Category: Musicale


Regia di Vincente Minnelli. Un film Da vedere 1951 con Nina FochGene KellyLeslie CaronOscar LevantGeorges GuétaryCast completo Titolo originale: An american in Paris. Genere Musical, – USA1951durata 105 minuti. Uscita cinema giovedì 9 giugno 2016 distribuito da Cinema. – MYmonetro 4,46 su 5 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Jerry Mulligan, finita la guerra, è rimasto a Parigi per dipingere. Vive in un localino dove il letto e il tavolino rientrano nel soffitto e nella parete e va a esporre i quadri, che nessuno compra, a Montparnasse. Viene abbordato da una ricca, attempata americana che gli compra un quadro. Ma poi conosce la giovane e graziosa commessa della quale si innamora, senza sapere che la ragazza sta per sposare il suo amico Paul. Un altro personaggio è il musicista-genio (Levant), che suona tutti gli strumenti dell’orchestra. Alla fine tutto va a posto. L’amore trionfa.
Sulla base di questa trama quasi banale, “alla musical”, Minnelli regista e Kelly ballerino-cantante-attore-coreografo, costruiscono non solo un capolavoro del cinema, ma un’opera composita che figura benissimo nell’arte del Novecento. Naturalmente è determinante la musica di George Gershwin che compose forse la sua più importante sinfonia, fatta apposta per far brillare le prerogative del cinema.
Tutte le canzoni (cantate oltre che da Kelly anche dallo “chansonnier” Paul Guétary, idolo parigino) sono classici indimenticabili. La Metro, nella realizzazione di questi film, era molto rigorosa e generosa, assumeva i più bravi consulenti da ogni parte del mondo. I balletti di Kelly sono studiati in scenografie che si richiamano ai grandi quadri impressionisti (Renoir e Monet soprattutto) e a Toulouse-Lautrec. Il numero centrale viene considerato un capolavoro anche dai grandi coreografi del balletto classico, come Béjard. Naturalmente la tendenza di Minnelli, in quasi tutti i suoi film, era una certa concessione al kitch, che nel musical quasi non andrebbe considerato “caduta”, ma valore aggiunto.
Il film è uno dei più premiati nella storia degli Oscar, ben sei. Va detto che il musical è l’unica forma d’arte tutta e solo americana. Molto spesso Hollywood ha attribuito Oscar a film musicali (GigiMy Fair LadyTutti insieme appassionatamenteOliver!West Side Story). L’anno dopo lo stesso gruppo produttivo (solo il regista Donen sostituì Minnelli) realizzò Cantando sotto la pioggia che… rimase senza Oscar pur essendo per certi versi più intelligente e con maggiore vedibilità a posteriori. Questa “tardiva” stagione del musical prodotta da Arthur Freed (Sette spose per sette fratelliSpettacolo di varietàBaciami Kate! e altri) rappresenta una punta qualitativa altissima del cinema, che poteva contare ancora sulle belle ingenuità indispensabili, sostenute da una tecnica ormai perfezionata.

An American in Paris (1951) on IMDb

Pink Floyd: Live at Pompeii, uscito in Italia anche con il titolo Pink Floyd a Pompei, è un film-documentario-concerto diretto da Adrian Maben, uscito nella versione per le sale cinematografiche nel 1974 e incentrato sulla musica del gruppo rock inglese dei Pink Floyd.

Maben concepì l’idea di base per il film nel 1971: già all’inizio dell’anno aveva contattato il manager del gruppo Steve O’Rourke con l’idea di combinare la musica dei Pink Floyd con opere di artisti contemporanei come De ChiricoMagritte ecc., ma la band aveva declinato l’offerta.[1]

Nell’estate 1971, il regista si recò in vacanza in Italia con la fidanzata e, nel tentativo di recuperare il suo passaporto che credeva aver smarrito durante una visita alle rovine di Pompei, tornò al crepuscolo nell’antico anfiteatro romano di Pompei e lo ritenne una location perfetta per filmare la band in azione.[1]

Fin dall’inizio, Maben immaginò che i Pink Floyd dovessero suonare nell’anfiteatro vuoto, senza pubblico, volutamente in contrasto con precedenti film-concerto, come Woodstock.[1] Grazie alla sua conoscenza con il prof. Ugo Carputi dell’Università di Napoli,[1] il regista ottenne dalla locale soprintendenza il permesso di effettuare sei giorni di riprese nel sito archeologico campano, per l’occasione chiuso al pubblico, l’ottobre seguente.

I Pink Floyd furono irremovibili riguardo l’eseguire tutto il materiale dal vivo, senza alcun playback: ciò implicò il trasporto in Italia, via camion, di tutta la loro attrezzatura da concerto, luci escluse, assieme a un impianto per la registrazione a 24 tracce che garantisse la stessa qualità sonora dei loro lavori in studio.[1]

La troupe, giunta sul posto, scoprì di non avere sufficiente elettricità per alimentare tutta l’attrezzatura. L’inconveniente fu risolto portando la corrente elettrica direttamente dal Municipio mediante un lunghissimo cavo che percorreva le strade della cittadina campana;[1] tale circostanza restrinse i tempi effettivi di ripresa a soli quattro giorni, dal 4 al 7 ottobre del 1971.

Le scene girate per prime in ordine di tempo ritraevano i quattro musicisti aggirarsi fra i vapori della solfatara di Pozzuoli; quindi, nell’Anfiteatro Romano la band eseguì dal vivo tre brani: la prima metà e il finale di EchoesOne of These Days, e A Saucerful of Secrets; ciascun brano fu eseguito in sezioni separate, poi montate assieme; al termine di ciascuna esecuzione, la band la riascoltava in cuffia per approvarla.[2]

Il regista ha rivelato in anni recenti[3] che diverse bobine di pellicola andarono smarrite subito dopo le riprese: questo, fra l’altro, spiega perché il brano One of These Days include quasi esclusivamente inquadrature del batterista Nick Mason, il quale ha confermato la vicenda nella sua autobiografia del 2004.[4]

All’epoca delle riprese a Pompei l’album Meddle, contenente i brani One of These Days e Echoes eseguiti nel film, non era ancora sul mercato sebbene il gruppo ne avesse già ultimato le registrazioni in agosto: fu pubblicato infatti il 30 ottobre negli Stati Uniti e il 5 novembre in Europa

Pink Floyd: Live at Pompeii (1972) on IMDb
La canzone di Broadway (1929) (DVD) - DVD - Film di Harry Beaumont Commedia  | IBS

Un film di Harry Beaumont. Con Bessie Love, Anita Page, Charles King, Eddie Kane, Ray Cooke Titolo originale The Broadway Melody. Musicale, durata 110 min. – USA 1929.

Un film davvero delizioso: una trama divertente ma con qualche (ottimo!) momento di pathos; delle attrici spiritose, vivaci ma dotate anche di grande temperamento drammatico, Bessie Love e Anita Page, un’ottima regia e delle musiche eccezionali, brillanti e orecchiabilissime! La trama di questo film ha dell’eccezionale: una spumeggiante storia brillante che annovera però momenti di grande intensità! La storia è quella di due sorelle, Hank e Queenie Mahoney, che vogliono sfondare a Broadway come ballerine e per questo si fanno aiutare dal fidanzato di Hank, il cantante e ballerino Eddie Kerns, che però mostra evidenti attenzioni per la sorella della sua ragazza. Questa però si lascia abbindolare da un milionario approfittatore che ha conosciuto dietro le quinte del palcoscenico dove ha riscosso grande successo come sostituta di una delle soubrette principali. Alla fine Queenie si accorgerà del vero amore che ha Eddie nei suoi confronti e Hank accetterà la situazione con serenità. Grandi lodi al regista Harry Beaumont, che ha diretto con stile ed eleganza due delle migliori attrici della vecchia Hollywood, Bessie Love e Anita Page, e ha saputo realizzare un film brillante con qualche tinta drammatica, senza però cadere nella retorica e senza dimenticare l’ “happy ending” finale. Il film vinse il premio Oscar.

The Broadway Melody (1929) on IMDb

Risultati immagini per Il Flauto magico bergmanUn film di Ingmar Bergman. Con Ulrik Cold, Josef Kostlinger, Brigit Nordin, Irma Urrila, Elisabeth Eriksson. Titolo originale Troll flöjten. Drammatico, durata 135′ min. – Svezia 1974. MYMONETRO Il flauto magico [1] * * 1/2 - - valutazione media: 2,75 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

In un Egitto immaginario il principe Tamino, scortato dall’uccellatore Papageno, innamorato di Papagena, deve superare molte prove per essere felice con la bella principessa Pamina, la figlia della pericolosa regina della Notte. Bergman porta la cinepresa in teatro e trascrive il celeberrimo capolavoro (1791) di Mozart, cantato in svedese, con intelligenza, reverenza e garbo. Compagnia di interpreti “leggeri”, ma giovani cui il regista spiegò quel che voleva ottenere: “l’intimità, il tono umano, la sensualità, il calore, il contatto” (I. Bergman). Nel 1978 l’opera fu riportata sullo schermo in un film d’animazione di E. Luzzati e G. Gianini con un Papageno in carne e ossa che rende manifesta la morale della favola.

The Magic Flute (1975) on IMDb

Un film di Vincente Minnelli. Con Reginald Owen, Walter Slezak, Judy Garland, Gene Kelly, The Nicholas Brothers. Titolo originale The pirate. Musical, durata 102′ min. – USA 1947. MYMONETRO Il pirata * * * 1/2 - valutazione media: 3,50 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Sulle frizzanti musiche di Cole Porter si svolge la storia di un pirata che si finge governatore, di un attore che si finge pirata e di una ragazza che vive sognando il mare, ama il pirata come un mito e poi sposa l’attore. Uscito sui nostri schermi con ben 32 anni di ritardo, il film è l’adattamento di una commedia (1942) di S.N. Behrman piuttosto insignificante. Kelly e Garland si scatenano in una cornice scenografica eccentrica e raffinata. Almeno 3 sequenze di balletto memorabili per l’impiego dello spazio: l’esibizione nella piazza di Puerto Sebastian, “Mack the Black” e “Be a Clown” che riassume la filosofia del film.

The Pirate (1948) on IMDb

Edit 26/2/24 sostituita versione satrip con bdrip 720p

Risultati immagini per Jubilee 1978

Jubilee è un film di Derek Jarman del 1978, con Jenny Runacre, Nell Campbell, Toyah Willcox, Jordan, Hermine Demoriane, Ian Charleson, Karl Johnson, Linda Spurrier, Neil Kennedy, Jack Birkett. Prodotto in Gran Bretagna. Durata: 100 minuti.
 
Nel 1578 la Regina Elisabetta ricorre alle arti magiche di John Dee per avere una visione del futuro. Trasportata insieme ad alcuni cortigiani nell’Inghilterra di domani, la Regina si accorge sgomenta che il paese è caduto in preda al caos e all’anarchia: nelle strade londinesi impera la guerriglia tra bande di giovani punk e forze dell’ordine; Buckingham Palace è diventata la roccaforte del produttore discografico Borgia Jinz che domina i mass media e sogna di estendere il suo potere su tutto il mondo. Un’orgia di sesso e di violenza blasfema scandisce l’ultimo atto della civiltà borghese.
Privo di linearità narrativa e interamente risolto nella provocazione, il film di Derek Jarman è una sorta di manifesto della filosofia punk che spara a zero contro ogni certezza del pensiero autocelebrandosi nella dimensione pagana di una libertà assoluta, necessariamente distruttiva e amorale.Come tutte quelle pellicole che trovano giustificazione soltanto nell’ambito di una personalissima “visione” d’autore, anche questa esula da qualsiasi classificazione in un genere, ma, come le altre, non può fare a meno di scaturire da una premessa descrittiva che ad un genere si riallaccia. In questo caso, il classico meccanismo fantascientifico del viaggio nel tempo si rivela funzionale all’incubo (o l’utopia) di Derek Jarman che ricongiunge le sue situazioni futuribili al contesto di una secolare tradizione culturale inglese.
Jubilee (1978) on IMDb
Risultati immagini per Puccini sceneggiato

Puccini è uno sceneggiato televisivo italiano del 1973, diretto da Sandro Bolchi e dedicato alla vita del compositoreGiacomo Puccini.
Protagonista, nel ruolo di Giacomo Puccini, è l’attoreAlberto Lionello. Nel cast, figurano inoltre Ilaria Occhini e Tino Carraro.

Come sigla iniziale fu utilizzato il coro a bocca chiusa di Madama Butterfly.Nella sigla, scorrono alcune immagini del Lago di Massaciuccoli.

Puccini (1973) on IMDb
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Regia di Manoel de Oliveira. Un film con Luís Miguel CintraLeonor SilveiraDiego DoriaDiogo DóriaRogério SamoraCast completo Titolo originale: Os canibais. Genere Drammatico – Portogallo1988durata 90 minuti. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 3 recensioni.

Da un racconto fantastico di Alvaro do Carvahal. Una giovane sposa il visconte d’Alveda e scopre il suo segreto: è mezzo uomo e mezzo automa. Si uccide, disperata, mentre lo sposo si dà la morte buttandosi tra le fiamme del camino. Sarà mangiato dai cognati e dal suocero che erediteranno i suoi beni. Il film più buñueliano del grande vecchio Oliveira, interamente cantato come un’opera, impregnato di ironia fredda e di una perfida buffoneria satirica a spese dell’aristocrazia lusitana in dissoluzione.

 I cannibali
(1988) on IMDb

Regia di Baz Luhrmann. Un film Da vedere 2001 con Nicole KidmanEwan McGregorJohn LeguizamoJim BroadbentRichard RoxburghCast completo Titolo originale: Moulin Rouge. Genere Musical – Australia2001durata 130 minuti. Uscita cinema venerdì 28 settembre 2001 distribuito da 20th Century Fox. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: – MYmoro 3,43 su 180 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Parigi 1899-1900. Il giovane scrittore Christian è assunto per scrivere il nuovo spettacolo del Moulin Rouge, diretto da Harold Zidler. S’innamora della primadonna Satine di cui il duca di Worcester, finanziatore dello show, pretende il corpo e il cuore. Christian è minacciato di morte; Satine, malata di tbc, muore dopo la prima trionfale. Musical pop australiano che chiude un’ideale trilogia dello spettacolo ( Ballroom , Romeo e Giulietta ), è un film di traboccante esagerazione audiovisiva, Kitsch svergognato, vertiginoso sincretismo che tende alla leggerezza e cerca “volontariamente l’imperfezione” (S. Emiliani). Appoggiato a una storia d’amore, è un prorompente pastiche che apre il XXI secolo, raccontando la fine del XIX e riassumendo il XX. Superfluo far l’elenco di miti, citazioni, rimandi, riciclaggi, contaminazioni, anacronismi (da Méliès a Ophüls, dal can-can e Satie ai Beatles e David Bowie), scatole cinesi scenografiche, superfici, fibrillazioni. Tutto calcolatissimo, molto sembra improvvisato. Scritto dal regista produttore con Craig Pearce; fotografia: Donald M. McAlpine; scene di Catherine Martin e Brigitte Broch, costumi della stessa Martin con Angus Strathie, entrambi premiate con l’Oscar. Kidman in stato di grazia.

Moulin Rouge! (2001) on IMDb

Titolo originale: Ai to makoto Paese/Anno: Giappone | 2012 Regia: Takashi Miike Sceneggiatura: Takayuki Takuma Fotografia: Nobuyasu Kita Montaggio: Kenji Yamashita Interpreti: Emi TakeiKen MaedaSatoshi TsumabukiTsuyoshi Ihara Colonna sonora: Takeshi Kobayashi Produzione: Concept FilmExcellent FilmKadokawa PicturesOLM Durata: 134′

Le alpi giapponesi innevate. I genitori della piccola Ai la lasciano sciare da sola per la prima volta. La bambina viene salvata da un grave incidente da un ragazzino, Makoto, che riceve in dono dall’atto eroico una cicatrice sulla fronte. Una ferita che in qualche modo segna un patto di sangue non dichiarato. Undici anni più tardi, nei meandri della metropolitana di Shinjuku, la liceale Ai assiste a uno scontro tra gang rivali. Un ragazzo che non ha mai visto prima sbaraglia da solo tutti gli avversari; ha una cicatrice sulla fronte…

 For Love's Sake
(2013) on IMDb

Regia di Takashi Miike. Un film con Kenji SawadaKeiko MatsuzakaShinji TakedaNaomi Nishida. Genere Horror – Giappone2001durata 113 minuti.

La famiglia Katakuri è vittima della malasorte: la loro locanda non attira alcun cliente. La colpa è probabilmente dell’ambiente circostante, molto trascurato. Quando i clienti arrivano la situazione non migliora considerando che i malcapitati finiscono per soccombere nei modi più strani. Il primo cliente si suicida in preda ad una visione mistica, un campione di sumo muore durante un amplesso amoroso, un ufficiale della marina viene ucciso in seguito ad una lite. È il momento giusto per l’eruzione del vulcano a cui, forse, farà seguito una nuova era piena di speranza e felicità.

 Katakuri-ke no kôfuku
(2001) on IMDb

Risultati immagini per Rock Around The Clock filmUn film di Fred F. Sears. Con Lisa Gaye, Johnny Johnston Titolo originale Rock Around the ClockCommedia musicaleRatings: Kids+16, b/n durata 77 min. – USA 1956.MYMONETRO Senza tregua il rock’n roll * * - - - valutazione media: 2,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Un impresario sull’orlo del fallimento conosce per caso un complessino di provincia che suona una nuova musica, il rock and roll. Stipula il contratto con la energica leader del gruppo, Lisa. Il successo arriva quasi istantaneamente.

Rock Around the Clock (1956) on IMDb

Regia di Damien Chazelle. Un film Da vedere 2016 con Ryan GoslingEmma StoneJ.K. SimmonsFinn WittrockSandra RoskoSonoya MizunoCast completo Titolo originale: La La Land. Genere CommediaDrammaticoMusical, – USA2016durata 126 minuti. Uscita cinema giovedì 26 gennaio 2017 distribuito da 01 Distribution. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,48 su 10 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Si apre con un ingorgo a Los Angeles che si trasforma in un delizioso balletto coreograficamente perfetto nel suo disordine apparente. Lei aspira a far l’attrice e serve cappuccini al bar. Lui ama appassionatamente il jazz e sogna di aprire un locale tutto suo. Si amano e poi si lasciano. Ognuno per la sua strada. E realizzano i loro sogni. Musical eccentrico, originale e classico, romantico con una vena malinconica, mai triste. La Stone, che si aggiudica a Venezia la Coppa Volpi e l’Oscar come miglior attrice, e Gosling non sono ballerini, ma compensano con l’interpretazione, e si “inventano” ballerini: lui, con la mano in tasca, è strepitoso. La storia – come in un musical d’altri tempi che si rispetti – è esilina, ma le musiche (Justin Hurwitz), l’ambientazione (scenografie di David Wasco), i costumi (Mary Zophres), le coreografie, la versione musicale del “sognoamericano” senza lieta fine sentimentale (forse), e le numerose citazioni valgono la pena. Chi non ama i musical stia a casa. Oscar anche alla regia, alle scenografie, alla colonna sonora e alla canzone (su 14 candidature), 7 Golden Globe (su 7 candidature).

La La Land (2016) on IMDb

Regia di Rob Marshall. Un film Da vedere 2002 con Renée ZellwegerCatherine Zeta-JonesRichard GereQueen LatifahLucy LiuCast completo Titolo originale: Chicago. Genere Musical – USACanada2002durata 116 minuti. – MYmonetro 3,65 su 8 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Chicago, 1929. La bruna Velma Kelly, cantante/ballerina di vaudeville, e la bionda Roxie Hart, ballerinetta di fila, finiscono nello stesso carcere per omicidio. Billy Flynn, avvocato sottaniere senza scrupoli, assume la difesa di Roxie e riesce a farla assolvere rendendola celebre, mentre la fama di Velma si affievolisce. Scarcerate, fanno coppia in “Le belle assassine” con un successo strepitoso. Dal musical (1974) di Bob Fosse, Fred Ebb (testi) e John Kander (musica), adattato da Bill Condon, ispirato alla pièce Chicago ( The Brave Little Woman , 1926) della giornalista Maurine Dallas Watkins, basata sul delitto commesso a Chicago il 3-4-1924. 1ª regia per il cinema di R. Marshall, già ballerino e poi coreografo, pluripremiato con vari Tony (teatro) ed Emmy (TV), allievo e seguace di B. Fosse. 18 numeri musicali coincidono con gli episodi della vicenda dai precisi riscontri con i caratteri dell’epoca. Lo stile delle musiche di J. Kander (con aggiunte di Danny Elfman) è jazzistico-chicagoano, cioè spigoloso, spezzato, poco incline alla melodia, con echi di blues . Tutti gli interpreti, notevoli e funzionali, cantano con la propria voce anche se ne hanno poca come R. Gere. 6 Oscar (film, C. Zeta-Jones non protagonista, Martin Walsh montaggio, John Myhre e Gord Sim scene, Colleen Atwood costumi, sonoro) su 13 nomination.

 Chicago
(2002) on IMDb

Regia di Damien Chazelle. Un film Da vedere 2014 con Miles TellerJ.K. SimmonsMelissa BenoistPaul ReiserAustin StowellCast completo Genere Drammatico, – USA2014durata 107 minuti. Uscita cinema giovedì 12 febbraio 2015 distribuito da Warner Bros Italia. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,90 su 6 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Andrew, 19enne apparentemente timido, frequenta il 1° anno di batteria jazz nella migliore scuola di musica di NY, viene notato dal prof. Fletcher, famoso direttore d’orchestra, ed entra nella sua band come 2° batterista. Scopre che il metodo didattico di Fletcher è brutale e spietato, e ne è attratto e respinto al tempo stesso. Si esercita fino a farsi sanguinare le mani e diventa il 1° batterista. La sua aggressività repressa esplode quando Fletcher lo sostituisce per un incolpevole ritardo. Dopo aver rischiato di morire pur di mantenere il suo posto, Andrew, prostrato, rinuncia al suo sogno di diventare un grande batterista e testimonia in giudizio contro Fletcher. Che così viene licenziato e gli offre una 2ª chance. Per vendetta. Sulla solida base di un’esperienza personale, Chazelle, anche sceneggiatore, esordisce con un dramma musicale di scrittura incalzante e priva di sbavature, di grande godimento estetico – visivo e uditivo insieme – e di straordinaria potenza emotiva. Danno un contributo essenziale l’alchimia tra Teller e Simmons, la nitida fotografia di Sharone Meir e naturalmente le musiche, di Justin Hurwitz. Per trovare un finanziatore al film (costato 3,3 milioni di dollari), Chazelle ne girò prima un estratto di 18′ che presentò con successo al Sundance 2013. Il personaggio di Fletcher è ispirato a Buddy Rich (1917-1987), grande batterista e rude direttore di jazz band. Whiplash (frustata) è una canzone jazz composta da Hank Levy (1927-2001) per la Don Ellis Orchestra. Premio Sundance per il miglior film americano e Oscar a Simmons (miglior attore non protagonista), al montaggio e al sonoro.

Whiplash (2014) on IMDb

Un film di Richard Linklater. Con Jack BlackMike WhiteJoan CusackSarah SilvermanJoey Gaydos jr..  Titolo originale School of RockCommediaRatings: Kids+13, durata 108 min. – USA, Germania 2003MYMONETRO School of Rock * * * 1/2 - valutazione media: 3,93 su 58 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

E zitta zitta, arrivò anche la commedia dell’anno.
Mettete da parte ogni paragone con L’Attimo fuggente, od il Club degli imperatori. Ok, ci sono i bambini/ragazzi che non sanno di avere talento e invece ne possiedono a iosa, ok, c’è l’insegnante focoso e antieroico, ok, ci sono preside e familiari degli studenti conservatori ed irreprensibili. Ma siamo su un altro pianeta. Immaginate una jam session di 110 minuti in cui l’intera storia del rock viene rivisitata, reinterpretata ed utilizzata per dare nerbo ad una storia già vista e stravista ma sempre efficace: ecco School of Rock. Il plot ricalca perfettamente i classici canovacci del tema. Il musicista, bravo ma incontrollabile, viene cacciato dalla band da lui stesso creata e, grazie ad un inganno, si sostituisce all’amico professore nella scuola più prestigiosa e politically correct dello stato; seguono varie peripezie che lo portano a far scoprire negli annoiati studenti l’amore per la musica ed il senso della vita. Tutto visto e già visto in salsa drammatica, poetica, razionale. Stavolta però, la forma sorpassa il contenuto e la messa in scena non si perde in pistolotti morali per andare dritta al cuore (e al senso del ritmo) degli spettatori. School of rock è uno dei film più genuinamente spassoso. Solo la sequenza con la quale Jack Black introduce se stesso ed il suo “programma scolastico” agli attoniti studenti, vale il prezzo del biglietto. Linklater, noto fine intellettuale e amante dei ricami formali e stilistici, trova incredibilmente i tempi comici esatti e grazie ad un cast straordinario ed ad una colonna sonora semplicemente epocale (poteva essere altrimenti?), realizza un film di straordinaria banalità che riesce al contempo ad essere irresistibile e perfetto nell’intento per il quale è stato pensato: divertire.
Jack Black è semplicemente immenso. Lui stesso musicista e cantante in un gruppo semi-amatoriale, interpreta il protagonista con una partecipazione ed una intensità encomiabili .Scatenato, senza freni, riesce ad essere al contempo svitato, rigoroso, brillante: raramente in altre pellicole si è vista una tale aderenza tra l’attore ed il personaggio che interpreta. Già ottimo nel film dei Farrelly, Amore a prima svista, ottiene con School of rock, la sua definitiva consacrazione.
I ragazzi della classe, anzi della scuola del rock, sono assolutamente strabilianti sia dal punto di vista musicale (tutti i pezzi sono “in presa diretta”) che di presenza scenica e danno un plus di vitalità e freschezza al film. Niente male nemmeno Joan Cusak nella parte della etilica e frustrata preside e fate attenzione all’inconsistente Mike White alias Ned Schneebly, l’amico di Black…il film l’ha scritto lui!
School of Rock supera i confini della commedia tradizionale, diventa un romanzo formativo, un pazzo helzapoppin di situazioni, scene e gag, mescolate a tempo di rock da un Linklater lontano dall’etichetta di radicale sperimentatore ed innovatore a tutti i costi, e finalmente libero di parlare un linguaggio cinematografico diretto e schietto, seppur inevitabilmente meno raffinato e formalmente convincente. I binari percorsi dal film, portano ad una morale semplice ed essenziale:mai mollare, ma, al contrario di tante pellicole in cui questa risulta un fardello politacally correct appiccicato, giusto per dare senso a trame banali e scontate, in School of Rock è il giusto collante di una storia semplice e genuina. Da vedere e… “occhio al potente!”

School of Rock (2003) on IMDb

Locandina italiana Dirty DancingUn film di Emile Ardolino. Con Patrick Swayze, Jennifer Grey, Cynthia Rhodes, Jerry Orbach, Jack Weston. Titolo originale . Musicale, durata 97′ min. – USA 1987. MYMONETRO Dirty Dancing * * * 1/2 - valutazione media: 3,98 su 85 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Nel 1983 l’adolescente Baby è in vacanza con i genitori benpensanti wasp e una sorella scioccherella e bellina. Durante un party conosce una coppia di ballerini scatenati in effervescenti danze latinoamericane e ne è estasiata. S’innamora di lui, Johnny, e diventa amica di lei. Quando, costretta ad abortire senza l’aiuto del mascalzone che l’ha messa incinta e lasciata, la ballerina è messa fuori gioco, Baby la sostituisce con successo sul palcoscenico. Impara molto da entrambi, scopre amore e sesso, matura e dà una lezione ai suoi familiari. Con l’aiuto del coreografo Kenny Ortega, l’italoamericano Ardolino filma bene le sequenze dei balli, permeate di un gradevole erotismo soft e allegro. Il risultato è un film che mescola risate e lacrime, un’improbabile lieta fine e una sana mancanza di rispetto verso alcuni canoni della decenza made in USA.

Dirty Dancing (1987) on IMDb
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Un film di Kazuhisa Takenouchi. Titolo originale Interstella 5555: The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystemAnimazionedurata 67 min. – Giappone, Francia 2003MYMONETRO Interstella 5555 – The 5tory of The 5ecret 5tar 5ystem valutazione media: 4,00 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Chiariamolo subito: Interstella 5555 è “sine ulla dubitatione” uno dei migliori film di animazione degli ultimi 20 anni, un’opera di puro genio che riesce a fondere in maniera sublime musica e animazione, patos ed emozioni, in un caleidoscopico cocktail di note e colori. L’idea del gruppo dance francese Daft Punk di arruolare il regista culto nipponico, autore di serie storiche, rimaste nell’immaginario di molti appassionati di cinema giapponese, come Galaxy Express 999 e Capitan Harlock, si dimostra felice, feconda e potenzialmente foriera di ottimi risultati anche nel lungo periodo.
Interstella 5555 riesce a essere contemporaneamente un musical, un film di fantascienza, un dramma romantico e appassionante ed una fiaba a lieto fine. La follia creativa di Matsumoto si esplica nella trama (quattro musicisti provenienti da un’altra galassia vengono rapiti da un malvagio impresario, il cui scopo è quello di manipolarli e trasformarli nel gruppo pop più noto sulla Terra, per arricchirsi alle loro spalle) e nella realizzazione tecnica che lascia sbigottiti per l’uso accecante della luce e gli onnipresenti effetti policromatici che il regista utilizza per dipingere fondali iridescenti e cascate di tinte pastello che piovono sullo spettatore attonito e stupefatto.

Alla magnificenza grafica si unisce uno spettacolo sonoro di prim’ordine:il film è infatti la continuazione del percorso svolto assieme dal duo Thomas Bangalter e Guy-Manuel De Homen-Christo e Matsumoto che aveva visto la realizzazione di quest’ultimo dei primi quattro video tratti dall’ultimo album del gruppo francese (One more time, Aerodynamic, Digital Love e Harder Better Faster Stronger). 
Sotto il cappello produttivo della sempre amata Toei Animation, nasce uno spettacolo genuino ed originale ed un film assolutamente innovativo. Tralasciando la perfetta “coerenza” delle canzoni dei Daft Punk che seguono pedissequamente la trama, ricca di colpi di scena e le avventure dei personaggi, in un continuo alternarsi di momenti leggeri e drammatici, il film è apprezzabile proprio per la sua freschezza ed immediata fruibilità. Pur senza parole, Interstella 5555 è capace di rapire lo spettatore, di portarlo per 70 minuti fuori da questo universo, in un mondo parallelo, fantastico e la musica, ipnotica e mesmerizzante, agisce da catalizzatrice di emozioni sincere e spontanee.
I personaggi, che ricalcano perfettamente nelle fattezze gli eroi delle serie animate apparse in televisione agli inizi degli anni 80, sono una garanzia per i fan del regista. Il fascino, il mistero delle donne matsumotiane, esili, eteree e dai lunghi capelli biondi intriga e colpisce anche dopo 25 anni di cartoni animati e films. Lo sguardo scaltro ed attento dell’eroe di turno, un rimando all’Harlock storico, è una certezza,così come lo sono le miriadi di segni, riferimenti, chicche e camei che il regista dissemina lungo la pellicola (esilaranti le premiazioni dei musicisti a dei fantomatici awad cui partecipano gli stessi Daft Punk e la trasmissione alla televisione, durante un momento topico del film della partita di calcio Francia-Giappone). Interstella 5555 è, per certi versi, una ulteriore dichiarazione di attenzione da parte dei francesi ad un genere, quello del cinema di animazione, che, ahimè, in Italia proprio non riesce a staccarsi dai canoni disneyani classici (e forse obsoleti).
Ma questa è un’altra storia.
Quello che resta di Interstella 5555 è un trip, un’esperienza indimenticabile che gli amanti del bel cinema potranno apprezzare grazie alla coraggiosa distribuzione della Revolver (già fautrice dell’uscita in Italia del capolavoro Oasis) che, mai come questa volta, andrebbe premiata senza indugi.

Interstella 5555: The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem (2003) on IMDb
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Victor Victoria è un film di Blake Edwards del 1982, con Julie Andrews, James Garner, Robert Preston, Lesley Ann Warren, Alex Karras, John Rhys-Davies, Peter Arne. Prodotto in Gran Bretagna, USA. Durata: 132 minuti.

Un travestito, artista di cabaret, si fa credere un nobile omosessuale polacco dalle ambizioni musicali. È il successo. Ma le cose si complicano quando un boss americano inizia a girarle intorno, poco convinto dalla sua identità gay.

Victor/Victoria (1982) on IMDb
Locandina Quarantaduesima strada

Un film di Lloyd Bacon. Con Dick Powell, Warner Baxter, Ginger Rogers, Una Merkel. Titolo originale 42nd Street. Musical, b/n durata 89′ min. – USA 1933. MYMONETRO Quarantaduesima strada * * * * - valutazione media: 4,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Tra difficoltà economiche e incidenti vari, un regista (Baxter) di Broadway impiega cinque settimane di prove all’allestimento di Pretty Baby, spettacolo di rivista. Alla vigilia della prima la soubrette (Daniels), ubriaca, si sloga una caviglia. Prende il suo posto una ballerina di prima fila (Keeler). Tutti in ansia. Un archetipo del musical sulla preparazione di uno spettacolo con ingredienti aneddotici che poi sarebbero diventati stereotipi. Tutto concorse alla felice riuscita del film, ispirato a un romanzo di Bradford Ropes: la sceneggiatura di efficace ritmo narrativo e ricca di riferimenti al contesto socio-economico della Depressione; una regia vigorosa e accorta; un’agguerrita compagnia di interpreti; le canzoni di Al Dubin e Harry Warren; la fotografia di Sol Polito e soprattutto i numeri di danza di Busby Berkeley (1895-1976) che per la 1ª volta ebbe modo di mettere a punto i suoi congegni coreografici in piena libertà dinamica, svincolandosi dalle pastoie teatrali del palcoscenico, specialmente nel numero “42nd Street”. Per l’energia che irradia, l’armonia delle sue componenti, l’onestà realistica nel descrivere i retroscena è il miglior musical Warner degli anni Trenta. Contribuì a lanciare D. Powell e R. Keeler, moglie di Al Jolson.

42nd Street (1933) on IMDb