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Nuda per un pugno di eroi - Film (1966) | il Davinotti

Nuda per un pugno di eroi (赤い天使, Akai tenshi) è un film del 1965 diretto da Yasuzo Masumura; è conosciuto anche con il titolo Red Angel.

L’infermiera Nishi viene inviata da Tokyo in Cina, a Tientsin, in un ospedale militare dove ha modo di sperimentare in prima persona le brutali conseguenze della guerra. In questo ospedale, Nishi assiste il dottor Okabe, specializzato in amputazioni, aiutandolo a salvare il maggior numero possibile di soldati giapponesi; il loro compito è arduo, viste le precarie condizioni igieniche e la quasi totale assenza di medicinali e personale medico. Stando a stretto contatto con i soldati, l’infermiera prende a cuore le vicende umane di diversi di loro, tra cui Orihara, rimasto senza arti e si innamora del dottor Okabe, schiavo della morfina e reso impotente da tale dipendenza. Quando il dottore viene inviato al fronte, in prima linea, Nishi decide di seguirlo per rimanere al suo fianco. 

The Red Angel (1966) on IMDb
Risultati immagini per Agguato sul fondo

Un film di Archie Mayo. Con Anne BaxterTyrone PowerDana Andrews Titolo originale Crash DiveGuerradurata 90 min. – USA 1943MYMONETRO Agguato sul fondo * * 1/2 - -valutazione media: 2,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Un ufficiale di marina si innamora della fidanzata del suo comandante. Durante una missione gli salva la vita; a spiegazione e riconciliazione avvenuta può sposare la ragazza che ama.

Crash Dive (1943) on IMDb
Ringo il cavaliere solitario - Film (1968) | il Davinotti

Un film di Rafael Romero Marchent. Con Piero Lulli, Jesus Puente, Armando Calvo, Peter Martell, José Jaspe. Western, durata 93 min. – Italia 1968. MYMONETRO Ringo il cavaliere solitario * * - - - valutazione media: 2,00 su 1 recensione.

Western di nessuna emozione: racconta la storia di un agente, Daniel, e di un soldato nordista, Allan, che riescono a sgominare un gruppo di banditi. Ma Daniel commette l’errore di uccidere il fratello di Allan e questo mette fine alla loro solida amicizia.

Two Brothers, One Death (1968) on IMDb

Regia di George Marshall. Un film Da vedere 1958 con Shirley MacLaineGlenn FordLeslie Nielsen. Titolo originale: The Sheepman. Genere Western – USA1958durata 85 minuti. – MYmonetro 2,92 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Un western comico pervaso di intelligente umorismo: un uomo si stabilisce in un paesino del West assieme al suo gregge di pecore. Gli allevatori di bovini, temendo un danno ai propri pascoli, tentano di mandarlo via prima con le buone, poi con le cattive.

The Sheepman (1958) on IMDb

Regia di Rafael Romero Marchent. Un film con Sydney ChaplinPeter Lee LawrenceGuglielmo SpoletiniDyanik ZurakowskaEduardo FajardoCast completo Genere Western – Italia1968durata 89 minuti. – MYmonetro 2,50 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Western “all’italiana” dei più fiacchi, con un primattore tedesco e il figlio di Chaplin che fa malinconicamente il cattivo.

One by One (1968) on IMDb

Regia di Roger Michell. Un film con Anne ReidDaniel CraigPeter VaughanAnna Wilson Jones, Danira Govich. Genere Drammatico – Gran Bretagna2003durata 112 minuti. – MYmonetro 3,13 su 6 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Rimasta vedova e impreparata alla vecchiaia, la provinciale sessantenne May è accolta nella bella casa londinese del figlio Bobby e poi in quella più povera di sua figlia Paula e inizia di nascosto una relazione con l’amante di lei, il falegname anticonformista Darren, scoprendo finalmente i piaceri del sesso. Nonostante le apparenze, il linguaggio registico del poliedrico Michell conta più della sceneggiatura di H. Kureishi, tratta da un racconto in Il corpo (2002), che pure ha il merito di trasgredire il tabù dell’inconoscibile e misconosciuta sessualità dell’alta età femminile. Dopo una 1ª parte apprezzabile per finezza psicologica e descrizione ambientale, Kureishi impregna l’invettiva di Gide (“Vi odio, famiglie!”) di una misantropia nichilista, venata di misoginia. Inquinano, nel loro crudo naturalismo, l’ultima mezz’ora e persino l’unico personaggio positivo, la protagonista May che la teatrante Reid impersona con un’intensità dolce, non priva di durezza ribelle. Girato in esterni a Shepherds Bush Green, quartiere di Londra, con un’incursione nella nuova Tate Gallery.

 The Mother
(2003) on IMDb

Regia di Samuel Maoz. Un film Da vedere 2009 con Oshri CohenMichael MoshonovZohar ShtraussReymond AmsalemItay TiranCast completo Genere Drammatico, – IsraeleGermaniaFranciaLibano2009durata 90 minuti. Uscita cinema venerdì 23 ottobre 2009 distribuito da Bim Distribuzione. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 – MYmonetro 3,55 su 15 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Leone d’oro alla 66ª Mostra di Venezia 2009 e 1° film israeliano a vincerlo. Scritto e diretto dall’esordiente Maoz, sulla base dei suoi ricordi di sottotenente carrista che nel giugno 1982 partecipò alla 1ª guerra nel Libano. Sul muro di una città in cui un tank israeliano penetra dopo un massiccio bombardamento aereo c’è una scritta idiota: “L’uomo non è d’acciaio, il carro armato è soltanto ferraglia”. Non sono d’acciaio i 4 uomini che vi sono chiusi. 2° film israeliano a raccontare quella guerra dopo Valzer con Bashir , si svolge, tolti 10 minuti, all’interno del carro armato, nel suo buio fetido e sporco. Radicale, senza orizzonti, il mondo esterno è visto attraverso il mirino del mitragliere Shmulik. Maoz ha detto di aver scritto il film con la pancia. Lo si vede: la sua è la memoria emotiva di un 20enne che nel 1982 uccise per la prima volta un uomo. Lo spinse a fare il film il bisogno di riuscire a perdonarsi; di comunicare quell’esperienza a livello sensoriale prima agli attori, poi agli spettatori; di fare capire che il vero nemico e carnefice è la guerra stessa che costringe chi la fa a uccidere per sopravvivere. C’è riuscito anche grazie ad Ariel Roshko (scenografie), Giora Bejach (fotografia), Alez Claude (suono), Nicolas Becker (musica).

 Lebanon
(2009) on IMDb

Regia di Peter Mullan. Un film Da vedere 2002 con Eileen WalshGeraldine McEwanDorothy DuffyAnnie-Marie DuffAnne-Marie DuffCast completo Titolo originale: The Magdalene Sisters. Genere Drammatico – Gran Bretagna2002durata 119 minuti. – MYmonetro 3,25 su 7 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

1964, Irlanda. Giovani donne, ragazze-madri, violentate, orfane o solo troppo “vivaci”, vengono rinchiuse dai familiari in uno dei conventi Magdalene gestiti dalle sorelle della Misericordia. Le ragazze, per espiare i loro peccati, sono costrette a lavorare fino allo stremo delle forze e a subire percosse e ogni genere di violenza psicologica se non ubbidiscono agli ordini delle suore. Il film racconta la storia di quattro giovani vittime e sono, purtroppo, storie vere. Peter Mullan, dopo un film sopra le righe come Orphans, sceglie un registro molto più realistico e ci parla di ognuna di loro con lo stile di una camera a mano che rende ogni inquadratura cruda e dolorosa. Lo fa con la sensibilità e la partecipazione a un destino segnato dalle convenzioni sociali e morali che negano il rispetto, la Fede e la libertà.

The Magdalene Sisters (2002) on IMDb

Regia di Nikita Mikhalkov. Un film con BademiaBayaertuBademaVladimir GostyukhinLarisa KuznecovaJon BochinskiCast completo Titolo originale: Urga. Genere Commedia – FranciaURSS1991durata 118 minuti. – MYmonetro 2,97 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Vincitore del Leone d’Oro alla Mostra di Venezia, non senza contestazioni. L’avrebbe infatti meritato Lanterne rosse di Zhang Ymou. Il film di Michalkov è simpatico, piacevole ma niente di più. Poggia su una storiellina flebile supportata da una bellissima fotografia e da un paesaggio da favola. Siamo in Mongolia. Un solitario personaggio, che vive con moglie e figlia in una landa sconfinata, conosce un giorno un camionista che è uscito di strada col suo automezzo. Insieme i due uomini vanno in città, perché il mongolo ha scoperto che c’è il famoso preservativo che permette i piaceri della carne senza aumentare il numero di figli. I soldi però li spenderà in bevute, che divide con il nuovo amico, e in un apparecchio televisivo, che con un’antenna posticcia, funzionerà magicamente. 

Close to Eden (1991) on IMDb

I subita sono stati tradotti con google, potrebbero esserci delle imprecisioni.

Locandina italiana Atlantic City U.S.A.

Un film di Louis Malle. Con Michel Piccoli, Burt Lancaster, Susan Sarandon, Kate Reid, Robert Joy.  Titolo originale Atlantic City. Drammatico, durata 104′ min. – Canada, Francia 1980. MYMONETRO Atlantic City U.S.A. * * * - - valutazione media: 3,25 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Lou, un grigio balordo che si fa mantenere da una tardona, ha un’avventura con la giovane Sally di cui assume la protezione uccidendo due gangster che la perseguitano. Sapientemente ambientato nella cornice della famosa città termale decaduta, è un dramma gangster dove contano i personaggi più che l’azione. Dominato da un ottimo Lancaster, diretto con intelligenza da Malle in scene d’amore e violenza. Leone d’oro a Venezia ex aequo con Gloria di J. Cassavetes.

Atlantic City (1980) on IMDb

Regia di Mario Monicelli. Un film Da vedere 1959 con Vittorio GassmanAlberto SordiBernard BlierFolco LulliSilvana ManganoNicola AriglianoCast completo Genere Guerra – Italia1959durata 129 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 4,67 su 5 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

1916: Oreste Jacovacci, romano, e Giovanni Busacca, milanese, sono due scansafatiche furbastri e vigliacchetti. Dopo aver cercato invano di imboscarsi si trovano arruolati e al fronte. Da quel momento vivono tutte le disgrazie di una guerra: il cibo pessimo, le marce forzate, il freddo, la paura, qualche piccola distrazione militare, persino un’avventura con una prostituta (la vive il “milanese” Gassman). In una cosa i due sono sempre in prima fila: nell’evitare le grane, piccole o grandi che siano. Riescono a farla franca tutte le volte, ma una notte si trovano per caso in una cascina che viene presa dai nemici. Cercano di scappare travestendosi da austriaci, vengono catturati e proprio in virtù del travestimento potrebbero essere fucilati. Il colonnello nemico promette che li salverà se riveleranno l’ubicazione di un certo ponte di barche sul Piave. I due conoscono l’informazione delicatissima e decidono, per salvarsi, di parlare. Ma il colonnello dice la frase sbagliata e provoca nei due un incredibile rigurgito di orgoglio. È Gassman il primo a reagire, con la famosa battuta, al colonnello: “… visto che parli così, mì a tì te disi propri un bel nient, faccia di merda…”. E muoiono da eroi, fucilati. Film importante ed esclusivo, irresistibile per quasi tutti gli aspetti: l’interpretazione di tutti gli attori, la ricerca iconografica, la verità degli episodi e l’attendibilità storica. La sceneggiatura di Age, Scarpelli e dello stesso Monicelli presenta spesso toni comici – Gassman assomiglia molto a quello dei Soliti ignoti – e privilegia la bravura di tutti i caratteristi, anche non attori, come il pugile Tiberio Mitri e il cantante Nicola Arigliano. L’artificio, certamente commerciale, di contrapporre a una situazione divertente una drammatica, si è tradotto, alla resa dei conti, in un arricchimento, anche rispetto ai toni dei grandi film italiani della stagione del neorealismo, capolavori sì, ma spesso cupi e monocordi. Gli anni de La Grande guerra erano davvero quelli d’oro. Il nostro cinema non sarebbe mai più stato a quell’altezza. 

The Great War (1959) on IMDb
Locandina italiana The Tree of Life

Un film di Terrence Malick. Con Brad Pitt, Sean Penn, Jessica Chastain, Fiona Shaw, Joanna Going. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 138 min. – India, Gran Bretagna 2011. – 01 Distribution uscita mercoledì 18 maggio 2011. MYMONETRO The Tree of Life * * * - - valutazione media: 3,36 su 251 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Texas, anni Cinquanta. Jack cresce tra un padre autoritario ed esigente e una madre dolce e protettiva. Stretto tra due modi dell’amore forti e diversi, diviso tra essi per tutta la vita, e costretto a condividerli con i due fratelli che vengono dopo di lui. Poi la tragedia, che moltiplica le domande di ciascuno. La vita, la morte, l’origine, la destinazione, la grazia di contro alla natura. L’albero della vita che è tutto questo, che è di tutte le religioni e anche darwiniano, l’albero che si può piantare e che sovrasta, che è simbolo e creatura, schema dell’universo e genealogia di una piccola famiglia degli Stati Uniti d’America, immagine e realtà.
L’attesa della nuova opera di uno degli sguardi più dotati e personali dell’arte cinematografica è ricompensata da un film tanto esteso, per la natura dei temi indagati, quanto essenziale. Popolato persino da frasi quasi fatte, che la genialità del regista riesce a spogliare di ogni banalità e a resuscitare al senso. Malick parla la sua lingua inimitabile, le cui frasi sono composte di immagini (tante, in quantità e qualità) e di parole (molte meno) in una combinazione unica, senza mai pontificare. Si ha più che mai l’impressione che con questo film, che parla a tutti, universalmente, non gli interessi comunicare per forza con nessuno, ma farlo innanzitutto per sé.
Testimone di una capacità rara di sapersi meravigliare, ha realizzato un film che non si può certo dire nuovo ma nel quale Terrence Malick si ripete come si ripropone il bambino nell’uomo adulto, per “essenza” vien da dire: ci si può vedere la maniera o, meglio, ci si può vedere l’autore.
Del film si mormorava addirittura che avrebbe riscritto la storia del cinema e in un certo senso The Tree of Life fa anche questo, senza inventare nulla ma spaziando dall’uso di un montaggio emotivo da avanguardia del cinema degli esordi ad una sequenza curiosamente molto vicina al finale del recentissimo Clint Eastwood, Hereafter. Il confronto, però, scorretto ma tentatore, non si pone: la passeggiata di Malick in un’altra dimensione è potente e infantile come può esserlo solo il desiderio struggente che nutre il bambino di avere tutti nello stesso luogo, in un tempo che contenga magicamente il presente e ogni età della vita. Ecco allora che il film non sarà nuovo ma rinnova, ritrovando un’emozione primigenia, fondendo ricordo e speranza. L’ultimissima immagine non poteva che essere un ponte.

The Tree of Life (2011) on IMDb

Un film di Cristian Mungiu. Con Anamaria Marinca, Laura Vasiliu, Vlad Ivanov, Alexandru Potocean, Ion Sapdaru.Titolo originale 4 luni, 3 saptamini si 2 zile.Drammatico, durata 113 min. – Romania 2007. – Lucky Red uscita venerdì 24 agosto 2007. MYMONETRO 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni * * * 1/2 - valutazione media: 3,59 su 73recensioni di critica, pubblico e dizionari.

In una città della Romania nel 1987, due anni prima della fine ingloriosa dell’era Ceausescu. In un pensionato femminile, che ha l’aria di una caserma e di un suk arabo, la studentessa Gabita (Vasiliu) è incinta. Irresponsabile e stolida com’è, non sa che fare. L’aborto è illegale. Per sua fortuna c’è Otilia (Marinca) che, tra l’onnipotenza di un regime poliziesco e la penuria di denaro, si sbatte per trovare una camera d’albergo e un abortista clandestino. In un mondo in cui il comunismo è come se non ci fosse, ma ha una presenza pesante, opaca, anonima, abitato da anime morte, è lei l’unica viva, la sola, perplessa e pragmatica, che affronta la realtà e che mette a rischio la sua tranquillità per qualcun altro. È lei che deve portar via il feto in un asciugamano in una scena disturbante che ingiustamente in molti hanno rimproverato a Mungiu, regista e sceneggiatore con alle spalle appena un film e mezzo. Girato in poche settimane (fotografia: Oleg Mutu), montato in 3 giorni, un solo piano fermo per ogni scena, ha un’azione chiusa in una giornata e una regia in apparenza neutrale nel rifiuto di ogni effetto drammatico, che gli darebbe persino l’aria di un documentario se non fosse per la quieta, implacabile costruzione narrativa, i dialoghi precisi, gli interpreti funzionali. Perciò quel movimento della cinepresa che lentamente scende verso il feto è necessario: costringe lo spettatore a guardare in faccia la realtà prima di prendere partito pro o contro. È un film senza lacrime in cui si mostrano gli esseri umani “con un doloroso senso di sconsolata rabbia e di asciutta pietà” (B. Fornara). Palma d’oro a Cannes 2007.

 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni
(2007) on IMDb
Locandina Fahrenheit 9/11

Un film di Michael Moore. Con Michael Moore, George W. Bush Documentario, Ratings: Kids+16, durata 115 min. – USA 2004. uscita venerdì 27 agosto 2004. MYMONETRO Fahrenheit 9/11 * * * - - valutazione media: 3,31 su 32 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

“Sono il più patriottico degli Americani perché credo nei principi che hanno dato vita a questa nazione e mi do da fare perché vengano ristabiliti”. Così Michael Moore in un’intervista per la ‘bibbia’ del cinema “Variety”. In effetti Fahrenheit 911 è un film patriottico perché crede nel popolo americano pur non avendo alcuna fiducia in chi lo governa in questo periodo. Moore riduce al minimo, rispetto a Bowling a Columbine, la sua presenza sullo schermo per lasciare spazio al suo nemico pubblico numero 1 George W. Bush e al gruppo che ha portato alla Casa Bianca dopo un’elezione che ha lasciato dietro di sé più di un dubbio di legittimità. Moore però non si limita a mostrare e dimostrare le bugie dell’Amministrazione Bush (dai rapporti con Bin Laden alle dichiarazioni contraddittorie nell’arco di poco tempo sull’Iraq) ma va a cercare tra il popolo i motivi dell’arruolamento dei giovani nell’esercito per giungere poi, in un’apoteosi di populismo mediaticamente efficacissimo, ad andare davanti al Senato a offrire ai senatori il modulo per l’arruolamento da consegnare ai loro figli. Una democrazia che voglia avere il diritto di proclamarsi tale ha bisogno di ‘arrabbiati’ come il premio Oscar Moore.

Fahrenheit 9/11 (2004) on IMDb

Regia di Nanni Moretti. Un film Da vedere 2001 con Nanni MorettiLaura MoranteJasmine TrincaGiuseppe SanfeliceClaudio SantamariaCast completo Genere Drammatico – Italia2001durata 100 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,75 su 10 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Giovanni Sermonti, psicanalista, vive ad Ancona con la moglie Paola e i due figli liceali, Andrea e Irene. Andrea muore in un’immersione subacquea. Ciascuno dei tre reagisce a modo suo. Entra in scena, inaspettata, Arianna che aveva conosciuto Andrea al campeggio e che con un amico va in Francia in autostop. I tre l’accompagnano in auto fino al confine. Tema centrale: l’elaborazione del lutto. Si dà spazio al padre, il più fragile nel corto circuito tra l’insensatezza di un dolore insostenibile e il senso che si tenta di dargli per collocarlo nella trama della vita che continua, per rendere pensabile quel che è impensabile, portandolo alla parola e all’immagine. L’itinerario che si chiude in modo lievemente rasserenante è raccontato con forza impietosa che si accompagna alla difficile arte del pudore. Nel suo film più maturo, anche stilisticamente, Moretti fa piangere, fa sorridere, fa aspettare. Sfiora i confini del mélo , raggelandolo. Il che spiega in parte il suo successo: lo spettatore si commuove non soltanto per il dolore dei personaggi con cui si è identificato, ma piange su sé stesso, sulla caducità della vita. Chi non ama Moretti e il morettismo trova pane per i suoi denti: l’egocentrismo sfrenato dell’attore/autore; l’idealizzazione del gruppo familiare ( mens sana in corpore sano , ecc.); la messa al bando di ogni riferimento alla realtà esterna che, però, potrebbe essere un mezzo per uscire dal presente e puntare sull’universale. Tutto funziona: la resa degli attori, la fotografia di Beppe Lanci, la musica discreta di Nicola Piovani. Palma d’oro a Cannes, 3 premi Donatello (film, L. Morante, musica), Nastro d’argento al miglior film.

 La stanza del figlio
(2001) on IMDb
Locandina Operazione Cicero

Un film di Joseph L. Mankiewicz. Con James MasonDanielle DarrieuxMichael RennieWalter HampdenOskar Karlweis. continua» Titolo originale 5 FingersSpionaggioRatings: Kids+13, b/n durata 108 min. – USA 1952MYMONETRO Operazione Cicero ***1/2- valutazione media: 3,70 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Un giovanotto inglese, cameriere dell’ambasciatore britannico ad Ankara durante la seconda guerra mondiale, offre ai tedeschi i piani dello sbarco in Normandia. I documenti sono autentici, ma i tedeschi non si fidano.

5 Fingers (1952) on IMDb

Regia di Nikita Mikhalkov. Un film con Nikita MikhalkovOleg MenshikovIngeborga DapkunaiteNadezhda Mikhalkova. Titolo originale: Outomlionney solntsem. Genere Drammatico, – RussiaFrancia1994durata 134 minuti. Uscita cinema giovedì 15 dicembre 1994 distribuito da Mikado Film. – MYmonetro 3,00 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nel 1936, dopo dieci anni, Mitja (Menshikov) torna nella dacia dov’è cresciuto e dove vive Marusja (Dapkunaite), da lui sempre amata, oggi moglie di un eroe della rivoluzione, il colonnello Sergej Kotov (Michalkov). Nessuno sa che lo scopo del ritorno di Mitja, entrato nella polizia segreta, è di arrestare l’amico Kotov, bersaglio di una delle tante purghe di quegli anni terribili. Scritto dal regista con Rustam Ibragimbekov, girato con un accademismo di alta scuola, ridondante di una liturgia romantica molto russa e molto teatrale, il film ha l’ambizione di introdurre, concentrando l’azione drammatica nel giro di una domenica estiva, la violenza della Storia in un’atmosfera neocechoviana di struggente dolcezza nostalgica: la famiglia allargata, la dacia, l’isba, l’ansa del fiume, la foresta di betulle. Ma il sole ingannatore è soltanto quello di Stalin – il cui gigantesco ritratto, sollevato da un dirigibile, oscura il cielo – oppure è anche la rivoluzione stessa che, meno di vent’anni dopo il 1917, ha rivelato il suo vero volto? 10 anni prima sarebbe stato un film eversivo. Nel 1994 il film più politico di Michalkov è anche il più nostalgico, suggerendo il rimpianto per il passato zarista. 2° premio a Cannes e Oscar per il miglior film straniero.

 Sole ingannatore
(1994) on IMDb
Locandina Lorna

Un film di Russ Meyer. Con Lorna Maitland, Mark Bradley, James Rucker Erotico, b/n durata 79 min. – USA 1964. MYMONETRO Lorna * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Un predicatore introduce il dramma che sta per vivere Lorna, moglie del minatore Jones che non la soddisfa sul piano sessuale. Il regista afferma di essersi ispirato a Riso amaro.

 Lorna
(1964) on IMDb

Regia di Russ Meyer. Un film Da vedere 1975 con Charles NapierShari EubankCharles PittsUschi DigardAnn Marie. Genere Commedia – USA1975durata 105 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 18 – MYmonetro 3,11 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Divertentissimo fumettone scanzonato che non si prende un minuto sul serio e straripa delle migliori pin up.Meyer(che cura anche il forsennato montaggio e appare brevemente come direttore del motel)tratta il sesso in chiave parossistica, come pure la violenza(l’estenuante duello finale a dinamite)e racconta le impossibili avventure di un macho dall’aria tonta con piglio allegramente spudorato

 Supervixens
(1975) on IMDb

Regia di Vladimir Menshov. Un film Da vedere 1979 con Vera AlentovaIrina NurayevaRaisa RyazanovaAleksey BatalovIrina MuravievaCast completo Titolo originale: Moskva slezam ne verit. Genere Commedia – URSS1979durata 150 minuti. – MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Tre ragazze che hanno lasciato la campagna da vent’anni per cercare fortuna a Mosca affrontano il bilancio della propria vita: l’amore, la carriera, i figli, tra speranze, successi e delusioni. Piacevole sorpresa della cinematografia sovietica, il film fa leva su situazioni universali, immerse in una realtà moscovita qui coraggiosamente trattata in modo non sempre conforme alle censure generalmente imposte dal regime. 

Moscow Does Not Believe in Tears (1980) on IMDb