Ken Russell attacca con le consuete punte eterodosse un artista non molto conosciuto fuori dai paesi anglosassoni, lo scultore Henri Gaudier. La storia è imperniata soprattutto sul suo difficile rapporto con la quarantenne polacca Sophie che si rifiuta a lui, pur assistendolo nei momenti più oscuri della carriera.
Per questa biografia cinematografica di Ciaikowskij, Russell ha giocato la carta stilistica del romanticismo esasperato. Ne risulta un’opera pregevole, ma discontinua, in cui a sequenze di rara suggestione se ne accostano altre di difficile sopportazione. Di indiscutibile valore sono le scenografie e l’interpretazione.
Professore di psicofisiologia in cerca di esperienze extrasensoriali assume sostanze allucinogene che gli provocano mutazioni biologiche e genetiche. Ispirato a un romanzo di Paddy Chayefsky, che disconobbe il film, cioè il modo in cui il regista aveva alterato la sua sceneggiatura, e volle firmarla solo come Sydney Aron, è irritante, squilibrato ma con momenti di esaltata genialità soprattutto a livello figurativo, grazie alla fotografia di J. Cronenweth e alle sue immagini psichedeliche. Ottimo esordio di W. Hurt.
Dalla pièce teatrale di John Whiting ispirata al libro (1952) I diavoli di Loudun di Aldous Huxley: nella Francia del 1634 sotto il cardinale Richelieu, Urban Grandier, prete illuminato e peccatore, e Suor Giovanna degli Angeli, madre superiora di un convento delle Orsoline a Loudun, sono al centro di un processo per stregoneria.
Un film di Ken Russell. Con Robert Powell, Georgina Hale, Lee Montague, Richard Morant Titolo originale Mahler. Biografico, durata 115 min. – Gran Bretagna 1974. MYMONETRO La perdizione valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Il celebre musicista Gustav Mahler, reduce da una serie di concerti, torna dopo molto tempo a Vienna accompagnato dalla giovane moglie. La salute del compositore sta peggiorando e il matrimonio è in crisi. Durante il viaggio, Mahler ha orribili incubi, rivede il passato e vede il futuro (con la premonizione dell’avvento del nazismo). Alla fine il treno arriva a destinazione. I medici dicono a Mahler che ha solo poche settimane di vita.
Al matrimonio di Laura, quattro persone hanno l’occasione di conoscersi. Da quel momento le loro vite si intrecciano in modo vario e inestricabile. Il personaggio fondamentale è Gerald, fratello di Laura, che vede la sorella morire tragicamente e cerca di vivere una forma d’amore anticonvenzionale. Una personale ed efficace rivisitazione del celebre libro di D.H. Lawrence.
Joanna Crane ha una doppia vita a schizofrenia libera: strapagata stilista di giorno, tutta casa e lavoro, al calar del sole si traveste da prostituta e va a battere i marciapiedi dell’infima Los Angeles. Film truculento e trito, indigesta mistura di naturalismo attardato, decadentismo decorativo, infantilismo freudiano, greve moralismo e congenita ruffianeria mercantile. Il talento di K. Russell affiora qua e là a schegge.
Diventato cieco e sordomuto a sei anni per aver visto il patrigno che uccideva il padre _ pilota della RAF dato per morto e inaspettatamente tornato _ Tommy passa attraverso il misticismo, la droga, il sesso, la medicina ufficiale, prima di guarire, diventare campione mondiale di flipper, dichiararsi il nuovo Messia creando migliaia di seguaci che gli sopprimeranno madre e consorte. 9° film di K. Russell, è la versione cinematografica della prima “rock-opera” della storia della musica, composta dall’inglese Pete Townsend e dal suo gruppo, gli Who. Cineasta visionario e sgangherato, geniale e volgare, Russell ne ha fatto uno spettacolo assordante, abbacinante, squinternato ma straripante di energia e vitalità. Tutta da gustare la colonna musicale. 1° film con il sistema Dolby su 4 piste.
Karen Silkwood, operaia e sindacalista in una fabbrica di materiale radioattivo, raccoglie prove e indizi di quel che non funziona nello stabilimento, ma nell’andare a consegnare i documenti, muore in un misterioso incidente. Ispirato a un fatto vero del 1974, è uno dei migliori film di M. Nichols, nonostante inutili indugi descrittivi. Vale soprattutto per la direzione degli attori: M. Streep e Cher ebbero una nomination agli Oscar insieme con la regia, la sceneggiatura e il montaggio. Il cinema entra raramente in fabbrica: questa è una bella eccezione.
Con questo film Russell rievoca il famoso caso Dreyfuss, l’ufficiale dei servizi segreti francesi che, nel 1895, fu accusato di spionaggio a favore dei tedeschi. Dreyfuss venne degradato e portato sull’isola del Diavolo. Solo molti anni dopo venne riconosciuta la sua innocenza e fu reintegrato nell’esercito. Russell si è costruito da solo una brutta fama: la critica si occupa di lui solo se fa scandalo. Se realizza un’opera che riflette sulla storia per ragionare sul presente, ben recitata e con la giusta attenzione per il “clima” dell’epoca, sembra che non importi a nessuno.
Il vecchio leone torna a graffiare. Alla faccia dei critici cipigliosi. Ecco l’ennesima prostituta, figura portante di un film. Per narrarci le sue disavventure Ken Russell la fa parlare direttamente con noi, stile Godard o cinema verità. Ne vediamo di belle e di brutte e la protagonista rischia di finire male. Ma c’è un angelo custode di colore che veglia su di lei. Theresa Russell è brava a trasmettere la sua rassegnazione, ma anche la desolazione dell’ambiente in cui vive. Siamo abituati a vedere la vita di una prostituta cinematograficamente, ma anche se le situazioni sono sempre le stesse qui c’è qualcosa di più.
Un altro film dell’accoppiata Russell-Jackson. Si tratta di una storia molto vicina a Donne in amore e si può considerare come il prologo di quel capolavoro. Una giovane ragazza inglese è divisa tra un professore e un soldato.
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