Category: Sverak Jan


Locandina italiana Vuoti a rendere

Un film di Jan Sverak. Con Zdenek Sverak, Tatiana Vilhelmová, Daniela Kolarova, Alena Vránová, Jirí Machacek. Titolo originale Vratné lahve. Commedia, durata 100 min. – Repubblica ceca, Gran Bretagna 2007. – Fandango uscita venerdì 16 gennaio 2009. MYMONETRO Vuoti a rendere * * * - - valutazione media: 3,37 su 25 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Joseph è un insegnante di sessantacinque anni che non va più d’accordo con la scuola e si ritira, ma, incapace di starsene tutto il giorno in casa con la moglie, si ricolloca prima come corriere su due ruote e poi come responsabile del ritiro delle bottiglie vuote in un supermercato. Nonostante lo scetticismo della consorte, il lavoro non solo non lo umilia ma, al contrario, lo appassiona e i clienti lo incuriosiscono al punto che – complice una naturale predisposizione alla fantasticheria – Joseph comincia ad intromettersi nelle loro vite.
I Vuoti a rendere di Jan Sveràk, ultimo atto della trilogia scritta ed interpretata da suo padre Zdenek, non sono tanto i pensionati dell’età di Joseph, ai quali talvolta non resta che aspettare la resa al Creatore, ma gli onesti (trasparenti) personaggi che lo circondano e che il destino pare aver dimenticato di riempire di occasioni, offrendo un inatteso quanto gratificante secondo lavoro a Joseph, che s’improvvisa a sua volta creatore di storie e di relazioni.
Il doppio ruolo di attore e sceneggiatore di Zdenek Sveràk si unifica in questo modo anche all’interno del film, non senza autoironia (spunta ad un certo punto un enorme pallone gonfiato) e non senza piacevoli scorrettezze (giustificato anagraficamente nella sua crescente disinibizione, Joseph quasi solidarizza con l’uomo che ha lasciato sua figlia e suo nipote per accasarsi con una nuova e insaziabile compagna).
La trasgressione vera non è un colore di questa tavolozza, ma l’umorismo è efficace e intelligente, il ridicolo evocato e brillantemente dribblato, il patetico pienamente dominato e non più sfruttato.
Gli autori superano così i difetti ancora presenti in Kolja e consegnano un film dall’assunto sentimentale e dallo sviluppo semplice, che sembra rubato alla vita e invita a fare esattamente questo: vale a dire a non limitarsi ad attendere l’estate perché fa caldo e poi l’inverno perché non ci sono le mosche, ma ad impossessarsi del timone della propria esistenza e a farne un piccolo film, anche inverosimile o grottesco, l’importante è che lo suggerisca il desiderio.

Regia di Jan Sverak. Un film Da vedere 1996 con Andrej ChalimonZdenek Sverák. Genere Commedia – ItaliaFranciaGran BretagnaGermaniaRussia1996durata 105 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni.

Praga, 1988. L’anziano Louka (Sv(3 rák), esimio violoncellista disoccupato, indebitato e scapolo sottaniere, accetta per denaro di sposare una russa (Safranková), madre di Kolja (Chalimon) di 5 anni, per permetterle di acquisire la cittadinanza ceca. Ottenutala, la donna se ne va in Germania, lasciando Kolja alla nonna che, però, ha un infarto e muore. Kolja, che non sa il ceco, passa a Louka, che non parla il russo. Rapporto difficile. Opus n. 4 di J. Sv(3 rák, figlio del protagonista Z. Sv(3 rák, noto attore ceco di commedia, è un film – piccolo, in apparenza, ma ricco a livello tematico e stilistico – sul mestiere (l’arte?) della paternità. Qui è acquisita e provvisoria, ma pur feconda di cambiamenti: nella vita del violoncellista Kolja è un segno straordinario che si manifesta nel quotidiano e ne permette la mutazione. Discutibile edizione italiana della Lucky Red, con Omero Antonutti che dà una voce troppo intristita al protagonista. Oscar 1997 per il film straniero.