Category: John Goodman


Locandina italiana Argo

Un film di Ben Affleck. Con Ben Affleck, Bryan Cranston, Alan Arkin, John Goodman, Victor Garber. Titolo originale Argo. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 120 min. – USA 2012. – Warner Bros Italia uscita giovedì 8 novembre 2012. MYMONETRO Argo * * * 1/2 - valutazione media: 3,70 su 131 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Nel 1979, in seguito alla fuga negli Stati Uniti dello Scià iraniano Mohammad Reza Pahlavi durante la rivoluzione, l’ambasciata americana di Teheran fu presa d’assalto dai rivoluzionari e i suoi impiegati sequestrati per più di 400 giorni. Sei cittadini statunitensi riuscirono a fuggire di nascosto e trovare rifugio nella residenza dell’ambasciatore canadese, il quale, a proprio rischio e pericolo, concesse clandestinamente ospitalità e supporto.
Per riportare in patria i propri connazionali la CIA organizzò una missione di esfiltrazione particolarmente audace, ideata dall’esperto del campo Tony Mendez e coadiuvata da una vera produzione hollywoodiana. Basandosi su una sceneggiatura realmente acquistata dal sindacato sceneggiatori fu data l’illusione a tutti (soprattutto alla stampa, in modo che si producessero articoli in materia) che c’era l’intenzione di girare un film di fantascienza in Iran, così da poter ottenere dal Ministero della cultura iraniano il permesso di entrare ed uscire dal paese e, nel fare questo, poter portare via i sei ospiti dell’ambasciatore canadese spacciandoli per maestranze del film.
Il titolo del finto film in questione era Argo.

Argo (2012) on IMDb
The Artist - Film (2011) - MYmovies.it

Un film di Michel Hazanavicius. Con Jean Dujardin, Bérénice Bejo, John Goodman, James Cromwell, Penelope Ann Miller. Drammatico, durata 100 min. – Francia 2011. – Bim uscita venerdì 9 dicembre 2011. MYMONETRO The Artist * * * * - valutazione media: 4,00 su 141 recensioni di critica, pubblico e dizionari.Hollywood 1927.

George Valentin è un notissimo attore del cinema muto. I suoi film avventurosi e romantici attraggono le platee. Un giorno, all’uscita da una prima, una giovane aspirante attrice lo avvicina e si fa fotografare sulla prima pagina di Variety abbracciata a lui. Di lì a poco se la troverà sul set di un film come ballerina. È l’inizio di una carriera tutta in ascesa con il nome di Peppy Miller. Carriera che sarà oggetto di una ulteriore svolta quando il sonoro prenderà il sopravvento e George Valentin verrà rapidamente dimenticato.
Anno Domini 2011, era del 3D che invade con qualche perla e tante scorie gli schermi di tutto il mondo. Michel Hazanavicius porta sullo schermo, con una coproduzione di rilievo, un film non sul cinema muto (che sarebbe già stato di per sé un bel rischio) ma addirittura un film ‘muto’. Cioé un film con musica e cartelli su cui scrivere (neanche tanto spesso) le battute dei personaggi. Si potrebbe subito pensare a un’operazione da filologi cinefili da far circuitare nei cinema d’essai. Non è così. La filologia c’è ed è così accurata da far perdonare l’errore veniale dei titoli di testa scritti con una grafica e su uno sfondo che all’epoa erano appannaggio dei film noir. Hazanavicius conosce in profondità il cinema degli Anni Venti ma questa sua competenza non lo ha raggelato in una riesumazione cinetecaria. Si ride, ci si diverte, magari qualcuno si commuove anche in un film che utilizza tutte le strategie del cinema che fu per raccontare una storia in cui la scommessa più ardua (ma vincente perlomeno al festival di Cannes) è quella di di-mostrare che fondamentalmente le esigenze di un pubblico distante anni luce da quei tempi sono in sostanza le stesse. Al grande schermo si chiede di raccontare una storia in cui degli attori all’altezza si trovino davanti una sceneggiatura e un sistema di riprese che consentano loro di ‘giocare’ con i ruoli che gli sono stati affidati. Se poi il film può essere letto linguisticamente anche a un livello più alto (come accade in questa occasione in particolare con l’uso della colonna sonora di musica e rumori) il risultato può dirsi completo. Per una volta poi si può anche parlare con soddisfazione di un attore ‘cane’. Vedere per credere.

The Artist (2011) on IMDb
Poster 1 - Il grande Lebowski

Un film di Joel Coen. Con Jeff Bridges, John Goodman, Julianne Moore, Steve Buscemi, David Huddleston.Titolo originale The Big Lebowski. Commedia, durata 117 min. – USA, Gran Bretagna 1997. – The Space Movies uscita lunedì 15 dicembre 2014. MYMONETRO Il grande Lebowski * * * * - valutazione media: 4,06 su 95 recensioni di critica, pubblico e dizionari

Riassumere questo film nichilista ambientato a Los Angeles nel 1991 che rotola, ruzzola, rimbalza come una palla da bowling è difficile quasi quanto Il grande sonno di Chandler-Hawks. Imperniato su un errore di identità e un sequestro di persona, ha per protagonista il barbuto in calzoncini corti Jeff Lebowski detto il Drugo (pessima traduzione dell’originale Dude), vecchio ragazzo degli anni ’70, uno degli estensori del Manifesto (1962) di Port Huron, fedele alle amicizie e alle proprie idee, disincantato osservatore della putredine del mondo, ma deciso a fare la cosa giusta. Manca un filo forte a legare questa storia contorta, ma c’è un’assortita galleria di personaggi, attori bravissimi, talvolta irresistibili, ricchezza di invenzioni, una ghiotta sequenza onirica, intelligenti e divertenti dimostrazioni di cinema concettuale: “è come una grande stanza mirabolante di quel museo-galleria degli sfigati e bizzarri del mondo in cui viviamo e che abbiamo voluto come è” (G. Fofi).

 Il grande Lebowski
(1998) on IMDb

Risultati immagini per Fratello, dove sei?Un film di Joel Coen, Ethan Coen. Con George Clooney, John Turturro, Tim Blake Nelson, John Goodman, Holly Hunter. Titolo originale O Brother, Where Art Thou?. Avventura, Ratings: Kids+13, durata 110 min. – USA 2000. MYMONETRO Fratello, dove sei? * * * * - valutazione media: 4,18 su 58 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

È un evento, anzi, l’evento. Infatti attribuisco a questo film cinque stelle, la massima valutazione. Non lo facevo da ventun anni, da Apocalypse Now. Non ci credevo più. “Fratello” contiene tutto ciò che fa il capolavoro: storia, regia importante e non visibile, attori, discrezione e leggerezza, il supporto, anche furbo, della musica (country), e finalmente non violenza, ottimismo ragionevole, e il sospetto che si possa ancora star bene. E poi la scrittura, l’intelligenza e l’ironia, e la misura migliore di tutto, e tutto esposto semplicemente, così come i grandi temi, desunti da piccole storie. E dunque si esce dalla sala e si ha la sensazione che in giro ci sia del buono e puoi trovarlo se cerchi e ti comporti bene. Nei titoli viene spiegato che l’ispirazione è l’ Odissea. Tre galeotti (ma erano dentro per piccole cose) evadono.Sono Ulisse Everett (Clooney), Delmar (Nelson) e Pete (Turturro), incontrano un vecchio cieco che prevede che la loro ricerca (un bottino nascosto) finirà quando vedranno una mucca su un tetto. Incontrano un gruppo di fedeli che si battezzano in un fiume; un nero che ha venduto l’anima al diavolo per suonare la chitarra; poi incidono una canzone – cantano benissimo – su un disco rudimentale. Partecipano a una rapina col gangster pazzo Faccia d’angelo, si fanno derubare da un venditore di bibbie. Sconvolgono una manifestazione del Ku Klux Klan. Cedono alla seduzione di tre sirene canterine. Sono coinvolti nella campagna elettorale del solito disonesto politicante. Alla fine Ulisse ritrova l’ex moglie, Penelope (e le sei figlie), che si stava sposando con un altro… uno dei Proci. Vengono ripresi dalle guardie che li hanno sempre inseguiti, stanno per essere impiccati, ma si salvano perchè la valle viene sommersa dal fiume, per via di una centrale elettrica che tutto trasformerà. Ed ecco la famosa mucca sul tetto. Nel frattempo erano all’oscuro dell’enorme successo del loro disco: I’m A Man of Constant Sorrow. Sì, va tutto a posto. E così il chiacchierone Ulisse-Clooney ha spiegato l’America della depressione, la vita, la speranza, la stupidità, e anche l’essenza, che forse è semplicemente una bella famiglia, magari con qualche amico sincero. Metafore precise, chiare e pulite, legate al passato e anche al presente di quel Paese. E mille citazioni: da Furore a Nick Manofredda a Gangster’s story a Nascita di una nazione. I tre protagonisti sono di una bravura impressionante, e dunque i Coen sono anche direttori d’attori. Ribadisco: le cinque stelle risalgono al 1979. Da tanto tempo davvero non si faceva un film così.

O Brother, Where Art Thou? (2000) on IMDb

Poster FlightUn film di Robert Zemeckis. Con Denzel Washington, Don Cheadle, Kelly Reilly, John Goodman, Bruce Greenwood.Titolo originale Flight. Drammatico, durata 138 min. – USA 2012. – Universal Pictures uscita giovedì 24 gennaio 2013. MYMONETRO Flight * * * - - valutazione media: 3,32 su 74 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Whip Whitaker è un pilota di linea col vizio dell’alcool. Dopo una notte di bagordi consumata con una giovane hostess, il comandante si prepara ad affrontare l’ennesimo volo, affiancato da un primo ufficiale diligente e pignolo. Quello che doveva essere un’ordinaria corsa tra Orlando e Atlanta si trasforma presto in un incubo, precipitando aereo e situazione. Un improvviso cedimento della struttura impedisce all’aereo di volare e costringe Whitaker a una manovra di emergenza che prova a mantenere in quota l’aereo, rivoltandolo per rallentarlo, rimettendolo in posizione dritta e tentando un atterraggio il più lontano possibile da case e civili. L’operazione disperata riesce e Whitaker rovina a terra, salvando novantasei persone e perdendone sei. Eroe per la stampa e per l’opinione pubblica, l’intrepido pilota deve adesso vedersela con la NTSB (National Transportation Safety Board). Se da una parte le indagini rivelano la causa meccanica che ha provocato la tragedia, dall’altra tradiscono il segreto indicibile di Whip Whitaker: l’alcolismo. In attesa del processo, Whip incontrerà Nicole, una tossicodipendente con cui condivide il dramma della dipendenza. Nell’abisso in cui lo ha precipitato il suo volo, non si vedono però uscite di emergenza.
I film di Robert Zemeckis parlano sempre del tempo, una coordinata che può contrarsi o espandersi, arrestarsi o accelerare. Flight non fa eccezione e ‘decolla’ alle 7.13. Un minuto dopo è ‘tempo’ di sveglia (digitale) per il comandante di Denzel Washington, ordinary man a due ore dal confronto con un contesto narrativo straordinario. Alla maniera del naufrago di Cast Away, Whip Whitaker viene precipitato dal cielo in una situazione che lo eccede e dentro la quale la sua missione è quella di colmare uno scarto: una distanza da coprire per ritornare alla vita (normale) e per rientrare nello scorrere ordinato e cronologico di un’esistenza bevuta in un sorso.
Naufragato e risvegliato su un’isola ideale, Whitaker abita una bolla d’aria, uno spazio interiore dove gli elementi di instabilità personale cercano una soluzione. Soluzione che il regista rimanda frustrando protagonista e spettatore e rivelando, in un’esemplare ellissi temporale sul volto di Washington, il tempo ‘reale’ del film che è il tempo di un racconto. Un racconto di un passato che nel presente vede finalmente il futuro. Niente macchine del tempo e scienziati pazzi (Ritorno al futuro), niente gambe che corrono più rapide di un cervello dentro la storia americana (Forrest Gump), niente naufraghi del tempo (Cast Away), in Flight è la memoria a svolgere le memorie di un uomo, che in cielo ha mantenuto un controllo impossibile da mantenere in terra.
Salvando i suoi passeggeri e buona parte del suo equipaggio, il comandante Whitaker ha assecondato le ossessioni tipiche dello stile di vita americano. Stile di vita che ha bisogno di eroi e di colpevoli, provocando un divario sempre più incolmabile tra chi arriva in cima e chi resta a guardare. Il leader nero di un aeromobile in avaria, tanto eroico quanto colpevole, interpreta forse il tempo problematico di una nazione che ha vissuto gli ultimi quindici anni come il protagonista al di sopra delle proprie possibilità. 11 settembre, guerra al terrore, crisi economica e finanziaria hanno collassato il Paese e arrestato il ‘volo’, insinuando la paura nel suo orizzonte politico e psicologico. Ma dopo l’apocalisse una ‘seconda possibilità’ è pensabile dentro uno sguardo (di una bambina e di una donna che ha salvato un bambino) e attraverso un atto di responsabilità individuale che diventa collettivo.
Zemeckis, in ogni caso, non assolve nessuno, tantomeno il suo (im)pavido pilota, partecipando alla sua sofferenza ma ponendolo davanti al buco nero della sua colpa. Nel modo di Wilson, il pallone affettivamente risemantizzato da Tom Hanks sull’isola di Cast Away, una piccola (e smisurata) bottiglia di vodka diventa un vero personaggio, unica e insidiosa forma di relazionalità ancora possibile nella solitudine di una vita bruciata. Wilson e la bottiglia sono amici-nemici immaginari, simulacri di una socialità diversamente perduta, residuo bisogno di un legame, di una ‘dipendenza’ (affettiva/alcolica) che cerca e trova per entrambi un’indipendenza. Indipendenza che abbatte l’idolo e libera dalla ‘prigionia’.
Con Flight Robert Zemeckis fa di nuovo esperienza del tempo. Un tempo a cui il suo cinema impone un ritmo umano, permettendo al naufrago del cielo di recuperarne il senso, riprendendo a esistere.

Flight (2012) on IMDb

Sua Maestà Viene Da Las Vegas (DVD) - DVD - Film di David S. Ward Commedia  | IBSUn film di David S. Ward. Con Peter O’TooleJohn HurtJohn Goodman Titolo originale King RalphCommediadurata 97 min. – USA 1991MYMONETRO Sua maestà viene da Las Vegas * * 1/2 - - valutazione media: 2,63 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Pigmalione di George Bernard Shaw rivisitato. Al posto della tenera e ignorante fioraia troviamo un simpatico grassone. Costui viene prelevato di forza da Las Vegas e portato alla corte d’Inghilterra perché urge un nuovo re. Inutile dire che il cerimoniere tuttofare, interpretato da O’Toole, avrà un bel daffare per tener tranquillo lo yankee che mal si adatta alla vita di palazzo.

King Ralph (1991) on IMDb

Regia di Kevin Spacey. Un film Da vedere 2005 con Kevin SpaceyKate BosworthJohn GoodmanBob HoskinsBrenda BlethynGreta ScacchiCast completo Genere Musicale – USA2005durata 121 minuti. – MYmonetro 3,50 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Il film biografico ha estimatori e detrattori ed è da questa premessa, apparentemente ovvia, che è necessario partire per parlare di Beyond the Sea. Perchè, in questo caso, all’interesse per il genere va aggiunto un elemento ulteriore: Kevin Spacey, regista e protagonista, ama profondamente il personaggio che porta in scena il quale, di fatto, non offrirebbe molta materia per un film. Bobby Darin è un cantante che ha azzeccato nella sua carriera dei buoni pezzi da entertainer ma non ha avuto certo lo spessore del Ray Charles di “Ray”. Per di più è morto giovane (37 anni) anche se i medici gli avevano diagnosticato una vita non superiore ai 15 anni. Spacey mette tutto se stesso in questo film, anche le sue frustrazioni di attore; lo fa senza esagerare anche se offre al personaggio più chances di quante non ne abbia avute nella realta'(dichiarandolo in parte nei titoli di coda).
Più che rivisitare un’epoca si mostra interessato alla psicologia di un uomo che fin da bambino e’ cosciente di essere destinato a una vita breve. In questo stato d’animo si inserisce un colpo di scena (realmente accaduto) che ovviamente non sveliamo ma che incide profondamente sulla sua personalità.
Bobby Darin. Chi era costui? Si chiederanno certamente in molti. Questo film, sicuramente non necessario se non per il suo regista, è comunque utile per acquisire un ulteriore tessera dello sterminato mosaico dello show business made in Usa.

Beyond the Sea (2004) on IMDb

Barton Fink - È successo a Hollywood - Film (1991) - MYmovies.it

Un film di Joel Coen, Ethan Coen. Con Michael Lerner, John Turturro,JohnGoodman,JudyDavis, John Mahoney.Drammatico, durata 114 min. – USA 1991. MYMONETRO Barton Fink – È successo a Hollywood * * * 1/2 - valutazione media: 3,58
 
Vincitore a Cannes, unico nella storia del Festival, di tre premi: miglior film, migliore regia e migliore attore. John Turturro, qui nella sua più significativa interpretazione, è un commediografo piuttosto presuntuoso che vive a New York. Se ne infischia delle critiche benevole e si sente rappresentante dei bassi ceti sociali. Viene scritturato ad Hollywood per scrivere un film sulla lotta libera interpretato da Wallace Beery (siamo negli anni Trenta). Dapprima è restio, ma poi accetta e viene alloggiato in un albergo, un tempo rinomato, ormai in disfacimento. Conosce così il vicino di stanza che dice di essere un rappresentante e poi uno scrittore che ammira. Quest’ultimo però deve molto alla sua assistente che passerà una notte con il commediografo. Con molto sarcasmo e bravura formale i fratelli Coen firmano il loro miglior lavoro assieme al precedente Crocevia della morte. Grande anche l’interpretazione di John Goodman ( True Stories e Arizona Junior), dall’enorme mole.
Barton Fink (1991) on IMDb

Regia di Jordan Vogt-Roberts. Un film con Tom HiddlestonSamuel L. JacksonJohn GoodmanBrie LarsonTian JingJohn OrtizCast completo Titolo originale: Kong: Skull Island. Genere AzioneAvventuraFantastico, – USA2017durata 118 minuti. Uscita cinema giovedì 9 marzo 2017 distribuito da Warner Bros Italia. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 2,63 su 11 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

1973. 2 eccentrici ricercatori del Progetto Monarch vogliono organizzare una spedizione su un’isoletta sperduta nel Pacifico e immersa nelle nuvole per scoprire le cause delle misteriose sparizioni di navi e aerei. Finanziati dal governo USA – che li fa accompagnare da truppe che stavano in Vietnam – partono con un colonnello in stress post-traumatico, un fascinoso avventuriero a far da guida e una impavida reporter. Scoprono subito che l’isola, oltre che da vari mostri di dimensioni spropositate, è abitata e dominata da un gigantesco gorilla che reagisce male a bombe, gas letali, mitragliatrici, napalm e compagnia bella. Versione ricca (oltre 200 milioni di dollari) e umoristica (sceneggiatura di Dan Gilroy) dei film giapponesi sui grandi mostri degli anni d’oro, con aggiunta di militarismo da barzelletta, qualche citazione, effetti di ogni genere, habitat affascinante, personaggi tagliati con l’accetta. Distribuisce con successo Warner Bros Italia.

 Kong: Skull Island
(2017) on IMDb
Al di là della vita - LaScimmiaPensa.com

Regia di Martin Scorsese. Un film Da vedere 2000 con John GoodmanPatricia ArquetteNicolas CageVing RhamesTom SizemoreJon AbrahamsCast completo Titolo originale: Bringing Out the Dead. Genere Drammatico – USA2000, durata 111 minuti. – MYmonetro 3,37 su 5 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

New York, primi anni ’90. Tre notti e due giorni nella Via Crucis di Frank Pierce (Cage), paramedico dell’Emergency Medical Service a Manhattan. Ossessionato dal ricordo della ragazzina Rose, morta nonostante i suoi sforzi, durante le sue corse in autoambulanza Frank è in compagnia del cinico Larry (Goodman), poi del mistico Marcus (Rhames), infine del reazionario violento Bob (Sizemore). Dal romanzo Pronto soccorso di Joe Connelly, sceneggiato da Paul Schrader ( Taxi Driver ), Scorsese ha cavato un film di grande complessità, dolente e amarissimo, ma non nichilista né disperato, percorso da una brezza di umorismo macabro. Sullo sfondo di una New York trasformata in metafora di un inferno realizzato sotto la triplice insegna di violenza, disgregazione e solitudine, c’è un uso raffinato e inventivo di luci, suoni, immagini deformate (fotografia di Robert Richardson, collaboratore di O. Stone) e del montaggio come espressione di una realtà soggettiva. È una Passione che si risolve nella catarsi di una Pietà laica. Titolo italiano clericalmente deviante. L’originale sta per “portar fuori il morto”, cioè restituirgli la vita. Significa anche, però, “manifestare il morto, rivelarne la presenza nascosta” (U. Curi) in ciascuno di noi. Soltanto dopo aver aiutato un uomo in coma a morire, Frank trova la pace tra le braccia della di lui figlia Mary (Arquette).

Regia di Kevin Smith. Un film Da vedere 2011 con John GoodmanMichael AngaranoMelissa LeoJennifer Schwalbach SmithKyle GallnerCast completo Genere Horror – USA2011, – MYmonetro 3,25 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Trevis (Michael Angarano), Jarod (Kyle Gallner) e Billy-Ray (Nicholas Braun) condividono tutto. La scuola, l’amicizia e la tempesta ormonale dell’adolescenza, scatenata dalla compravendita di sesso on line con una donna matura apparentemente disponibile. La famiglia Cooper, con a capo un Pastore fanatico (Michael Parks) che predica la parola di un Dio del terrore e della paura, porta avanti la sua personale guerra armata contro la corruzione dei costumi, con particolare astio nei confronti degli omosessuali. E l’agente speciale Keenan (John Goodman) spende gran parte delle sue energie nel cercare di trovare una soluzione moderata agli ordini perentori e non sempre ragionevoli di un super-capo dell’FBI.

Locandina True Stories

Un film di David Byrne. Con John GoodmanAnnie McEnroeDavid ByrneSwoosie KurtzSpalding Gray. continua» Grottescodurata 111 min. – USA 1986.

Narratore del film è lo stesso David Byrne, che, al volante della sua automobile, racconta, in occasione del 150° anniversario dell’Unione degli States, in una sorta di viaggio in una città immaginaria del Texas, una serie di scenette iper-realistiche. C’è di tutto tra i vari personaggi; troviamo un omaccione esperto di computer che cerca moglie e la trova in una grassona bionda che non si alza mai dal letto, una signora che da trent’anni convive con un marito al quale parla solo attraverso i figli, un predicatore fanatico, una donna che vuol far credere d’essere nata con la coda. E così via in un’intelligente satira quasi felliniana.

Locandina You Don't Know Jack

Un film di Barry Levinson. Con Al PacinoDanny HustonSusan SarandonJohn GoodmanBrenda Vaccaro. continua» Formato Film TV, Biograficodurata 134 min. – USA 2010.

Jack Kevorkian è un anziano medico di origine armena che, in un periodo che va approssimativamente dal 1990 al 1999, ha assistito nel suicidio più di 130 pazienti. Ne seguiamo l’azione a partire dal primo malato che, a causa delle ormai insostenibili sofferenze che gli procura la malattia, gli fa esplicita richiesta di morire. Kevorkian sostiene che chi è affetto da una patologia grave e incurabile e vuole lasciare questo mondo ha diritto di farlo. Per aggirare la legge del Michigan il medico ha realizzato e mette in atto, con la collaborazione di sua sorella e dell’amico Neal Nicol, una complessa strategia. Riprende le dichiarazioni dei pazienti (con a fianco i familiari) da cui emerga il loro esplicito e consapevole desiderio di non vivere più. Predispone quindi un’attrezzatura che il malato aziona personalmente. Ciò gli procura comunque numerose chiamate in giudizio da cui esce assolto. Fino a quando, dinanzi a un paziente non in grado di intervenire in quanto leso nella motilità, agisce con un’eutanasia ‘volontaria’. A quel punto la sua posizione sul piano legale cambia anche perché decide di non fare uso di avvocati ma di difendersi da solo.

3.5/5
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Poster Storytelling  n. 0

Un film di Todd Solondz. Con John GoodmanPaul GiamattiSelma BlairCommediadurata 83 min. – USA 2001.

Una commedia al vetriolo sulla finzione e la realtà americana medio-provinciale. Due storie. La prima, intitolata Finzione vede una ragazza di fronte alla scrittura letteraria di un corso universitario. Dopo l’insuccesso del suo primo racconto scriverà del violento rapporto sessuale avuto con l’insegnante di colore. La seconda, Non-Finzione, narra di una famiglia sconvolta da un dilettante e ambizioso videomaker che pretende di fare un documentario sui giovani alle prese con l’università. Uno dei figli del capofamiglia, quest’ultimo interpretato da John Goodman, diventa il protagonista del documentario ma rimarrà solo dopo la vendetta della cameriera ingiustamente licenziata.

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Locandina Monuments MenUn film di George Clooney. Con George Clooney, Matt Damon, Bill Murray, John Goodman, Jean Dujardin. Titolo originale The Monuments Men. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 118 min. – USA, Germania 2014. – 20th Century Fox uscita giovedì 13 febbraio 2014. MYMONETRO Monuments Men * * 1/2 - - valutazione media: 2,54 su 54 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Mentre le forze alleate stanno sferrando il loro attacco alla Germania lo storico dell’arte Frank Stokes ottiene l’autorizzazione da Roosevelt in persona per mettere insieme un gruppo di esperti che cerchi di recuperare le opera d’arte che Hitler ha fatto portare via e nascondere in previsione della costruzione del mastodontico Museo del Fuhrer. In caso di sconfitta del Reich l’ordine è di distruggerle. Si viene così a creare una compagnia formata da due storici e un esperto d’arte, un architetto, uno scultore, un mercante, un pilota britannico e un soldato ebreo tedesco per le traduzioni. Escluso quest’ultimo i componenti del gruppo non hanno certo l’età dei combattenti ma la loro missione non è priva di pericoli.
Chi cerca in questo film il Clooney regista di Good Night, & Good Luck. e di Le Idi di marzo rimarrà deluso mentre chi ricorda l’acuto e divertito rivisitatore di generi di In amore niente regole avrà l’occasione per godere di un film che non si vuole limitare però alla ricostruzione filologica innervata da riferimenti alla realtà storica. Perché la memoria corre a Il treno di John Frankenheimer ma anche, per la struttura di un gruppo costituito da personalità molto diverse tra di loro, a film che hanno ne La grande fuga il loro vertice. Clooney però ha un obiettivo diverso in questi tempi di omologazione di massa: ci vuole ricordare il valore dell’arte come elemento che va oltre le generazioni ed alimenta la stessa esistenza di ognuno di noi. Anche di coloro che ne sono ignari. Per questo sorge il sospetto che alcuni interventi di Stokes (che in realtà era il conservatore di Harvard Gerorge Stout) risultino didascalici ma siano finalizzati a fornire qualche elemento di base a spettatori a cui la scuola non li ha offerti. La scuola americana in primis ma non solo se, come ci ricordano Lodoli e Piccioni in Il rosso e il bluci sono studenti che chiedono se Piero della Francesca fosse un uomo o una donna (e non è una battuta di sceneggiatura). La pattuglia di uomini inadatti alla guerra ma pronti a rischiare la vita per delle opere d’arte non è formata da attempati Indiana Jones (anche se non mancano i carrelli della miniera e la Madonna di Bruges e il polittico di Ghent prendono il posto dell’Arca dell’Alleanza). Sono uomini (e una donna bollata dal marchio del collaborazionismo) che Clooney ci presenta nella loro umanità pur non rinunciando a qualche stereotipizzazione di troppo.
L’onestà del regista e sceneggiatore emerge comunque sin dall’apertura quando Stokes mostra una diapositiva dell’Abbazia di Montecassino distrutta da un bombardamento. Che non fu opera dei nazisti ma delle forze alleate. In quel preciso momento riemergono nella mente le immagini del Museo Archeologico di Bagdad saccheggiato senza che nessuno degli occupanti facesse nulla per impedirlo. La storia si ripeteva. Film come questo ci invitano a riflettere. Non rinunciando allo spettacolo.