
Regia di Šarūnas Bartas. Un film con Yekaterina Golubeva, Rima Latypova, Arunas Sakalaukas, Audrius Stonys. Titolo originale: Trys Dienos. Genere: Drammatico. Paese: Lituania. Anno: 1991. Durata: 76 min. Consigliato a: Per un pubblico maturo. Valutazione IMDb: 7.6.
Ambientato nella città di Kaliningrad (allora ancora un’enclave sovietica), il film segue la magra esistenza di quattro giovani nell’arco di tre giorni. Due ragazzi lituani arrivano in città e incontrano due ragazze russe in una fase di deriva esistenziale. La trama è ridotta all’essenziale: i quattro vagano in cerca di un luogo dove stare, muovendosi tra edifici fatiscenti, stazioni deserte e l’anonimato urbano. La narrazione è estremamente frammentata e quasi priva di dialoghi, riflettendo la sensazione di isolamento, noia e mancanza di prospettive che caratterizzava la gioventù nelle regioni post-sovietiche al momento del crollo.
Trys Dienos è il primo lungometraggio di Šarūnas Bartas, che stabilisce qui il suo stile distintivo: un cinema contemplativo, lento e minimalista, erede della scuola di Tarkovskij. La regia privilegia le atmosfere e le composizioni visive rispetto alla progressione narrativa, usando inquadrature lunghe e fisse che catturano la desolazione e la malinconia degli spazi e dei volti. Il tema centrale è l’assenza di significato e la disperata ricerca di una connessione umana in un contesto di vuoto storico e sociale. L’assenza quasi totale di dialogo e la musica rarefatta contribuiscono a creare un senso opprimente di alienazione. È un’opera fondamentale per il cinema baltico e per la filmografia di Bartas, lodata per il suo rigore stilistico e la capacità di trasformare la precarietà post-comunista in un’universale riflessione sulla condizione umana. Ha ricevuto riconoscimenti internazionali, tra cui il Premio FIPRESCI al Festival di Berlino.

In questo film non ci sono dialoghi.





