Oliver Twist è cacciato dal collegio di miserabili dove vive e si reca a Londra. Qui cade preda di una banda di ragazzi violenti che lo iniziano al furto. Un gentiluomo lo prende però sotto la sua protezione e malgrado Oliver venga perseguitato dai suoi antichi compagni, il suo benefattore riesce a tenerlo sempre con sé.
Al Somafree Institute di Toronto, clinica psichiatrica d’avanguardia, il dottor Raglan sperimenta sui pazienti la “psicoplasmica”, una terapia innovativa tesa alla rimozione delle turbe aggressive mediante la loro piena esternazione. La cura non rifugge da metodi di coercizione psicologica e fisica, e Frank Carveth, ex marito di Nola che è in osservazione da Raglan, teme abbia per conseguenza una involontaria violenza riflessa sulla figlioletta Candy. Riuscito vano il tentativo di sottrarre la moglie al medico, nei confronti del quale ella è in una evidente posizione di dipendenza psicologica, Frank assiste impotente alle inspiegabili uccisioni della suocera Juliana e di Ruth, maestra della bambina. Responsabili dei delitti sono piccoli, spaventosi umanoidi nati per partenogenesi da Nola durante l’ormai incontrollabile materializzazione delle sue rabbie più riposte. Scoperta l’orribile verità, Frank strangola la moglie. L’incubo sembra finalmente terminato, ma sul braccio della piccola Candy si intravvedono due strane, sospette escrescenze… Le scenografie opprimenti, gli arredi essenziali, le venature dei legni, le luci impostate su dense tonalità rossastre creano un singolare parallelismo tra architettura, oggetti e corpo umano, tra istinto primordiale e logica scientifica. Il dialogo e le situazioni in cui si muovono i personaggi alludono continuamente ad un interscambio di personalità, ad un reciproco riversarsi addosso responsabilità, gelosie ed ansie esistenziali. La clinica del dottor Raglan è una sorta di palcoscenico nel quale i pazienti sono protagonisti e spettatori, tra psicoanalisi e psicodramma. Una specie di rappresentazione dentro lo schermo che sviluppa puntuali riferimenti a classici del cinema e della letteratura fantastica: l”Id” che prende corpo, e il nome della scuola di Candy – la Krell School – rimandano al Pianeta proibito; il cappottino rosso dei nanerottoli assassini, alle agghiaccianti visioni di morte di A Venezia … un dicembre rosso shocking; i nomi Frank e Juliana citano i personaggi della “Svastica sul sole” di Philip K. Dick; il tema della minaccia proveniente dal bambino mostro e il finale aperto si riallacciano alla tradizione fantascientifica inglese, da Il villaggio dei dannati in poi.Cronenberg ha definito il film scherzosamente come la sua personale versione di Kramer contro Kramer. Reintitolato, in una edizione video italiana, The Brood – La setta.
Eroiche peripezie di Maximus, generale romano di origine ispanica. Quando Commodo (161-192), succeduto al padre Marco Aurelio (121-180), lo arresta e gli fa massacrare la moglie e il figlio, diventa schiavo e poi gladiatore, idolo della folla, finché nel Colosseo combatte contro l’imperatore. Al di là dei costi (107 milioni di dollari, riprese a Malta, in Marocco, la foresta di Bourne Woods in Inghilterra), del dispiego di effetti speciali computerizzati e del can-can plurimediatico, il megafilm della Dreamworks (Spielberg & Co.) è una parabola fantastorica sulla società dello spettacolo e sull’uso dello spettacolo che il potere _ tutti i poteri, anche religiosi _ ha fatto per suggestionare e dominare le masse. La sua inattendibilità storica è esplicita ed esibita nei personaggi, nelle scene, nei costumi: nell’itinerario di Scott si collega, nel bene e nel male, a Blade Runner e Alien. Altrettanto espliciti sono i suoi meriti (l’interpretazione del poliedrico neozelandese Crowe; la furente battaglia iniziale, cioè l’ordine del dominio contro il caos della ribellione; i combattimenti nel circo dove eccelle il talento di Pietro Scalìa al montaggio) e i suoi demeriti (anacronismi, scritte latine sbagliate, banalità nella sceneggiatura di David H. Franzoni e soci). Critica divisa: trionfo spettacolare del postmoderno o finto cinema che punta al solleticamento del nervo ottico? 5 Oscar: miglior film, Crowe, costumi, effetti speciali e suono.
Un recluso per rapina ed omicidio vuole vendicarsi di Pat, la moglie infedele. Evaso dal carcere insieme ad un altro prigioniero, uccide vari uomini senza però raggiungere la moglie. Il suo compagno tenta di scappare col bottino della rapina e di incontrarsi con Pat, con la quale è d’accordo, ma i due sono raggiunti dal marito; egli prima lo ammazza, poi si dà volontariamente la morte nel rogo causato da un incidente stradale in cui anche Pat è perita.
Al matrimonio di Laura, quattro persone hanno l’occasione di conoscersi. Da quel momento le loro vite si intrecciano in modo vario e inestricabile. Il personaggio fondamentale è Gerald, fratello di Laura, che vede la sorella morire tragicamente e cerca di vivere una forma d’amore anticonvenzionale. Una personale ed efficace rivisitazione del celebre libro di D.H. Lawrence.
Ingiustamente prepensionato, colonnello recluta sette ex ufficiali e prepara con sistemi militari l’assalto a un furgone blindato. Uno spunto originale, raccontato con minuziosa precisione, ritmo alacre, efficace suspense, puntuto umorismo. La sceneggiatura è di B. Forbes, uno degli interpreti, tra i quali si nota anche il ventenne Oliver Reed come ballerino classico.
Un’intera famiglia trascorre le vacanze in una bellissima ma misteriosa villa. Alcuni fatti inspiegabili la convincono ad andarsene ma non ci riuscirà.
Le madornali e iperboliche imprese del barone di Münchhausen hanno 3 fonti tutte tedesche del Settecento (il vero barone Karl Friedrich Hieronymus von M., l’erudito Rudolph Erich Raspe e il poeta Gottfried August Bürger), furono illustrate da G. Doré nel 1862 e portate sullo schermo già nel 1911 (G. Méliès), 1913 (E. Cohl), 1914 (muto italiano), 1943 (J. von Backy), 1962 ( Baron Prasil ). Con 40 milioni di dollari e collaboratori di prim’ordine (D. Ferretti scenografo, G. Pescucci costumista, G. Rotunno operatore), Gilliam ha rimanipolato la vecchia materia all’insegna del meraviglioso su grande scala, iniettandovi l’umorismo stravagante di Lewis Carroll e la buffoneria esorbitante dei Monty Python. Effetti speciali strabilianti.
Diventato cieco e sordomuto a sei anni per aver visto il patrigno che uccideva il padre _ pilota della RAF dato per morto e inaspettatamente tornato _ Tommy passa attraverso il misticismo, la droga, il sesso, la medicina ufficiale, prima di guarire, diventare campione mondiale di flipper, dichiararsi il nuovo Messia creando migliaia di seguaci che gli sopprimeranno madre e consorte. 9° film di K. Russell, è la versione cinematografica della prima “rock-opera” della storia della musica, composta dall’inglese Pete Townsend e dal suo gruppo, gli Who. Cineasta visionario e sgangherato, geniale e volgare, Russell ne ha fatto uno spettacolo assordante, abbacinante, squinternato ma straripante di energia e vitalità. Tutta da gustare la colonna musicale. 1° film con il sistema Dolby su 4 piste.
Nel 1906 a Londra intraprendente giornalista indaga su un’organizzazione segreta che elimina le persone indegne del loro incarico, ma s’innamora del capo. Commedia giallo-nera tratta da un paradossale romanzo incompiuto di Jack London, assai godibile per i dialoghi spiritosi, la finezza ironica (nella 1ª parte) e la bella compagnia d’interpreti.
Un film di Terence Fisher. Con Oliver Reed, Clifford Evans, Yvonne Romain Titolo originale The Curse of the Werewolf. Horror, durata 91 min. – Gran Bretagna 1961. MYMONETRO Implacabile condanna valutazione media: 2,25 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Spagna. Una serva muta (Yvonne Romain) è segregata nei sotterranei del castello di un perfido marchese insieme a un bruto mendicante (Richard Wordsworth), che la violenta. La ragazza, rimasta incinta, riesce a fuggire e viene accolta dal gentile Don Alfredo (Clifford Evans), ma muore dando alla vita il bambino che, chiamato Leon, viene cresciuto da Alfredo come un figlio. Leon (Oliver Reed) ha però dei sogni nei quali corre insieme ai lupi e si nutre di sangue. Un prete spiega a Don Alfredo che Leon è affetto da licantropia, ma che la malattia può essere combattuta con l’amore.
Dalla pièce teatrale di John Whiting ispirata al libro (1952) I diavoli di Loudun di Aldous Huxley: nella Francia del 1634 sotto il cardinale Richelieu, Urban Grandier, prete illuminato e peccatore, e Suor Giovanna degli Angeli, madre superiora di un convento delle Orsoline a Loudun, sono al centro di un processo per stregoneria.
Libia 1929-31. Il governo italiano deve far fronte alla guerriglia che i beduini Senussi – sotto la guida di Omar Al-Mukhtar, insegnante di professione e ribelle per dovere – conducono in Cirenaica contro la colonizzazione italiana e la rinascita dell’impero romano in Africa (la Quarta Sponda). Mussolini nomina il generale Rodolfo Graziani (Reed) governatore di Libia e gli mette a disposizione un esercito moderno, il primo che, nella storia delle guerre coloniali, usò autoblindo, carri armati e aerei. Seguendo una strategia predisposta dal generale Pietro Badoglio (non nominato nel film), Graziani deporta le popolazioni di pastori seminomadi, fa distruggere il loro bestiame e costruire un reticolato di 270 km al confine con l’Egitto. Organizza campi di concentramento dove regnano denutrizione, stenti, epidemie e soffoca nel sangue la ribellione. Al-Mukhtar fu impiccato. Scritto da H.R.L. Craig. Fotografato in Cinemascope dal britannico Jack Hildyard ( Il ponte sul fiume Kwai ) e musica altisonante di Maurice Jarre, costato 25 milioni di petro-dollari, è un war film con tutte le carte (e gli stereotipi) in regola. Diretto da un regista siriano, già aiuto di Sam Peckinpah, sembra un western filoindiano in cui si parteggia per i più deboli. Quinn con barba bianca impersona il vecchio leone con biblica dignità e una sorta di eroica dolcezza. Non mancano i militari italiani “buoni” (Vallone, Capolicchio); quelli “feroci” hanno la camicia nera della Milizia. Steiger ripete il suo Mussolini di maniera, la Papas vaga qua e là senza sapere bene cosa fare. Le immagini dei lager, rinforzate da brani di cinecronache, vanno a segno. Dice, in fondo, qualcosa che i libri di scuola (italiani) hanno sempre taciuto. Nel luglio 1983 fu dato in anteprima al festival di Montecatini.
Con questo film Russell rievoca il famoso caso Dreyfuss, l’ufficiale dei servizi segreti francesi che, nel 1895, fu accusato di spionaggio a favore dei tedeschi. Dreyfuss venne degradato e portato sull’isola del Diavolo. Solo molti anni dopo venne riconosciuta la sua innocenza e fu reintegrato nell’esercito. Russell si è costruito da solo una brutta fama: la critica si occupa di lui solo se fa scandalo. Se realizza un’opera che riflette sulla storia per ragionare sul presente, ben recitata e con la giusta attenzione per il “clima” dell’epoca, sembra che non importi a nessuno.
Un film di Sergio Sollima. Con Fabio Testi, Oliver Reed, Agostina Belli, Paola Pitagora, Marco Mariani.Giallo, durata 115 min. – Italia 1972. MYMONETRO Revolver valutazione media: 2,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Il direttore di un penitenziario viene costretto col ricatto a liberare un detenuto, Ruiz. La moglie del direttore è stata rapita e per liberarla il marito s’incolla alle costole di Ruiz pronto a usarlo, in ogni momento, come moneta di scambio. Ma le cose vanno in maniera del tutto inaspettata. View full article »
Un film di Peter Collinson. Con Elke Sommer, Herbert Lom, Adolfo Celi, Oliver Reed, Charles Aznavour. Titolo originale And then There Were None. Giallo, durata 98′ min. – Gran Bretagna 1974. MYMONETRO … E poi non ne rimase nessuno valutazione media: 2,04 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Dieci persone sono alloggiate su invito in un insolito hotel persiano e assassinate a una a una. 3ª versione del celebre Dieci piccoli indiani (Ten Little Niggers, 1939) di Agatha Christie, già adattata per il teatro nel 1943. Indigesta come una minestra più volte riscaldata e tiepida. View full article »
Un film di Peter Chelsom. Con Oliver Reed, Jerry Lewis, Oliver Platt, Lee Evans. Titolo originale Funny bones. Commedia, durata 126 min. – USA 1994.
Tommy, figlio di un comico molto celebre, aspira a percorrere le vie paterne. Torna nei luoghi in cui è nato e scopre di avere un fratellastro molto più divertente di lui. Se il pubblico (e la critica) fossero anche solo un po’ diversi da quello che sono, questo film sarebbe entrato tra i primi cinquanta della stagione in cui è uscito. Invece nessuno si è accorto di questa opera molto “seria” sull’arte di far ridere. View full article »
Le richieste di reupload di film deve essere fatto SOLO E ESCLUSIVAMENTE via email (ipersphera@gmail.com), le richieste fatte nei commenti verrano cestinate.
Visto il poco spazio su Mega (2 terabyte) NON caricherò più serie tv e fumetti.
Se interessati a serie o fumetti contattatemi via email che vi spiego un metodo alternativo