Una delle migliori commedie americane su una coppia che si appresta a divorziare ma che, nei novanta giorni tra la sentenza e il momento in cui questa deve diventare esecutiva, scopre nuovamente d’amarsi.
Una ragazza fugge di casa per sposare l’amato. Quasi subito si accorge che lui, per procurarsi i soldi necessari alla loro sopravvivenza, non va troppo per il sottile. Sospetta addirittura che abbia ucciso un loro facoltoso amico e stia per eliminare anche lei. Sconvolta, decide di partire. Finale, naturalmente, a sorpresa
Due vecchie pazzerelle fanno opere caritatevoli con vino di sambuco all’arsenico. Un fratello demente le aiuta a seppellire i cadaveri. Un classico della commedia nera. Come un testo teatrale (di Joseph Kesselring, 1941) riesce a diventare un film di irresistibile dinamismo e di buffoneria scatenata. Le vecchiette e Grant sono super, ma il coro dei caratteristi (Massey, Lorre, Alexander) non è da meno. L’uscita del film fu ritardata di quasi 2 anni per non danneggiare lo spettacolo teatrale, che nel frattempo aveva resistito in cartellone contro ogni previsione.
Da La squadriglia dell’aurora a Brume, a Arcipelago in fiamme, Howard Hawks, aviatore in gioventù, ha sempre amato i film di ambiente aeronautico. In questo Avventurieri dell’aria si intrecciano difficili storie d’amore e tensioni di lavoro nell’aeroporto di Barranca, dove il capitano Geoff, impersonato da Cary Grant, perde in un volo l’amico più caro e trova l’amore in una bella passeggera, Bonnie.
Da un romanzo di David Dodge. Famoso ladro di gioielli, John Robie, detto il Gatto, vive agiatamente in ritiro sulla Costa Azzurra e vuole catturare un ladro che imita il suo vecchio stile. Effervescente come lo champagne, perfetto come un cronometro. Hitch lo girò in pieno relax e buonumore, lasciando spazio all’improvvisazione. Straordinaria la fotografia di R. Burks in Vistavision, che vinse l’Oscar. Come in La congiura degli innocenti, dialogo tambureggiante di J.M. Hayes.
Un’aristocratica ragazza di Filadelfia, affascinante ma dotata d’un carattere impossibile, mette alla porta il marito e progetta un nuovo matrimonio con un arricchito. Durante i preparativi per le seconde nozze, sotto gli occhi sornioni di una coppia di giornalisti, il respinto riuscirà a riguadagnare il cuore della giovane dopo una memorabile sbronza che le farà abbassare le arie. Forse la migliore commedia americana del periodo d’oro (con Susanna di Howard Hawks), egregiamente interpretata dalla Hepburn, da Grant e da Stewart che, nei panni del giornalista, ebbe l’Oscar (un altro lo ottenne l’autore dello spumeggiante dialogo, Donald Ogden Stewart). Nel 1956 ne venne girata una nuova versione, Alta società, con Frank Sinatra, Grace Kelly e Bing Crosby.
Roger Thornhill è un pubblicitario newyorkese risoluto e dalla battuta pronta. In un giorno qualunque della sua vita frenetica, per un equivoco viene scambiato per un certo George Kaplan da due uomini che lo sequestrano e lo conducono in una villa fuori città. Là Thornhill viene minacciato da un uomo al quale cerca di spiegare con insofferenza la propria estraneità dalle accuse. Interpretando il suo atteggiamento come una risoluta mancanza di collaborazione, il rapitore lo costringe ad ubriacarsi e lo mette alla guida di una macchina cercando di simularne un incidente. Thornhill riesce tuttavia a destreggiarsi fra gli stretti tornanti della strada e guida ubriaco in piena notte finché non viene fermato dalla polizia. Quando riprende i sensi e racconta la sua storia,nessuno pare disposto a credergli e, tornato nella villa dove era stato condotto la sera precedente, trova una donna che sostiene di conoscerlo e giura di averlo visto bere durante un cocktail. Sfiduciato dalla polizia, dal suo avvocato e da sua madre, Thornhill non pare disposto a lasciar perdere e inizia un’indagine per trovare il vero George Kaplan e far luce sulla vicenda. Sono davvero pochi nella storia del cinema i thriller dove l’articolata complessità dell’intreccio si avviluppa senza sosta, di pari passo con l’estrema godibilità del racconto. Intrigo internazionale è uno di questi: una delle sceneggiature più intricate, originali e meno verosimili messe in scena da Hitchcock. Film che segue un percorso ripido, scosceso e tortuoso come quello che intraprende il personaggio di Cary Grant nella prima delle numerose sequenze di suspense, impegnandosi da subito ad una manovra in curva che darà avvio ad una serie di continui tornanti diegetici. Ad Hitchcock bastano due minuti, la partitura incalzante di Bernard Herrmann e dei titoli di testa con dei vettori animati da Saul Bass, per predisporre un intero mondo narrativo dove un semplice schiocco delle dita permette di passare dall’ordinario allo straordinario. Nel passaggio a nord-ovest che sbatte Thornhill da New York a Chicago fino al Mount Rushmore, Hitchcock affida al fascino e all’ironia di Cary Grant il compito di distendere la suspense e attenuare le iperboli dell’intreccio. L’attore britannico media l’inverosimiglianza della sua situazione lavorando di attrattiva e sarcasmo, malizia e sberleffo, e consacrando i momenti distensivi all’umorismo brillante e al gioco della seduzione. In una continua tensione fra disorientamento e determinazione, cinismo e romanticismo, assistiamo alla sua evoluzione da pubblicitario cinico e immaturo a eroe audace e innamorato. In fin dei conti, all’interno di tale intrigo quel che più interessa Hitchcock non è l’aspetto spionistico e “internazionale” della trama, quanto la singolarità del percorso che porta Roger Thornhill a divenire George Kaplan: Thornhill deve diventare Kaplan e indossare i suoi (più striminziti) panni affinché possa disfare il groviglio, padroneggiare la complessità della situazione in cui si è trovato suo malgrado e conquistare la donna amata. Questo gioco altalenante di tensione e ironia, suspense e sensualità, vede il suo momento centrale nella celebre sequenza dell’attacco aereo. Capolavoro di costruzione della tensione, la scena è una summa perfetta di tutto ciò che rende grande Hitchcock: la tecnica compositiva, il ritmo di montaggio, l’ironia degli sguardi di Grant, il senso di indeterminazione legata ad un pericolo che può arrivare dovunque. Anche nel bel mezzo dei campi dell’Illinois. Anche dal cielo.
Un film di Howard Hawks. Con Charles Ruggles, Katharine Hepburn, Ward Bond, Cary Grant, May Robson. Titolo originale Bringing Up Baby. Commedia, b/n durata 102′ min. – USA 1938. MYMONETRO Susanna! valutazione media: 4,55 su 14 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Mentre sta portando a termine la ricostruzione dello scheletro di un dinosauro, un goffo paleontologo s’imbatte in Susan, ricca ed eccentrica signorina che, invaghitasi di lui, gli combina un sacco di guai. Di questo capolavoro della screwball comedy degli anni ’30 Hawks, produttore-regista per la RKO, diceva che ha un grave difetto: tutti i personaggi sono picchiatelli sebbene, nonostante le apparenze, il più “normale” sia proprio Susan.
I meriti più evidenti dell’opera includono un cast impeccabile. Sarebbe difficile immaginare attori diversi al posto di Claude Rains e Cary Grant, apoteosi dei loro personaggi sullo schermo. La scelta di Ingrid Bergman era quasi indispensabile, insieme a Casablanca sarebbe stato uno dei ruoli iconici della sua carriera. Ma il vero trionfo del film è la complessità emotiva e morale della vicenda. Lo script di ferro di Ben Hecht e Oden Clifford è geniale nel gioco di due uomini, uno contro l’altro, innamorati della stessa donna: l’intreccio sentimentale più lineare che esista. È l’anatomia di una storia d’amore in cui ne sono mappati gli elementi di contraddizione, tra tradimento e lealtà, tra onore e irresponsabilità. Una duplicità che serve ad intensificare la potenza del suo finale dall’impianto quasi bressoniano. Per il cineasta il film è ricco di echi delle sue opere precedenti e future e segnato dalla presenza di temi molto ricorrenti nella sua cinematografia (dall’inganno di identità alle madri invadenti). La pellicola fu una delle esperienze hollywoodiane di maggior successo per il grande maestro, dopo Rebecca, la prima moglie il regista cominciò a ad andare maggiormente incontro ai gusti del pubblico e agli stilemi americani. Durante la preparazione della sceneggiatura Hitchcock si mise alla ricerca di un Mac Guffin attorno a cui far ruotare la storia e alla fine decise che i cospiratori avrebbero trafficato illecitamente dell’uranio allo scopo di realizzare una bomba atomica. Gli Studios si disinteressarono addirittura al film, pensando che il MacGuffin fosse troppo ridicolo. Ironicamente Hitchcock aveva centrato l’elemento segreto e l’FBI lo aveva seguito per tre mesi per scoprire la fonte della sua informazione. Nel 1946 il governo degli Stati Uniti era ancora molto sensibile all’argomento e J. Edgar Hoover, allora capo del FBI secondo alcune indiscrezioni si mostrò titubante per la realizzazione del film, fermo restando che nel copione non vi era alcuna menzione del FBI o di armi nucleari. È celeberrima la sequenza che partendo dall’alto di una scalinata (uno dei topoi adorati dal maestro del brivido, essendo la scala sempre al centro di moltissime scene madri dei suoi film), con un vertiginoso movimento di gru, arriva scendendo in mezzo ad una folla fino ad una chiave stretta nelle mani di Ingrid Bergman. Da antologia. Per TruffautNotorius è la quintessenza di Hitchcock.
Diplomatico vedovo con figli piccoli assume Cinzia come governante. La vedovanza gli pesa, la governante è attraente. Sit-com al servizio della Loren giunta di fresco a Hollywood. Sdolcinata e prevedibile, ma dialogata con brio. Scritto dal regista con Jack Rose, anche produttore per Paramount.
Lui è un asso della finanza USA, lei è un’attrice famosa, quasi altrettanto ricca. S’incontrano a Londra e si amano. Lui le dimostra il suo amore con regalucci: un panfilo, quadri d’autore, braccialetti di diamanti. Stonatura: lei vorrebbe sposarlo, lui non può, è già sposato, ma mente. Quando lei lo scopre si arrabbia. Tutto finisce in gloria nuziale. Scritta da Norman Krasna, adattando la sua commedia Kind Sir che nel 1953 fu un fiasco a Broadway. È un’attardata commedia sofisticata, sessualmente spregiudicata solo nei dialoghi. Vi incombe la noia con tanta premeditata misura. Così elegante nella sua superficialità da diventare interessante. La Bergman nella sua 1ª commedia hollywoodiana è bravissima, Grant impeccabile. Nessun altro attore come lui.
Grant e la Drake (che fu una delle sue quattro mogli) interpretano questo divertente film, che vuole anche far propaganda all’istituto dell’adozione di bimbi abbandonati o handicappati. La vicenda è quella di una famigliola composta da genitori e tre figlioletti che adotta una ragazzina dal carattere difficile e un bambino paraplegico. Coi due nuovi arrivati, si aggrava la già difficile situazione economica.
A Tokio, durante le Olimpiadi del ’64, Cristina, ragazza inglese, e Steve, giovane atleta americano, si conoscono, si innamorano, si sposano con l’aiuto di Sir William Rutland, ricco industriale inglese giunto in Giappone per affari. Intrattenimento arguto e di buon gusto firmato da un regista di successo.
Durante la 2ª guerra mondiale tre aviatori in licenza a San Francisco si danno alla pazza gioia. Commedia scorrevole che, pur con un conformismo di fondo pronto a correggere le punte satiriche con risvolti patriottici, affronta temi e stati d’animo con spregiudicatezza briosa. Dal romanzo di Frederick Wakeman che servì da base per il musical Hit the Deck.
Forse il film di maggiore successo della polposa Mae West, la sboccata diva cineteatrale degli anni Venti e Trenta. Qui ha molto da fare, come arrampicatrice sociale (ma poi rinuncerà), come innamorata di Cary Grant (e non rinuncerà affatto) e come domatrice di leoni. Come se non bastasse l’accusano anche di un omicidio che non ha commesso (la scena del processo è ancor oggi tutta da gustare).
A un’americana che vive a Parigi, assassinano il marito. È tampinata da 3 loschi tipi e da un agente della CIA che vogliono sapere dove il marito abbia nascosto una ingente somma e un affascinante compatriota le viene in aiuto. In altalena tra la commedia romantica nera e la farsa macabra, uno scintillante thriller alla maniera di Hitchcock, ma senza risvolti metafisici, garbato, sorridente, piacevole, elegantissimo. Scritto da Peter Stone: la prima e la migliore delle sue sceneggiature. Musiche garbate di Henry Mancini.
Avventure a bordo di un sommergibile americano danneggiato dalle bombe nemiche e rimesso in condizioni di marcia dal comandante. Su di esso si imbarcheranno ufficiali in gonnella, bimbi e caprette con le immaginabili conseguenze. A completare il quadro c’è la vernice rosa, la sola disponibile, con la quale è stato dipinto il sommergibile, celebre perciò in tutto il Pacifico.
Da un racconto di S.H. Bernett. Ex professore di storia, trasferito su un’isola sperduta in qualità di osservatore degli aerei giapponesi di passaggio, si trova tra i piedi sette ragazzine e la loro istitutrice francese. Dopo i litigi sboccia l’amore. Grant e la delicata Caron formano una coppia vincente per questa divertente e gradevole commedia americana, basata su una vicenda abbastanza originale, arricchita da dialoghi vivaci. La guerra fa solo da sfondo. Nominato agli Oscar per la sceneggiatura.
Walter Burns, direttore di un grande quotidiano, cerca di far tornare al lavoro il suo miglior cronista che è anche la sua ex moglie. Manda all’aria il suo nuovo fidanzamento e gli è d’aiuto un assassinio con relativa cattura del colpevole. H. Hawks ha ribaltato la celebre commedia The Front Pagedi Ben Hecht e MacArthur: al posto del giornalista Hildy ha inserito R. Russell. C’è il dialogo più veloce nella storia della commedia americana.
La moglie di un nobile inglese è turbata dalla corte che le fa un ricco americano e pensa addirittura di abbandonare il marito. Questi vuole battersi con il rivale, ma i duelli non si addicono più ai nostri tempi e l’inglese decide di lasciare piena libertà di scelta alla consorte, dichiarandosi pronto a riprenderla nel caso lei s’accorgesse d’aver fatto un errore. Questa è la mossa che convince la tentennante signora a rimanere con il legittimo consorte.
Tutti i link Easybytez sono andati persi, con calma cercherò di ricaricare più materiale possibile.
Le richieste di reupload di film deve essere fatto SOLO E ESCLUSIVAMENTE via email (ipersphera@gmail.com), le richieste fatte nei commenti verrano cestinate.
Visto il poco spazio su Mega (2 terabyte) NON caricherò più serie tv e fumetti.
Se interessati a serie o fumetti contattatemi via email che vi spiego un metodo alternativo