Category: Vittorio Gassman


Un film di Giuseppe De Santis. Con Vittorio Gassman, Doris Dowling, Raf Vallone, Silvana Mangano. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 108′ min. – Italia 1949. MYMONETRO Riso amaro * * * 1/2 - valutazione media: 3,50 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Braccata dalla polizia, la complice di un ladro si unisce a un gruppo di mondine in partenza per le risaie del Vercellese dove viene raggiunta dall’amante che, aiutato da Silvana, una delle mondine, progetta di impossessarsi con alcuni amici del raccolto di riso. Epilogo sanguinoso. Nella bizzarra mistura dei suoi ingredienti (storia da fotoromanzo, torrido erotismo, affresco sociologico, scrittura registica di alto prestigio tecnico e formale) questo melodramma con ambizioni di romanzo nazional-popolare ebbe un grande successo anche all’estero e, grazie al sessappiglio di S. Mangano, è un capitolo importante nella storia del divismo italiano. 1ª colonna musicale di Goffredo Petrassi.

Bitter Rice (1949) on IMDb

Regia di Ettore Scola. Un film con Vittorio GassmanJoan CollinsPaolo BonacelliJacques BergeracDino CurcioCast completo Genere Commedia – Italia1964durata 110 minuti. Valutazione: 2,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Nobile romano, sottaniere di professione, si fa incastrare da una bella inglese, esportatrice di capitali in Svizzera. 2° film di E. Scola, dopo 10 anni di sceneggiature. Come commedia di costume, sembra una goffa copia di Il sorpasso , come giallo è squinternato. In una compagnia di attori mediocri o male usati, V. Gassman sfoggia il suo atletismo acrobatico, ma il personaggio non è centrato.

La congiuntura (1965) on IMDb
Locandina L'arcidiavolo

Un film di Ettore Scola. Con Gabriele FerzettiVittorio GassmanEttore ManniMickey RooneyClaudine Auger. continua» Commediadurata 103 min. – Italia 1966.

Dalla novella Belfagor l’arcidiavolo di Niccolò Machiavelli. Satana manda sulla terra l’arcidiavolo Belfagor per attentare alla virtù di Maddalena, la figlia di Lorenzo il Magnifico, duca di Firenze. Belfagor parte aiutato dal demonietto Adramelech, combina un mucchio di diavolerie, ma s’innamora di Maddalena. Per lei perderà le corna e l’immortalità. La novella di Machiavelli presa a pretesto per una farsa moderatamente boccaccesca.

The Devil in Love (1966) on IMDb

Regia di Ettore Scola. Un film Da vedere 1980 con Ombretta ColliVittorio GassmanUgo TognazziJean-Louis TrintignantMarcello MastroianniCast completo Genere Drammatico – ItaliaFrancia1980durata 124 minuti. – MYmonetro 3,59 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Durante una serata in terrazza, nella Roma radical-chic, vita pubblica e privata di alcuni personaggi: dallo sceneggiatore in crisi al giornalista, al deputato PCI, all’amico in cerca di lavoro. Commedia all’italiana di esperta fattura nella quale ci si piange un po’ addosso, in modi tipicamente romanocentrici, ma qualche freccia arriva al bersaglio. Non tutto allo stesso livello, ma nell’insieme funziona. Scritto da Scola con Age & Scarpelli. “Sembra e vuole essere una, sia pur sorridente, radiografia della condizione intellettuale e borghese, ma è soltanto un quadretto della condizione pseudointellettuale e sostanzialmente piccoloborghese dell’intellettualità cinematografica” (L. Micchiché).

La terrazza (1980) on IMDb

Regia di Ettore Scola. Un film con Antonella LualdiVittorio GassmanGiovanna RalliEleonora Rossi DragoAttilio DottesioCast completo Genere Commedia – Italia1964durata 105 minuti. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Galleria di 8 episodi boccacceschi con altrettanti ritratti femminili, ha per filo conduttore il camaleontico pluriprotagonista: “A tutto Gassman” diceva la frase di lancio. Esordio nella regia dello sceneggiatore campano Scola che lo scrisse con Ruggero Maccari. Diseguale, di comicità irresistibile almeno in due episodi (il penultimo con E. Rossi Drago e l’ultimo con J. Valérie), parolacciaro e scurrile, “di una volgarità efferata, ma divertente” (Gassman), ebbe un largo successo di pubblico e severe accoglienze di critica. Il problema che il senno di poi propone è: quella volgarità era nella realtà o nella rappresentazione che ne davano Scola e C.? “L’insistere su quelle ‘virtù’ degli italiani non corrispondeva a un aprire – e far aprire – gli occhi sull’Italia del boom?” (R. Ellero).

Let's Talk About Women (1964) on IMDb

Regia di Luigi ComenciniMario MonicelliNanni LoyEttore ScolaLuigi Magni. Un film con Nino ManfrediVittorio GassmanUgo TognazziPaolo VillaggioAdolfo CeliMarcello MastroianniCast completo Genere Commedia – Italia1976durata 119 minuti. – MYmonetro 3,10 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Divertenti episodi in cui vizi e virtù dell’Italia in rovina sono messi in berlina. Un lettore di telegiornale (Mastroianni) piuttosto candido e distratto fa da filo conduttore ai vari episodi, presentati come servizi speciali di un allora inesistente TG3

Signore e signori, buonanotte (1976) on IMDb

Regia di Dino Risi. Un film Da vedere 1962 con Vittorio GassmanJean-Louis TrintignantCatherine SpaakClaudio GoraLuciana AngiolilloCast completo Genere Drammatico – Italia1962durata 108 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 4,70 su 4 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Il giorno di Ferragosto due occasionali amici, uno studente universitario un po’ timido e un quarantenne immaturo, passano assieme la giornata spostandosi con l’auto. Le ore passano veloci in un susseguirsi di episodi tragicomici, fino all’epilogo inatteso e drammatico: la morte dello studente causata dall’incoscienza dell’altro. Si tratta di un autentico cult movie, tra i pochi che può vantare il cinema italiano del dopoguerra. Un’intuizione geniale è all’origine del film, che può essere definito un road movie; il confronto di due generazioni nel territorio neutro di una giornata di vacanza. La complementarietà dei caratteri dei due protagonisti è un supporto dalle solide basi. La sceneggiatura di Scola, Risi e Maccari è in perfetto equilibrio tra la commedia all’italiana e il dramma sociale, questo appena accennato con alcune allarmanti sequenze disseminate nel film e concluso nell’impietoso finale. Il cialtronesco Gassman, finalmente libero, come lui stesso ammette, dai vincoli delle caratterizzazioni, dai ghigni classicheggianti, esprime in alcune sequenze la sua dirompente fisicità. Distrugge con l’intuizione del superficiale i luoghi comuni che lo studente Trintignant si era costruito in un’intera vita, sui suoi parenti. Libera lo charme opaco di una zia del suo amico. In ogni spostamento, dalla Roma deserta del mattino di Ferragosto e lungo le strade della Versilia fino alla Costa Azzurra, si gioca la sua dignità e persino la figura di padre. La partita a ping-pong con Gora è al riguardo esemplare. L’attonito Trintignant in quesa scuola dei dritti è infatti l’unico a soccombere, emblematicamente. Non pochi hanno lamentato il cambio di rotta mostrato all’epilogo. Un risveglio dalla partitura scoppiettante di una pellicola che sembrava dover dispensare un eclettico piacere a fior di pelle. Come ne La grande guerra e Una vita difficile il cinema italiano aveva trovato, se non un vero e proprio stile, un equilibrio che poggiava su una precisa rappresentazione della società italiana, senza dover ricorrere ai macchiettoni che il depravato cinema d’oggi mostra con lugubre allegria. Il rimpianto di quel cinema è presente in ogni spettatore che abbia solo visto quei film pur non facendo parte di quella generazione. Ed ecco allora la Lancia Aurelia Sport diventare un oggetto mitico. Così come alcune battute di questi film vengono tramandate con puntuale approssimazione, ma con sincera partecipazione. Il sorpasso, al suo apparire quasi snobbato dalla critica, si è ritagliato col tempo uno spazio che appartiene di diritto alle grandi memorie del cinema centenario.

The Easy Life (1962) on IMDb

Locandina Il deserto dei TartariUn film di Valerio Zurlini. Con Vittorio Gassman, Helmut Griem, Francisco Rabal, Jean-Louis Trintignant, Giuliano Gemma. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 150 min. – Italia, Francia, Germania 1976. MYMONETRO Il deserto dei Tartari * * * 1/2 - valutazione media: 3,83 su 20 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Il tenente Giovan Battista Drogo, di fresca nomina, viene assegnato alla fortezza Bastiani, un avamposto ai confini dell’impero che si trova dinanzi al deserto anticamente abitato dai Tartari. Giunto a destinazione Drogo avverte come ogni militare, dal soldato ai più alti gradi, sia in attesa dell’arrivo del nemico proprio dal da quella direzione e quanto la vita dell’intera guarnigione dipenda da quell’attesa. Drogo cerca di farsi trasferire ma l’atmosfera che regna nella fortezza finisce con l’affascinarlo e a impedirgli di andarsene.
Il romanzo omonimo di Dino Buzzati (edito nel 1940) aveva attratto da subito più di uno sceneggiatore e regista ma tutti avevano finito con l’arrendersi dinanzi alla difficoltà di ambientazione storica. Perché lo scrittore situa la vicenda in una dimensione atemporale e la stessa Fortezza Bastiani può essere considerata un luogo non identificabile (Buzzati si spinse a dire che avrebbe potuto anche essere la redazione del Corriere della sera per cui scriveva). Ecco allora che l’idea viene accantonata fino al 1963 quando il libro esce in Francia in edizione tascabile. Sarà Jacques Perrin (già attore per Zurlini in Cronaca familiare) a rilanciare l’idea. La collocazione storica viene fissata alla fine dell’Ottocento con una forte connotazione di eleganza e rigidità austro-ungarica che la famiglia Buzzati-Traverso aveva ben conosciuto. Il luogo (fondamentale) è la fortezza di Barn nel sud dell’Iran (ora distrutta dal terremoto del 2003).
Il film è fedele al libro (tranne che nel finale per problemi produttivi) perché fondamentalmente sia Buzzati che Zurlini condividevano una visione della vita dominata da un senso profondo di attesa, da una sensazione di inutilità, da una profonda malinconia.”Vivere la vita non ha altro fine che lasciarla passare e la morte è l’unica giustificazione” così si esprimeva il regista individuando questo tema come il fil rouge di tutta la sua filmografia. Grazie a un cast di altissimo livello Zurlini rilegge non solo il mondo di Buzzati ma ci propone anche una personale visione del pascaliano ‘silenzio dinanzi agli infiniti spazi’ con questo che sarà il suo ultimo film.

The Desert of the Tartars (1976) on IMDb
I Mostri: Amazon.it: Ugo Tognazzi, Lando Buzzanca, Vittorio Gassman, Marisa  Merlini, Marino Mase', Dino Risi, Ugo Tognazzi, Lando Buzzanca: Film e TV

Regia di Dino Risi. Un film Da vedere 1963 con Ugo TognazziVittorio GassmanLando BuzzancaMarisa MerliniRika DialinaMichèle MercierCast completo Genere Commedia – Italia1963durata 118 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,90 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Galleria di “mostri” pescati nella realtà quotidiana: dal padre che educa il figlioletto a fregare il prossimo all’avvocato cialtrone, dalla patronessa di premi letterari che mira solo a concupire i giovani letterati al pugile suonato… 20 brevi e brevissimi episodi nei quali si alternano Gassman e Tognazzi per satireggiare i miti e le contraddizioni degli anni ’60. La commedia italiana in pillole, con ferocia “all’insegna della critica più sferzante, della satira più graffiante, senza un filo di forzatura o di compiacimento o di indulgenza o di complicità” (P. D’Agostini). Soggetto e sceneggiatura: Age & Scarpelli, Elio Petri, Dino Risi, Ettore Scola, Ruggero Maccari. Fotografia: Alfio Contini.

The Monsters (1963) on IMDb

Risultati immagini per Profumo di DonnaUn film di Dino Risi. Con Vittorio Gassman, Agostina Belli, Moira Orfei, Alessandro Momo, Franco Ricci. Commedia, Ratings: Kids+16, durata 100 min. – Italia 1974. MYMONETRO Profumo di donna * * * 1/2 - valutazione media: 3,92 su 17 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

In permesso premio, il soldato e studente Giovanni Bertazzi si ritrova ad accompagnare Fausto, capitano non vedente in congedo, in un movimentato itinerario da Torino a Napoli. Ma scopre ben presto che il suo compagno di viaggio non è un uomo qualunque. Intelligente, fiero, pieno di vita nonostante il suo impedimento, Fausto svela sin dalle prime battute la sua grande passione: le donne. Si vanta di riconoscerle dal profumo e, col suo prodigioso intuito, lascia a bocca aperta il suo giovane accompagnatore, mostrando di sapere veramente tutto del gentil sesso, come della vita. Ma, una volta a Napoli, ad attenderlo è Sara, molto più giovane, e segretamente innamorata di lui. Fausto la respinge con crudeltà, con lo stesso cinismo che ha dimostrato a Giovanni lungo il viaggio. Eppure, dietro la maschera di sarcastico viveur, il capitano nasconde un ultimo, inconfessabile desiderio.
Dal romanzo di G. Arpino, un dramma travestito da commedia. È una storia di solitudine, solo apparentemente giustificata dalla condizione soggettiva del non vedente. L’isolamento di Fausto ha radici ben più intime e profonde. La sua cecità diventa paradossale nel confrontarsi coi suoi simili che, pur avendo occhi per vedere, non sono in grado di “guardare” al di là delle apparenze, come Giovanni quando, durante la sosta a Genova, scambia per donna un travestito, o quando non comprende l’infedeltà della sua ragazza; come il cugino sacerdote, che tenta di giustificare il male con le sue artificiose parole di fede, quelle che Fausto considera “balle, retorica”; come l’amico Vincenzo, altrettanto non vedente, ma privo della perspicacia che contraddistingue il capitano.
È tutto un mondo di “ciechi”, sembra dire il regista, mentre l’unico a vederci chiaro è chi non si ferma all’idea della percezione visiva. Solo Fausto infatti intuisce il dolore che si cela nella realtà, e proprio in questa coscienza, che lo separa dal mondo circostante, risiede la sua vera solitudine. “Sono l’undici di picche… la carta al di fuori del mazzo” dirà al suo incredulo accompagnatore, che non lo capirà mai fino in fondo. Eppure, nell’innocente e tormentato amore di Sara, sembra aprirsi uno spiraglio di luce. Ed è verso la fine che ci si rende conto che Profumo di donna è anche (o soprattutto) un’insolita storia d’amore.
Tutto l’opposto del fuorviante remake con Al Pacino, che concentra l’attenzione sul più convenzionale rapporto maestro-allievo, falsando l’intensità introspettiva ed emotiva che pervade il lavoro di Dino Risi e l’insuperabile interpretazione di Vittorio Gassman.

Scent of a Woman (1974) on IMDb

La famiglia PosterUn film di Ettore Scola. Con Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli, Fanny Ardant, Ottavia Piccolo. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 127′ min. – USA 1986. MYMONETRO La famiglia * * * 1/2 - valutazione media: 3,90 su 12 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Vita di Carlo e di una famiglia della media borghesia romana dal 1906 al 1986, da una foto di gruppo con nipotini all’altra. Molti gli avvenimenti: l’avvicendarsi delle generazioni, battesimi, nozze, lutti, bisticci, conflitti, pranzi, compromessi. Nell’itinerario di Scola, che l’ha scritto con Furio Scarpelli e Ruggero Maccari, appare come un punto d’arrivo, un compendio: è un film sul tempo che passa e cambia le persone, levigando conflitti, sentimenti, passioni come i sassi di mare. Un film di attori, una bella prova di professionismo e maestria narrativa, di sintesi all’insegna dell’armonia, fondato su uno sguardo disincantato e saggio di chi, raggiunta la maturità, ha saputo migliorare e chiarificare il vino della giovinezza.

The Family (1987) on IMDb

Regia di Marco Ferreri. Un film Da vedere 1971 con Claudia CardinaleVittorio GassmanUgo TognazziMichel PiccoliAlain CunyEnzo JannacciCast completo Genere Commedia – Italia1971durata 112 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,10 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Amedeo (Jannacci), mite ufficiale in congedo, va da una città del Nord a Roma per parlare col Papa, a quattr’occhi, “anche nel suo interesse”. Ci prova inutilmente per mesi… Kafka ( Il castello ) c’è, ma è lontano. Tutto è realistico e diretto, legato a una precisa realtà, nulla è metaforico in questo film, scritto da Ferreri con Rafael Azcona e Dante Matelli, che pure è una sola grande metafora, leggibile a 3 livelli: 1) politico: sul potere; 2) religioso: lo “scandalo” è raddoppiato perché, per un credente, il Papa non è il rappresentante del Cristo in Terra; 3) psicanalitico: un’affannosa e tormentata ricerca del padre. Tenero e atroce, allegramente beffardo nei toni e amaro nel fondo, tutt’altro che pessimista, ha la traiettoria di una sassata. Non mancano le scorie e i momenti incerti, ma poco intaccano la sostanza di un film importante e sottovalutato.

L'udienza (1972) on IMDb
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Un film di Mario Monicelli. Con Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Renato Salvatori, Totò, Carla Gravina. Commedia, Ratings: Kids+13, durata 111 min. – Italia 1958. MYMONETRO I soliti ignoti * * * * 1/2 valutazione media: 4,76 su 45 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Scombinato quartetto di ladri di mezza tacca tenta un furto a un Monte di Pegni periferico. Il colpo va buco, ma si fanno una mangiata. Uno dei pilastri della nascente commedia italiana: la sua eccezionale riuscita nasce da una scelta azzeccata degli interpreti (con la scoperta di V. Gassman comico, gli esordi di C. Cardinale, C. Gravina e T. Murgia, un mirabile intervento di Totò) e una sceneggiatura perfetta (Age, Scarpelli, Suso Cecchi D’Amico), senza contare il bianconero di G. Di Venanzo e le musiche jazzistiche di Piero Umiliani. È il 1° film comico italiano dove compare la morte, con personaggi invece di macchiette, una comicità venata di dramma e il tema dell’amicizia virile, raro nella cultura e nello spettacolo italiano. Vela d’oro a Locarno, 2 Nastri d’argento (sceneggiatura, Gassman), nomination all’Oscar, grande successo di pubblico. Seguito da Audace colpo dei soliti ignoti (1960) e I soliti ignoti vent’anni dopo . 2 rifacimenti a Hollywood: Crackers (1984) di L. Malle e Welcome to Collinwood (2002) di A. e J. Russo.

 I soliti ignoti
(1958) on IMDb
C'eravamo tanto amati | Cinéma de la Ville

Un film di Ettore Scola. Con Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Aldo Fabrizi, Stefania Sandrelli. Commedia, durata 121′ min. – Italia 1974. MYMONETRO C’eravamo tanto amati * * * * - valutazione media: 4,11 su 22 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Trent’anni di vita italiana, dal 1945 al 1974, attraverso le vicende di tre amici ex partigiani: un portantino comunista (Manfredi), un intellettuale cinefilo di provincia (Satta Flores) e un borghese arricchito (Gassman). S’incontrano a varie riprese, rievocando speranze deluse, ideali traditi, rivoluzioni mancate. Rapsodia generazionale turgida e sincera, poco rigorosa ma appassionata, lamentosa e qua e là graffiante, armonizzata “sul registro di un malinconico ma efficace umorismo critico” (R. Ellero), dove l’amarezza di fondo si stempera in toni crepuscolari. Tutti bravi e registrati a dovere gli interpreti, compreso il compianto Satta Flores (1937-85). Scritto da E. Scola con Age & Scarpelli, dedicato a Vittorio De Sica (1901-74) che non fece in tempo a vederlo. Fu un calibrato film-epitaffio in sintonia con i tempi e i gusti del pubblico, con una sapiente costruzione narrativa fatta di morbide sconnessioni temporali e non priva di una quieta stilizzazione teatrale. Pioggia di premi italiani, francesi e sovietici.

We All Loved Each Other So Much (1974) on IMDb

Regia di Mario Monicelli. Un film Da vedere 1966 con Vittorio GassmanCatherine SpaakGian Maria VolontéEnrico Maria SalernoMaria Grazia BuccellaCast completo Genere Commedia – ItaliaFranciaSpagna1966durata 120 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 4,33 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nel Medioevo lo spiantato cavaliere Brancaleone da Norcia si mette alla testa di un gruppo di scalcinati senza famiglia e parte alla conquista del feudo di Aurocastro. Il film dilata i confini della commedia all’italiana con un’operazione culturale originale che comprende Kurosawa e Calvino, una rilettura della storia in chiave nazional-popolare, l’invenzione (di Age & Scarpelli) di una parlata mista di latino medievale e italiano prevolgare, il gusto anarchico di una scampagnata becera e i temi tipicamente monicelliani del gruppo dei piccoli perdenti e del senso della morte. 3° incasso nella stagione 1966-67, 3 Nastri d’argento (Gherardi per i costumi, Di Palma per la fotografia, Rustichelli per la musica) e un titolo passato in proverbio.

L'armata Brancaleone (1966) on IMDb

Regia di Mario Monicelli. Un film Da vedere 1959 con Vittorio GassmanAlberto SordiBernard BlierFolco LulliSilvana ManganoNicola AriglianoCast completo Genere Guerra – Italia1959durata 129 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 4,67 su 5 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

1916: Oreste Jacovacci, romano, e Giovanni Busacca, milanese, sono due scansafatiche furbastri e vigliacchetti. Dopo aver cercato invano di imboscarsi si trovano arruolati e al fronte. Da quel momento vivono tutte le disgrazie di una guerra: il cibo pessimo, le marce forzate, il freddo, la paura, qualche piccola distrazione militare, persino un’avventura con una prostituta (la vive il “milanese” Gassman). In una cosa i due sono sempre in prima fila: nell’evitare le grane, piccole o grandi che siano. Riescono a farla franca tutte le volte, ma una notte si trovano per caso in una cascina che viene presa dai nemici. Cercano di scappare travestendosi da austriaci, vengono catturati e proprio in virtù del travestimento potrebbero essere fucilati. Il colonnello nemico promette che li salverà se riveleranno l’ubicazione di un certo ponte di barche sul Piave. I due conoscono l’informazione delicatissima e decidono, per salvarsi, di parlare. Ma il colonnello dice la frase sbagliata e provoca nei due un incredibile rigurgito di orgoglio. È Gassman il primo a reagire, con la famosa battuta, al colonnello: “… visto che parli così, mì a tì te disi propri un bel nient, faccia di merda…”. E muoiono da eroi, fucilati. Film importante ed esclusivo, irresistibile per quasi tutti gli aspetti: l’interpretazione di tutti gli attori, la ricerca iconografica, la verità degli episodi e l’attendibilità storica. La sceneggiatura di Age, Scarpelli e dello stesso Monicelli presenta spesso toni comici – Gassman assomiglia molto a quello dei Soliti ignoti – e privilegia la bravura di tutti i caratteristi, anche non attori, come il pugile Tiberio Mitri e il cantante Nicola Arigliano. L’artificio, certamente commerciale, di contrapporre a una situazione divertente una drammatica, si è tradotto, alla resa dei conti, in un arricchimento, anche rispetto ai toni dei grandi film italiani della stagione del neorealismo, capolavori sì, ma spesso cupi e monocordi. Gli anni de La Grande guerra erano davvero quelli d’oro. Il nostro cinema non sarebbe mai più stato a quell’altezza. 

The Great War (1959) on IMDb
Locandina A mezzanotte va la ronda del piacere

Un film di Marcello Fondato. Con Claudia Cardinale, Monica Vitti, Vittorio Gassman, Giancarlo Giannini, Renato Pozzetto. Commedia, durata 102′ min. – Italia 1975. MYMONETRO A mezzanotte va la ronda del piacere * * 1/2 - - valutazione media: 2,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Processata per omicidio preterintenzionale del coniuge Gino (G. Giannini), la proletaria Tina Candela (M. Vitti) fa la propria autodifesa, ascoltata con interesse da una giurata popolare (C. Cardinale), moglie in un ingegnere intrallazzatore (V. Gassman). Tutto si risolve con la ricomparsa di Gino. Scritta con Francesco Scardamaglia, la commedia è venata di grottesco ma, pur proponendosi di denunciare vizi e storture della società, si risolve in una compiaciuta e furbesca assoluzione. Conferma, comunque, l’interesse per la condizione femminile che il regista aveva espresso con maggiore sottigliezza in Certo, certissimo… anzi possibile. Uno dei successi della stagione 1975-76.

The Immortal Bachelor (1975) on IMDb
Crimen: Amazon.it: Sordi/Gassman, Sordi/Gassman: Film e TV

Un film di Mario Camerini. Con Nino ManfrediVittorio GassmanAlberto SordiFranca ValeriSilvana Mangano. continua» CommediaRatings: Kids+16, b/n durata 124 min. – Italia, Francia 1961MYMONETRO Crimen ***-- valutazione media: 3,17 su 6 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Tre uomini e due donne fanno conoscenza su un treno per Nizza. Una volta a destinazione, vengono coinvolti in un delitto che non hanno commesso. Il caso e la dabbenaggine fanno sì che venga messo insieme un vero castello di prove che li inchioderebbe, se non fosse per l’intelligenza dell’ispettore che riesce piano piano a venire a capo di tutto. Ma non è finita: al ritorno a Roma i cinque si mettono ancora nei guai.

...And Suddenly It's Murder! (1960) on IMDb

Un film di Mario Monicelli. Con Vittorio Gassman, Paolo Villaggio, Adolfo Celi, Stefania Sandrelli, Beba Loncar. Commedia, durata 117 min. – Italia 1970. MYMONETRO Brancaleone alle crociate * * * - - valutazione media: 3,11 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Seguito dell’ Armata Brancaleone. Ma non un pigro seguito. Le avventure, i personaggi del secondo capitolo sono tanti e quasi tutti divertenti. Partito per le crociate con la turba del frate Zenone, Brancaleone scampa per un pelo al massacro dei compagni, salva una principessa francese e un’avvenente streghetta che stava per essere bruciata viva. Raggiunge in Terrasanta l’esercito di Boemondo, ma ne viene scacciato quando si scoprono i suoi oscuri natali. Duella con la Morte e questa volta è la streghetta a salvarlo ma a prezzo della vita. Manca al secondo Brancaleone la novità dei caratteri e del latino maccheronico. In compenso le trovate sono molte: dal personaggio dello stilista (ricalcato sul Simone del deserto di Buñuel) al giudizio di Dio fra papa e antipapa, dalla corte di Boemondo (vista come l’opera dei Pupi) ai personaggi di Toffolo e Villaggio.

Brancaleone alle Crociate (1970) on IMDb

Anna (1951) - IMDbUn film di Alberto Lattuada. Con Vittorio Gassman, Gaby Morlay, Raf Vallone, Silvana Mangano, Jacques Dumesnil. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 108′ min. – Italia 1951. MYMONETRO Anna * * 1/2 - - valutazione media: 2,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Divisa tra la passione erotica per Walter e l’attrazione sentimentale per Andrea, Anna, ballerina in un night-club di Milano, si fa suora in un ospedale quando il 1° è ucciso dal 2°. Film su commissione, prodotto da Ponti/De Laurentiis per la Lux italo-francese, scritto in 6 (G. Berto, F. Brusati, L. Malerba, I. Perilli, D. Risi, R. Sonego), apre _ preceduto da Catene (1949) e I figli di nessuno (1951) di Matarazzo _ il genere del melodramma contemporaneo nel cinema italiano col retroterra del tema cattolico colpa-redenzione, sebbene l’impegno di Anna non sia la ricerca di Dio, ma l’impegno verso il prossimo come infermiera. L’adesione di Lattuada al progetto è stilistica e figurativa (fotografia: Otello Martelli) nel netto contrasto tra bianchi e neri e nella rinuncia quasi totale agli esterni. 1° film italiano a incassare un miliardo sul mercato interno e a essere distribuito doppiato in USA. Brevi apparizioni di Lamberto Maggiorani e Sophia Loren. Tutti i 6 attori del nostro cast sono doppiati. Musiche: Nino Rota. La canzone “El negro zumbòn” di Trovaioli-Giordano fu venduta in single negli USA in un milione di copie.

Anna (1951) on IMDb