Un film di Carmelo Bene. Documentario, durata 98 min. – Italia 1974.
Carmelo Bene legge e interpreta alcuni grandi poeti russi, Majakovskij, Blok, Esenin e Pasternak.
Un film di Carmelo Bene. Documentario, durata 98 min. – Italia 1974.
Carmelo Bene legge e interpreta alcuni grandi poeti russi, Majakovskij, Blok, Esenin e Pasternak.
Regia di Carmelo Bene. Un film con Carmelo Bene, Lydia Mancinelli, Ornella Ferrari, Salvatore Siniscalchi, Anita Masini. Genere Drammatico – Italia, 1968, durata 125 minuti. – MYmoro 3,20 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.
Ricordi, visioni, ossessioni di un intellettuale pugliese (Bene, nato a Campi, Lecce, nel 1937) di estrazione cattolica e piccoloborghese, di cultura decadentistica con inclinazioni verdiane. Si mette in scena, e in immagini, con una forte carica di ironia e autoironia, un farneticante furore barocco, uno sregolato umorismo irridente ora divertente ora allarmante. Il punto di fusione di questi eterogenei momenti è l’atteggiamento di ricerca di un assoluto che sa irraggiungibile. Tratto da un suo antiromanzo (1966), è il 1° dei 7 film realizzati da Bene nel periodo 1968-73. Interventi vocali di Ruggero Ruggeri (“Il trionfo di Bacco e Arianna”), Arnoldo Foà (“Il lamento” di Lorca), Indro Montanelli (dichiarazioni sul Generale della Rovere ). Impermeabile a ogni tentativo di interpretazione logica e razionale: “È tutto quel che vi piacerà” (C. Bene).
Un film di Carmelo Bene. Drammatico, durata 90 min. – Italia 1974
In merito al primo Amleto del 1961, al Teatro Laboratorio, Giuliana racconta dei critici inglesi, che venuti a vederlo, giudicarono questa interpretazione di Bene migliore di quella di Laurence Olivier e di John Gielgud, aggiungendo inoltre che Carmelo Bene aveva una cura maniacale anche nelle traduzioni eseguite dai testi originali, ognuna diversa a seconda dei personaggi. Da una recensione positiva fatta da Giordano Falzoni, iniziarono ad affluire al Teatro Laboratorio nomi di intellettuali di una certa rinomanza tra cui Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante, Ennio Flaiano, Angelo Maria Ripellino, Cesare Zavattini, Gianni Rodari, attori come Paola Borboni, Franca Valeri, e una volta anche il regista Federico Fellini. Per quanto riguarda la critica italiana, eccetto Ennio Flaiano, Sandro De Feo, Giordano Falzoni e pochi altri, era unanimemente ostile, sarcastica e addirittura offensiva nei confronti di Carmelo Bene[1]
Un film di Carmelo Bene. Con Carmelo Bene, Anne Wiazemsky, Ornella Ferrari, Piero Vida, Poldo Bendandi Commedia, durata 89 min. – Italia 1969.
Ispirandosi molto liberamente a un dramma di anonimo inglese del 1600, Bene racconta due storie parallele. La prima è quella di una giovane donna, abituata a girare nuda per casa, che si innamora sempre di uomini vecchi e decrepiti e ora cerca di assassinare il marito con il suo cadentissimo amante. La seconda è quella di un uomo (interpretato dallo stesso Carmelo Bene) che, insieme a una prostituta, cerca di suicidarsi provocando incidenti d’auto.
La versione Youtube è migliore.
Un film di Carmelo Bene. Con Carmelo Bene, Lydia Mancinelli, Alfiero Vincenti, Franco Leo, Bruno Minniti. continua» Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 70 min. – Italia 1973.
Tratto da Amleto ovvero le conseguenze della pietà filiale (1877) di J. Loforgue. Claudio uccide il re suo fratello e diviene amante della vedova. Il “re nero” non vuole vendetta, bensì mettere in scena una commedia a Parigi. Orazio racconta ad Amleto di aver visto il fantasma del re assassinato e Amleto gli raccomanda di tacere. All’incoronazione, Claudio prega Amleto di restare e gli promette di sostenere le sue imprese teatrali. Polonio, che vuole studiare il “complesso di Edipo” di Amleto, viene da questi pugnalato: il figlio di Polonio accorre allora da Parigi e uccide Amleto sulla tomba di Ofelia. E i pasticci continuano.
Regia di Mario Schifano. Un film con Carmelo Bene, Alexandra Stewart, Anita Pallenberg, Alberto Moravia, Franco Angeli. Cast completo Genere Drammatico – Italia, 1971, durata 91 minuti. Valutazione: 2,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.
Un film stravagante formato da diversi episodi senza una trama precisa sull’incomunicabilità tipica del mondo moderno. Il regista è un noto pittore d’avanguardia. Ci sono anche brevi comparsate dello scrittore Alberto Moravia e del poeta Sandro Penna.
Regia di Carmelo Bene. Un film Da vedere 1968 con Carmelo Bene, Lydia Mancinelli. Genere Cortometraggio – Italia, 1968, durata 26 minuti. Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 4 recensioni.
Nella camera di un hotel un uomo gioca simbolicamente con sé stesso, con gli oggetti e le forme evanescenti che lo circondano fino a formulare quel che è radicato nel suo subconscio, l’identità uomo-donna. Basato su un testo dello stesso Bene, può essere considerato come il manifesto della sua poetica. Il nucleo centrale è l’ossessiva presenza della madre come unica immagine femminile, desiderio di un’identificazione, bisogno di un ritorno all’essere che dà la vita, per ricostituire un’identità originaria, ricomporre la propria esistenza dimezzata (gusto del trasformismo, necessità del travestimento, bisogno del narcisismo). Scrittura barocca, recupero del floreale, ricorso al melodramma e all’enfasi recitativa, usati in modo dissacrante e ironico. Fotografia: Giulio Albonico. Musiche: Vittorio Gelmetti, Giuseppe Verdi.
Don Giovanni è un film del 1970, terzo lungometraggio scritto, diretto ed interpretato da Carmelo Bene,[2] tratto dalla novella di Barbey d’Aurevilly.
Il film, costato pochi milioni di lire, è girato in uno spazio interno molto angusto. Il montaggio consistette nell’elaborare una grande quantità di inquadrature, di cui diverse talmente brevi, dell’ordine di pochi fotogrammi, da essere percepibili solo a livello subliminale. Don Giovanni inizia con una scena in bianco e nero (inframezzata da due fotogrammi colorati) e poi prosegue a colori. Carmelo Bene scrive nella sua Vita :”Don Giovanni è arte fatta a pezzi, musica a brani. […] Don Giovanni è un trattato sulla morte, sulla putrefazione dei morti ancora viventi. È il momento più lirico del mio cinema.“[4] La “trama” del Don Giovanni è incentrata sulla ricerca forsennata del protagonista atta a sedurre un’adolescente dispettosa, baciapile e di brutto aspetto, figlia dell’amante, consenziente,[5] usando a questo scopo ogni espediente, riproponendo anche un teatro delle marionette, tratto dal Pinocchio, arrivando ad assumere le fattezze salvifiche del redentore, ma ogni volontà sembra negata…
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