Category: Joon-ho Bong


Locandina italiana Memories of Murder

Un film di Bong Joon-ho. Con Kang-ho Song, Sang-kyung Kim, Roe-ha Kim, Song Jae-ho, Hie-bong Byeon. Titolo originale Salinui chueok. Poliziesco, durata 129 min. – Corea del sud 2003. MYMONETRO Memories of Murder * * * * - valutazione media: 4,00 su 1 recensione.

1986. Il detective Seo è inviato da Seul in una piccola città tra le campagne coreane per indagare sugli omicidi di un serial killer, ma si scontra con l’ottusità e la superficialità dei poliziotti locali. Tratto dal romanzo di Kim Kwang-rim, si basa su una storia vera avvenuta alla fine degli anni ’80 in Corea del Sud. È un periodo difficile, gli interrogatori risentono ancora del periodo della dittatura, quando estorcere le confessioni era all’ordine del giorno. L’urgenza di trovare un colpevole a tutti i costi annebbia il giudizio dei poliziotti. Ma c’è aria di cambiamento e alcune scene lo indicano chiaramente, come quella in cui i bambini non ubbidiscono all’ordine del coprifuoco urlato dai soldati per le strade: piccoli indizi della democrazia a venire. Un buon thriller, giocato sui campi lunghi di grande respiro. Vincitore, tra gli altri, anche di 3 premi al Torino Film Festival.

Memories of Murder (2003) on IMDb
IL BUIO IN SALA: Recensione: "Madre" ( Bong Joon-ho - 2009 )

Un film di Bong Joon-ho. Con Woo-hee Cheon, Hyeong-kuk Lim, Kyeong-jin Min, Myung-shin Park, Mi-seon JeonHye-ja Kim.  Titolo originale MadeoDrammaticodurata 128 min. – Corea del sud 2009MYMONETRO Mother * * * * - valutazione media: 4,17 su 5 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Do-joon (Weon Bin) è un ragazzo con problemi mentali, bizzarro ma apparentemente inoffensivo, che viene accusato del brutale omicidio di una ragazza. La madre (Kim Hye-ja) si rifiuta di accettare questa verità e, dopo aver compreso che polizia e avvocati non vogliono fare niente per sovvertire l’andamento delle cose, si impegna da sola nell’impresa di scoprire il vero colpevole e scagionare così il figlio.
Della stagione aurea del cinema coreano, a cavallo tra gli anni Novanta e gli anni Zero, sembrano essere rimaste le ceneri o poco più. Ragioni produttive, organizzative, ma anche banalmente creative per cui la macchina sembra essersi inceppata. Restano gli autori emersi in quel frangente. Alcuni, come Kim Ki-duk o Park Chan-wook, si sono smarriti (il primo inseguendo estremizzazioni della sua poetica, il secondo vittima di uno sterile autocompiacimento manierista), altri, come Bong Joon-ho, crescono di film in film. Dopo aver riaperto – dall’interno – la ferita ancora sanguinante del regime fascista degli anni ’80 in Memories of Murder ed esorcizzato il rimosso post-bellico con il mostro di Host, Bong alza ulteriormente il tiro e mette in scena una straziante tragedia di gente comune, incentrata sull’interpretazione di un’incredibile Kim Hye-ja. La Madre – il personaggio non ha un nome – un’anti-Medea disposta a tutto pur di salvare il buon nome del figlio, si appropria del film per farci vivere dal suo punto di vista l’amarezza del destino, l’inevitabilità della disgrazia, la disuguaglianza di persone e cose; figura apotropaica che toglie la vita, passando le giornate a tagliare i rami secchi, ma sa anche donarla, attraverso le arti segrete dell’agopuntura. Come e più del solito in Bong il Bene non abita più qui e risulta pressoché impossibile parteggiare o immedesimarsi con uno qualsiasi dei personaggi, caratterizzati da diversi gradi di meschinità e dalla difesa di uno spesso sordido particulare. Do-joon non è migliore di loro (e Bong non fa nulla per farcelo credere), è solo speciale, diverso da loro, quel tanto che basta a renderlo fuoriposto, (con)segnato sin dalla nascita a un destino di simbiosi madre-figlio, nella buona e nella cattiva sorte. Il tentativo di uscire dai binari prefissati, il confronto-collisione con una feritoia nera – che è simbolo grezzamente ovvio ma di forte impatto – su cui la cinepresa insiste con evidenza scatena una reazione a catena di eventi difficile da controllare, anche per la Madre onnipresente e totalizzante a cui nulla sembra sfuggire. Il percorso di consapevolezza dell’anziana protagonista è il percorso di uno spettatore disorientato dalla maestria di Bong nel manovrare gli strumenti della narrazione: il tema edipico è appena sfiorato, il whodunit segue il suo corso (costellato di MacGuffin), mentre si dipana la vera indagine, quella nell’uso atroce del sesso e degli istinti primari che tuttora perdura nel cuore profondo (e selvaggio) della società coreana.

Mother (2009) on IMDb

Regia di Bong Joon-hoLeos CaraxMichel Gondry. Un film con Ayako FujitaniRyo KaseAyumi ItoNao OhmoriSatoshi TsumabukiKen MitsuishiCast completo Genere Drammatico – FranciaGiapponeGermaniaCorea del sud2008durata 112 minuti. – MYmonetro 3,05 su 4 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

La metropoli giapponese secondo lo sguardo di tre registi stranieri: due francesi, Gondry e Carax, e un coreano, Bong Joon-Ho. In Interior Design una coppia di fidanzati decide di trasferirsi nella capitale ma incontra molte difficoltà a trovare un appartamento e un modo per esprimere le proprie ambizioni artistiche. Merde è il nome piuttosto eloquente di una creatura dalle sembianze umane e dal linguaggio grottesco che un giorno emerge dalle fogne seminando il panico generale fra gesti inconsulti e granate lanciate sulle folle. Shaking Tokyo racconta invece di un hikikomori, un sociofobico che da più di dieci anni vive confinato in casa propria, finché un giorno, proprio mentre ricambia per la prima volta uno sguardo alla ragazza che gli consegna la pizza, la terra comincia a tremare.

Tokyo! (2008) on IMDb
Locandina italiana Chaser

Un film di Hong-jin Na. Con Yun-seok Kim, Jung-woo Ha, Yeong-hie Seo, Yoo-Jeong Kim, In-gi Jeong. Titolo originale Chugyeogja. Thriller, durata 125 min. – Corea del sud 2008. – VM 18 – MYMONETRO Chaser * * * 1/2 - valutazione media: 3,50 su 1 recensione.

L’ex-poliziotto e attuale lenone Jung-ho si insospettisce dopo che un po’ delle sue ragazze scompaiono nel nulla. Temendo una fuga o peggio un acquisto sottobanco da parte di terzi, decide di indagare per conto suo sul mistero, finendo così per scoprire un orrore ben più profondo.
Sono diversi i motivi per cui Chaser alla sua uscita ha rappresentato una splendida sorpresa. In primis il fatto che per Na Hong-jin si tratti di un debutto (e un debutto di questo livello in Corea non lo si vedeva da anni), secondariamente il fatto che, pur aggiungendosi alla già nutrita galleria di film coreani sui serial killer, riesca a brillare per più di un verso. Antesignano e pietra di paragone per tutto ciò che concerne il binomio serial killer-polizia inefficiente è (e rimarrà) il capolavoro Memories of Murder, ma il fattore doppiamente inquietante di Chaser è la differente ambientazione; se il film di Bong Joon-ho era ambientato durante il disfunzionale e sanguinario regime militare degli anni ’70-’80, Chaser mostra che anche in tempi di democrazia i mali che affliggono la società sono i medesimi. La politica, ancora una volta, si piglia la precedenza anche quando non dovrebbe e il personalismo del sindaco, preoccupato solo degli attentati e della popolarità, finirà per causare un meccanismo domino con ripercussioni gravissime sull’intera faccenda.

 The Chaser
(2008) on IMDb

Regia di Bong Joon-ho. Un film Da vedere 2000 con Sung-jae LeeDu-na BaeDoona Bae. Genere Commedia – Corea del sud2000durata 106 minuti. Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Yun-ju è un nullafacente che non ha i soldi per corrompere il suo preside e diventare professore; frustrato, si sfoga con i cani del vicinato, cercando goffamente di eliminarli. Di contro Hyun-nam, giovane svampita ma di buon cuore, decide di indagare per scovare il rapitore di cani.
Mascherato sotto i panni della commedia surreal-demenziale, Barking Dogs Never Bite lavora sottopelle e insinua più di un dubbio sulla sua reale natura. Commedia bizzarra o riflessione tutt’altro che banale e tutt’altro che ottimista sul quotidiano? Verrebbe da propendere per la seconda ipotesi, anche considerato il prosieguo della carriera – Memories of MurderThe HostMother – di uno dei maggiori talenti emersi dalla Corea del Sud di terzo millennio, quel Bong Joon-ho che si rivelerà solidissimo autore apprezzato internazionalmente e nel contempo brillante interprete dei gusti del pubblico sudcoreano, da cui sarà sistematicamente ripagato con incassi da capogiro.

3.50/5
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Regia di Bong Joon-ho. Un film Da vedere 2006 con Song Kang-hoByeon Hee-bongKo Ah-SungDoona BaePark Hae-Il. Titolo originale: Gwoemul. Genere Horror – Corea del sud2006durata 118 minuti. – MYmoro 3,63 su 26 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Un mostro marino, la cui nascita è probabilmente imputabile allo smaltimento abusivo, avvenuto anni prima, di agenti inquinanti da parte di un’equipe di scienziati, emerge dal fiume Han, a Seul, attaccando e uccidendo i villeggianti intenti a godersi una bella giornata di sole: la creatura mutante, dopo aver mietuto numerose vittime, prende prigioniera una bambina, Hyun-seo. Nonostante l’intervento militare americano, che finirà per fare più danni che altro, sarà la disastrata famiglia della piccola a risolvere la situazione…
L’impatto con The Host è al tempo stesso spiazzante ed esaltante. Sulla carta, la pellicola di Bong Joon-ho, sembra un classico “b-movie con mostro gigante e assassino”, ma mano a mano che passano i minuti, lo spettatore si rende conto di stare assistendo a uno spettacolo completamente diverso. Lo splendido script infatti, permette al film di cambiare registro narrativo con una velocità che lascia senza fiato: commedia, tragedia, azione, riflessione politico-sociale, tutti elementi mischiati assieme e atti a ottenere un genere nuovo e inclassificabile.

3.63/5
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