La serie segue i genitori Dorothy e Sean Turner, che assumono la giovane tata Leanne per accudire una bambola reborn, l’unico strumento che è servito a riportare Dorothy dallo stato catatonico in cui è caduta dopo la morte del figlio Jericho. Con il passare del tempo, però, mentre la stessa Dorothy è convinta che la bambola sia il vero Jericho, Sean comincia a sospettare di Leanne.
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Will Graham è il più talentuoso profiler dell’FBI, le sue grandi doti ed il suo modo unico di pensare gli permettono di entrare nella mente di un killer come nessun altro. Tuttavia, tale abilità e la prolungata empatia iniziano, col passare del tempo, a giocare crudelmente con l’immaginazione dell’uomo, trascinandolo sempre più vicino al baratro, alla sottile linea che divide follia e realtà. Al fine di riportare equilibrio ad una mente spesso travagliata come quella di Will, egli viene affiancato all’illustre psichiatra criminale Hannibal Lecter, ignorando come qualcosa di non meno distorto si celi nel noto dottore, seppur in forma diversa e più malsana. Due menti brillanti, avvezze a studiare quelle altrui ed a modo loro macchiate, iniziano così il proprio gioco. Presto i due cominciano ad avvicinarsi sempre di più, il loro legame oscuro si trasformerà in qualcosa di più di una semplice amicizia, arrivando a un’attrazione fatale che li porterà sul punto di non ritorno.
Nel 1994 una coppia di giovani gemelle viene brutalmente assassinata in un cottage estivo. Le indagini portano a sospettare degli studenti di un vicino college fino a quando un uomo si dichiara colpevole e viene condannato. Venti anni dopo, il caso finisce sulla scrivania del detective Carl Mørck, che si rende subito conto che qualcosa non quadra. Insieme al collega ed amico Assad, Carl inizia ad indagare nuovamente sulla vicenda e, trovando una vecchia chiamata d’emergenza di una ragazza disperata, si rende conto che questa sembri sapere cosa sia accaduto allora. Carl e Assad si mettono così sulle tracce della giovane, scomparsa dai tempi dell’omicidio, ma a tentare di rintracciarla è anche un gruppo di uomini influenti, che faranno di tutto per farla restare in silenzio.
Patrick Bateman incarna alla perfezione i ‘valori’ di riferimento degli arrivisti degli Anni Ottanta. I suoi abiti sono tutti firmati, frequenta i club e i ristoranti giusti e non dimentica le periodiche frequentazioni della palestra più ‘in’. Lavora a Wall Street e tiene tutti a distanza di sicurezza: “Non toccatemi il Rolex” è una frase che lo identifica. Dietro questa facciata è nascosto un mostro che di notte, strafatto di droghe, sgozza mendicanti e prostitute. Le donne che lo circondano (la fidanzata Evelyn, l’amante Courtney e la segretaria Jean) non sospettano nulla. Persino il detective Donald Kimball viene attratto e depistato dalla sua personalità. Finché Patrick non si imbatte nel suo sosia: Paul Allen. Tratto da un romanzo di Bret Easton Ellis, il film ha fatto discutere tutta l’America per la carica di violenza che contiene.
Wayward Pines è una miniserie televisivastatunitense trasmessa dal 14 maggio 2015 dalla Fox. La fiction è una trasposizione della trilogia di romanzi da cui prende il nome, Wayward Pines, pubblicata tra il 2012 e il 2014 e scritta da Blake Crouch, il quale si era ispirato alla serie del 1990 I segreti di Twin Peaks e allo stile di David Lynch[1]. Ethan Burke è un agente dello United States Secret Service che, durante la ricerca di due agenti federali scomparsi, tra cui Kate Hewson, alla quale è molto legato, si imbatte nella misteriosa cittadina di Wayward Pines, nell’Idaho. Quella che sembra una tipica felice piccola città americana, è popolata da personaggi imperscrutabili e sembra non dare la possibilità di andarsene a chi vi si ritrovi.
A Wayward Pines, Burke è subito vittima di un enigmatico incidente stradale, dopo il quale si ritrova ricoverato presso l’ospedale della città, dove la sua sanità mentale è messa in discussione. Nel frattempo, la moglie e il figlio, preoccupati dal non avere notizie convincenti su Ethan, si mettono sulle sue tracce.
Dal romanzo The Manchurian Candidate (1959) di Richard Condon, sceneggiato da George Axelrod: subìto il lavaggio del cervello da parte dei comunisti, un sergente americano rientra dalla Corea trasformato in sicario telecomandato per un attentato politico che potrebbe sovvertire la situazione degli USA. Snobbato ai suoi tempi da 9 critici su 10, attaccato da destra e da sinistra, ma rivalutato più tardi (e non soltanto perché anticipa la fine tragica dei Kennedy) e persino ridistribuito nel 1987. Per l’allucinata costruzione e gli effetti barocchi, a mezza strada tra Hitchcock e Welles, questo thriller fantapolitico può riuscire anche divertente al suo livello di corrosiva satira politica. Squadra di attori di prim’ordine. Rifatto nel 2004 da J. Demme col titolo The Manchurian Candidate.
Una bambina buona e simpatica nasconde sotto le angeliche apparenze gli istinti di una feroce assassina (la nonna era una maniaca omicida). La piccola uccide un compagno di scuola per rubargli la medaglia e brucia vivo un uomo di fatica che la sospetta del delitto. La madre, sconvolta, medita di eliminarla perché non ammazzi più.
L’ASAP è un’associazione guidata da Norman Hail che offre alle famiglie con figli ribelli la possibilità di metterli in riga. I genitori firmano infatti un’autorizzazione al prelievo dei loro figli adolescenti i quali vengono reclusi in un campo in un’isola delle Fiji. Qui i metodi sono decisamente duri e non è detto che gli esiti siano garantiti.
Clive ed Elsa sono due scienziati che lavorano in un laboratorio di genetica. I due sono anche sentimentalmente uniti e stanno tentando di creare un gene animale ibrido da cui estrarre proteine. La coppia vorrebbe spingersi oltre nella ricerca ma il committente intende invece entrare subito sul mercato. Elsa però non si arrende e procede con l’innesto di DNA umano. Ne ‘nasce’ un essere (battezzato Dren) che ha in parte le caratteristiche di un corpo umano e in parte quelle di un volatile.
Il boss Anjo viene ammazzato da un misterioso killer in maniera estremamente truculenta, ma nessuna traccia viene lasciata. Per ritrovare Anjo, convinto che sia ancora vivo, il folle e sadico Kakihara, suo vice, accetta il consiglio dell’enigmatico informatore Jijii e per questo rapisce e tortura Suzuki, capo di un banda rivale, che si dimostra però estraneo all’accaduto. Per punizione Kakihara e il suo clan vengono estradati dal sindacato della yakuza di Shinjuku. La caccia non finisce.
West Point, 1830. Augustus Landor, un detective segnato dalla vita – è vedovo e la figlia è scomparsa – viene assunto dall’Accademia militare per indagare con discrezione sul macabro omicidio di uno dei cadetti, a cui è estratto il cuore dal torace con chirurgica precisione che è forse il risultato di un rito oscuro. Nella sua inchiesta non viene aiutato da nessuna delle altre reclute per cui vige la legge del silenzio. Solo una di loro offre la sua collaborazione. Si tratta di Edgar Allan Poe, che negli anni successivi diventerà uno scrittore di fama mondiale. Quando ci sono alcuni indizi che stanno per portare alla risoluzione del caso, un altro cadetto viene assassinato.
Dopo aver vendicato la morte della sua famiglia, Frank Castle, noto come The Punisher, scopre una cospirazione che va ben oltre il mondo criminale di New York City.
Un film di John Carpenter. Con Austin Stoker, Darwin Joston, Laurie Zimmer, Martin West Titolo originale Assault on precinct 13. Drammatico, durata 91′ min. – USA 1976. – VM 14 – MYMONETRO Distretto 13: le brigate della morte valutazione media: 3,97 su 22 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Una stazione di polizia in disarmo e senza telefono alla periferia di Los Angeles, che ospita un pericoloso criminale e il testimone di un omicidio, è assediata dalla banda dei fuorilegge autori del delitto. Il posto è difeso da due poliziotti e una donna. 2° film a basso costo scritto e diretto dal 28enne J. Carpenter, anche montatore e autore delle musiche, è un western travestito da poliziesco con un esplicito riferimento all’ultimo H. Hawks. Felice equilibrio tra thriller e commedia, rinuncia a qualsiasi pretesa sociologica, riesce a suggerire un clima di allucinata tensione che sfiora l’onirico. Divenne un cult per la giovane critica degli anni ’70.
Ambiguous (曖昧, Aimai ) noto anche come Waisetsu Netto Shūdan Ikasete!! (猥褻ネット集団 いかせて!! ) e Group Suicide: The Last Supper (集団自殺 最後の晩餐, Shūdan Jissatsu: Saigo no Bansan ) è un film giapponese Pink del 2003 diretto da Toshiya Ueno . È stato scelto come miglior film dell’anno allacerimonia del Pink Grand Prix .
Un gruppo eterogeneo di persone, tutte con problemi nella vita quotidiana, si incontra online e decide di suicidarsi insieme. Isolati dalla società in generale, formano un legame fisico con l’avvicinarsi del tempo stabilito.
La maschera che Michael Myers indossa per coprire le fattezze del suo volto, è stata creata ispirandosi al volto del capitano Kirk di Star Trek.
1963. Nella città di Haddonfield, Illinois, il ragazzino di 6 anni, Michael M. Myers (Michael Myers), nato il 19 ottobre 1957, durante la notte di Halloween uccide la sorella maggiore che gli stava facendo da baby-sitter. Da allora Michael rimane in un ospedale psichiatrico sotto l’osservazione dello psicologo Samuel Loomis. Passati quindici anni Michael evade nella notte di Halloween e ritorna ad Haddonfield.
Un ignoto maniaco, che violenta e uccide bambine, semina la paura a Düsseldorf. La polizia ordina retate nell’ambiente della malavita i cui capi, danneggiati negli affari, decidono di reagire organizzando una caccia all’uomo con i mendicanti della città. Catturato, il maniaco viene processato. Lo salva dall’esecuzione la polizia che intanto l’aveva identificato. 1° film sonoro di Lang che ne scrisse la sceneggiatura con la moglie Thea von Harbou ispirandosi a un fatto di cronaca. Esordio di Lorre (vero nome: Laszlo Löwenstein, di origine ungherese), probabilmente nel primo personaggio di deviante sessuale nella storia del cinema. Su una tematica che gli è cara (opposizione tra giustizia ufficiale e giustizia privata, senso della colpevolezza universale), Lang fa un film di taglio realistico che nell’uso della luce (fotografia di F.A. Wagner) non trascura le esperienze espressionistiche, calibrando suspense, cadenze del poliziesco, dramma sociale. Il “tema dell’assassino” (fischiettato dallo stesso Lang) è tratto dal Peer Gynt di E. Grieg; l’idea del tribunale dei criminali deve qualcosa al Brecht di L’opera da tre soldi . Un classico. Rifatto nel 1951 da J. Losey.
Nei tranquilli sobborghi di una città americana, una ragazza concitata fugge di casa in auto pur ripetendo che tutto va bene. Poi, piangente, telefona al papà dicendogli che vuole bene a lui e alla mamma. Il mattino dopo viene trovata morta, spezzata in una posizione grottesca. Un’altra ragazza, Jay, esce con Hugh, un ragazzo che le piace. Vanno al cinema, ma ne escono precipitosamente e, per Jay, inspiegabilmente: Hugh diventa infatti improvvisamente nervoso dopo aver visto una ragazza che Jay non riesce a vedere. La sera successiva, dopo aver fatto l’amore con lei in auto, Hugh cloroformizza Jay, che si risveglia legata a una sedia in una zona solitaria. Hugh le spiega che una “cosa” la inseguirà: qualcuno l’ha trasmessa a lui e adesso lui l’ha trasmessa a lei. Potrebbe assomigliare a qualcuno che conosce o essere uno sconosciuto tra la folla. Per Jay si apre un abisso d’orrore che deve affrontare con l’aiuto dei suoi amici, ma dal quale sembra impossibile uscire. L’inizio – con la morte della prima ragazza – è molto efficace nell’introdurre una situazione ricca di mistero e di suspense, dominata da qualcosa di inspiegabile, ma ha anche lo scopo di rendere subito chiara la pericolosità del fenomeno che altrimenti potrebbe sembrare solo bizzarro. L’idea di partenza è brillante, con la semplicità delle buone idee: uno spunto ancorato nella tradizione, ma svolto con sapienza. L’orrore striscia dentro la vita semplice della protagonista come una malattia, un destino incombente.
Maniaco assassino decapita per vendetta a Minneapolis una mezza dozzina di persone, portandosi via le teste in ricordo. Risolvono il caso un giovanotto intrepido e un ragazzetto miope e impiccione. Nonostante la terribilità truculenta dei misfatti, è anche una storia di amore e di guarigione, qua e là innervata di fili argentei d’ironia e di mordace umorismo. Bravina come anoressica Asia, figlia del regista. C’è anche, mimetizzato e inquietante, Frederic Forrest.
Al “Boston Globe” nell’estate del 2001 arriva da Miami un nuovo direttore, Marty Baron. E’ deciso a far sì che il giornale torni in prima linea su tematiche anche scottanti, liberando dalla routine il team di giornalisti investigativi che è aggregato sotto la sigla di ‘Spotlight’. Il primo argomento di cui vuole che il giornale si occupi è quello relativo a un sacerdote che nel corso di trent’anni ha abusato numerosi giovani senza che contro di lui venissero presiprovvedimenti drastici. Baron è convinto che il cardinale di Boston fosse al corrente del problema ma che abbia fatto tutto quanto era in suo potere perché la questione venisse insabbiata. Nasce così un’inchiesta che ha portato letteralmente alla luce un numero molto elevato di abusi di minori in ambito ecclesiale.are nel sospetto di un’opinione pubblica, spesso pronta alla semplificazione, un clero che nella sua stragrande maggioranza ha tutt’altra linea di condotta. La forza con cui Papa Francesco ha condannato, anche con la detenzione entro le mura vaticane, i colpevoli di questo tipo di reati è prova di un’acquisita nuova consapevolezza in materia. Quell’inchiesta di poco più di dieci anni fa ne è all’origine e quei giornalisti, anche se non ne erano del tutto consapevoli, finivano con il ricordare a chi regalava loro copie del Catechismo di andare a rileggere e fare proprie le parole di Gesù: “Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino e fosse gettato negli abissi del mare” (Matteo 18, 6).
Un film di Fritz Lang. Con Michael Redgrave, Joan Bennett Titolo originale Secret Beyond the Door. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 98 min. – USA 1948. MYMONETRO Dietro la porta chiusa valutazione media: 3,31 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Mark Lamphere (Michael Redgrave), un miliardario maniaco soggetto a singolari ossessioni, ha fatto ricostruire in casa una serie di camere dove si sono svolti delitti famosi. Tra le camere ce n’è una sempre chiusa, e la sua seconda moglie Celia (Joan Bennett), che l’ha sposato dopo un colpo di fulmine, scoprirà presto che la stanza misteriosa è in tutto e per tutto identica alla sua. L’intera vicenda viene raccontata attraverso gli occhi della protagonista, con l’aiuto di un intenso commento della voce fuori campo. Tra i film meno noti della produzione americana di Lang, Dietro la porta chiusa vanta una pluralità di rimandi (Rebecca la prima moglie e Il sospetto di Hitchcock, il romanzo Camera chiusa n° 13 di Rufus King, Alice nel paese delle meraviglie di Carroll, la celebre favola di Barbablù), e con le sue tante ambiguità affonda le radici nella psicanalisi: dietro ogni porta c’è un universo, e ogni universo libera il suo carico di fascino e paura. Ancora una volta Lang ritorna su quell’ossessione criminale che rappresenta il cardine del suo universo immaginario, rimarcando una volta di più i temi del doppio, dei dipinti e degli specchi, icone simbolo del cinema noir.