Category: Ugo Pagliai


Regia di Emilio P. Miraglia. Un film con Barbara Bouchet, Marina Malfatti, Ugo Pagliai, Marino Masè. Titolo originale: La Dama rossa uccide sette volte. Genere: Giallo, Horror. Paese: Italia. Anno: 1972. Durata: 98 min. Consigliato a: da 18 anni. Valutazione IMDb: 6.8.

Una famiglia altolocata di Düsseldorf è perseguitata da una leggenda: l’antenata Dama Rossa, uccisa secoli prima dal marito, si vendica tornando ogni cento anni per uccidere sette membri della sua famiglia. Le sorelle Kitty e Franziska, eredi della villa di famiglia, si trovano al centro di una serie di misteriosi omicidi. Un’assassina vestita di rosso, identica alla figura della leggenda, inizia a seminare il terrore, e le vittime non sono solo i membri della famiglia. Il mistero si infittisce, rivelando segreti inconfessabili, mentre la linea tra superstizione e follia diventa sempre più sottile.

“La Dama Rossa uccide sette volte” è uno dei gialli più celebri e riusciti del cinema italiano, un capolavoro di stile e suspense. Miraglia costruisce un thriller intricato e visivamente splendido, con una fotografia curatissima e un sapiente uso del colore, in particolare del rosso, che diventa un elemento narrativo e simbolico. La regia è elegante e la colonna sonora di Bruno Nicolai è indimenticabile, contribuendo a creare un’atmosfera di tensione e mistero costante. La trama, sebbene a tratti complessa, è ricca di colpi di scena e depistaggi che tengono lo spettatore col fiato sospeso fino alla rivelazione finale. Le interpretazioni sono solide, con una Barbara Bouchet nel pieno della sua bellezza e magnetismo. Il film non è solo un eccellente esercizio di stile, ma anche un’opera che riesce a mescolare efficacemente elementi horror, come omicidi efferati e presenze soprannaturali, con un’indagine poliziesca in piena regola. Un giallo che definisce il genere e che merita di essere riscoperto.

Mio Dio, come sono caduta in basso! - Film (1974)

Regia di Luigi Comencini. Un film Da vedere 1974 con Michele PlacidoLaura AntonelliAlberto LionelloRosemary DexterUgo PagliaiCast completo Genere Commedia – Italia1974durata 110 minuti. – MYmonetro 3,25 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

All’inizio del Novecento la nobile e casta Eugenia (Antonelli) e l’arricchito plebeo Raimondo (Lionello), siciliani, apprendono per telegramma la notte delle nozze di avere lo stesso padre, ma per convenienze sociali e ragioni economiche decidono di recitare la commedia davanti al mondo, vivendo in casto connubio. Secondo la morale corrente, lui può permettersi qualche scappatella, mentre la virginea consorte, pur smaniosa dei misteri della carne, deve frenarsi. Commedia degli equivoci e delle agnizioni in cui s’intrecciano due filoni parodistici del dannunzianesimo (di cui canzona anche il versante eroico) e del romanzo popolare d’appendice. L’immaginifico domina la scena, ma Carolina Invernizio è dietro l’angolo. Pur controllati dalla misura di Comencini, i lenocinii della commedia italo-sicula fanno da mastice tra i due registri. Ingorghi e intoppi nella 2ª parte con un finale discutibile, ma le scene che sberteggiano D’Annunzio graffiano. Memorabile la sequenza del pagliaio in cui l’autista (Placido) cerca di spogliare la padrona che non collabora. Antonelli ottima, Lionello sopra le righe, due spiritosi caratteri di Abruzzo come Monsignor Pacifici e Rochefort, barone viveur.

Till Marriage Do Us Part (1974) on IMDb
Bagnomaria - Film (1998)

Un film di Giorgio Panariello. Con Manuela Arcuri, Ugo Pagliai, Giorgio Panariello, Gianna Giacchetti. Comico, durata 90 min. – Italia 1999. MYMONETRO Bagnomaria * * - - - valutazione media: 2,29 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Il film si articola su quattro storie ambientate nella Versilia di fine stagione. Nella prima un bambino di nome Simone si innamora di una ragazza e si allontana dalla colonia per seguirla. Nella seconda un sindaco conservatore si scontra con il figlio di tutt’altre idee e comportamenti. Nella terza l’ubriacone del paese viene fatto oggetto di uno scherzo decisamente pesante facendogli trovare in una bara un morto al posto del vino che lui pensava vi fosse contenuto. Nella quarta un bagnino di buon cuore salva dal fallimento la proprietaria del “Bagnomaria”. In attesa dei più che buoni ascolti televisivi, Panariello si cuce addosso un film di serie B che non va al di là di una serie di sketch. È quello che fanno da (quasi) sempre i Vanzina.

Bagnomaria (1999) on IMDb
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