Category: Amelio Gianni


Regia di Gianni Amelio. Un film Da vedere 2017 con Elio GermanoGiovanna MezzogiornoMicaela RamazzottiGreta ScacchiRenato CarpentieriCast completo Genere Drammatico, – Italia2017durata 103 minuti. Uscita cinema lunedì 24 aprile 2017 distribuito da 01 Distribution. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,58 su 7 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Da quando la moglie è morta e i figli, ormai grandi, se ne sono andati, Lorenzo, avvocato scorbutico in pensione, vive da solo in una bella casa nel centro storico di Napoli. La sua vita quotidiana, scandita dai riti ripetuti, è messa in discussione dall’arrivo nel palazzo di una giovane coppia, Michela e Fabio, e dei loro figli Bianca e Davide, con i quali instaura un rapporto di tenera affettività che lo porterà, non senza drammi, a rivedere alcune durezze del suo carattere, nonché a un profondo ripensamento esistenziale. Riuscito pamphlet sulle dinamiche dei rapporti umani, su solitudine, senso di colpa, incapacità di comunicare. Carpentieri, dimesso e teatrale, conferisce una grande profondità psicologica al personaggio di Lorenzo, che è il fulcro del film. Qualche sbavatura nella trama, gli altri personaggi meno riusciti che rendono non funzionanti le relazioni col protagonista, un autocompiacimento a volte eccessivo nei dialoghi, portano il film a non essere del tutto riuscito.

Tenderness (2017) on IMDb

Regia di Gianni Amelio. Un film Da vedere 2006 con Sergio Castellitto, Ling Tai, Angelo Costabile, Hiu Sun Ha, Catherine Sng, Enrico Vanigiani, Roberto Rossi, Chungqing Xu, Biao Wang, Jian-yun Zhao, Qian-hao Huang, Xiu-feng Luo, Xian-bi Tang, Lin WangCast completo Genere Drammatico – Italia2006durata 104 minuti. Uscita cinema venerdì 8 settembre 2006 – MYmonetro 3,00 su 22 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Scritto dal regista con Umberto Contarello, liberamente tratto dal romanzo La dismissione (2002) di Ermanno Rea. Convinto che nell’altoforno di una acciaieria dismessa, venduta ai cinesi, esista un difetto cui lui solo può rimediare, Vincenzo Buonavolontà (in Rea: Buonocore), operaio manutentore, vola a Shangai e attraversa la Cina fino in Mongolia a sue spese per consegnare la centralina che ha fabbricato. Gli è compagna e guida la ventenne Liu Hua, incontrata in Italia come interprete, che forse è un’altra, inconscia ragione del suo viaggio. Pur nella sua lineare semplicità, appare un film difficile e non privo di difetti, almeno sul piano della verosimiglianza, il che spiega perché abbia diviso pubblico e critici. Non è un po’ folle la spinta al viaggio nel Paese più indecifrabile del mondo di questo Buonavolontà, idealmente apparentato con i personaggi del Primo Levi di La chiave a stella che portano dentro un senso antico e ormai anacronistico della dignità del lavoro ben fatto? Una volta tanto, lo sguardo di Amelio coincide con quello del suo protagonista. È un viaggio pieno di ostacoli alla ricerca di sé stesso, “un percorso che lo libera e lo consola” (G. Amelio) e che forse lo farà rinascere grazie all’incontro con Liu Hua. Soltanto chi non sa captare l’importanza di questa dolente ragazza madre (“Mio figlio non sa nemmeno che sono nata”) e non capisce che Buonavolontà è un sognatore, ma accorto e coraggioso, può parlare di film “freddo”. Quando alla fine s’incontrano nella stazioncina, i due sono “nati due volte” e parlano la stessa lingua. Tristi, ma pronti a ricominciare. Fotografia: Luca Bigazzi. Musica: Franco Piersanti.

La stella che non c'è (2006) on IMDb

Regia di Gianni Amelio. Un film con Federico Pacifici, Fausta Avelli, Clara Colosimo, Eva Axén, Giovannella Grifeo. Titolo originale: La morte al lavoro. Genere: Drammatico, Mistero. Paese: Italia. Anno: 1978. Durata: 90 min. Consigliato a: Un pubblico adulto. Valutazione IMDb: 5.9.

Trama: Alex, un giovane in cerca di un’abitazione, trova e affitta un appartamento il cui precedente inquilino, un attore, si è tolto la vita. All’interno, la casa è ancora piena dei suoi effetti personali e dei suoi cimeli professionali. La già sinistra atmosfera è amplificata dall’apparizione di una misteriosa e affascinante donna alla finestra del palazzo di fronte. Alex sviluppa un’ossessione per questa figura silenziosa, iniziando un rapporto a distanza che lo porterà a confondere progressivamente la realtà con la finzione e a percorrere un sentiero psicologico sempre più oscuro e pericoloso.

Commento: Opera televisiva del primo periodo di Gianni Amelio, “La morte al lavoro” è un film suggestivo e rarefatto, liberamente ispirato al racconto “Il ragno” di Hanns H. Ewers. Pur con i limiti del formato TV dell’epoca, Amelio costruisce un’atmosfera sospesa e inquietante, che ricorda quella de “L’inquilino del terzo piano” di Polanski, uscito due anni prima. Il film è una riflessione sul mestiere dell’attore e sul potere fagocitante della rappresentazione, dove l’identità personale si smarrisce fino a dissolversi nei ruoli e nelle ossessioni. È un’opera psicologica che indaga il labile confine tra arte e vita, fantasia e realtà.

La morte al lavoro (1978) on IMDb

Regia di Gianni Amelio. Un film con Ugo Gregoretti. Genere Drammatico – Italia1970durata 60 minuti. – MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Un semi-documentario del giovane Amelio, prodotto dalla televisione. Leonardo è un bambino chiuso in una casa di correzione del sud. Un regista televisivo entra nell’istituto e lo sceglie tra i tanti, per fargli un’intervista. La regia è molto curata e il film è nettamente sopra la media delle cosiddette pellicole sperimentali di quegli anni. 

La fine del gioco (1970) on IMDb



La città del sole - Film (1973)

Un film di Gianni Amelio. Con Umberto SpadaroGiulio BrogiDaniel SherrillErnesto ColliBedy Moratti StoricoRatings: Kids+16, durata 85 min. – Italia 1973.

Si tratta del secondo film di Amelio, girato per la televisione in sedici millimetri. È la storia di Tommaso Campanella, il monaco del Diciasettesimo secolo accusato di eresia e condannato all’ergastolo.

La città del sole (1973) on IMDb

Regia di Gianni Amelio. Un film con Antonio AlbaneseLivia RossiGabriele RendinaAlfonso SantagataSandra Ceccarelli. Genere Commedia, – Italia2013durata 104 minuti. Uscita cinema giovedì 5 settembre 2013 distribuito da 01 Distribution. – MYmonetro 2,55 su 11 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

11° film per il cinema di Amelio: è troppo originale per poter avere un grande successo di pubblico. Lo hanno paragonato a una nuvola: mentre lo guardi, cambia forma, una commedia che diverte e commuove. Difficile stabilire fino a che punto le responsabilità o i meriti siano di chi l’ha scritto (Amelio con Davide Lantieri) e dove cominci l’apporto di Albanese che fa di Antonio Pane, intrepido nella sua bontà, un personaggio indimenticabile. L’azione si svolge nella Milano del primo 2000 (fotografata benissimo da Luca Bigazzi). Pane, di mestiere, fa il rimpiazzo: sostituisce quasi ogni giorno qualcuno che deve assentarsi dal lavoro per ragioni più o meno serie. Non lo fa per gioco, si limita a prendere qualche soldo, spesso pochi. Amelio fa film che non si raccontano, ama il sentimento di speranza, il rispetto per l’essere umano, la difesa appassionata della sua dignità.

Intrepido: A Lonely Hero (2013) on IMDb

Regia di Gianni Amelio. Un film Da vedere 2022 con Luigi Lo CascioElio GermanoSara SerraioccoLeonardo MalteseAnna Caterina Antonacci (I)Cast completo Genere Drammatico, – Italia2022durata 130 minuti. Uscita cinema giovedì 8 settembre 2022 distribuito da 01 Distribution. – MYmonetro 3,67 su 31 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Provincia di Piacenza, anni Sessanta. Aldo Braibanti è un intellettuale con un gran seguito tra i giovani, che frequentano la sua “factory” dove si recita, si creano installazioni artistiche, si scrivono poesie. Fra i suoi adepti c’è Riccardo, che sogna di essere apprezzato dal suo maestro ma che da lui riceve solo critiche. Un giorno Riccardo porta con sé il fratello Ettore, che ha scovato una di quelle formiche che Braibanti, anche mirmecologo, colleziona in una teca. E l’intellettuale dimostra subito gratitudine e stima verso quel ragazzo intelligente e gentile. Ma anche un’attrazione, presto reciprocata dal ragazzo, che gli costerà lalibertà e la carriera: perché Braibanti è anche un omosessuale dichiarato.

Lord of the Ants (2022) on IMDb
Locandina Il primo uomo

Un film di Gianni Amelio. Con Jacques Gamblin, Catherine Sola, Maya Sansa, Denis Podalydès, Ulla Baugué. Titolo originale Le premier homme. Drammatico, durata 98 min. – Italia, Francia, Algeria 2011. – 01 Distribution uscita venerdì 20 aprile 2012. MYMONETRO Il primo uomo * * * 1/2 - valutazione media: 3,87 su 48 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Lo scrittore Jean Cormery torna nella sua patria d’origine, l’Algeria, per perorare la sua idea di un paese in cui musulmani e francesi possano vivere in armonia come nativi della stessa terra. Ma negli anni ’50 la questione algerina però è ben lontana dal risolversi in maniera pacifica. L’uomo approfitta del viaggio per ritrovare sua madre e rivivere la sua giovinezza in un paese difficile ma solare. Insieme a lui lo spettatore ripercorre dunque le vicende dolorose di un bambino il cui padre è morto durante la Prima Guerra Mondiale, la cui famiglia poverissima è retta da una nonna arcigna e dispotica. Gli anni ’20 sono però per il piccolo Jean il momento della formazione, delle scelte più difficili, come quella di voler continuare a studiare nonostante tutte le difficoltà. Tornato a trovare il professor Bernard, l’insegnante che lo ha aiutato e sorretto, il Cormery ormai adulto ascolta ancora una volta la frase che ha segnato la sua vita: “Ogni bambino contiene già i germi dell’uomo che diventerà”.
Senza mezzi termini il miglior film di Gianni Amelio almeno dai tempi de Il ladro di bambini. Adattamento del romanzo di Albert Camus, Il primo uomo ripercorre a ritroso le vicende di un personaggio straordinario, silenzioso e deciso, che ricerca nel proprio passato anche doloroso le convinzioni che lo hanno portato ad essere ciò che è nel presente. Lo stile del regista è come sempre asciutto ed elegante, evita inutili infarcimenti estetici e si concentra sulla pulizia e sull’efficacia dell’inquadratura. Ogni primo piano su volti segnati dalla loro vicenda personale è preciso, giustificato, emozionante. In questo lo supporta alla perfezione la fotografia accurata ma mai espressionista di Yves Cape, tornato con questo lungometraggio ai livelli altissimi che gli competono. Anche la sceneggiatura alterna i piani temporali costruendo un equilibrio narrativo basato sulla vita interiore del personaggio principale, un’architettura narrativa complessa e sfaccettata che funziona a meraviglia. Poi ovviamente ci sono gli attori, tutti in stato di grazia. Jacques Gamblin possiede la malinconia e insieme il carisma necessari per sintetizzare al meglio l’anima di una figura complessa come Jean Colmery. Accanto a lui una schiera di volti che regalano dignità e verità a tutte le parti, anche le più piccole: su tutti vale la pena citare una sontuosa Catherine Sola nelle vesti della madre di Jean, interpretata in gioventù dalla brava Maya Sansa.
Un’opera raffinata e umanissima, in grado di rivendicare l’importanza della memoria non solo personale ma collettiva, una memoria che deve essere adoperata come strumento d’indagine delle contraddizioni del presente. Sotto questo punto di vista quindi un film che guarda al passato per farsi attuale e necessario. Cinema di qualità estetica elevata e d’importanza civile. Da applauso.

Le premier homme (2011) on IMDb
G. Amelio: "IL PICCOLO ARCHIMEDE" - Sceneggiatura originale del film | eBay

Un film di Gianni Amelio. Con John SteinerLaura BettiShirley CorriganAldo SalviFranco Pugi Drammaticodurata 85 min. – Italia 1979.

Girato per la televisione in sedici millimetri. Un bambino toscano, figlio di contadini, ha un gran talento nell’apprendere matematica e musica. Si interessa a lui un inglese che però si trova al centro di un vero intrigo.

Il piccolo Archimede (1979) on IMDb
Locandina Così ridevano

Un film di Gianni Amelio. Con Enrico Lo VersoFrancesco GiuffridaFabrizio GifuniPaolo Sena DrammaticoRatings: Kids+16, durata 0 min. – Italia 1998MYMONETRO Così ridevano ***1/2- valutazione media: 3,50 su 14 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Leone d’oro a Venezia. Implacabile, appassionata, struggente, un’opera potente, lontana da facili citazioni neorealiste, da giudizi storici e da qualsiasi forma di didascalismo e ridondanza retorica. Un’epica collettiva in cui vicende private e contesto nazionale si alimentano reciprocamente alla ricerca delle origini della nostra confusa modernità.
A essere messo in scena è il dramma dell’emigrazione, del desiderio di riscatto, della difficile integrazione sociale e della convivenza tra povertà e benessere nell’Italia in ascesa nel boom annunciato. Amelio ci costringe a ripensare allo stereotipo meridionale e a situazioni e luoghi che crediamo di avere in qualche modo interiorizzato. Primo tra tutti l’espropriazione culturale e politica di intere generazioni di emigranti che hanno contribuito allo sviluppo del nord. 1958 – 1964, sei anni determinanti per il nostro paese, raccontati attraverso il rapporto complesso, tormentato e viscerale di due fratelli siciliani, per mezzo di una narrazione ellittica, al di là di qualsiasi convenzione stilistica, svuotata di fatti e di cronologia.

Così ridevano (1998) on IMDb
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