Regia di Emanuela Piovano. Un film con Lara GuiraoFabrizio RizzoloIsabella TabariniMarc PerroneRenato LiprandiCast completo Genere Drammatico, – Italia2011durata 87 minuti. Uscita cinema venerdì 11 marzo 2011 distribuito da Bolero Film. – MYmonetro 2,67 su 12 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

È un film quieto che può inquietare, quello su Simone Weil (1909-43), pensatrice ebrea francese, ma non è un film biografico: la profondità prevale sull’estensione. Un mese nella vita di S.W., dice il sottotitolo. Qualche settimana in più, nell’estate 1941, quando da Parigi si trasferì nel sud della Francia, vicino a Marsiglia, ospite del monarchico spiritualista Gustave Thibon e di sua moglie Yvette. Pasolini distingueva tra cinema di poesia e cinema di prosa. Quello della Piovano è metà dell’uno e dell’altro. È poetico nello spazio dei paesaggi dell’Ardèche (da lei trovati a Bollengo, TO, nei campi di sua proprietà dove produce vini preziosi), nelle immagini notturne di un bosco dove Simone si muove come un’ombra (o un fantasma?), nelle inquadrature verticali di frutta e verdura, luminose “nature morte” senza funzione narrativa. È in bilico tra poesia e prosa nel Leitmotiv della fisarmonica in un film dove la musica (Marc Perrone), le canzoni, i balli, i suoni sono importanti. È cinema di prosa nel Leitmotiv storico-informativo della terrazza dove i notabili del paese dialogano tra loro, mentre risuona la voce del generale Pétain, capo dello Stato dopo il 1940 e del governo collaborazionista di Vichy. Verso la fine la Piovano insiste sul “nodo che non lega”, decisa a trasferirlo in metafora ai sentimenti, agli affetti, all’amore. I rapporti tra Simone e la moglie di Thibon sono tra i momenti più delicati e felici. Nel suo ritratto mette la sordina al misticismo, all’ispirazione etico-religiosa, eliminando la tentazione di Simone di convertirsi al cristianesimo. È un film laico, tutt’altro che semplice, come vorrebbe la regista. Ellittico e allusivo, qua e là anche troppo (montaggio del sapiente Roberto Perpignani), appartiene a quel cinema per “felici pochi” che esige dallo spettatore non soltanto attenzione, ma collaborazione attiva. Weil morì a 34 anni in Inghilterra, nel Kent. Le circostanze biografiche confermano che si lasciò morire. Nel film dice: “Morirò. Muoio anche adesso”. Prima aveva detto: “L’amore non è indulgenza”. Scritto con Lucilla Schiaffino e prodotto da Kitchen Film. Fotografia: Raul Torresi. Distribuito da Bolero.