A study, mostly chronological, of the life of Nick Drake (1948-1974). Gabrielle, his older sister, tells us of her brother’s birth in Burma, childhood in Warwickshire, life at Cambridge and in London, then back to his parents’ home in Tanworth. His parents describe his habits and personality. Two friends and the producer, arranger, sound engineer, and photographer for his three albums comment. His mother, a musician and poet, is an early influence. His quiet folk style made his one tour a disaster. His lack of success and gradual withdrawal end with his death at 26. Eleven of his recordings play on the soundtrack, usually as we see his room, a city, or the Warwickshire countryside.
Se non avete mai ascoltato nulla di Nick Drake copritevi il capo di cenere e andate subito ad ascoltare!! Ha fatto solo tre album in studio purtroppo.
L’idea per il film è nata quando il regista americano John Pirozzi era in Cambogia per girare La città dei fantasmi . Gli fu data una copia dell’album Cambodian Rocks , una raccolta di musica senza titolo e non accreditata di artisti presumibilmente uccisi sotto i Khmer rossi, e iniziò a ricercare le storie degli artisti. [1] [2] [3] L’artista e professoressa di sociologia di origine cambogiana Linda Saphan ha agito come produttrice associata e ricercatrice capo per il film. [4] Il film include profili di artisti influenti come Sinn Sisamouth , Ros Serey Sothea , Pen Ran , Baksey Cham Krong , Liev Tuk, Huoy Meas , Yol Aularong , Meas Samon , Pou Vannary e molti altri (tra cui Pen Ram, la sorella di Pen Ran ), la maggior parte dei quali morì durante il genocidio dei Khmer rossi , oltre a interviste con artisti sopravvissuti come Sieng Vanthy e membri di Drakkar . [5] Il film prende il titolo da una canzone di Sinn Sisamouth.
Un film di Mark Sandrich. Con Ralph Bellamy, Fred Astaire, Ginger Rogers Titolo originale Carefree. Musicale, b/n durata 80 min. – USA 1938. MYMONETRO Girandola valutazione media: 3,00su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Uno psicoanalista ha in cura la fidanzata di un amico, ma quando la ragazza si innamora di lui è preso da sensi di colpa ai quali tenta di rimediare ipnotizzando la paziente e convincendola a sposare il fidanzato.
Un film di Michael Curtiz. Con Dean Jagger, Bing Crosby, Rosemary Clooney, Danny Kaye, Vera-Ellen Titolo originale White Christmas. Commedia musicale, durata 120 min. – USA 1954. MYMONETROBianco Natale valutazione media: 2,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Due reduci di guerra, che hanno sfondato come artisti di varietà, capitano in un albergo di montagna tirato avanti alla meno peggio dal loro ex generale. I due si danno da fare, organizzano uno spettacolo, rilanciando in grande stile la locanda, guadagnandosi, oltre alla gratitudine del loro ex comandante, anche l’affetto di due belle ragazze.
Una serie di brevi episodi, nel classico stile di Godard, intercalati dalle prove di registrazione dei Rolling Stones. Il gruppo è alle prese con un unico brano, Simpathy for the Devil, che avrebbe fatto parte di Beggar’s Banquet, uno dei capolavori assoluti della loro carriera. In seguito però la canzone sarebbe divenuta tristemente famosa, perché durante la sua esecuzione ad un concerto un ragazzo fu pugnalato da un “Hell’s Angels”, incaricato del servizio d’ordine. Un po’ prolisso, il film è consigliato ai fan del gruppo, quelli più resistenti.
Il montaggio finale mostra 21 giorni in studio di registrazione con i Beatles mentre questi stanno incidendo il loro prossimo album, unitamente al progetto di un concerto e di un film, e culmina con l’esibizione completa del celebre “rooftop concert” della durata di 42 minuti. Jackson ha descritto la serie “un documentario su un documentario”, ma anche un film più “duro” rispetto a Let It Be – Un giorno con i Beatles, poiché include anche eventi controversi come l’abbandono momentaneo del gruppo da parte di George Harrison, che non veniva mostrato nel precedente film. Con l’eccezione di specifiche inquadrature non reperibili altrimenti, la maggior parte del materiale che era stato presentato in Let It Be non è stato riutilizzato in Get Back, e la serie ricorre principalmente a filmati catturati da angolazioni di ripresa alternative nel caso di sequenze condivise tra i due lavori. Secondo Jackson, questa scelta è stata fatta per “non pestare i piedi a Let It Be in modo che sia ancora un film che ha una ragione di esistere”.
Ben Sisario del The New York Times ha sottolineato la scena di apertura della serie, tratta dal gennaio 1969, dove McCartney crea la canzone Get Back “dal nulla” mentre aspetta Lennon che è in ritardo. Secondo Sisario, l’unico obiettivo di Lennon nel progetto Get Back era “comunicare con il pubblico”; McCartney aveva chiesto alla band di “mostrare entusiasmo per il progetto o abbandonarlo”, e Harrison contemplava apertamente “un divorzio” (dai Beatles), mentre l’intera band era infastidita dalla presenza di Yoko Ono alle sessioni. In altre scene, Ringo Starr offre a Ono un pezzo di gomma da masticare, Linda McCartney e Ono sospirano mentre la band suona Let It Be, Harrison impressiona il resto del gruppo con una cover di un brano di Bob Dylan, McCartney reinterpreta Strawberry Fields Forever con il plauso di Lennon, e McCartney difende Yoko Ono mentre è triste per la fine della band.
Una storia di amicizie, di rischi, di musica Hip Hop e Funky in una Milano in bilico costante tra la possibilità di perdersi e quella di salvarsi. Nico vive in periferia. Suonava e componeva canzoni ma da quando Mosè, il suo migliore amico, è entrato nel buco nero dell’eroina non se la sente più di farlo. Fa le pulizie in un locale, cerca di frenare le propensioni per il rischio dell’amico Manu e tiene d’occhio la sorella come se fosse suo padre (che se n’è andato da casa). Pian piano la voglia di fare musica ritorna e un evento drammatico la farà nuovamente esplodere. Un film sincero quello di Raimondi con gli “Articolo 31”. Sincero nel suo ritmo che assomiglia a quello di una canzone che dura 90 minuti ma che non dà mai la sensazione di una storia messa insieme per sostenere una compilation. Film sincero nel mostrare un ambiente sempre in bilico tra trasgressione, droga, criminalità e voglia di una vita non omologata ma vera.
Narra la storia di una famiglia borghese per bene che vive il cambiamento generazionale: la figlia Jenny viene creduta scappata di casa da parte dei genitori, ormai più interessati alle apparenze che alla felicità della figlia, quando in realtà la giovane si è solo recata a delle audizioni artistiche-musicali (nella carrellata di giovani notiamo delle giovanissime Kathy Bates e Frances McDormand). Quando la giovane torna a casa, i genitori non si accorgono nemmeno del suo rientro: ormai convinti che lei sia scappata di casa e che non tornerà, si sono iscritti a una società per i genitori dei figli scomparsi dove avviene il vero degrado del borghesismo con una “lezione” di spinelli (tenuta da Vincent Schiavelli) e in seguito lo strip poker.
Viaggio di 4000 km nelle regioni del Nordest – Pernambuco e Bahia – e a Rio de Janeiro attraverso la musica popolare brasiliana. Fratello maggiore di Aki, M. Kaurismäki – che dal 1989 ha una casa a Rio – comincia il viaggio con gli Indios (Grupo Fleetwtyxya, Grupo Fethxa) che furono i primi a cantare e ballare in Brasile. Mostra, e fa ascoltare, come la musica brasiliana precoloniale sia cambiata e si sia sviluppata prima a contatto con le culture straniere (portoghesi, africani) e nel ‘900 con l’avvento dei dischi e della radio. L’impostazione è tradizionale: in ogni tappa del percorso alla parte cantata e/o danzata segue un’intervista con uno dei musicisti. È un’occasione, almeno per i musicofili, di imparare che non esistono soltanto bossa nova e samba: frevo, coco, fôrro, maracatu, embolada. Il Brasile è vasto anche per la musica. Testi delle canzoni tradotti in sottotitoli. In Brasile M. Kaurismäki ha realizzato altri documentari: Amazonas (1990), Tigreiro (1994). Moro no Brasil significa “abito in Brasile”.
Questo documentario è una sorta di tributo al “choro”, un vecchio modo di suonare che sta alla base di tutte le composizioni brasiliane, comprese la samba e la bossa nova.
Riverdance: l’avventura animata è un film di genere Animazione, Fantastico, Musicale, Ragazzi del 2021 diretto da Eamonn Butler e Dave Rosenbaum con Lilly Singh e Jermaine Fowler. Durata: 90 min. Paese di produzione: Irlanda, Regno Unito.
Come nella grande tradizione europea delle storie fantastiche, questa storia ci porta in un mondo pieno di meraviglia e imprevisti, con i suoi giovani protagonisti che dovranno fronteggiare ostacoli che fino a poco tempo prima non avrebbero pensato di dover affrontare.
Keegan è un ragazzino irlandese che ha da poco perso il nonno, suo punto di riferimento. Un giorno, insieme all’amica spagnola Moya, Keegan si avventurerà nel mondo del Megalocero Gigante, che aveva avuto modo di conoscere già da piccolo. Qui, entrambi impareranno ad apprezzare la Riverdance come celebrazione della vita, ma dovranno guardarsi le spalle dalla minaccia del Cacciatore…
Nel 1982 la Spinal Tap leggendaria band heavy metal britannica, tenta un tour americano accompagnata da un fan che è anche un regista. Il documentario è intervallato da spettacoli di musica potenti e testi profondi, segue candidamente un gruppo rock in crisi.
Toulon, 1815. Jean Valjean è il prigioniero numero 24601, condannato a diciannove inverni di lavori forzati per aver rubato un pezzo di pane sfamando un nipote affamato. Rilasciato a seguito di un’amnistia prova a ricostruirsi una vita e una dignità nel mondo, nonostante gli avvertimenti e le intimidazioni di Javert, integerrimo secondino della prigione convinto che un ladro non possa che perseverare nel male. Convertito al bene dall’atto caritatevole di Monsignor Myriel, Valjean prende coscienza dei suoi peccati e decide di mondare il suo destino, assumendo il nome di Monsieur Madeleine.
Ballerino russo e star del musical si sposano solamente per poter divorziare e chiudere la bocca una volta per tutte alle malelingue che li credono sposati. S’innamorano davvero. I momenti cantati (grazie alle musiche di George e Ira Gershwin) valgono paradossalmente più di quelli danzati.
Versione filmata di uno spettacolo di grande successo in idioma Xhosa messo in scena dalla compagnia Dimpho Di Kopane (“talenti combinati”), fondata a Città del Capo nel 2000 dal regista e dal direttore d’orchestra Charles Hazlewood. La musica di G. Bizet è arrangiata e mescolata con canzoni popolari sudafricane. Sceneggiata dal regista con 2 attrici-cantanti (Kedama, Malefane), la storia segue quella del libretto con varianti. Manca ovviamente la corrida, dunque il personaggio di Escamillo (ma viene ucciso un toro); don José si chiama Jongi e fa il poliziotto; i contrabbandieri del 3° atto spacciano droga in pillole. Fotografia (Giulio Biccari) di stile semidocumentaristico con cineprese super16 leggere. Girato a Seville, quartiere della township (baraccopoli abitata da neri) Khayelitsha con la partecipazione di 1000 comparse. Carmen è Malefane, mezzosoprano dai primi piani intensi e dalle curve ridondanti che sarebbe piaciuta a Fellini, ma anche i cantanti maschi che sbavano per lei hanno la panza (i canoni occidentali in voga oggi di una bellezza corporea dalle linee sdutte non sono universali…). Della fatale protagonista si sottolinea l’assillo di libertà. Lo sfondo realistico della township ha forza e senso nella 1ª parte, ma nella 2ª si stempera in una prolissità ripetitiva. Belle invenzioni audiovisive (la sequenza notturna dei contrabbandieri, il finale), ma la regia appare insicura nel passaggio dal palcoscenico alla realtà del contesto. Inatteso Orso d’oro a Berlino 2005.
Cantante-compositore e ballerino gareggiano per conquistare il cuore di due donne, una dopo l’altra. Ha la meglio il primo, ma all’ultimo ricompare la prima delle due che ci ha ripensato e consola il secondo. Astaire fa coppia con Crosby che domina la scena cantando belle canzoni di Irving Berlin, ciascuna collegata con una festa (S. Valentino, Pasqua, Ringraziamento, Natale). Oscar della canzone per “White Christmas”. Così fu intitolato un parziale remake del 1954, ancora con Crosby.
Ballerino e impresario vanno a Venezia a raggiungere la moglie del secondo. In viaggio, il ballerino corteggia una bella non sapendo che è proprio la moglie dell’impresario. Equivoci a catena. Tutti gli ingredienti che caratterizzano i film con la coppia Astaire-Rogers qui ci sono, e al meglio, con eleganza, sentimento e la magistrale bravura dei 2 ballerini. Canzoni di Irving Berlin, coreografie di Hermes Pan, ma sarebbero da citare tutti.
Nella “High School of the performing di Manhattan” a New York molti ragazzi fanno le audizioni per essere ammessi. I prescelti hanno quattro anni per studiare e per specializzarsi nella loro arte preferita (danza, musica, recitazione ecc.) e anche per maturare affrontando i problemi della loro vita. Alla fine del corso un grande spettacolo dimostra la loro bravura, ma diventeranno tutti famosi? Un bel musical di successo che ha ispirato la serie di telefilm.