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Regia di Shôhei Imamura. Un film Da vedere 1968 con Kazuo KitamuraRentaro MikuniChôichirô KawarasakiYoshi Kato. Genere Drammatico – Giappone1968durata 172 minuti. – MYmonetro 3,25 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nell’isola di Kurage si praticano ancora culti animisti e la sola risorsa è rappresentata dalla coltivazione della canna da zucchero, specie dopo che un masso ha misteriosamente ostruito la falda acquifera. Ad essere accusati più o meno apertamente di aver causato la maledizione e scatenato l’ira degli dei sono i Futori, famiglia dalle bizzarre abitudini, con sospetto di praticare l’incesto. L’arrivo dell’ingegner Kariya dovrebbe avviare i lavori di un impianto idrico che dia inizio alla modernizzazione dell’isola.
Costato sforzi produttivi andati al di là delle previsioni e conclusisi in un insuccesso tale da allontanare Imamura dalla macchina da presa per diversi anni, Il profondo desiderio degli dei è una delle opere chiave per comprendere la poetica dell’ex-allievo di Ozu Yasujiro (con cui peraltro Imamura non ha mai fatto mistero di condividere ben poco in termini di stile e intenti). Uscito nel 1968 – e verrebbe da dire non poteva essere altrimenti – durante l’epoca aurea della compagnia di produzione Nikkatsu, si tratta di una visione di potenza difficilmente eguagliabile in cui confluiscono diverse tematiche care all’autore, ansioso di porre nell’immaginaria isola di Kurage il proscenio della sua riflessione sull’uomo e sui suoi istinti, repressi dagli artifici di una società accecata dalla logica del profitto.

 Il profondo desiderio degli dei
(1968) on IMDb
Nottola Sera - Caccia alle farfalle - Scheda Film

Regia di Otar Iosseliani. Un film Da vedere 1992 con Narda BlanchetPierrette Pompom BailhacheAleksandr CherkasovThamara TarassachviliAlexandra LiebermannCast completo Titolo originale: La chasse aux papillons. Genere Commedia – Francia1992durata 115 minuti. – MYmonetro 3,50 su 4 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Due anziane vivono in un fatiscente castello nel Sud della Francia, frequentato di notte da discreti fantasmi. Una delle due, la proprietaria, muore. Il castello è ereditato dalla sorella russa che lo vende a una megasocietà giapponese. Iosseliani all’epoca era esule semivolontario a Parigi: toccato dalla grazia, quasi perfetto, caso anomalo di commedia malinconica sulla fine di un’epoca e di una cultura, ma divertente, squisita. Umorismo leggero e affilato.

 Caccia alle farfalle
(1992) on IMDb

Regia di Otar Iosseliani. Un film con Nico TarielashviliLily LavinaPhilippe BasAmiran AmiranachviliOtar IosselianiCast completo Titolo originale: Adieu, plancher des vaches. Genere Commedia – FranciaItaliaSvizzera1999durata 118 minuti. – MYmonetro 3,50 su 4 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Viavai tra Parigi e un castello dei dintorni dove un nobile ubriacone (O. Iosseliani) passa il tempo a guardare trenini elettrici, mentre la moglie (L. Lavina) fa affari e il figlio Nicolas (N. Tarielashvili), travestito da povero, frequenta a Parigi ladruncoli e vagabondi, impegnato in lavoretti precari. Sotto le apparenze di affollata commedia giocosa in cadenze divertite di balletto (o di giostra?), raccontata con lo sguardo ironico da filosofo stoico e antropologo un po’ svagato, il regista georgiano continua il suo imperterrito discorso sull’assurdità, i meccanismi e i vizi (la cupidigia innanzi tutto) della vita sociale. Film da guardare e da ascoltare (più che cercarne segni, significati, morale), per cavare tutto il piacere di una sapienza combinatoria in cui sfociano varie influenze, da Buñuel a Ophüls. Per Iosseliani spirito (inteso come alcol), spiritoso e spirituale hanno la stessa radice.

 Addio terraferma
(1999) on IMDb
OFDb - Ikite wa mita keredo: Ozu Yasujirô den (1983)

An extremely lovely tribute to Ozu, on the 20th anniversary of his death. It uses a combination of footage from vintage films and new material (both interviews and Ozu-related locations) shot by Ozu’s long-time camera-man (who came out of retirement to work on this). Surprisingly (or perhaps not), it focuses less on Ozu’s accomplishments as a film-maker than on his impact on the lives of the people he worked with. One of the best films of this type I’ve ever seen.

 

I Lived, But... (1983) on IMDb
I satelliti contro la Terra (DVD) - DVD - Film di Teruo Ishii Fantastico |  IBS

Un film di Teruo Ishii. Con Ken Utsui, Takamatsu, Yamoda, Utako Mitsuya, Kan Hayashi, Teruhisa Ikeda, Hiroshi Asami, Junko Ikeuchi. Titolo originale Super Giant. Fantascienza, Ratings: Kids+13, durata 90 min. – Giappone 1961. MYMONETRO I Satelliti Contro la Terra * * - - - valutazione media: 2,00 su 1 recensione.

Una fantomatica organizzazione paramilitare fa prigioniero un eminente scienziato esperto in missilistica e per costringerlo a rivelare i suoi segreti rapisce anche la sua famiglia. Padroni delle rivoluzionarie scoperte, i criminali potrebbero ricattare il mondo intero, ma Spaceman, il difensore dell’umanità e della giustizia, è sempre all’erta e scoperto il satellite artificiale dal quale i nemici architettano il diabolico disegno, interviene appena in tempo prima che si scateni un attentato dimostrativo.

 I satelliti contro la Terra
(1957) on IMDb

Regia di Stefano Incerti. Un film Da vedere 2008 con Alessio BoniGiuseppe BattistonFlorencia RaggiJorge MarraleVíctor Hugo CarrizoCast completo Genere Drammatico – Italia2008, Uscita cinema venerdì 17 aprile 2009 – MYmonetro 2,80 su 5 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Maurizio Gallo – giornalista sportivo che con il fotoreporter Ugo arriva a Buenos Aires come inviato ai Mondiali di calcio 1978 (vinti dall’Argentina) – porta una busta di denaro per Ana da parte del suo ex marito argentino, da anni emigrato in Italia. Tra i due nasce un amore a prima vista. La donna fa parte di un gruppo clandestino contro la dittatura militare. I due sono arrestati. Solo alla fine del Mundial, Maurizio accetta il rimpatrio a patto che ad Ana sia dato asilo politico presso la Nunziatura apostolica. Lei non si fida ed evade. Quando dopo 20 anni torna a Buenos Aires per testimoniare contro i militari, Maurizio trova una sorpresa. Scritta con Incerti da Rocco Oppedisano, giornalista emigrato in Argentina più di 20 anni fa, è una storia d’amore che diventa un thriller e, senza salire in cattedra, una precisa denuncia civile. Riguarda anche l’Italia e altre democrazie europee di oggi: quando si tace, si rifiuta di vedere, ascoltare, farsi carico di quel che succede “fuori” dalla famiglia e dal calcio, c’è il rischio di trovarsi in un regime autoritario. Film scomodo, boicottato dai mass media. Nel 1978 c’erano a Buenos Aires 3000 giornalisti stranieri. Sembra che solo 2 di loro – olandesi – si occuparono di quel che, fuori, stava succedendo.

 Complici del silenzio
(2009) on IMDb
I quattro cavalieri dell'Apocalisse - Film (1921)

Un film di Rex Ingram. Con Rodolfo Valentino, Alice Terry, Pomeroy Cannon, Wallace Beery Titolo originale The Four Horsemen of the Apocalypse. Drammatico, durata 132′ min. – USA 1921. MYMONETRO I quattro cavalieri dell’apocalisse [1] * * * 1/2 - valutazione media: 3,67 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Dopo la morte del latifondista argentino Madariaga (Cannon), i suoi due generi portano le famiglie in Europa: i Desnoyers a Parigi, i von Hartrott a Berlino. Allo scoppio della prima guerra mondiale, Julio Desnoyers (Valentino), pur pacifista e dedito alla dolce vita, si arruola e muore da coraggioso, colpito dal cugino (Holmes) al comando di un reparto tedesco. Tratto dal romanzo Los quatro jinetes del Apocalipsis (1916) di Vicente Blasco Ibáñez, prodotto con larghi mezzi dalla Metro Pictures Corp., non ancora Metro-Goldwyn-Mayer, sceneggiato da June Mathis (1892-1927) che si può considerare la vera autrice del film: fu lei ad averne l’idea, scegliere R. Ingram per la regia, imporre Valentino (che aveva 21 film alle spalle) come protagonista, seguire con puntiglio le riprese, curare il montaggio, scrivere le didascalie. È un melodramma di amore e di guerra la cui azione si sposta dall’Argentina (con Julio in divisa da gaucho che balla il tango) a Parigi, dai campi di battaglia della Marna a Lourdes (con Julio che incontra l’amata Marguerite in divisa da crocerossina col marito cieco). Citazione obbligatoria: la visione dei quattro cavalieri dell’Apocalisse (Guerra, Carestia, Conquista, Morte) virata in blu e rosso. Fu un grande successo internazionale, contribuì a promuovere la Metro tra le majors e a fare di Valentino un divo cui “vengono concessi momenti di Kitsch sublime che andranno a fondare, tra gli altri, l’immagine dell’amante immortale” (P. Cristalli). Giustamente elogiata la fotografia di John F. Seitz. Rifatto, controvoglia, da V. Minnelli nel 1962 per la M-G-M.

 I quattro cavalieri dell'Apocalisse
(1921) on IMDb
I favoriti della Luna (1984) | FilmTV.it

Regia di Otar Iosseliani. Un film con Katja RupéAlix De MontaiguFrançoise MichelMathieu AmalricPascal AubierCast completo Titolo originale: Les favoris de la lune. Genere Commedia – Francia1984durata 101 minuti. – MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

È, nella struttura di un puzzle, un ballo di ladri, un girotondo di destini in cui volteggiano i sentimenti e gli oggetti, rubati e rivenduti, che buone o cattive azioni fanno passare di mano in mano. E una folla di personaggi: mercanti d’armi, bionde ricche d’energia e di amanti, scassinatori romantici, battone dal cuore d’argento, anarchici della terza età, un barbone filosofo, un genio della meccanica, camerieri, manicure, bambini, poliziotte. E un ritratto di una dama dell’Ottocento che diventa a rasoiate sempre più piccolo. 1° film occidentale di un regista georgiano, anarchico sorridente che ha il genio di un’insopportabile leggerezza.

 I favoriti della luna
(1984) on IMDb

Desiderio d’omicidio (赤い殺意) è un film del 1964 diretto da Shōhei Imamura.

Il film racconta la storia di una casalinga triste e grassoccia che vive in povertà con un marito. Dopo essere stata violentata da un ladro, viene ripetutamente avvicinata da questi che si innamora perdutamente di lei. Divisa tra il suo marito adultero e non amante e lo stupratore, lotta per trovare la felicità.

Intentions of Murder (1964) on IMDb

Non ho trovato subita in rete. gsubita sta per subita tradotti dai subeng con google, potrebbero esserci delle imprecisioni.

Non credo esista versione in italiano, almeno io non l’ho trovata.

Regia di Otar Iosseliani. Un film Da vedere 2006 con Séverin Blanchet, Michel Piccoli, Muriel Motte, Pascal VincentLily Lavina, Denis Lambert, Jacynthe Jacquet, Otar IosselianiMathias Jung. Titolo originale: Jardins en automne. Genere Commedia – FranciaItaliaRussia2006durata 115 minuti. Uscita cinema venerdì 27 ottobre 2006 – MYmonetro 3,26 su 10 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Vincent (Blanchet), potente ministro, costretto a dare le dimissioni per una cantonata politica, ricomincia a vivere. Perde la giovane amante, si fa cacciare dalla moglie, scopre la sua casa invasa da famiglie nordafricane, recupera la vecchia madre (Piccoli!), riaggancia le ex amichette, riprende il giro dei bar con i vecchi amici, riscopre i piaceri della pigrizia pensante. Intanto il suo successore assaggia l’ebrietà e le incertezze del potere. Può sembrare una favola poetizzante e leziosa, un po’ demagogica, avulsa dal mondo e dalla realtà sociale, ma è semplicemente una commedia controcorrente, in linea con tutti i film passati di questo georgiano, trapiantato a Parigi negli anni ’80, che ha il genio della scrittura leggera e non crede nel progresso, ma nemmeno nel catastrofismo nichilista oggi di moda. Sembra, la sua, una facile disinvoltura, ma soltanto per chi non sa coglierne la ricchezza musicale delle situazioni, impregnate di una buffoneria sottile, affidata ai gesti e ai comportamenti più che ai dialoghi. Non è forse spiazzante il suo bestiario, la galleria degli animali, buffi perché fuori dal loro contesto (asini, tucani, ghepardi, bisonti)? Dietro l’apparente frivolezza del racconto “c’è una sorta di tessitura molto compatta, la confezione di una trama fine, densa, quella di un vestito ideato da un sarto artista e filosofo” (J.-F. Rauger).

 Giardini in autunno
(2006) on IMDb

Un film di Kon Ichikawa. Con Raizô IchikawaTatsuya NakadaiGanjiro NakamuraYoichi FunakiTamao Nakamura. continua» Titolo originale EnjoDrammaticodurata 99 min. – Giappone 1958.

Se Ichikawa in Italia è noto soprattutto per una pietra miliare del pacifismo su celluloide, e cioè L’arpa birmana da molti considerato il suo capolavoro, senza ombra di dubbio lo spettatore più sensibile a certe problematiche esistenziali resterà fortemente impressionato da Conflagrazione; un’opera in cui le sottili inquietudini e quel senso soffocato di ribellione ereditati dal testo di Mishima convergono in una forma elegante, studiatissima nella struttura narrativa a flashback, da cui derivano però momenti di tensione taglienti come rasoi.

Conflagration (1958) on IMDb

Regia di James Ivory. Un film Da vedere 1992 con Emma ThompsonAnthony HopkinsHelena Bonham CarterVanessa RedgraveJames WilbyCast completo Titolo originale: Howards End. Genere Drammatico – Gran BretagnaGiappone1992durata 140 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,50 su 5 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Dal romanzo omonimo (1910) di Edward M. Forster. Conflitto tra due mondi (due culture, due mentalità) all’interno della società londinese del primo Novecento: le due sorelle Schlegel della piccola borghesia colta e progressista e i ricchi, conservatori Wilcox, fondatori senza fasto né splendore dell’Impero. C’è anche una terza classe sociale, quella degli esclusi per censo ed educazione, rappresentata da Leonard Blast, povero e orgoglioso. La posta in gioco è Howards End, bella e scomoda dimora di campagna: appartiene ai Wilcox, passa in eredità a una delle due Schlegel e, infine, all’altra. sotto la vernice di raffinata eleganza, è un film (e un romanzo) attuale: beni immobili, sicurezza finanziaria, compagnie di assicurazione che falliscono, conflitti tra femminismo e vita domestica, attriti tra classi sociali. Premio speciale a Cannes e 3 Oscar: attrice protagonista (E. Thompson), scenografia (Luciana Arrighi) e costumi.

Howards End (1992) on IMDb
FILM IN TV: "Briganti" di Otar Iosseliani - SentieriSelvaggi

Regia di Otar Iosseliani. Un film con Amiran AmiranachviliDato GogibedachviliGuio Tzintsadzé. Titolo originale: Brigands – Chapitre VII. Genere Commedia, – FranciaRussiaItaliaSvizzera1996durata 121 minuti. Uscita cinema venerdì 14 febbraio 1997 distribuito da Sony Pictures Italia. – MYmonetro 2,00 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Disposta su 4 piani temporali – il Medioevo in Georgia; gli anni della rivoluzione bolscevica; quelli dello stalinismo in Russia; il presente a Parigi e in Georgia – dove, in un fitto e fluido intersecarsi, ritornano gli stessi attori-personaggi in panni diversi, questa ilare e nerissima tragicommedia ha per protagonisti gli uomini del potere (re, boiardi, rivoluzionari, uomini della nomenclatura comunista) che oggi si sono trasformati in mafiosi, fanatici nazionalisti, uomini d’affari, insomma briganti che saccheggiano legalmente le ricchezze del Paese. Iosseliani torna in patria, senza staccarsi da Parigi, per regolare i conti con il socialismo reale e, più in generale, con il tempo sporco della Storia. Nelle cadenze dolorose eppure piane e lievi di una parabola che attinge linfa dal realismo fantastico della letteratura russa (Bulgakov più che Gogol), questo suo 7° film è anche il 1° esplicitamente politico, dunque il suo 1° film violento. Il tema centrale è la crudeltà e l’insensatezza del potere, di qualsiasi potere. Cara da sempre al regista, l’idea della ripetitività o della circolarità regge la storia degli uomini (delle crudeltà umane), e lo stesso film. Passano i secoli, gli uomini non cambiano. In questa lezione di storia che è anche una lezione di cinema, conta il mondo, cioè lo stile di Iosseliani: leggerezza, calma, ironia tragica. Conta il suo sguardo. Non più di 200 inquadrature, piane e calcolatissime, senza primi piani, con pochi dialoghi e semplici, grande attenzione ai rumori, alla musica, ai canti. “La vera commedia è sempre fondata sul dolore” (O. Iosseliani). Gran Premio Speciale della giuria a Venezia 1996.

 Briganti, briganti
(1996) on IMDb
Locandina italiana Biutiful

Un film di Alejandro González Iñárritu. Con Javier Bardem, Maricel Álvarez, Eduard Fernández, Diaryatou Daff, Cheng Tai ShenDrammatico, durata 138 min. – USA 2010. – Universal Pictures uscita venerdì 4 febbraio 2011. MYMONETRO Biutiful * * * 1/2 - valutazione media: 3,52 su 67 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Uxbal ha due figli, Ana e Mateo che ama profondamente e una moglie, Marambra, con la quale c’è un rapporto conflittuale che li spinge a separazioni e a tentativi di riappacificamento. Uxbal vive di manodopera clandestina che sopravvive ammassata in tuguri (i cinesi) o cerca di far crescere il proprio figlio in condizioni comunque estremamente precarie come l’africana Ige. Uxbal si trova a confronto con la morte anche di minorenni. Uxbal attende la morte, la sua. Uxbal ha un cancro che gli lascia poco da vivere.
Per Alejandro Gonzales Inarritu è finalmente arrivato il film della maturità. Liberatosi dell’autoimposta necessità di far prevalere gli incastri di montaggio sulla qualità della sceneggiatura si autorizza in Biutiful a portare sullo schermo una storia tanto lineare quanto complessa e profonda. È come se quell’anello che Uxbal dona all’inizio del film (si scoprirà molto più tardi a chi) affermandone l’autenticità a dispetto di quello che ne ha detto la moglie, fosse un patto con lo spettatore. Non si cercherà più di mescolare le carte, di lavorare sulla dimensione degli scarti temporali per occultare eventuali vuoti di scrittura. Grazie al corpo/cinema di Xavier Bardem Inarritu si mette a nudo e ci costringe a ‘guardare’ il dolore, a sentirlo penetrare in noi, a condividerlo. Scegliendo però sin dall’inizio una delle città ‘da cartolina’ per eccellenza: Barcellona.
Se Woody Allen, spinto da esigenze di budget e con una punta di autoironia, ci aveva portato a spasso per i luoghi cari al turismo di massa Innaritu fa l’opposto. La Barcellona di Gaudì sta racchiusa in un lontano panorama. La città di cui percorriamo strade e vicoli è un organismo divorato, come quello del protagonista, da un cancro sociale che ha prodotto metastasi ovunque. Non c’è nulla di ‘biutiful’ se non forse, la speranza che cova nello sguardo di Mateo e in quella sua attesa di un viaggio premio sui Pirenei.
Pochi film hanno saputo far ‘sentire’ in modo così partecipe e lucido il magma ribollente di un animo in cui ai molteplici sensi di colpa sociale si mescola inestricabilmente la mancanza di una figura paterna (che si spera di ritrovare nell’aldilà) e, al contempo, il sentirsi padre fino all’estremo, fino all’ultimo. Fino a oltre la morte.

 Biutiful
(2010) on IMDb

Regia di Alejandro G. Iñárritu. Un film Da vedere 2022 con Daniel Giménez CachoGriselda SicilianiXimena LamadridÍker Sánchez SolanoCast completo Titolo originale: Bardo, falsa crónica de unas cuantas verdades. Genere Drammatico, – Messico2022, Uscita cinema mercoledì 16 novembre 2022 distribuito da Lucky Red. – MYmonetro 3,07 su 25 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Silverio Gama, giornalista e documentarista messicano, si è perso nel mezzo del cammino, da qualche parte tra il paese natio e quello di adozione. Eternamente diviso tra Messico e Stati Uniti, dove ha fatto crescere i suoi figli, Silverio Gama è il primo periodista latino-americano a vincere un prestigioso premio internazionale. Nel tempo che lo separa dalla premiazione ufficiale a Los Angeles, passa in rassegna la sua vita, quella professionale e quella personale, segnata dalla morte di Mateo, il figlio che ha vissuto una manciata di ore prima di decidere che il mondo era un brutto posto. Tra presente e passato cerca un senso e trova il capolinea.

Bardo: False Chronicle of a Handful of Truths (2022) on IMDb

Regia di Sogo Ishii. Un film con Kaho MinamiTakeshi WakamatsuEtsushi TokyokawaRyoko Takizawa. Titolo originale: Enjeru dasuto. Genere Giallo – Giappone1994durata 115 minuti. – MYmonetro 2,50 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Un assassino semina il terrore nella metropolitana. Uccide le sue vittime in un determinato giorno della settimana nelle ore di affollamento. Una psicologa svolge delle indagini e viene a sapere che un medico, con il quale ha avuto una relazione, si occupa di lavaggi del cervello. Un thriller agghiacciante.

Angel Dust (1994) on IMDb
Locandina All About Lily Chou Chou

Un film di Shunji Iwai. Con Hayato Ichihara, Shûgo Oshinari, Miwako Ichikawa, Ayumi Ito, Takao Osawa.Drammatico, durata 146 min. – Giappone 2001.

Hasumi e Hoshino sono due amici che condividono una passione per la musica della cantante Lily Chou Chou. Iniziando la scuola media, i due si allontanano: Hoshino diventa il capo dei bulli della scuola che derubano i compagni e poi maltrattano le ragazzine, costringendole a prostituirsi, mentre Hasumi è una vittima impotente che prova a reagire. L’unico posto in cui rifugiarsi è una chat-room, dedicata alla cantante, in cui i protagonisti condividono sogni e segreti con gli altri utenti sconosciuti, confondendo completamente il reale e il virtuale.

 All About Lily Chou-Chou
(2001) on IMDb
A Taxing Woman.jpg

A taxing woman (マルサの女, Marusa no onna) è un film giapponese del 1987 scritto e diretto da Juzo Itami. Ha vinto numerosi premi, inclusi sei importanti riconoscimenti agli Academy Awards giapponesi. La protagonista del film, interpretata da Nobuko Miyamoto, è un’ispettrice fiscale dell’Agenzia Nazionale delle Entrate giapponese, che utilizza varie tecniche per scoprire gli evasori fiscali. Si dice che il regista sia stato ispirato a realizzare il film dopo essere passato a una fascia fiscale molto più alta in seguito al successo del suo film The Funeral. Un sequel, A Taxing Woman 2, che presenta alcuni degli stessi personaggi ma con un tono più cupo, è stato distribuito nel 1988.

Una revisora fiscale, Ryōko Itakura, analizza i conti di diverse aziende giapponesi, scoprendo redditi nascosti e recuperando tasse non pagate.

A Taxing Woman (1987) on IMDb

Locandina italiana 21 grammi

Un film di Alejandro González Iñárritu. Con Sean Penn, Benicio Del Toro, Naomi Watts, Clea Duvall, Danny Huston. Titolo originale 21 Grams. Drammatico, durata 125 min. – USA 2003. MYMONETRO 21 grammi * * * 1/2 - valutazione media: 3,59 su 60 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Middle America. Un ex malavitoso Jack Jordan (Benicio Del Toro) torna a casa in macchina per la festa del suo compleanno. Troppo veloce in una curva investe e uccide un padre con le sue 2 bambine. Nonostante la sua sofferenza, Cristina (Naomi Watts) concede il dono del cuore di suo marito. Il felice beneficiario di questo dono, Paul (il bravissimo Sean Penn) rinasce una seconda volta e si allontana da sua moglie (Charlotte Gainsbourg) per andare alla ricerca della donna che il suo nuovo cuore aveva amato fino all’incidente.
Ecco presentato in lineare la trama di un film denso che ruota, come fa il montaggio, intorno alle vicende devastanti dei 3 protagonisti che provano a ritrovare il senso della loro vita. Scavando profondamente nel dramma, il film tratta di molti (troppi) argomenti: fanatismo religioso, inseminazione artificiale, dono di organi, aborto, vendetta, ingiustizia della sorte, moralità, paura della morte e peso della propria vita: 21 grammi (dicono che sia il peso che perdiamo al momento della morte!) nella bilancia con il peso della vita dei propri cari. Interpretato magistralmente dai 3 protagonisti, questo film ricco di emozioni drammatiche sconcerta di sicuro ma non lascia indifferenti. Resta però una domanda: 21 grammi è (s)montato senza logica temporale per metterci nella stessa confusione mentale dei 3 personaggi principali (come nel film Memento) o per dare un tocco originale ad un film con dei temi che non lo sono più?

21 Grams (2003) on IMDb

Regia di Shôhei Imamura. Un film con Akira EmotoKumiko AsoJuro KaraMasanori SeraJacques Gamblin. Titolo originale: Kanzo Senseï. Genere Commedia – GiapponeFrancia1998durata 129 minuti. – MYmonetro 2,93 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Estate 1945 in Giappone, prima della resa. Il cinquantenne Fuu Akagi (Emoto) fa il medico condotto in una cittadina costiera. La convinzione che esista una diffusa e contagiosa epidemia di epatite e le sue diagnosi che ne derivano gli hanno meritato il nomignolo di dottor Fegato ( kanzo Senseï ), ma l’hanno indotto a impiantare in casa, con mezzi di fortuna, un laboratorio per scoprirne il virus. È un soldato olandese (Gamblin), da lui capitato perché ferito mentre evadeva dal campo di prigionia che attira su Akagi e i suoi amici la brutale repressione dei militari. La vicenda si chiude il 6 agosto quando all’orizzonte si leva il fungo atomico di Hiroshima: un epilogo straordinario per bizzarra inventiva. Reduce dalla Palma d’oro di Cannes 1997 con L’anguilla (ex aequo con Kiarostami), realizzato dopo otto anni di inattività forzata, Imamura continua il suo coerente itinerario con un film tratto dal romanzo di Ango Sakaguchi, da lui adattato con Daisuke Tengan. È un banchetto dove sfila una quantità di piatti: la commedia, il dramma, il pathos, la violenza, l’erotismo ora sano ora perverso, l’omaggio a una figura d’altri tempi, la denuncia di un militarismo ottuso e feroce, l’amore, la depravazione, l’affetto per i marginali fuori dalla norma. Imamura li racconta con una scrittura registica di classica asciuttezza con un passo spiccio e la capacità di lasciare che la realtà e i personaggi siano liberi di rivelarsi senza un coinvolgimento troppo emotivo da parte dell’autore.

 Dr. Akagi
(1998) on IMDb