Category: I


Locandina Tony Takitani

Un film di Jun Ichikawa [II]. Con Ogata IsseyRie MiyazawaHidetoshi NishijimaDrammaticodurata 75 min. – Giappone 2004.

Tony Takitani ha avuto un’infanzia solitaria, principalmente per via del suo nome, poco in uso tra i bambini giapponesi. Un nome scelto da suo padre, jazzman affascinato dagli Stati Uniti. Ragazzo, Tony frequenta l’accademia di belle arti, ma dal suo tratto, benché preciso e terribilmente incisivo, non traspare alcuna sensibilità. Abituato alla propria indipendenza, Tony infatti trova che le emozioni siano illogiche, segno d’immaturità. Tuttavia, dopo aver individuato la sua vera vocazione nel disegno tecnico, il giovane incontra Eiko, una cliente affascinata dalla moda. Sposatosi con lei, compie un cambiamento radicale e, pieno di vita, trasportato dall’amore, inizia a riconoscere e a temere la solitudine. L’ossessione compulsiva di sua moglie per i vestiti firmati comincia a inquietarlo. Quando le chiede di portare indietro i suoi ultimi acquisti, lei lungo il tragitto perde tragicamente la vita in un incidente. Di nuovo solo, Tony, disperato, si tuffa negli armadi pieni di vestiti di lei per sentirne la presenza; quindi mette un annuncio per trovare una donna che abbia le misure necessarie a far rivivere il ricordo della scomparsa…

Tony Takitani (2004) on IMDb

Un film di Kon Ichikawa. Con Raizô IchikawaTatsuya NakadaiGanjiro NakamuraYoichi FunakiTamao Nakamura. continua» Titolo originale EnjoDrammaticodurata 99 min. – Giappone 1958.

Se Ichikawa in Italia è noto soprattutto per una pietra miliare del pacifismo su celluloide, e cioè L’arpa birmana da molti considerato il suo capolavoro, senza ombra di dubbio lo spettatore più sensibile a certe problematiche esistenziali resterà fortemente impressionato da Conflagrazione; un’opera in cui le sottili inquietudini e quel senso soffocato di ribellione ereditati dal testo di Mishima convergono in una forma elegante, studiatissima nella struttura narrativa a flashback, da cui derivano però momenti di tensione taglienti come rasoi.

Conflagration (1958) on IMDb

Regia di Otar Iosseliani. Un film con Nico TarielashviliLily LavinaPhilippe BasAmiran AmiranachviliOtar IosselianiCast completo Titolo originale: Adieu, plancher des vaches. Genere Commedia – FranciaItaliaSvizzera1999durata 118 minuti. – MYmonetro 3,50 su 4 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Viavai tra Parigi e un castello dei dintorni dove un nobile ubriacone (O. Iosseliani) passa il tempo a guardare trenini elettrici, mentre la moglie (L. Lavina) fa affari e il figlio Nicolas (N. Tarielashvili), travestito da povero, frequenta a Parigi ladruncoli e vagabondi, impegnato in lavoretti precari. Sotto le apparenze di affollata commedia giocosa in cadenze divertite di balletto (o di giostra?), raccontata con lo sguardo ironico da filosofo stoico e antropologo un po’ svagato, il regista georgiano continua il suo imperterrito discorso sull’assurdità, i meccanismi e i vizi (la cupidigia innanzi tutto) della vita sociale. Film da guardare e da ascoltare (più che cercarne segni, significati, morale), per cavare tutto il piacere di una sapienza combinatoria in cui sfociano varie influenze, da Buñuel a Ophüls. Per Iosseliani spirito (inteso come alcol), spiritoso e spirituale hanno la stessa radice.

 Addio terraferma
(1999) on IMDb
Locandina L'uomo del riksciò

Un film di Hiroshi Inagaki. Con Toshirô MifuneHideko Takamine Titolo originale Muhomatsu no isshoDrammaticoRatings: Kids+13, durata 93 min. – Giappone 1958.

È la storia di un uomo che vive tirando il riksciò per turisti danarosi. Forte e violento, ma di cuore gentile, si prende cura di una vedova e del suo figliolo adolescente.

The Rickshaw Man (1958) on IMDb

Regia di Shôhei Imamura. Un film con Kôji YakushoMitsuko BaishoMansaku FuwaMisa ShimizuYukiya KitamuraCast completo Titolo originale: Akai hashi noshitano nurui mizu. Genere Drammatico, – GiapponeFrancia2001durata 119 minuti. distribuito da Bim Distribuzione. – MYmonetro 3,50 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Yosuke, gentile impiegato disoccupato, viaggia da Tokyo in un villaggio della penisola di Noto alla ricerca di un tesoro che non c’è. V’incontra la bella Saeko che ha la prodigiosa qualità di traboccare d’acqua (di vita) ogni volta che ha un accoppiamento sessuale o quando trasgredisce a una legge sociale. I suoi flussi d’acqua tiepida ridanno vita alle piante e attirano frotte di pesci. Tratto da un racconto di Yo Henmi, carico di rimandi ai miti e alle credenze popolari nipponiche, denso di simboli e di metafore, legato soprattutto al tema dell’acqua e alle immagini del cibo, dello specchio e del rosso ( akai , colore legato in Giappone all’erotismo), il film coniuga la concretezza fisica, tipica di I. Shohei, col fiabesco e il surreale. Lo fa con una scrittura semplice, leggera, gentile, persino ironica. È un inno alla vita terrena e alla necessità di trasgredire regole e convenzioni per riaffermarne i diritti. Anche per ragioni anagrafiche, evoca la libera leggerezza dell’ultimo Buñuel.

Warm Water Under a Red Bridge (2001) on IMDb
Locandina Hamburger Hill

Un film di John Irvin. Con Dylan McDermott, Tim Quill, Steven Weber Guerra, durata 110′ min. – USA 1987. MYMONETRO Hamburger Hill * * 1/2 - - valutazione media: 2,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

In Vietnam un gruppo di giovani reclute viene duramente addestrato per la conquista della collina 937 nella valle di Ashau. Film militarista di destra mimetizzato, “da americano” (e Irvin americano non è). Solo nel finale riesce a comunicare qualche emozione.

Hamburger Hill (1987) on IMDb
locandina VESUVIANI Martone Corsicato Servillo og Italy 1997 playbill | eBay

Regia di Mario MartonePappi CorsicatoAntonio CapuanoStefano IncertiAntonietta De Lillo. Un film con Anna BonaiutoIaia ForteRenato CarpentieriEnzo MoscatoTeresa SaponangeloCast completo Genere Episodi – Italia1997durata 125 minuti. Valutazione: 1,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni.

Non è soltanto la cornice – periferia ed entroterra di Napoli – che lega i 5 episodi (“Sofialorèn”, “La stirpe di Iana”, “Maruzzella”, “Il diavolo nella bottiglia”, “La salita”). C’è lo sguardo dei registi, amici e collaboratori tra loro; c’è la visione alterata della realtà, deformata con scatti fantastici e invenzioni barocche; c’è lo spazio dato a una sessualità trasversale, polimorfica, trasgressiva. Nessuna delle 5 novelle è completamente risolta, ma in varia misura tutte spiazzano, incuriosiscono, divertono o magari irritano. Sono 5 film di corpi, ossia di attori. Persino “La salita” di Martone, l’episodio più austero e civilmente impegnato (con Servillo con la fascia tricolore del sindaco che, salendo sul Vesuvio, si interroga sulla crisi della sinistra), è un apologo in cadenze di favola ironica dove si recupera il pasoliniano corvo parlante di Uccellacci e uccellini .

The Vesuvians (1997) on IMDb
C'era una volta un merlo canterino (1970) | FilmTV.it

Regia di Otar Iosseliani. Un film con Gela KandelakiIrine JandieriGogi TchkheidzeGiansung KakhidzeMarina Kartsivadze. Titolo originale: Zilypev?iz droZd. Genere Drammatico – URSS1973durata 85 minuti. – MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Ritratto di Ghia Agladze, giovane suonatore di timpani, individualista incorreggibile, pigro, facile a promesse che non mantiene, gentile ficcanaso, compagnone e sottaniere accanito, allergico a ogni scelta che impegni l’avvenire. È, insomma, uno che gira a vuoto. Film georgiano che ha il merito di essere modellato non soltanto sul comportamento, ma sul ritmo del suo personaggio (parzialmente autobiografico), seguito dalla cinepresa nei suoi andirivieni con una disinvolta scioltezza che diventa spesso sapienza di osservazione. Edizione originale con sottotitoli.

 C'era una volta un merlo canterino
(1970) on IMDb
La caduta delle foglie (1966) | FilmTV.it

Regista: Otar Iosseliani Genere: Commedia Anno: 1966 Paese: URSS Durata: 90 min

Al tempo della vendemmia, in Georgia, due ragazzi appena usciti dall’istituto vinicolo, Otar e Nico, vanno a lavorare nella cooopertiva agricola. Lì entreranno in contatto con gli operai e avranno le prime esperienze con le donne, in particolare con Marina. Dalle vicende personali, sentimentali e professionali, scaturisce una pungente satira della burocrazia sovietica.

The Blue Max (1966) on IMDb
Pastorale (1975) - IMDb

Regia di Otar Iosseliani. Un film con Rezo CharkhalashviliLia Tokhadze-DjugueliMarina KarcevadzeTamara GuarabašviliNana IosselianiCast completo Titolo originale: Pastoral’. Genere Commedia 1976durata 95 minuti.

Cinque giovani musicisti georgiani si trasferiscono in un villaggio di campagna per mettere a punto il loro repertorio. L’incontro tra mondo cittadino e mondo contadino provoca attrazioni, attriti, litigi, pettegolezzi, amicizie e un po’ di tristezza quando i musicisti se ne vanno. Commedia rurale senza una vera trama, impregnata di una tenerezza affettuosa che va a braccetto con un umorismo aguzzo di incantevole leggerezza, paragonabile a quello di Giorno di festa di J. Tati. Con indolenza sorridente sbriciola gli stereotipi del realismo socialista. La burocrazia censoria lo tenne in magazzino perché considerato “asovietico”. Scritto dal regista con Rezo Inanišvili e Otar Mechrišvili. Musiche di Arcangelo Corelli. 4° e ultimo film in URSS di O. Iosseliani che negli anni ’80 emigrò a Parigi.

 Pastorale
(1975) on IMDb
Sapovnela (Short 1959) - IMDb

Fiore introvabile (Sapovnela) di Otar Iosseliani – URSS 1959 con Mikhail Mamulashvili

Il secondo cortometraggio di Iosseliani è un documentario sulla natura con il quale il regista georgiano sperimenta per la prima volta con il colore, il montaggio e la musica. Accompagnate da una serie di canti popolari, ci vengono mostrate le immagini di numerosi e variopinti fiori, da quelli più umili che crescono nei prati e sui pascoli in montagna, a quelli più eleganti ed elaborati che vengono coltivati nelle serre. 

 Sapovnela
(1959) on IMDb
Lunedì mattina | Film | Recensione | Ondacinema

Regia di Otar Iosseliani. Un film con Jacques BidouyArrigo MozzoAnnw Kravz Tarnavsky. Titolo originale: Lundi Matin. Genere Commedia – Francia2002durata 120 minuti. – MYmonetro 3,55 su 6 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Operaio pendolare in una fabbrica francese di prodotti chimici, acquarellista della domenica, accanito tabagista, trascurato dalla moglie e ignorato dai figli, Vincent non ne può più del tran tran quotidiano, e ha voglia di cercare lontano la felicità che sogna. Arriva fino a Venezia e in Egitto, ma poi torna: i lunedì lo aspettano. È il 7° film francese di Iosseliani, e il più georgiano forse, sicuramente quello più vicino all’umorismo di Tati. Malizioso, ironico, divertente in superficie, ma triste (il suo tema centrale è la solitudine) e agro nel fondo, risentito contro un’organizzazione del tempo e del lavoro che umilia l’individuo. Ricco di figurette eccentriche, idee visive, colpi d’occhio, sberleffi anarchici. Va un po’ in surplace nella parentesi lagunare con una Venezia non esente da stereotipi, ma riprende quota col volo sulla campagna in parapendio, ultimo omaggio all’utopia che la realtà contraddice. Coprodotto dall’italiana Mikado. Orso d’argento per la regia a Berlino.

 Lunedì mattina
(2002) on IMDb

Regia di Hiroshi Inagaki. Un film Da vedere 1958 con Toshirô MifuneHideko Takamine. Titolo originale: Muhomatsu no issho. Genere Drammatico – Giappone1958durata 93 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,49 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

È la storia di un uomo che vive tirando il riksciò per turisti danarosi. Forte e violento, ma di cuore gentile, si prende cura di una vedova e del suo figliolo adolescente. Per merito suo il ragazzo studierà e si farà strada nella vita.

The Rickshaw Man (1958) on IMDb

Regia di Shôhei Imamura. Un film con Ken OgataSumiko SamamotoRyutaro TatsumiShoichi OzawaTaiji TonoyamaMitsuko BaishoCast completo Titolo originale: Narayama bushi-ko. Genere Drammatico – Giappone1983durata 90 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 – MYmonetro 3,00 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

In un villaggio giapponese sperduto tra i monti, giunti a 70 anni i vecchi vengono condotti a morire sulla cima del monte Narayama per permettere ad un giovane di sfamarsi. Una vecchia, per lasciare il posto alla giovane nuora, si rompe i denti contro un pozzo per sembrare più vecchia e affrettare quindi la sua fine. 

The Ballad of Narayama (1983) on IMDb
L'arpa birmana (1956) - Film - Trama - Trovacinema

L’arpa birmana è un film di genere drammatico, guerra del 1956, diretto da Kon Ichikawa, con Rentarô Mikuni e Shoji Yasui. Durata 116 minuti.

Goffredo Fofi racconta “L’arpa birmana” (1956) di Kon Ichikawa, un film unico nella storia del cinema che esprime una filosofia non violenta nei confronti della guerra. “L’arpa birmana” narra la storia di un soldato, unico sopravvissuto del suo gruppo, che fatto prigioniero diventa poi monaco e suonatore d’arpa che si dedica a seppellire i morti.

The Burmese Harp (1956) on IMDb

Podcast da Rai Play Radio

Miyamoto Musashi (宮本武蔵?) è un film del 1954 diretto da Hiroshi Inagaki.

È il primo capitolo della Trilogia del Samurai di Inagaki, tratta dal romanzo Musashi di Eiji Yoshikawa sulla vita e le gesta di Musashi Miyamoto, celebre samurai autore de Il libro dei cinque anelli.

In seguito alla Battaglia di Sekigahara, Takezo e il suo amico e compagno d’armi Matahachi si ritrovano feriti e in fuga, essendosi arruolati nella fazione perdente. I due trovano rifugio presso la vedova Oko e sua figlia Akemi, le quali vivono depredando soldati caduti in battaglia. Ben presto si fanno vivi dei banditi per chiedere la consegna del bottino alle donne, ma interviene Takezo che li mette in fuga. Entrambe le donne, impressionate dal coraggio dell’uomo, tentano di sedurlo.

Samurai I: Musashi Miyamoto (1954) on IMDb
Risultati immagini

Un film di Alejandro González Iñárritu. Con Michael KeatonZach GalifianakisEdward NortonAndrea RiseboroughAmy Ryan.  CommediaRatings: Kids+13, durata 119 min. – USA 2014. – 20th Century Fox uscita giovedì 5 febbraio 2015. MYMONETRO Birdman * * * 1/2 - valutazione media: 3,70 su 167 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Riggan Thompson è una star che ha raggiunto il successo planetario nel ruolo di Birdman, supereroe alato e mascherato. Ma la celebrità non gli basta, Riggan vuole dimostrare di essere anche un bravo attore. Decide allora di lanciarsi in una folle impresa: scrivere l’adattamento del racconto di Raymond Carver Di cosa parliamo quando parliamo d’amore, e dirigerlo e interpretarlo in uno storico teatro di Broadway. Nell’impresa vengono coinvolti la figlia ribelle Sam, appena uscita dal centro di disintossicazione, l’amante Laura, l’amico produttore Jake, un’attrice il cui sogno di bambina era calcare il palcoscenico a Broadway, un attore di grande talento ma di pessimo carattere. Riuscirà Riggan a portare a termine la sua donchisciottesca avventura?
Dopo il tuffo negli abissi della disperazione di Biutiful, capolavoro poco apprezzato dal grande pubblico, il regista messicano Alejandro Gonzalez Inarritu si cimenta con la commedia, benché agrodolce e in alcuni tratti quasi nera. Temi principali sono l’ego, in particolare quello maschile, e l’incapacità di distinguere l’amore degli altri dalla loro approvazione. Chi meglio di un attore molto amato ma poco apprezzato per rappresentarlo? Inarritu scandaglia l’animo di Riggan usando la cinepresa come mai aveva fatto prima, ovvero cimentandosi in una serie praticamente infinita di piani sequenza all’interno dei quali gli attori recitano senza inerruzioni come su un palcoscenico teatrale, entrando e uscendo continuamente dal teatro in cui si svolge prevalentemente l’azione alla strada, e dentro e fuori i camerrini, i corridoi, il backstage del teatro stesso. In un gioco continuo di immagini rifratte attraverso specchi e spiragli.
Il paragone con Robert Altman è inevitabile: i piani sequenza (come quello iniziale de I protagonisti), l’adattamento da Carver (come in America Oggi), la messa in ridicolo corale del mondo dello spettacolo (NashvilleI protagonistiRadio America). Come è altmaniana la visione da insider della Hollywood contemporanea, in particolare quella dei franchise dedicati ai supereroi, “pornografia apocalittica” responsabile dell’infantilizzazione irreversibile del pubblico.
Birdman è anche un capolavoro di metacinema: il protagonista è quel Michael Keaton che deve la sua celebrità all’interpretazione di Batman (ma che è anche un grande attore, come dimostra appieno nel film di Inarritu); è più volte citato The Avengers, il film cui Edward Norton, che in Birdman ha il ruolo del prim’attore, ha rifiutato di partecipare nei panni di Hulk, dopo aver litigato con la produzione del film sul gigante verde. E c’è una scena in cui Inarritu fa ciò che Hollywood vorrebbe da ogni regista, dopo aver fatto per tutto il resto del film ciò che Hollywood detesta (tranne la notte degli Oscar): infiniti virtuosismi registici, dialoghi interminabili, mancanza di un eroe immediatamente identificabile.
Birdman è apparentemente privo di montaggio (o meglio: il montaggio è molto attento a “non interrompere un’emozione”) il cui ritmo è dato da una pianificazione meticolosa, una inarrestabile agilità nei movimenti di macchina, una recitazione rocambolesca, un incalzante rullo di batteria che accompagna tutte le azioni che coinvolgono Riggan. Ed è un esperimento in linguaggio cinematografico coraggioso e spaccone, reboante e ridondante, eccessivo ma funzionale alla storia che narra. Inarritu racconta l’uomo (e in particolare il maschio) nella sua fragilità e contraddizione, nei suoi sogni di gloria e le sue delusioni di vita. Racconta la presunzione, ma anche la vulnerabilità, di ogni artista, o anche di chi crede di esserlo ed è costretto a confrontarsi con l’evidenza contraria. Attraverso lo sguardo di Riggan, il regista commenta su tutta la società contemporanea, sul “genocidio culturale” in corso e sulla prevalenza fagocitante dei social media, creatori di una nuova forma di ambizione, quella di diventare virale, e una nuova forma di delusione, quella di credere che milioni di contatti equivalgano ad un singolo attestato di stima.
Il risultato è un film magmatico (e in questo senso perfettamente “almaniano”) che è un piacere per gli spettatori, gioiosamente ridondante e tracimante vita ed ambizione. Nella sua bulimia creativa Inarritu inanella troppi finali, ma è difficile biasmiarlo per la volontà di dire troppo invece che tutto, ricordando che chi rischia cammina sempre sull’orlo dell’abisso.

Birdman or (The Unexpected Virtue of Ignorance) (2014) on IMDb
undefined

Un film di Juzo Itami. Con Tsutomu YamazakiNobuko MiyamotoKôji YakushoKen Watanabe Grottescodurata 98 min. – Giappone 1986

Ecco un film giapponese anomalo rispetto al nostro mercato. Invece del film drammatico, psicologico, d’arte, eccone uno del tutto ironico, grottesco. Nei lavori di Kurosawa come Dodeskaden l’ironia c’era ma era un accessorio. Juzo Itami ha dunque diretto questa storiellina gradevole con la protagonista Tampopo, proprietaria di un piccolo ristorante, che viene aiutata a risolvere i suoi problemi da una coppia di camionisti.

Tampopo (1985) on IMDb
Fuochi nella pianura (1959) di Kon Ichikawa | Living Cinema

Un film di Kon Ichikawa. Con Osamu TakizawaEiji FunakoshiMicky CurtisAsao Sano Titolo originale NobiDrammaticob/n durata 105 min. – Giappone 1959.

La fine della seconda guerra mondiale segna la disfatta dell’esercito giapponese. Nella giungla delle Filippine un soldato, sfuggito a mille pericoli e mille insidie, cerca disperatamente di sopravvivere. Intorno a lui militari e civili muoiono di fame e di stenti. Il soldato trova aiuto presso alcuni contadini.

Fires on the Plain (1959) on IMDb

Un film di François TruffautAndrzej WajdaMarcel OphülsShintarô Ishihara. Con Barbara FreyEleonora Rossi DragoCristina GaioniMarie-France PisierJean-Pierre Léaud. continua» Titolo originale L’amour à vingt ansCommediab/n durata 118 min. – Francia 1962.

Doveva essere un concerto dedicato all’amore dei vent’anni. Purtroppo alcuni suonatori, tra cui Renzo Rossellini, non sapevano leggere la musica. Si salvano in due, Truffaut e Wajda.

“Antoine e Colette” di Truffaut: Episodio Girato a Parigi, l’episodio diretto da François Truffaut costituisce il secondo capitolo del ciclo dedicato ad Antoine Doinel, interpretato da Jean-Pierre Léaud, dopo I 400 colpi. Antoine è innamorato di Colette, una ragazza parigina di buona famiglia, che però non è interessata al suo amore, nel corso dell’episodio, finalmente rivede il suo amico Renè che non vedeva da tanto tempo.

The Loves and Times of Scaramouche (1976) on IMDb

Nota bene: La versione 1080p è del solo episodio “Antoine e Colette” di Truffaut. I subita li ho tradotti dai subeng con google, potrebbero esserci delle imprecisioni.