1940. Due famiglie contadine delle campagne ferraresi, strette fra gli echi lontani della Seconda Guerra Mondiale e gli spettri del nazismo, diventano burattini di una forza demoniaca e maligna proveniente da un pozzo.
Un folle serial killer uccide con la complicità della sorella e la loro unione di sangue è totale, visto che tra i due c’è anche un rapporto d’amore incestuoso. La terribile coppia tortura le vittime, le riprende con una telecamera prima di farle morire, filma le sofferenze e lo scannamento finale. L’uomo dà il colpo di grazia per poi tuffare le mani nelle ferite e cibarsi delle interiora e degli occhi della vittima. L’antefatto che scatena il delirio dei due assassini va ricercato in un trauma infantile, quando la ragazza ha ucciso la mamma e il ragazzo si è liberato del fratellino a colpi di coltello. Bad Brains è un bel film horror come si facevano una volta, un lavoro intenso e claustrofobico, dai toni onirici sempre presenti, ben girato in un interno decadente e angoscioso, fotografato in modo cupo e inquietante, raccontato a colpi di flashback che tengono in ansia lo spettatore.