Category: Sperimentale


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La trilogia qatsi è un nome informale dato a tre film prodotti e diretti da Godfrey Reggio. Le musiche sono di Philip Glass.

I titoli dei tre film sono parole della lingua Hopi, nella quale “qatsi” significa “vita”.
Sul blog trovate anche i singoli post dei film.

Koyaanisqatsi (1982) on IMDb

Lucifer Rising è un film documentario sperimentale del regista Kenneth Anger. Il film venne completato nel 1972 ma fu distribuito soltanto nel 1980.

Il film non ha una trama vera e propria, si svolge in diversi luoghi ritenuti “magici” in EgittoInghilterra e Germania. Secondo alcune fonti parte delle riprese sarebbero state effettuate sull Etna.

Nel film viene narrata, sostanzialmente, l’ascesa di Lucifero, figura divina considerata emblema del bene assoluto e del male assoluto in contemporanea. E la sua evocazione da parte di 5 diverse entità: Iside e Osiride (divinità egiziane che rappresentano rispettivamente la natura e la fecondità, la morte e la resurrezione); un adepto; Lilith (qui rappresentata come dea della distruzione) e un mago (interpretato dallo stesso Anger).

Il film è costituito da una serie di sequenze prive di dialoghi che raffigurano celebrazioni pagane, riti magici, evocazioni oscure, spesso utilizzando frenetiche tecniche di montaggio alternato.

Lucifer Rising (1972) on IMDb
Non possiamo tornare a casa - streaming online

Un film di Nicholas Ray. Con Richie Bock, Tom Farrell, Danny Fisher, Jill Gannon, Jane Heymann.Titolo originale We Can’t Go Home Again. Sperimentale, durata 90 min. – USA 1976.

Film sperimentale realizzato da Nicholas Ray insieme ai suoi studenti della New York State University di Binghamton, girato in vari formati (35mm, 16mm, video) e con l’ausilio di diverse macchine da presa. Ray e i suoi allievi si esprimono sullo schermo all’interno di una ‘cornice’ fotografica intermittente, eseguendo a tratti un copione già scritto, alternato a momenti di improvvisazione. Ne esistevano due versioni ma sfortunatamente la seconda, quella definitiva, è andata perduta.

 Non possiamo tornare a casa
(1973) on IMDb

Un film di René Clair. Con Jean Börlin, Inge Frïss, Francis Picabia, Man Ray, Marcel Duchamp, Erik Satie Grottesco, b/n durata 22 min. – Francia 1924. MYMONETRO Entr’Acte * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Un esperimento di 22 minuti. Una serie di sequenze che non hanno una connessione logica. Immagini legate e slegate che vogliono rappresentare, fra le tante interpretazioni, il valore dell’immagine fine a se stessa, staccata, appunto, da ogni contesto narrativo. Il tutto caricato da simboli ed esternazioni visionarie. Ecco le “immagini”: una ballerina barbuta, una partita a scacchi interrotta da un getto d’acqua, il personaggio di un cacciatore del Tirolo eliminato dal suo inventore, il funerale di quest’ultimo in un carro trainato da un cammello ripreso prima al rallenty poi accelerato. La bara cade, ne esce il morto-prestigiatore che fa sparire tutti i personaggi. È il manifesto cinematografico del dadaismo. Il contesto è quello della scomposizione: erano gli anni degli esperimenti di Joyce e di Strawinski. I nomi del “cast” sono significativi: grandi artisti dell’avanguardia di allora, celebratissimi, come i “pittori” Picabia (che firmò anche la sceneggiatura), Duchamp e Man Ray, e il compositore Erik Satie. Il giudizio in stelle non avrebbe ragione di essere, è una pura indicazione.

Entr'acte (1924) on IMDb
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Un film di Godfrey ReggioDocumentarioRatings: Kids+16, durata 89 min. – USA 2002MYMONETRO Naqoyqatsi * * - - - valutazione media: 2,25 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Naqoyqatsi è il terzo episodio della trilogia Qatsi, iniziata nel 1983 con Koyaanisqatsi, e poi proseguita nel 1986 con Powaqqatsi. L’ultimo episodio si suddivide in tre momenti; Numerica.com che ripercorre l’evoluzione del linguaggio umano, Circus Maximus, che descrive il competitivo mondo capitalista e Rocketship 20th Century, sulla velocità. Il tutto per concludere che l’essere umano è in guerra con se stesso (il titolo è una parola degli indiani Hopi che significa più o meno “conflitto”) e sta probabilmente perdendo la sua battaglia con l’omologazione. Che Reggio sia un autore interessante e punti sempre a dire qualcosa di non banale sullo “stato del mondo” è fuor di dubbio. Ma il terzo episodio della sua indagine/denuncia sulla contemporaneità convince meno dei precedenti. Forse a distanza di vent’anni la forza delle immagini ha perso la capacità di suggestione e riflessione iniziale, forse il mix tra visione e musiche (ancora una volta di Philip Glass) è ormai piuttosto risaputo. Ma, soprattutto, il discorso appare più confuso e per certi aspetti reazionario, con un’esecrazione della tecnologia in toto che lascia piuttosto perplessi. Soprattutto se poi se ne usano i risultati per realizzare la pellicola. Affascinante comunque, ma freddo e qua e là noioso.

Naqoyqatsi (2002) on IMDb

Locandina KoyaanisqatsiUn film di Godfrey ReggioDocumentarioRatings: Kids+16, durata 87 min. – USA 1982MYMONETRO Koyaanisqatsi * * * - - valutazione media: 3,37 su 12 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Spettacolare volo della cinepresa attraverso panorami naturali di rara bellezza e ricercate immagini della civiltà dell’uomo. Il tutto rallentato o accelerato ad arte, in modo da contrapporre ancor più le due facce del mondo: quella incontaminata e quella che la nostra frenetica follia sta distruggendo. La colonna sonora “minimale” di Philip Glass completa un film straordinario, unico, raffinatissimo, nato dopo anni di faticose riprese e di montaggio.

Koyaanisqatsi (1982) on IMDb
Real Fiction [2000]: Amazon.it: Ki-Duk, Kim: Film e TV

Un film di Kim Ki-Duk. Con Ju Jin-moKim Jin-ahSon Min-seokLee Je-rakKim Ki-yeon Titolo originale Shilje sanghwangSperimentaledurata 84 min. – Corea del sud 2000

Un ritrattista di strada viene maltrattato da tutti. Una ragazza lo riprende con la sua videocamera e lo convince a seguirla in un teatro, dove un attore lo mette di fronte a tutte le sue più profonde frustrazioni. Il ragazzo si decide a compiere così la sua vendetta, che sarà rapida, implacabile e brutale.
Scritto in pochi giorni, girato in appena 200 minuti, con l’ausilio di 11 aiuto-registi e 10 telecamere, il quarto film di Kim Ki-duk è più un’onanistica rappresentazione che non un film vero e proprio – e infatti L’isola L’isola, dello stesso anno, ha ben altro respiro. Kim Ki-duk è un artista, dunque capace di picchi di grande ispirazione come di clamorose cadute di qualità. Di un autobiografismo troppo ostentato, Real fiction appartiene alla seconda categoria, sebbene qua e là traspaia la grandezza della personalità dell’autore. Troppo poco, però, in un film noioso e banale nonostante l’originalità dell’esperimento.

Real Fiction (2000) on IMDb
Locandina The Nude Restaurant

Un film di Andy WarholSperimentaledurata 100 min. – USA 1967.

In un ristorante di poche pretese e pochi clienti tutte le regole e le convenzioni borghesi vengono capovolte o abbattute. Niente abiti per i clienti, niente divise per i camerieri, tutti sembrano essere piuttosto a proprio agio e questa libertà anche di costumi (o abiti!) permette ai vari personaggi di lasciarsi andare alle proprie memorie, angosce, confessioni.

The Nude Restaurant (1967) on IMDb
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Un film di Artur Aristakisjan. Titolo originale LadoniSperimentaledurata 129 min. – Russia 1993.

Dieci “capitoli” sull’esistenza miserabile di mendicanti e senza casa nella Russia di oggi. Un vero e proprio popolo composto di senzatetto, barboni, poveri, malati di mente, emarginati si riversa nelle strade delle città dopo il crolo del regime comunista. L’ipocrisia propagandistica del vecchio regime aveva infatti provveduto a rinchiudere queste persone nei gulag o negli ospedali psichiatrici. Ora che i campi di rieducazione non ci sono più e i manicomi ricoverano solo dei veri malati. Il bubbone esplode in tutta la sua virulenza.

Ladoni (1994) on IMDb
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Regia di Abbas Kiarostami. Un film Da vedere 2016 Titolo originale: 24 Frames. Genere Sperimentale – IranFrancia2016durata 120 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.

“Mi sono sempre chiesto a quale grado l’artista punti per rappresentare la realtà di una scena. I pittori catturano solo un frame della realtà e nulla prima o dopo di esso. Per questo film ho deciso di usare foto che ho scattato nel corso degli anni. Ci ho aggiunto 4 minuti e 30 secondi di ciò che immaginavo avrebbe potuto essere accaduto o accadere prima o dopo l’immagine che avevo catturato”. Si potrebbe definirlo un testamento ma è di fatto qualcosa di diverso e di più significativo.

24 Frames (2017) on IMDb
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Risultati immagini per Five dedicated to Ozu

Five è un film del 2003 diretto dal regista iraniano Abbas Kiarostami, presentato fuori concorso al 57º Festival di Cannes.[1]

Un film poetico e privo di dialoghi, composto da cinque parti che hanno per tematica l’acqua. Si compone di cinque campi lunghi della natura, come precisa il titolo originale: “Five Dedicated to Ozu”. I campi lunghi sono sequenze single-take, girate con un palmare DV fotocamera, lungo le rive del Mar Caspio. Una scena è girata in Italia, a Lucera.

Five Dedicated to Ozu (2003) on IMDb
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Locandina PowaqqatsiUn film di Godfrey ReggioDocumentarioRatings: Kids+16, durata 100 min. – USA 1988MYMONETRO Powaqqatsi * * - - - valutazione media: 2,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Dopo il successo di Koyaanisquatsi ecco un altro originale documentario di Reggio. Dopo la natura questa volta è interessato all’uomo e al lavoro. Le musiche di Philip Glass sono ancora una volta suggestive e se il primo film era prodotto da Francis Ford Coppola in questo caso si è aggiunto George Lucas.

Powaqqatsi (1988) on IMDb
Coffee and Cigarettes - Wikipedia

Un film di Jim Jarmusch. Con Roberto Benigni, Steven Wright, Steve Buscemi, Iggy Pop, Tom Waits. Sperimentale, b/n durata 96 min. – USA 2003. MYMONETRO Coffee & Cigarettes * * 1/2 - - valutazione media: 2,92 su 17 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

12 episodi con ambientazione fissa compongono un progetto iniziato nel 1986 e che attraverso gli anni giunge infine a compimento. Come in tutti i film ad episodi, sta allo spettatore eleggere i suoi favoriti, e in C&C c’è di che scegliere. Tanti grossi nomi prestano il loro volto all’amico Jarmusch, in un carosello di personaggi che hanno in comune tre cose: fumano, bevono caffè e parlano di cose assolutamente prive di senso. La palma d’oro per il dialogo più improbabile a Tom Waits e Iggy Pop, due tra gli individui più “storti” e indispensabili del nostro tempo.
Per quanti condividono e vivono l’idea che caffè+sigarette sia il matrimonio più riuscito di sempre, potrebbe diventare un vero manifesto.

Coffee and Cigarettes (2003) on IMDb

Regia di Joaquín CociñaCristóbal León. Un film Titolo originale: La casa Lobo. Genere Animazione – Cile2018durata 75 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13

Maria è una giovane donna che si rifugia in una casa nel sud del Cile dopo essere fuggita da una colonia tedesca. Il processo di produzione del film si svolge durante una serie di mostre in cui León & Cociña hanno spostato il loro studio. In questo modo il pubblico può vedere lo sviluppo della preparazione del film come un lavoro in costante evoluzione.

The Wolf House ( spagnolo : La casa lobo ) è un dramma psicologico d’animazione per adulti sperimentale cileno [1] film d’arte horror surrealista diretto da Cristobal León e Joaquín Cociña e co-scritto con Alejandra Moffat.

Il film utilizza sia l’animazione disegnata che quella in stop motion , che quest’ultima utilizza vari oggetti per formare come argilla, vernice, carta e burattini, oltre a utilizzare una sequenza di inquadrature singola e ininterrotta per sembrare più un film a inquadratura singola (tranne la scena di apertura dal vivo).

The Wolf House (2018) on IMDb

Purtroppo ha hardsub in inglese e i sottotitoli in italiano non sono in sincrono ma vale la pena di una visione questo film.

Locandina Blue

Un film di Derek JarmanSperimentaledurata 76 min. – Gran Bretagna 1993.

Si tratta dell’ultimo film diretto da Jarman, con il parziale aiuto di David Lewis. È un esperimento molto radicale, monocromatico. Infatti lo schermo è completamente coperto dal colore blu mentre la voce del regista ci fa attraversare dal di dentro le tensioni di un malato terminale di Aids. È autobiografico, ma come è nello stile del regista non manca l’ironia. Una storia troppo impegnativa per il grosso pubblico. Molto bella la musica di Simon Fisher Turner.

Blue (1993) on IMDb

Locandina AltromondoUn film di Fabiomassimo Lozzi. Con Francesco Apolloni, Michelangelo Tommaso, Simone Montedoro, Salvo Simeoli, Andrea Bosca. Sperimentale, durata 110 min. – Italia 2008.

Un film sperimentale a metà strada tra un documentario e un’opera di finzione, interamente composto da monologhi adattati da interviste fatte da Antonio Veneziani e Riccardo Reim a persone reali (contenute nei libri “Pornocuore” e “I Mignotti”) ed interpretati da oltre 50 tra i migliori attori che abbiamo in Italia.
Un viaggio molto personale attraverso l’omosessualità maschile la cui struttura dantesca prevede tre capitoli principali, partendo da un’esplorazione delle realtà più “infernali”, in cui l’omosessualità viene negata o costretta ad esprimersi solamente in ambiti ristretti e delimitati, separati dal resto della vita di un individuo, fino ad arrivare ad una dimensione più consapevole e integrata, in cui l’omosessualità è più vicina al “paradiso”. 

Anotherworld (2008) on IMDb

Regia di Aki KaurismäkiPedro Costa (II)Víctor EriceManoel de Oliveira. Un film Da vedere 2012 Titolo originale: Centro histórico. Genere Sperimentale – Portogallo2012durata 90 minuti. – MYmonetro 3,25 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Capitale europea della cultura 2012, la città portoghese di Guimarães è celebrata da quattro episodi diretti da altrettanti cineasti: in Uomo taverna, il finlandese Kaurismäki racconta di un oste, nel vecchio centro della città, che tira avanti tra generosi bicchieri di vino e solitudine; in Dolce esorcista, il portoghese Costa segue un vecchio a colloquio col suo doloroso passato di reduce; in Finestre rotte – Prove per un film in Portogallo, lo spagnolo Erice affronta il tema del lavoro attraverso le testimonianze degli ex operai di quella che è stata la più grande industria tessile d’Europa; in Il conquistatore conquistato, il portoghese De Oliveira mostra una flotta di turisti, con a capo una guida, fare visita alla statua di Alfonso Henriques, primo re del Portogallo.

Centro Histórico (2012) on IMDb

Lo è un film sperimentale horrorcomico e drammatico del 2009 diretto e scritto da Travis Betz

Justin è un ragazzo che ha perso la sua fidanzata April per colpa di un demone e farebbe di tutto per riaverla. Justin userà un vecchio libro, un grimorio avuto come regalo dalla ragazza, per evocare il demone “Lo”, demone di grande potenza, per farsi riportare indietro la sua fidanzata. Quando gli si presenterà, Justin vedrà Lo come un povero storpio con le gambe spezzate che si trascina sul pavimento, che tuttavia si rivelerà un demone con uno strano senso dell’umorismo. Justin cerca di prendere una posizione di comando sul demone evocato, ma Lo, anziché obbedire, cercherà di convincerlo a lasciare il mondo dei demoni e ritornare nel mondo umano.

 Lo
(2009) on IMDb

Ci muoviamo avanti e indietro tra scene di una famiglia a casa e pensieri sulle stelle e sulla creazione. I bambini tengono i polli mentre un adulto tarpa le ali; vediamo una foresta; un narratore parla di stelle, luce ed eternità. Un cane si unisce alle galline e alla famiglia, mentre il narratore spiega i cieli. Vediamo un’ape da vicino. Il narratore suggerisce metafore per i corpi celesti. Le scene sfumano su uno schermo nero o viola tenue; i primi piani della vita familiare possono essere sfocati. Le parole sui cieli, come “Le stelle sono uno stormo di colibrì”, contrastano con immagini e suoni di bambini veri.

 The Stars Are Beautiful
(1974) on IMDb

Regia di Piotr Dumala

L’azione del film si svolge in due spazi temporali. Il vecchio guida il figlio attraverso la foresta e allo stesso tempo giace sotto le sue cure, costretto a letto da una malattia terminale.

Il film tenta di rappresentare la zona di confine tra la vita e la morte. Esamina il difficile rapporto di comprensione tra padre e figlio. Il titolo foresta, ispirato a un sogno insolito, è una metafora della raccolta di tutti i destini umani.