Èil film meno sentito e più impersonale del regista di Hollywood Party e La pantera rosa, meritatamente scoperto come autore dalla critica francese. L’ambiente è quello ipocrita e perbenista dei medici-baroni di Boston. Si raccontano le peripezie del chirurgo Carey, che vuole dimostrare l’innocenza di un suo amico nel caso di una ragazza morta per procurato aborto.
Un film di Blake Edwards. Con Jack Lemmon, Charles Bickford, Lee Remick Titolo originale Days of Wine and Roses. Drammatico, b/n durata 117 min. – USA 1962. MYMONETRO I giorni del vino e delle rose valutazione media: 3,93 su 9 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Film contro l’alcolismo. Una coppia di coniugi ubriaconi lotta per guarire.
Blake Edwards ha diretto il film in famiglia (Julie Andrews e Jennifer Edwards sono moglie e figlia) per dipingere forse una vita autobiografica; Harvey Fairchild è sposato a Gillian ed è ossessionato dalla paura d’invecchiare proprio mentre sta arrivando il suo sessantesimo compleanno; eppure vive una vita felice con moglie e nipoti e nessuna vera preoccupazione. Arriva il compleanno e tra le bizze infantili di Harvey e i veri problemi di Gillian (ha tenuto nascosto al marito un esame istologico rivelatosi fortunatamente negativo), marito e moglie sono consci che il loro amore è il porto sicuro di tutta la famiglia.
Holly è una provinciale – ma molto sofisticata – che vive a New York. Ha frequentazioni di gente di ogni tipo: artisti, ricchi, malviventi. Paul è un giovane scrittore protetto… da un’amante più anziana di lui. Holly e Paul abitano nello stesso palazzo. Si conoscono, diventano amici. La ragazza, che mira a sposare un miliardario, passa da una festa all’altra, rincorre il tempo, è fragile, passa da depressioni profonde a esaltazioni sfrenate. Ma non manca mai, la mattina, rientrando da una festa, di far colazione davanti alle vetrine di Tiffany, la leggendaria gioielleria. Emergono, dal passato di Holly, scheletri e fantasmi, ma sono solo frutto della sua ingenuità. E comunque, sposare un ricchissimo messicano cancellerà tutto. Ma il magnate si tira indietro. A Holly rimane Paul, che l’ama davvero, e forse anche lei contraccambia.
Un film di Blake Edwards. Con Kim Basinger, Bruce Willis, John Larroquette, William Daniels, George Coe.Titolo originale Blind Date. Commedia, durata 95 min. – USA 1987. MYMONETROAppuntamento al buio valutazione media: 3,13 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Appuntamento fra un manager e una bella ragazza. Timida e adorabile quando non beve, scatenata ninfomane se si ubriaca. La serata pazza pazza finisce per sconvolgere (ma in definitiva positivamente) la vita d’entrambi.
Un musicista quarantenne è solito classificare le belle ragazze che incontra con una votazione che va da zero a dieci. Trova la donna dei suoi sogni, quella che appunto merita il punteggio più alto, e la corteggia in modo molto pressante. Per scoprire che tra ideale e realtà c’è un abisso.
Durante la prima guerra mondiale, la canzonettista Lili è una spia al servizio dei tedeschi. Innamoratasi di un ufficiale americano di cui doveva spiare i movimenti, Lili ammette la sua attività alle autorità alleate per scagionare l’uomo da ogni sospetto. Il servizio segreto tedesco la condanna ma…
Se in Victor Victoria era una donna a trasformarsi in un uomo qui, in circostanze completamente diverse, troviamo un uomo che assume le sembianze di una donna. C’è inoltre una certa somiglianza con Il paradiso può attendere di Warren Beatty e Buck Henry. Nel film di Edwards troviamo un manager dongiovanni che viene giustiziato dalle sue tre amanti. Per poter andare in Paradiso ed evitare l’inferno, deve trovare almeno una donna che nella vita lo abbia amato. L’impresa risulta difficile in quanto viene ricatapultato sulla Terra, ma trasformato in donna. Perciò ci saranno molti equivoci e situazioni particolarmente divertenti fino al finale a sorpresa. Ellen Barkin conferma le sue doti già apprezzate in film come Seduzione pericolosa e Johnny il bello.
Giornalista televisivo di serie C, Bob ha un sogno: diventare padre. Sua moglie, avvocatessa in carriera e aspirante giudice, in sette anni di matrimonio non ha mai trovato tempo per accontentarlo. È così che Bob finisce tra le braccia di una giovane violoncellista e la mette incinta, proprio quando anche la legittima consorte gli annuncia di essere finalmente in attesa di un bebè.
Una superspia sovietica disillusa dal comunismo e una piacente 007 americana disillusa dall’amore si incontrano alle Barbados. Cia e Kgb, increduli ed allarmati, ordinano il rimpatrio dei rispettivi agenti, ma il colonnello russo preferisce scappare e chiedere asilo politico in Gran Bretagna. Gli inglesi lo accettano in cambio di favori spionistici, ma i servizi segreti russi lo vogliono morto.
Un uomo, innamorato di una giapponese col figlio ammalato, minaccia di morte l’impiegata di una banca se non ruberà del denaro. La ragazza è costretta ad ubbidirgli perché una donna, che aveva scoperto il ricattatore, è stata uccisa
Due cowboy, uno anziano e uno giovanissimo, stanchi del loro duro lavoro, tentano una rapina e fuggono verso il Messico col bottino, ma verranno uccisi dai loro spietati inseguitori.
L’incompetente ispettore della polizia francese Clouseau si mette sulle piste di un famoso ladro di gioielli, chiamato “Il fantasma”, che è a caccia del favoloso diamante “Pantera rosa”. Molto divertente e brioso, una specie di pochade dei nostri tempi, elegante e spiritosa, con il famoso motivo musicale di Henry Mancini. “Situato al crocevia di due tradizioni tanto differenti come lo slapstick e la sophisticated comedy… non ne rappresenta un innocuo mélange o una semplice addizione. È un confronto polemico di generi quello che percorre il film… una collisione nel corso della quale il portatore vitale dello slapstick (Clouseau), irrompendo disastrosamente nella scenografia di una commedia sofisticata, ne procura l’affondamento” (R. Vaccino). Seguito da Uno sparo nel buio.
Avventure a bordo di un sommergibile americano danneggiato dalle bombe nemiche e rimesso in condizioni di marcia dal comandante. Su di esso si imbarcheranno ufficiali in gonnella, bimbi e caprette con le immaginabili conseguenze. A completare il quadro c’è la vernice rosa, la sola disponibile, con la quale è stato dipinto il sommergibile, celebre perciò in tutto il Pacifico.
Un travestito, artista di cabaret, si fa credere un nobile omosessuale polacco dalle ambizioni musicali. È il successo. Ma le cose si complicano quando un boss americano inizia a girarle intorno, poco convinto dalla sua identità gay.
Un produttore cinematografico (Mulligan) tenta di trasformare l’unico fiasco della sua carriera in un successo aggiungendovi sequenze pornografiche, ma ha bisogno della “collaborazione” della moglie (Andrews), affermata star. Il prolifico Edwards firma una satira amara e violentissima sugli intrallazzi dello star-system hollywoodiano, dipingendo senza mezzi termini un grottesco ritratto di corruzione, incompetenza e imbecillità che colpisce, graffia e diverte. Le lettere che compongono il titolo sono le iniziali di “son of a bitch”, epiteto con il quale Edwards marchia con humour e rabbia ogni personaggio del film e il film stesso.
Se amate la comicità dell’ispettore Clouseau, le atmosfere anni Sessanta e i drink, siete invitati a questo esilarante Party. Peter Sellers, con il suo indimenticabile colorito indiano, veste qui i panni di Hrundi V. Bakshi, ingenua e sbadata comparsa indiana sul set di un film di Hollywood. Dopo avere inavvertitamente fatto esplodere il set prima del ciak del regista, il buffo ometto si ritrova per errore invitato in una lussuosa villa al party del produttore del film. Qui il sobrio ma imbranato indiano combinerà un guaio dopo l’altro, aiutato in questo crescente caos, da una galleria di personaggi “etilici”, su tutti il cameriere Levinson, che dopo essersi scolato tutti i drink rifiutati dall’integerrimo Bakshi, finisce per servire l’insalata con le mani e pomiciare placidamente con una bionda altrettanto ubriaca, mentre alle loro spalle la villa è un delirio di schiuma ed elefanti hippie.olly Golightly, toccando vette di comicità surreale nel catartico, catastrofico delirio finale.