferma ad analizzare le motivazioni e la mentalità dei maggiori criminali nazisti, grazie a una serie di preziose interviste rilasciate dai protagonisti, ai resoconti delle SS e ai documenti resi disponibili dagli archivi russi. Il risultato è un saggio che non esita ad affrontare anche questioni «scomode», come la corruzione diffusa tra i prigionieri, la presenza di bordelli, le complici mancanze dei Paesi occupati o l’imbarazzante silenzio degli Alleati, che sapevano dei campi.

Dal punto di vista di un portiere notturno (Z punktu widzenia nocnego portiera) è un cortometraggio documentario del 1977 diretto da Krzysztof Kieślowski.

l portiere notturno di una fabbrica è un fanatico sostenitore della disciplina e della repressione, sia sul lavoro che sulla vita privata, e nel tempo libero fa il guardiapesca.

From a Night Porter's Point of View (1979) on IMDb
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Dalla città di Łódź è un film cortometraggio documentario polacco girato nel 1968 da Krzysztof Kieślowski.

Con questo film, finanziato dalla scuola, dalla WFD e supervisionato da Kazimierz Karabasz, Kieslowski consegue il diploma ed entra ufficialmente nel mondo lavorativo del cinema. Il film è tutto ambientato a Lodz ed è una bellissima panoramica su questa misteriosa e affascinante città che il regista ha vissuto intensamente negli anni dei suoi studi. Kieslowski ci parla di una città dalle caratteristiche crudeli e insolite, una città cadente e pittoresca, dagli edifici fatiscenti e dagli abitanti strambi o mutilati. Lo stesso regista racconta di macabri giochi che era solito fare con i suoi compagni di corso: nel percorso che compivano ogni mattina per andare a scuola si imbattevano spesso in persone mutilate, a ognuna delle quali corrispondeva un certo punteggio calcolato sulla base del tipo di mutilazione. Chi otteneva il punteggio più alto era il vincitore del giorno. Un gioco inquietante, ma forse necessario a sdrammatizzare e a mantenere un certo distacco da un mondo che Kieslowski non aveva mai conosciuto e che su di lui ha avuto sicuramente un forte impatto.

From the City of Lodz (1969) on IMDb
X-Ray (Short 1974) - IMDb
  • Documentario
  • Produzione:Polonia
  • Anno di produzione:1974

DirezioneKrzysztof Kieslowski

I pazienti con gravi malattie polmonari, che ora si trovano in un sanatorio, ci raccontano i loro pensieri e sentimenti.

X-Ray (1974) on IMDb

Le teste parlanti (Gadajace glowy) è un cortometraggio documentario del 1980 diretto da Krzysztof Kieślowski.

Interviste fatte da Kieslowski a 79 polacchi, di età dai 7 ai 100 anni. Le tre domande dell’inchiesta sono: In che anno sei nato? Che cosa fai? Che cosa desideri di più e chi è più importante per te?

Talking Heads (1980) on IMDb

Regia: Krzysztof Kieslowski. Durata: 10 minuti. Origine: Polonia, 1972.

Routine lavorativa di un’impresa di pompe funebri, alternata ad immagini di gente che passa nella strada di fronte. Immagini finali di neonati di un ospedale, ognuno contrassegnato dal proprio numero d’ordine.

Bricklayer (Short 1973) - IMDb

Murarz è un cortometraggio documentario del 1973 diretto da Krzysztof Kieślowski.

Un muratore ed ex funzionario del partito comunista ripercorre la sua vita, mentre partecipa a una parata del 1° maggio.

Sette donne di età diversa (Siedem kobiet w róznym wieku) è un cortometraggio documentario del 1978 diretto da Krzysztof Kieślowski.

Ogni giorno della settimana è rappresentato da una ballerina che inizia con un bambino e termina con un insegnante di danza più anziano.