Una bellissima nera viene rapita per essere venduta come concubina a un principe arabo. Il marito organizza la ricerca aiutato da strani personaggi. Praticamente viene attraversata l’Africa.
Pur messo sull’avviso, uno scettico giornalista prende possesso della casa maledetta di Amityville. Se ne pentirà amaramente, soprattutto quando entra in scena un mostro dagli occhi tremendi. Non soltanto 3° della serie, ma anche realizzato in 3D. Il vecchio Fleischer mette al servizio dell’impresa il suo solido professionismo, salvandolo di misura dalla spazzatura.
Un coltivatore di cocomeri si scontra con la mafia che s’è assunta il controllo del reclutamento dei braccianti locali. Lo sbattono in galera sotto falsa accusa. Lui scappa, coinvolgendo nella fuga un famoso gangster. Finisce che deve vedersela con tutti in una volta: mafiosi e gangster. Ma lui è un duro, pluridecorato in Vietnam
Conan in missione, in un viaggio di andata e ritorno disseminato di scontri, cavalcate, sortilegi, crolli e mostri che lo impegnano in duelli spaventosi. Ripresa, con i mezzi di Hollywood, del cinema mitologico italiano degli Ercoli e Maciste, per iniziativa di Dino De Laurentiis, produttore emigrato. Inferiore a Conan il barbaro (1982) di John Milius, con qualche scivolone nel ridicolo involontario.
Per salvare la vita di un celebre scienziato, vittima di un attentato, alcuni medici si fanno miniaturizzare ed entrano nel suo corpo. Per arrivare al cervello e operarlo hanno solamente un’ora. L’idea di partenza, di genere fantabiologico (sceneggiatura di Harry Kleiner), è decisamente originale e realizzata con abili effetti speciali. Interessante ricostruzione “ambientale” e tanta fantasia. Unica donna la bella Welch. 2 Oscar alle scenografie e agli effetti speciali.
Dal romanzo (1870) di J. Verne: due scienziati e un marinaio, naufraghi, sono ospitati a bordo del Nautilus, sottomarino (del 1860!) ideato e guidato dal vendicativo capitano Nemo che fa la guerra alle grandi potenze. Un po’ bovino e a una dimensione sola rispetto a Verne, ma ricco di sequenze avvincenti e di un rispettabile cast, anche se il vero eroe del film è l’operatore Franz Planer. Oscar per scenografia (John Meehan) ed effetti speciali (John Hench).
Nel X secolo i Vichinghi, pirati della Scandinavia, per anni hanno attaccato le coste inglesi. Durante un’incursione, il capo Ragnar uccide il re e usa violenza alla regina di Northumbria. Nasce un bimbo che, dopo mille disavventure, diventa re dei Vichinghi e sposa Morgana, assicurandosi la corona inglese. Trascinante film d’avventure percorso da una forza d’immagini spesso brutale e da un lirismo potente. Girato con larghi mezzi ha esaudito tutte le ambizioni di un regista che si è avvalso dell’opera di professionisti come Jack Cardiff per la fotografia e Mario Nascimbeni per la musica. Tratto dal romanzo The Viking di Edison Marshall, sceneggiato da Calder Willingham. Nell’edizione originale la voce narrante era di Orson Welles. I disegni animati (dell’UPA) che aprono e chiudono il film sono ispirati a una tappezzeria di Bayeux. Superbo Douglas, anche coproduttore.
Nella Chicago degli anni ’20 due studenti sequestrano e uccidono un ragazzo per il gusto di un gesto gratuito. Il celebre avvocato Clarence Darrow (Welles) li salva dalla pena capitale. Come Nodo alla gola (1948) di Hitchcock, è ispirato al celebre delitto Leopold-Loeb, drammatizzato in modo più giornalistico adattando un copione teatrale di Meyer Levin. Solido, efficace, freddo. Conta soprattutto per Welles in un esercizio di alto istrionismo.