Category: Aldo Fabrizi


Regia di Carlo Borghesio. Un film con Aldo Fabrizi, Peppino De Filippo, Giulia Rubini, Carlo Ninchi, Germana Paolieri. Titolo originale: I due compari. Genere: Commedia, Drammatico. Paese: Italia. Anno: 1955. Durata: 90 min. Consigliato a: Per tutti. Valutazione IMDb: 6.9.

Giovanni Bellini, un truffatore professionista romano di buon cuore ma dall’abilità discutibile, viene rilasciato dal carcere e subito affiancato dal suo fedele complice, Ciccillo, un ex sarto napoletano. Nonostante la volontà di Giovanni di redimersi e ricominciare una vita onesta per il bene della figlia Giulietta, i due si ritrovano inesorabilmente invischiati in una serie di piccole e sfortunate truffe. Il tentativo di Giovanni di dare una facciata di rispettabilità alla sua vita per non deludere la figlia, cresciuta in un collegio convinta che il padre sia un ricco uomo d’affari, lo porterà in una spirale di bugie ed equivoci che sfoceranno nell’incontro con una ricca famiglia industriale.

Questa commedia è un esempio significativo del cinema popolare italiano degli anni ’50, incentrato sulla figura dell’imbroglione o del “furbetto” costretto a districarsi tra l’onestà e la necessità. La pellicola vive principalmente sulla straordinaria e ben oliata chimica comica tra i due protagonisti, Aldo Fabrizi e Peppino De Filippo, che offrono due ritratti brillanti, uno più bonario e l’altro più cinico, della commedia umana. La regia di Carlo Borghesio, un professionista solido della commedia leggera, è sobria e funzionale alla storia, ma il film non presenta particolari innovazioni stilistiche. Il tema centrale è la critica sociale velata e la speranza di riscatto sociale, che, pur trattando con leggerezza le disavventure dei due compari, mette in luce il divario tra la piccola criminalità di sussistenza e l’alta borghesia. Nonostante una certa prevedibilità melodrammatica nella sceneggiatura (scritta anche da Fabrizi), l’interpretazione dei due giganti della comicità sostiene l’opera, rendendola un punto di riferimento minore per il filone delle “trame” all’italiana.

Regia di Aldo Fabrizi. Un film con Aldo Fabrizi, Ave Ninchi, Peppino De Filippo, Giovanna Ralli, Carlo Delle Piane. Titolo originale: La Famiglia Passaguai. Genere: Comico, Commedia, Satira. Paese: Italia. Anno: 1951. Durata: 90 min. Consigliato a: Per tutti. Valutazione IMDb: 6.8.

Il cavalier Peppe Valenzi, detto Passaguai, è un modesto impiegato che decide di concedersi, e di concedere alla sua rumorosa famiglia (la moglie Margherita, i figli Marcella, Pecorino e il piccolo Gnappetta), una gita estiva al mare a Fiumicino, approfittando di un’offerta per una giornata in spiaggia. La premessa semplice si trasforma presto in una successione inarrestabile di disavventure, contrattempi esasperanti e rocamboleschi equivoci che vedono il povero capofamiglia Peppe subire ogni sorta di umiliazione, con conseguenze disastrose che arrivano a fargli rischiare persino il posto di lavoro.

Questo film, diretto e interpretato da Aldo Fabrizi, è il primo di una trilogia di enorme successo popolare e incarna perfettamente la commedia all’italiana delle origini, a cavallo tra il neorealismo e la farsa più sfrenata. Tematicamente, offre un ritratto vivace e satirico della piccola borghesia romana e delle sue prime, faticose, manifestazioni di benessere nel dopoguerra. La regia di Fabrizi si rivela abile nel fondere elementi di comicità slapstick, tipici dell’avanspettacolo, con una galleria di macchiette popolari indimenticabili. L’interpretazione del cast corale, che vede Fabrizi stesso affiancato da talenti come Ave Ninchi e un giovane Carlo Delle Piane, è impeccabile per tempi comici. Pur non essendo esente da una certa semplicità narrativa, il film è storicamente rilevante per la sua capacità di divertire il pubblico con un umorismo genuino e non volgare, rappresentando un momento cruciale nel cinema popolare italiano.

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Regia di Aldo Fabrizi. Un film con Aldo Fabrizi, Ave Ninchi, Erminio Macario, Giovanna Ralli, Carlo Delle Piane. Titolo originale: La famiglia Passaguai fa fortuna. Genere: Comico, Commedia. Paese: Italia. Anno: 1952. Durata: 90 min. Consigliato a: Per tutti. Valutazione IMDb: 6.2.

Il cavalier Peppe Valenzi, noto come Passaguai, si ritrova disoccupato, portando la sua già vivace famiglia in una situazione economica disastrosa, con il padrone di casa in attesa dell’affitto. Un incontro casuale con un ex commilitone, Giocondo, fa scattare l’idea della svolta: i due, abbagliati dalle apparenze e credendosi reciprocamente facoltosi, decidono di mettersi in società per una speculazione edilizia, nella speranza di risolvere i loro guai finanziari. La premessa è un classico equivoco basato sulla finzione e sulla brama di riscatto sociale, che trascinerà Passaguai in una serie di buffe e disperate manovre per nascondere la sua reale condizione.

Secondo capitolo della celebre trilogia diretta e interpretata da Aldo Fabrizi, il film mantiene la vena di commedia popolare e grottesca del predecessore, affrontando i temi della povertà post-bellica e della satira sociale attraverso l’umorismo slapstick. La regia di Fabrizi, pur non ricercando particolari virtuosismi, si dimostra efficace nel ritmo comico, affidandosi alla forza dei dialoghi e alla potenza scenica del suo cast. Il valore aggiunto dell’opera risiede nella consolidata alchimia tra Fabrizi, istrionico e bonario, e Ave Ninchi, spalla perfetta nei panni della moglie petulante, affiancati dal talento comico di Erminio Macario. Sebbene la trama sia esile e basata su un canovaccio semplice, il film è un ottimo esempio di commedia all’italiana degli albori, capace di divertire il pubblico dell’epoca grazie alla sua rappresentazione schietta e talvolta amara delle difficoltà della vita popolare, risultando un successo commerciale non indifferente.

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Regia di Renato Castellani. Un film con Aldo Fabrizi, Giorgio De Lullo, Mario Pisu, Diana Nava, Lisetta Nava. Titolo originale: Mio figlio professore. Genere: Commedia, Drammatico. Paese: Italia. Anno: 1946. Durata: 85 min. Consigliato a: Per tutti. Valutazione IMDb: 7,4.

La storia copre un ventennio di storia italiana, partendo dal 1919. Orazio Belli è il bidello di un prestigioso liceo romano, la cui intera esistenza ruota attorno al sogno di un riscatto sociale per il figlio, anche lui di nome Orazio, nato poco prima della morte della moglie. Attraverso sacrifici e piccole umiliazioni quotidiane, il padre si dedica instancabilmente agli studi del ragazzo, aspirando a vederlo diventare un professore proprio nell’istituto in cui lui serve come custode. Il legame tra padre e figlio è il fulcro della narrazione, che si sviluppa tra le aule scolastiche, le speranze e le crescenti divergenze generazionali e di classe.

Il film si inserisce nella fase di transizione del cinema italiano verso il Neorealismo, pur mantenendo una forte impronta di commedia popolare e melodramma. I temi centrali sono la sacrificio paterno, l’aspirazione al riscatto sociale attraverso l’istruzione e il conflitto tra generazioni e classi. Aldo Fabrizi offre una delle sue interpretazioni più toccanti, bilanciando la figura bonaria e quasi macchiettistica del bidello con una profonda dignità e patetica umanità. La regia di Castellani, con la fotografia in bianco e nero di Carlo Montuori e le musiche di Nino Rota, crea un ritratto ambientale intenso e credibile del microcosmo scolastico e della società italiana del dopoguerra. L’opera è un classico del cinema italiano per la sua capacità di mescolare umorismo e dramma, offrendo una critica sociale sottile sul peso delle raccomandazioni e il divario tra le classi, culminando in un finale di grande, amara delicatezza.

Carosello del varietà - Film (1955)

Regia di Aldo Boni, Aldo De Benedetti. Un film con Vittorio De Sica, Aldo Fabrizi, Alberto Sordi, Walter Chiari. Titolo originale: Carosello del Varietà. Genere: Musicale, Commedia. Paese: Italia. Anno: 1955. Durata: 90 min. Consigliato a: Per tutti. Valutazione IMDb: 6.0.

Il film è una raccolta di sketch e numeri musicali, legati da una cornice narrativa che presenta un teatro di varietà dove si susseguono esibizioni di celebri artisti dell’epoca. Non c’è una trama vera e propria, ma piuttosto una serie di brevi segmenti che mettono in risalto il talento comico e musicale di alcuni dei più grandi nomi del cinema e dello spettacolo italiano, come Alberto Sordi, Aldo Fabrizi, Walter Chiari e Totò, quest’ultimo presente in un numero di repertorio.

Questa pellicola è un’operazione nostalgica che celebra il mondo del varietà, un genere di spettacolo che stava scomparendo a favore del cinema e della televisione. La regia, opera di due nomi minori, si limita a unire in modo piuttosto disorganico vari numeri, alcuni dei quali sono spezzoni di film o performance preesistenti. La qualità del film è molto discontinua, con alcuni sketch brillanti e altri meno riusciti. Il vero valore dell’opera non risiede nella sua struttura cinematografica, ma nel suo essere un documento storico, un prezioso frammento di un’epoca. È un’occasione per vedere alcuni dei più grandi attori italiani nel loro habitat naturale, il teatro di varietà. Un film più per gli amanti della storia dello spettacolo che per il pubblico in cerca di una narrazione compiuta.

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Regia di Mario Mattoli. Un film con Gino Cervi, Peppino De Filippo, Bice Valori, Armando Francioli. Titolo originale: Siamo tutti inquilini. Genere: Commedia. Paese: Italia. Anno: 1953. Durata: 90 min. Consigliato a: Per tutti. Valutazione IMDb: 6.2.

Il film è ambientato in un palazzo signorile di Roma dove vivono svariati personaggi, ognuno con le proprie manie e problemi. Al centro della storia c’è una vivace e rumorosa comunità di condomini, che include un’aristocratica in decadenza, un impiegato che lotta per sbarcare il lunario, un avvocato e vari altri tipi umani. Le loro vite si intrecciano in una serie di gag e situazioni comiche che nascono dai piccoli e grandi litigi quotidiani della vita condominiale.

“Siamo tutti inquilini” è una commedia corale che si inserisce nel filone del cinema popolare italiano degli anni ’50. La regia di Mario Mattoli è solida e funzionale, mirata a valorizzare le performance del ricco cast di caratteristi. Le interpretazioni di Gino Cervi e Peppino De Filippo sono il fulcro della pellicola, con il loro consolidato talento comico che anima i personaggi. Sebbene la trama sia piuttosto semplice e prevedibile, il film riesce a catturare con leggerezza uno spaccato della società dell’epoca, tra problemi abitativi, differenze sociali e piccole nevrosi quotidiane. Il suo valore risiede principalmente nella sua capacità di far sorridere, offrendo un ritratto bonario e nostalgico di un’Italia che si affacciava al boom economico.

Locandina I quattro monaci

Regia di Carlo Ludovico Bragaglia. Un film con Peppino De Filippo, Aldo Fabrizi, Nino Taranto, Erminio Macario, Rossella Como. Titolo originale: I quattro monaci. Genere: Commedia. Paese: Italia. Anno: 1962. Durata: 90 min. Consigliato a: Per tutti. Valutazione IMDb: 6.2.

Il film narra le vicende di quattro strampalati personaggi, ognuno con le proprie debolezze e aspirazioni: un onesto truffatore, un attore fallito, un imbroglione di buon cuore e un nobile decaduto. Le loro vite si intrecciano quando decidono di fingersi monaci per trovare rifugio e un modo per sbarcare il lunario in un convento. La loro convivenza forzata e i tentativi maldestri di mantenere la farsa porteranno a una serie di esilaranti equivoci e situazioni comiche.

“I quattro monaci” è una commedia italiana che si regge quasi interamente sul talento e la comicità dei suoi straordinari protagonisti. Il quartetto formato da Peppino De Filippo, Aldo Fabrizi, Nino Taranto ed Erminio Macario è un’autentica miniera di gag e battute, capaci di trasformare anche una sceneggiatura non particolarmente brillante in un godibile spettacolo. La regia di Carlo Ludovico Bragaglia è funzionale e si limita a mettere in risalto le performance degli attori, senza particolari guizzi stilistici. Sebbene la trama sia piuttosto semplice e prevedibile, il film offre momenti di puro divertimento grazie alla capacità innata di questi giganti della comicità italiana di trasformare ogni situazione in una farsa irresistibile. Un’opera che, pur non essendo un capolavoro, rimane un piacevole esempio della commedia all’italiana degli anni ’60, ideale per gli amanti del genere e degli attori coinvolti.

Locandina Roma città aperta

Un film di Roberto Rossellini. Con Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Maria Michi, Marcello Pagliero, Nando Bruno. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 103′ min. – Italia 1945. MYMONETRO Roma città aperta * * * * 1/2 valutazione media: 4,66 su 21 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Nella Roma del 1943-44, occupata dai nazifascisti, la lotta, le sofferenze, i sacrifici della gente sono raccontati attraverso le vicende di una popolana, di un sacerdote e di un ingegnere comunista: la prima è abbattuta da una raffica di mitra; il terzo muore sotto le torture; il secondo viene fucilato all’alba alla periferia di Roma, salutato dai ragazzini della sua parrocchia. Girato tra difficoltà economiche e organizzative di ogni genere, il film impose in tutto il mondo una visione e rappresentazione delle cose vera e nuova, cui la critica avrebbe dato poco più tardi il nome di neorealismo. Specchio di una realtà come colta nel suo farsi, appare oggi come un’opera ibrida in cui il nuovo convive col vecchio, i grandi lampi di verità con momenti di maniera romanzesca, in bilico tra lirismo epico e retorica populista. La stessa lotta antifascista è raccontata ponendo l’accento sul piano morale più che su quello politico, il che non gli impedì di essere il film giusto al momento giusto e di indicare attraverso le figure del comunista e del prete di borgata il tema politico centrale dell’Italia nel dopoguerra. Nastri d’argento per il miglior film e A. Magnani. Grande successo internazionale, molti premi all’estero e una nomination all’Oscar della sceneggiatura firmata da R. Rossellini, Sergio Amidei e Federico Fellini. Titolo inglese: Open City.

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Locandina Mi permette babbo!

Un film di Mario Bonnard. Con Alberto SordiAldo FabriziElli ParvoNerio BernardiAmedeo Trilli. continua» CommediaRatings: Kids+13, b/n durata 90 min. – Italia 1956.

Rodolfo vive alle spalle della famiglia della moglie e trascorre le giornate studiando canto con un maestro di musica spiantato e imbroglione almeno quanto lui. Quando il suocero gli dà l’ultimatum, Rodolfo è costretto a darsi da fare per avere una particina in un’opera lirica allestita nel teatro cittadino. Convinti di assistere all’inizio di una folgorante carriera, i parenti di Rodolfo gli concedono di continuare a vivere come sempre.

Mi permette babbo! (1956) on IMDb
Made in Italy (1965 film) - Wikipedia

Un film di Nanni Loy. Con Nino ManfrediPeppino De FilippoAnna MagnaniWalter ChiariAldo Fabrizi. continua» Commediadurata 132 min. – Italia 1965MYMONETRO Made in Italy ***-- valutazione media: 3,25 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Il film è diviso in 5 sezioni (“Usi e costumi”, “Il lavoro”, “La donna”, “Cittadini”, “Stato e Chiesa”, “La famiglia”) e in 11 episodi, alcuni assai brevi, con una lunga galleria di attori famosi. Scritto da Ruggero Maccari, Ettore Scola e Loy, è il tentativo di rinnovare la formula del film a episodi con la satira di costume. Bersaglio: i difetti degli italiani. Qua e là incisivo. Spicca l’episodio sul traffico con la Magnani.

 Made in Italy
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