La doppia vita di Veronica è un film di Krzysztof Kieslowski del 1991, con Irène Jacob, Philippe Volter, Claude Duneton, Sandrine Dumas, Louis Ducreux, Aleksander Bardini. Prodotto in Francia, Norvegia, Polonia. Durata: 98 minuti.

La doppia vita di Veronica è un film di Krzysztof Kieslowski del 1991, con Irène Jacob, Philippe Volter, Claude Duneton, Sandrine Dumas, Louis Ducreux, Aleksander Bardini. Prodotto in Francia, Norvegia, Polonia. Durata: 98 minuti.
Zdjęcie è un cortometraggio documentario polacco diretto nel 1968 da Krzysztof Kieślowski.
La fotografia, girato in coincidenza con il film per il diploma “Dalla città di Lodz”, è il primo vero lavoro realizzato da Kieslowski per conto della televisione polacca ed è stato mostrato in televisione una volta sola. Andato perduto per ben due volte, oltre ad essere uno dei più cari all’autore, è probabilmente quello che meglio raggiunge lo scopo del suo primo documentarismo, sempre alla ricerca dell’evento, di un inaspettato moto della realtà. L’idea nasce da una fotografia mostratagli dal suo insegnante Kazimierz Karabasz, che ritrae due fratelli rispettivamente di quattro e di sei anni, in posa con berretto e mitragliatore in un cortile di via Brzeska, nel quartiere Praga di Varsavia da poco liberato dai russi. Era il 1944. Il giovane regista si propone di ritrovarli e insieme al suo maestro si mette sulle loro tracce, passando per vari uffici anagrafici e per i portoni di via Brzeska, ovviamente sempre seguito dalla macchina da presa.
Sette donne di età diversa (Siedem kobiet w róznym wieku) è un cortometraggio documentario del 1978 diretto da Krzysztof Kieślowski.
Ogni giorno della settimana è rappresentato da una ballerina che inizia con un bambino e termina con un insegnante di danza più anziano.
Murarz è un cortometraggio documentario del 1973 diretto da Krzysztof Kieślowski.
Un muratore ed ex funzionario del partito comunista ripercorre la sua vita, mentre partecipa a una parata del 1° maggio.
Le teste parlanti (Gadajace glowy) è un cortometraggio documentario del 1980 diretto da Krzysztof Kieślowski.
Interviste fatte da Kieslowski a 79 polacchi, di età dai 7 ai 100 anni. Le tre domande dell’inchiesta sono: In che anno sei nato? Che cosa fai? Che cosa desideri di più e chi è più importante per te?
Il personale (Personel) è un film per la televisione del 1975 diretto da Krzysztof Kieślowski.
Romek, un ragazzo idealista di 19 anni, trova lavoro come sarto nel reparto costumi di una compagnia teatrale di Varsavia dove il suo nuovo collega, Sowa, è costretto a realizzare un costume per un solista prepotente, di nome Siedlecki, che non piace il risultato finale e porta i suoi problemi su Sowa e Romek che lo difende.
Regia di Krzysztof Kieslowski. Un film con Jerzy Stuhr, Izabella Olszewska, Jerzy Trela, Michal Sulkiewicz, Danuta Ruksza. Titolo originale: Spokój. Genere Drammatico – Polonia, 1980, durata 81 minuti.
Antek Gralak appena uscito di prigione e non vuole avere problemi con nessuno. Desidera solo un lavoro, una casa, una moglie, dei bambini. Con queste intenzioni, lascia la città d’origine, Cracovia, per andare in Slesia, dove inizia a lavorare in un cantiere. Tutto va per il verso giusto. Finché un giorno non scompare del materiale dal cantiere…
DirezioneKrzysztof Kieslowski
I pazienti con gravi malattie polmonari, che ora si trovano in un sanatorio, ci raccontano i loro pensieri e sentimenti.
Regia di Krzysztof Kieslowski. Un film Titolo originale: Blizna. Genere Drammatico – Polonia, 1976, durata 106 minuti.
1970. Dopo accese discussioni e trattative poco chiare, si decide dove costruire una nuova grande fabbrica chimica. Bednarz, onesto uomo di partito, che vive nella cittadina dove la fabbrica dovrà sorgere, viene incaricato della costruzione. Ma la sua fedeltà a regole e principi gli creerà ben presto molti problemi.
Regia di Krzysztof Kieslowski. Un film con Jerzy Stuhr, Malgorzata Zabrowska, Ewa Pokas, Stefan Czyzewski, Jerzy Nowak. Cast completo Titolo originale: Amator. Genere Commedia 1979, durata 112 minuti.
Il giorno in cui diventa padre Filip (J. Stuhr), impiegato in un’azienda di stato, compra una piccola cinepresa per filmare la figlia. Scopre la passione per il cinema che gli cambia la vita, specialmente quando vince un premio in un concorso per dilettanti, con un documentario. 3° lungometraggio di K. Kieslowski che riesce a coniugare con sapida efficacia una riflessione sul mestiere del cineasta con un’acida critica satirica della censura ideologica in un paese socialista, grazie anche a un’ottima interpretazione di J. Stuhr. Distribuito a stento in Italia nel circuito d’essai in edizione originale con sottotitoli.
Regia di Krzysztof Kieslowski. Un film con Tadeusz Lomnicki, Borguslaw Linda, Zbigniew Zapasiewicz, Boguslawa Pawelec, Marzena Trybala. Titolo originale: Przypadek. Genere Drammatico – Polonia, 1982, durata 120 minuti. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 3 recensioni.
Storia divisa in 3 parti che corrispondono a 3 diversi itinerari nella vita del giovane polacco Witek, nato a Poznan nel 1956: nella prima diventa un funzionario di partito, nella seconda un dissidente, nella terza un medico che vuole starsene fuori dalla politica. Le varianti sono la conseguenza del caso, di un banale incidente in stazione. Ciascuna delle 3 varianti offre uno spaccato diverso della società polacca alla fine degli anni ’70: in ciascuna c’è un’evidente simmetria. Interessante, ma rigido e troppo dimostrativo nel suo determinismo. Kieslowski era già Kieslowski nel 1981 (ma il film fu distribuito solo nel 1987), ma gli mancava ancora Piesiewicz, il suo sceneggiatore da Senza fine (1984) in poi. Conosciuto anche come Il caso .
Dalla città di Łódź è un film cortometraggio documentario polacco girato nel 1968 da Krzysztof Kieślowski.
Con questo film, finanziato dalla scuola, dalla WFD e supervisionato da Kazimierz Karabasz, Kieslowski consegue il diploma ed entra ufficialmente nel mondo lavorativo del cinema. Il film è tutto ambientato a Lodz ed è una bellissima panoramica su questa misteriosa e affascinante città che il regista ha vissuto intensamente negli anni dei suoi studi. Kieslowski ci parla di una città dalle caratteristiche crudeli e insolite, una città cadente e pittoresca, dagli edifici fatiscenti e dagli abitanti strambi o mutilati. Lo stesso regista racconta di macabri giochi che era solito fare con i suoi compagni di corso: nel percorso che compivano ogni mattina per andare a scuola si imbattevano spesso in persone mutilate, a ognuna delle quali corrispondeva un certo punteggio calcolato sulla base del tipo di mutilazione. Chi otteneva il punteggio più alto era il vincitore del giorno. Un gioco inquietante, ma forse necessario a sdrammatizzare e a mantenere un certo distacco da un mondo che Kieslowski non aveva mai conosciuto e che su di lui ha avuto sicuramente un forte impatto.
Dal punto di vista di un portiere notturno (Z punktu widzenia nocnego portiera) è un cortometraggio documentario del 1977 diretto da Krzysztof Kieślowski.
trama non trovata
Un film di Krzysztof Kieslowski. Con Krzysztof Globisz, Miroslaw Baka Titolo originale Krótki film o zabijaniu. Drammatico, durata 85 min. – Polonia 1987.
Un giovane sbandato uccide un tassista in modo atroce e senza un apparente motivo. È condannato a morte e impiccato. La costruzione narrativa segue parallelamente i percorsi di tre personaggi (il ragazzo, il tassista e il giovane avvocato difensore). Versione più lunga destinata alle sale del Decalogo 5. Pur osteggiato all’epoca in patria, permise a Kieslowski (che vinse il Premio Speciale della Giuria a Cannes) di farsi conoscere a livello internazionale.
Byłem żołnierzem (Ero un soldato) è un cortometraggio documentario di Krzysztof Kieślowski del 1970.
Il film è incentrato sul racconto di un gruppo di soldati che hanno perso la vista a causa dell’esplosione di una mina. Gli orrori della guerra vengono descritti dalle parole di chi ne è tornato riportando non solo danni fisici permanenti, ma soprattutto traumi e ferite interiori che il tempo non riesce a cancellare. Ogni voce aggiunge particolari, opinioni, esperienze, sprazzi di storie personali che tracciano un quadro sempre più preciso degli avvenimenti accaduti. Nel corso della narrazione l’eroismo sbiadisce di fronte alla forza distruttrice della guerra che annichilisce l’uomo, privandolo della speranza e della possibilità di decidere della propria vita. La modalità scarna, essenziale del racconto è un gesto di accusa contro gli inganni della retorica patriottica.
Un film di Edgar Reitz. Con Henry Arnold, Salome Kammer, Franziska Traub, Daniel Smith, Peter Weiss. Titolo originale Die zweite Heimat – Chronik einer Jugend. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 25 h 32′ min. – Germania 1992. MYMONETRO Heimat 2 – Cronaca di una giovinezza
valutazione media: 4,17 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Saga composta di 13 film che attraversano l’intero arco degli anni ’60 e che, tolte poche escursioni, hanno come teatro dell’azione Monaco di Baviera. Come nella Recherche di Proust, il tempo di questa cronaca è sottoposto a continui cambi di velocità: accelerazioni, dilatazioni, ellissi, salti. S’impiegano 5 film, quasi 10 ore, per passare dal 1960 al 1962; l’azione del film n° 6 è chiusa nel giro del 21 novembre 1963, il giorno in cui a Dallas fu assassinato Kennedy; negli ultimi 3 si va dal 1968 al 1970 quando il giovane compositore Hermann Simon, punto focale di questa saga corale, torna al punto di partenza, il paese di Schabbach nell’Unsrück dal quale s’era staccato più di 10 anni prima. Die zweite Heimat _ la seconda patria, meglio: “matria” _ è la città, Monaco, patria di elezione per i personaggi, quasi tutti giovani, tutti figli, teatro della loro febbre di vivere, luogo di amicizie, studi, lavoro: musica soprattutto, ma anche letteratura, filosofia, cinema. Non è il seguito di Heimat, ma la sua filiazione: View full article »
Un film di Krzysztof Kieslowski. Con Zbigniew Zamachowski, Julie Delpy, Janusz Gajos, Jerzy Stuhr, Aleksander Bardini. Titolo originale Trois couleurs: blanc. Commedia, durata 92′ min. – Francia, Svizzera, Polonia 1994. MYMONETRO Tre colori – Film bianco
valutazione media: 3,04 su 16 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Costretto al divorzio dalla moglie Dominique (Delpy), parrucchiera francese, perché non consuma più il matrimonio, il polacco Karol (Zamachowski) deve rientrare da Parigi in Polonia dove, dopo essersi arricchito, architetta un perverso marchingegno per vendicarsi della donna. 2° film della trilogia sui colori della bandiera francese (bianco = uguaglianza), scritta, come Dekalog, con Krzysztof Piesiewicz (vi hanno collaborato anche la regista Agnieszka Holland, Edward Zebrowski e il direttore della fotografia Edward Klosinski), a differenza View full article »
Un film di Krzysztof Kieslowski. Con Emmanuelle Riva, Juliette Binoche, Benoit Regent, Yann Tregouet, Florence Pernel. Titolo originale Trois couleurs: Bleu. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 95 min. – Francia, Polonia 1993. MYMONETRO Tre colori – Film blu
valutazione media: 4,06 su 27 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Prima pellicola della celebre trilogia dedicata dal regista polacco Krzysztof Kieslowski ai tre colori della bandiera francese e, di conseguenza, al motto della rivoluzione francese, “Liberté, Égalité, Fraternité”. Il film, che gli valse il Leone d’Oro, ci costringe a un confronto impietoso col paradosso della necessità della protagonista di una sorta di “libertà emotiva” che la spinge a un’elaborazione del lutto singolare: Julie, transita attraverso un dolore asciutto ed estremo, quasi schizofrenico, convincendosi che per ricominciare sia necessario View full article »
Un film di Krzysztof Kieslowski. Con Irène Jacob, Jean-Louis Trintignant, Fréderique Feder, Samuel Le Bihan, Marion Stalens. Titolo originale Trois couleurs: Rouge. Drammatico, durata 100 min. – Francia 1994. MYMONETRO Tre colori – Film rosso
valutazione media: 4,50 su 16 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Con Film blu è il più riuscito della triologia di Kieslowki. Se in quello prevalevano la fotografia e le tinte forti, qui fanno da padroni la semplicità e il quotidiano. Anche se nel finale il regista cade nei simbolismi e nelle metafore. Una modella salva la vita a un cane, investito da un’auto. Il padrone dell’animale è un giudice in pensione, cinico, che ascolta le telefonate dei vicini. Se prima usava lo spionaggio telefonico (già esplorato da Coppola in La conversazione) per lavoro, ora lo fa per vizio. La ragazza è disgustata dal comportamento dell’uomo, ma allo stesso tempo non può fare a meno di frequentarlo. Il giudice, comunque, si costituisce e View full article »