Dal romanzo (1984) di Tom Clancy. Al comando di un sommergibile nucleare sovietico nel suo viaggio inaugurale, il capitano Raimus (Connery) cessa di obbedire agli ordini della base: vuole disertare o scatenare una guerra privata contro gli USA? Thriller marinaresco qua e là confuso, ma sostenuto da un ritmo e una suspense impeccabili, da una splendida fotografia e da un Connery di buona annata. Oscar per il montaggio degli effetti sonori.
Ricchissimo e potente consulente finanziario (M. Douglas) a San Francisco riceve in regalo dal fratello (S. Penn), alla vigilia del suo 48° compleanno, la tessera d’iscrizione a un club che organizza giochi personalizzati per animare esistenze monotone. Si mette in contatto con il club e si trova a vivere un incubo, una vita a rischio continuo. Il “gioco” ( game ) è riuscito: suspense, intensità, mistero, sorprese, disavventure ansiogene, invenzioni di regia. Ma riuscito il film non lo è: c’è un eccesso di ingegnosità di intrigo che diventa stravaganza gratuita, senza contare la madornale sproporzione tra i mezzi e il fine. Il difetto, insomma, è nel manico, nella sceneggiatura di John Brancato e Michael Ferris. Tutto è truccato in questa metafora del cinema.
Alla ricerca dell’uccisore della sua fidanzata, cowboy capita al “Mulino d’oro”, quartier generale di una banda capeggiata da un giocatore di professione e dalla cantante Ambra. Girato a basso costo, fondali ed esterni di cartapesta esibiti nella loro falsità, rozzo Technicolor RKO, è uno dei più fascinosi film del Lang americano, impregnato di un romanticismo struggente sui temi della ruota, del destino, della colpa, intorno alla figura mitica di Marlene. Western barocco da mettere vicino a Johnny Guitar (1953). Scritto da Daniel Taradash.
L’ultranazionalista generale Radchenko, leader di un gruppo di militari ostili alla svolta democratica intrapresa in Russia dopo il crollo del regime comunista, occupa una base missilistica con l’intenzione di ricattare il governo, minacciando, al tempo stesso, azioni di rappresaglia se l’Occidente oserà interferire nei suoi piani. La Casa Bianca si risolve ad affidare al veterano Ramsey, comandante del sottomarino atomico Alabama, il compito di effettuare, in caso di estrema necessità, un attacco preventivo contro i ribelli. Quando le informazioni via satellite sembrano confermare che Radchenko sta passando dalle parole ai fatti, Ramsey si prepara ad agire secondo gli ordini ricevuti anche se prima di rimanere isolato a causa di un’aggressione nemica, l’Alabama ha captato in maniera incompleta un altro messaggio da parte dell’Ammiragliato. Il secondo ufficiale Ron Hunter consiglia di sospendere l’operazione in attesa di verificare le reali intenzioni del Presidente degli Stati Uniti, ma Ramsey, per il quale ormai ogni minuto è prezioso, non intende temporeggiare. Tra i due ufficiali è scontro aperto e a bordo la tensione scivola verso l’ammutinamento…
Confezione di lusso per un thiller fantapolitico che dopo un avvio convincente si incarta nel discutibile sforzo di giustificare entrambi i protagonisti, riconoscendo valore alla strategia di Ramsey ed esaltando la prudenza di Hunter: una soluzione di compromesso, che salva l’immagine divistica dedli ottimi Hackman e Washington presso il grande pubblico, ma scontenta – per opposte ragioni – tanto i “falchi” quanto le “colombe”. Un film spettacolare e di grande successo commerciale, in concorso all’Oscar 1996, ma intrinsecamente vuoto e ambiguo, molto distante dalle coraggiose tesi antimilitaristiche di due film sulla guerra fredda come L’ultima spiaggia e A prova di errore.
Alla fine della guerra civile americana dilaga la carestia in molte regioni degli Stati Uniti. Solo in Texas l’abbondanza di bestiame dà una speranza alla popolazione ma ovunque regnano disordine e violenza. Dan e Tod, due giovani originari della Virginia, mentre vanno in Texas alla ricerca di fortuna, sono involontari testimoni dell’assalto ad una diligenza. Disperati, decidono di derubare a loro volta i rapinatori e scappare con il bottino. Per sfuggire alla banda, decidono di dividersi e non si vedono più per lungo tempo. Quando si rincontrano sono cambiati: uno si è trovato dalla parte degli allevatori, l’altro si è unito ai banditi. La legge li oppone l’uno all’altro e dovranno incontrarsi di nuovo per la resa dei conti.
Alla fine dell’Ottocento Beppe Musolino, carbonaio calabrese, ama la bella Mara, ma è inviso a suo padre che la vorrebbe sposata con Don Pietro, capo della ‘ndrangheta. Della sua uccisione è accusato Musolino e, in base a tre false testimonianze, condannato. Evade, si dà alla macchia, si vendica di due testimoni. Quando in un’imboscata Mara muore, mette a morte l’assassino e si costituisce. Versione romanzata e romantica di una storia vera per mano di 8 sceneggiatori (oltre al regista, F. Brusati, E. De Concini, I. Perilli, V. Talarico più A. Leonviola, M. Monicelli e Steno), prodotta da Ponti-De Laurentiis, è un melodramma paesano d’azione, modellato sul western americano (scene di tribunale comprese), ribattezzato southern da Ennio Flaiano. Fotografia: Aldo Tonti. A. Nazzari in gran forma brigantesca. G. Musolino (1876-1956) fu condannato a 21 anni di carcere nel 1897 e all’ergastolo nel 1901. Trasferito dopo il 1945 in un manicomio criminale, fu rilasciato in tempo per vedere il film, protestando per lo scarso rispetto alla verità della sua vicenda.
Mentre lui vola, lei a casa trema, ma quando ritorna sorride. Poi lo mette alle strette: o me o la divisa. Trionfo dello stereotipo. Tutto è prefabbricato: i personaggi, le psicologie, gli intrecci, le situazioni, i sentimenti e le trovate. Veder volare il B-47 è un’emozione.
Un inglese in vacanza nel regno di Ruritania, Paese imprecisato dell’Europa centrale, contribuisce a sconfiggere un colpo di Stato, impersonando alla cerimonia dell’incoronazione il re suo cugino, sequestrato dai ribelli. Un po’ datato, ma indubbiamente il migliore dei 5 film (1914, 1922, 1937, 1952, 1979) tratti dal romanzo di cappa e spada di Anthony Hope. Ottima compagnia di attori, eccitanti sequenze d’azione, ritmo scorrevole, splendida fotografia.
La storia è conosciutissima: per liberare la California da un governatore tiranno, il rampollo di una nobile casata si finge di giorno un innocuo damerino per trasformarsi la notte in eroe al servizio del popolo contro il tiranno.
Viserys della casata Targaryen è divenuto il Re dei Sette Regni quando suo nonno Jaehaerys ha imposto ai suoi sottoposti di scegliere tra lui e la sorella maggiore Rhaenys. Sogna di avere un figlio maschio ma la sua regina muore nel parto e suo fratello Daemon insulta la breve vita del neonato. Per questo oltraggio, Viserys decreta che il suo erede sarà sua figlia Rhaenyra. Anche quando successivamente si sposa con Alicent Hightower e ha finalmente figli maschi non cambia la propria decisione, che però sarà prevedibilmente poco apprezzata dagli altro nobili dei Sette Regni, che vorrebbero un uomo sul Trono. Crescono così i semi della futura guerra civile…
Il dottor Samuel Beckett (Scott Bakula) fonda il progetto top secret Quantum Leap, che renderà finalmente possibile il viaggio nel tempo. Ma proprio quando il progetto sta per essere ultimato viene tagliato il finanziamento e Sam, preoccupato per il futuro incerto dell’esperimento sceglie di attivare l’ancora incompleto Acceleratore (la macchina per il salto nel tempo). Il protagonista si ritrova così a saltare attraverso gli anni senza un apparente motivo e senza alcun controllo.
In piena preistoria due tribù si contendono il segreto del fuoco, che può conferire la superiorità all’una o all’altra. La sopravvivenza è messa in pericolo dagli elementi, dalle fiere, dai nemici, ma l’istinto e la primitiva intelligenza avranno la meglio. Film ambizioso, splendidamente fotografato, nel quale Annaud sfugge abilmente alle trappole (il ridicolo innanzitutto) che una tale ambientazione poteva creare.
Il fumetto è considerato il punto di passaggio tra le serie classiche della Bonelli (Tex, Zagor, Mister No) e quelle del nuovo corso (Dylan Dog, Nick Raider, Nathan Never), sia per le tematiche trattate, sia per aver aperto la strada a nuove iniziative di carattere editoriale. Martin Mystère ha messo in crisi la tradizionale divisione della critica tra pubblicazioni cosiddette di prestigio e popolari, tra fumetto d’autore e fumetto seriale.
Il viaggio clandestino dal Montana a Washington D.C., su un treno merci e poi su un TIR, di un genio di 10 anni, figlio di un cowboy e di una casalinga entomologa. Va a ritirare un prestigioso premio scientifico per aver inventato una macchina a moto perpetuo. Si porta dentro il trauma della misteriosa morte del gemello, suo opposto e preferito del padre. Dal romanzo La mappa dei miei sogni (2009) di R. Larsen, sceneggiato dal regista con Guillaume Laurant. È una favola verosimile, in cadenze di commedia con sottotraccia tragica, che racconta un avventuroso viaggio di iniziazione alla maggiore età. Ma è anche una mordace critica, e un rifiuto ben motivato, del sogno di successo oggi imperante. Jeunet conferma la sua originalità inventiva e la sua raffinatezza estetica, per la 1ª volta in 3D. Fotografia di Thomas Hardmeier.
Durante la 2ª guerra mondiale Michele Rende, contadino calabrese e agitatore politico per l’occupazione dei latifondi, ingiustamente accusato di omicidio si dà alla macchia. Ma gli ammazzano la fidanzata. Tratto da un romanzo (1951) di Giuseppe Berto, il film ha ambizioni epiche, realizzate in episodi di grande respiro sullo sfondo di un paesaggio suggestivo. Un po’ accademico e manierato, però.
Il giovane Pi Patel è cresciuto con la famiglia a contatto con lo zoo paterno, mescolando fin dall’infanzia sogno e realtà. Quando il padre ha esigenze di denaro e sceglie di trasferirsi in Canada per vendere lo zoo, Pi ancora non può intuire cosa lo attenderà nelle vastità oceaniche. Di fronte a una tempesta terrificante, la nave affonda, lasciando in breve tempo Pi con un’unica compagna di viaggio: la tigre Richard Parker, l’animale più temuto dello zoo paterno. Pi potrà solo fare affidamento alla propria intelligenza per poter sopravvivere e convivere con la tigre.
Nonostante il regista e il protagonsita, non si tratta di un western ma delle avventure di un gruppo di super-pompieri specializzati nello spegnere gli incendi nei pozzi petroliferi sudamericani.
Un ladro, con nobile passato di rivoluzionario e di combattente per la libertà, si imbatte in una coppia di contadini messicani poveri e disperati. La donna gli chiede di portarla via, l’uomo tenta di derubarlo, ma all’ultimo momento non ha il coraggio e addirittura lo difende dalla rabbia dei suoi ex compagni. Il ladro viene ucciso egualmente e la coppia messicana si ritrova più unita.
La sera dell’inaugurazione, scoppia un incendio in un grattacielo di 138 piani. C’è sotto una squallida speculazione. La tensione dello spettacolo è attutita dalle storie private dei vari protagonisti, un folto cast di buoni attori. Nel filone catastrofico degli anni ’70 è uno dei migliori. Combina le ambizioni (e i costi) spettacolari della serie A con una galleria di personaggi di film della serie B. Oscar per la fotografia (Fred Koenekamp, Joe Biroc) e la canzone. Prodotto dalla Fox e dalla Warner e tratto _ caso raro _ da due romanzi, di Richard Martin Stern, uno, e di Thomas M. Scortia e Frank M. Robinson, l’altro. Sceneggiato da Stirling Stilliphant.
Due vicende complementari si intrecciano: il rapporto conflittuale di due fratelli, entrambi pompieri sulla scia del padre morto giovane in un incendio, e l’inchiesta su una serie di incendi dolosi a scopo omicida che si riveleranno collegati tra loro. Un colosso della pirotecnica condito di suspense con agganci un po’ pretestuosi di critica verso i politici che riducono i finanziamenti pubblici ai vigili del fuoco. De Niro e Sutherland offrono due caratterizzazioni che lasciano il segno. Howard rimane un regista indecifrabile e inclassificabile che lascia incerti nel giudizio. Il titolo originale, Backdraft, significa in gergo “fiammata di ritorno”.
Le richieste di reupload di film,serie tv, fumetti devono essere fatte SOLO ED ESCLUSIVAMENTE via email (ipersphera@gmail.com), le richieste fatte nei commenti verrano cestinate.