Sopravvissuti due volte. Alla vita di prima, piena di scheletri nell’armadio, e a quella sull’isola, ancor più pericolosa e sul filo del rasoio. Due volte perduti: caduti dalla pentola nella brace. Quello che succede ai passeggeri del volo 815 della Oceanic Airlines con rotta da Sidney a Los Angeles travalica l’incidente aereo e diventa un caso “ai confini della realtà”. Su quale isola del Pacifico del sud sono precipitati i 48 sopravvissuti del disastro? Che razza di creatura è quella che ha dilaniato in un sol colpo il copilota dell’aereo intrappolato ancora vivo nella cabina di pilotaggio finita in cima agli alberi? Come fa un orso polare a trovarsi su un atollo tropicale? Che cosa nasconde il messaggio che si ascolta una volta riattivata la radio, proveniente dall’isola e sempre lo stesso da 16 anni? Ma soprattutto: chi diavolo sono e che cosa nascondono gli scampati alla tragedia?
Film a episodi della Svensk che reclutò 9 registi. Tema fisso: quali sono le cose più stimolanti per vincere la noia esistenziale? Chi sceglie lo sport, il sesso, l’emozione artistica. Per Bergman è il bambino, stimolo a vivere e presenza d’amore: in Daniel _ girato tra il ’63 e il ’65 _ si dedica a Daniel Sebastian, nato nel 1962 dalla pianista Käbi Laretei, 4ª moglie e sua collaboratrice per anni, anche dopo il 4° divorzio. Come gli altri registi, compare di persona sullo schermo, dicendo che, mentre gira un film, pensa al modo con cui il figlio lo vedrà e lo capirà. L’episodio (11 minuti) consiste in frammenti di filmetti familiari in Super8 da lui girati. Dà l’impressione di voler fare qualcosa di diverso dai film dei colleghi, realizzati con attori professionisti (in quello di Abramson recita Ingrid Bergman). Distribuito anche in Italia nel 1967.
Dopo un incidente, una giovane donna si sveglia in una stanza semi buia con una flebo attaccata al braccio e la caviglia incatenata al letto: non sa come ci sia finita. Un uomo corpulento dai modi sbrigativi e bruschi le spiega che l’ha salvata portandola nel suo bunker. Nel mondo fuori eventi catastrofici hanno reso inabitabile la Terra. Insieme a loro c’è un ragazzo del posto che ha aiutato “il padrone di casa” a costruire il rifugio antiatomico. Alcuni episodi sembrano confermare che i due dicano la verità. Prodotta (come il similare Cloverfield ) da J.J. Abrams e diretto dal debuttante Trachtenberg con un budget di circa 15 milioni di dollari, è una sorprendente commedia thriller surreale piena di colpi di scena e segnata da un ritmo di traboccante tensione. Finale non banale. Il cast è un prezioso valore aggiunto.
A New York, una sera, un gruppo di amici organizza una festa d’addio a sorpresa. Tutto sembra tranquillo, finché un boato fa tremare le pareti della casa: non è un terremoto, né un attentato, è un enorme mostro biancastro, che si vede molto poco, un Godzilla con enormi fauci avvolto nella nebbia che distrugge tutto. È un disaster movie – girato fin dall’inizio con una camera a mano così ipercinetica (su, giù, salta, sussulta, si gira, si mette di traverso) che in meno di dieci minuti provoca nausea se non peggio – che potrebbe essere un buon pilota di una serie TV. È invece un film – per fortuna abbastanza breve – pieno di colpi di scena, con una messa in scena asciutta e volti poco conosciuti e anonimi, che fu preceduto da una campagna mediatica (architettata da J.J. Abrams) basata sul mistero e sulla paura post-11-settembre: il primo weekend ha fatto faville al botteghino, ma poi tutto si è ridimensionato e il film è tornato nel silenzio, a essere ciò che è: “un catastrofico ripreso al telefonino”.
Nel corso degli anni ha ricevuto numerosi riconoscimenti e nomination ai Golden Globe, agli Emmy Awards, agli Screen Actors Guild Award e ai People’s Choice Awards. Nel 2003 l’American Film Institute ha inserito Alias nella top 10 delle migliori serie televisive dell’anno[1], e in seguito diverse testate l’hanno proclamata uno dei miglior show televisivi di tutti i tempi[2]. Nel 2010 il canale satellitare E! ha classificato Aliasal quarto posto nella top 20 delle migliori serie televisive del ventennio 1990–2010[3].
Westworld – Dove tutto è concesso (Westworld) è una serie televisivastatunitense ideata da Jonathan Nolan e Lisa Joy per la HBO, basata sul film Il mondo dei robot (Westworld, 1973) diretto da Michael Crichton. Nolan ha diretto l’episodio pilota e figura come produttore esecutivo insieme a Joy, J.J. Abrams e Bryan Burk.
Westworld è un parco a tema western interamente popolato da androidi sintetici in cui i visitatori possono immergersi completamente nell’esperienza e fare qualsiasi cosa essi vogliano, senza preoccuparsi delle conseguenze morali o etiche su persone o cose. Il team di sviluppo degli androidi cerca continuamente di migliorarli e di renderli sempre più realistici; a tal fine il dottor Robert Ford, direttore creativo del parco, aggiorna gli androidi con delle “rimenbranze” affinché essi abbiano un comportamento più umano. View full article »