Category: Resnais Alain


Locandina L'amour à mort

Regia di Alain Resnais. Un film con Sabine Azéma, Fanny Ardant, Pierre Arditi, André Dussollier. Titolo originale: L’Amour à mort. Genere: Drammatico, Romantico, Mistero. Paese: Francia. Anno: 1984. Durata: 92 min. Consigliato a: Per un pubblico adulto e contemplativo. Valutazione IMDb: 7.1.

La narrazione si svolge in un’austera e misteriosa cittadina di provincia francese e ruota attorno a due coppie di amici: Elisabeth, una scienziata, e Simon, un archeologo, legati da una storia d’amore intensa; e Judith e Jérôme Martignac, una coppia di pastori protestanti. La premessa scatenante si verifica quando Simon viene dichiarato clinicamente morto in seguito a un malore, per poi tornare inaspettatamente in vita. Questa esperienza sconvolgente lo porta a interrogarsi sul senso dell’esistenza, condividendo le sue riflessioni con i Martignac. La sua successiva, definitiva scomparsa getta Elisabeth in un lutto così profondo e totalizzante da farle concepire l’idea del suicidio come unico modo per ricongiungersi all’amato.

Questo film è una delle opere più austere e intellettuali di Alain Resnais, un’esplorazione profonda e laica dei temi dell’amore assoluto, della fede e della morte. I dialoghi, scritti da Jean Gruault, sono densi di riflessioni teologiche e filosofiche, che si confrontano sul mistero dell’aldilà e sulla natura del legame tra corpo e spirito. La regia è formalmente rigorosa e stilizzata, con inquadrature precise e un uso sapiente dei colori. L’innovazione stilistica più evidente è l’inserimento di sequenze completamente nere, scandite dalla musica sperimentale di Hans Werner Henze, che fungono da intermezzi meditativi e quasi da “atti” di un’opera tragica. Le interpretazioni del quartetto di attori sono magistrali nel restituire la tensione emotiva e l’ambiguità psicologica dei personaggi. Nonostante l’approccio intellettuale e distaccato, il film è un’opera potente e memorabile che affronta interrogativi universali con coraggio e originalità.

Non trovo più la versione in italiano sull’hard disk, se qualcuno ce l’ha lo carichi qui per piacere. Adesso ho messo una versione in francese.

Locandina Voglio tornare a casa!

Regia di Alain Resnais. Un film con Adolph Green, Gérard Depardieu, Linda Lavin, Laura Benson, Micheline Presle. Titolo originale: I Want To Go Home. Genere: Commedia. Paese: Francia. Anno: 1989. Durata: 100 min. Consigliato a: Per tutti. Valutazione IMDb: 6.4.

Joey Wellman è un burbero e disincantato fumettista americano, un tempo celebre creatore di personaggi classici dei cartoni animati, che si reca a Parigi come ospite d’onore a una fiera dedicata ai fumetti. È accompagnato dalla sua fidanzata, ma il suo vero obiettivo è riconnettersi con la figlia Elsie, che vive in città da due anni. L’incontro con l’ambiente culturale parigino, fatto di intellettuali snob e di un editore che lo tratta come una superstar, si rivela un vero e proprio shock culturale per Joey, che si sente fuori luogo e desidera ardentemente tornare nella sua Cleveland.

Questo film, diretto dal maestro Alain Resnais e scritto dal celebre fumettista Jules Feiffer, è un’eccentrica commedia che funge da acuta satira sullo scontro culturale tra l’America e la Francia, e tra “cultura alta” e arte popolare. Il tema centrale è la nostalgia, intesa sia come desiderio di tornare a casa, sia come malinconia per un’epoca passata, rappresentata dal protagonista, un artista popolare che si sente incompreso dal mondo accademico. La regia di Resnais è elegante e misurata, ma è l’uso di elementi visivi mutuati dal fumetto e la fusione surreale tra realtà e animazione (con l’apparizione in carne e ossa dei personaggi dei fumetti di Joey) a costituire l’innovazione stilistica più notevole e divertente. L’interpretazione di Adolph Green nei panni di Joey Wellman è magnetica nel restituire il senso di straniamento e l’umorismo nevrotico del personaggio. La pellicola, premiata alla Mostra del Cinema di Venezia, è un’opera atipica e sofisticata, che celebra l’arte del fumetto elevandola a elemento di critica sociale.

Locandina Smoking; No Smoking

Regia di Alain Resnais. Un film con Sabine Azéma, Pierre Arditi. Titolo originale: No Smoking. Genere: Commedia, Drammatico. Paese: Francia, Italia, Svizzera. Anno: 1993. Durata: 149 min. Consigliato a: Per amanti del teatro sperimentale. Valutazione IMDb: 7.7 (per Smoking/No Smoking).

Questo film è la seconda delle due parti complementari (Smoking e No Smoking) dirette da Alain Resnais, basate sul ciclo teatrale di Alan Ayckbourn, Intimate Exchanges. L’ambientazione è un tranquillo villaggio nello Yorkshire, in Inghilterra, e la vicenda ruota attorno a diversi personaggi, tutti interpretati unicamente dai due attori protagonisti. La premessa narrativa è innescata da un gesto banale: Celia Teasdale, moglie del preside della scuola locale, trova o non trova un pacchetto di sigarette nel suo giardino. In No Smoking, Celia resiste alla tentazione, e questa scelta apparentemente insignificante determina una catena di eventi completamente diversa rispetto al film gemello Smoking, disegnando così un universo alternativo di relazioni e sviluppi.

L’analisi di No Smoking (e del suo gemello) non può prescindere dal suo carattere di sperimentazione strutturale e di omaggio al teatro. I temi centrali sono il libero arbitrio, il caso e l’effetto farfalla, esplorati attraverso un meccanismo narrativo che ramifica la storia in molteplici e divergenti possibilità a partire da un bivio cruciale. La regia di Resnais è geniale nel mantenere l’unità spaziale, utilizzando fondali dipinti e soluzioni scenografiche minimaliste che accentuano l’artificiosità e la natura teatrale dell’opera. Il cast, composto unicamente da Sabine Azéma e Pierre Arditi, offre una prova attoriale di virtuosismo interpretando nove ruoli ciascuno con grande abilità e distinzione. L’opera è un trionfo di eleganza stilistica e intelligenza narrativa, un’innovazione per il cinema che dialoga direttamente con la drammaturgia, lodato dalla critica per la sua audacia formale e il suo acume psicologico.

Locandina La guerra è finita

Regia di Alain Resnais. Un film con Yves Montand, Ingrid Thulin, Michel Piccoli, Geneviève Bujold, Jean Dasté. Titolo originale: La Guerre est finie. Genere: Drammatico, Politico. Paese: Francia, Svezia. Anno: 1966. Durata: 121 min. Consigliato a: Per un pubblico maturo. Valutazione IMDb: 7.7.

Il film segue Diego Mora, un militante comunista spagnolo che vive in esilio a Parigi nel 1965, durante il regime franchista in Spagna. Diego è un uomo stanco e disilluso, che continua a svolgere il suo ruolo di collegamento clandestino, attraversando regolarmente il confine con documenti falsi per mantenere i contatti con i compagni che lottano ancora in patria. Al suo ritorno a Parigi dopo una missione particolarmente difficile, i suoi dubbi sulla metodologia della lotta armata e l’efficacia dell’azione politica dall’esilio si acuiscono. La sua vita è divisa tra la compagna Marianne, che vorrebbe una vita stabile con lui, e l’incontro con una giovane studentessa radicale e impetuosa, Nadine, che incarna un nuovo e più violento approccio alla rivoluzione.

Questa pellicola è una profonda analisi esistenziale e politica, incentrata sui temi della fedeltà all’ideale rivoluzionario, della disillusione e del passaggio generazionale nella lotta. La sceneggiatura, fortemente autobiografica, è opera di Jorge Semprún, ex militante comunista spagnolo in esilio, e conferisce al film un’autenticità e una lucidità rara nel cinema politico. La regia di Alain Resnais si distingue per la sua complessità stilistica: il regista sfrutta il montaggio per mescolare presente, ricordi e proiezioni future (spesso tramite didascalie esplicative) riflettendo lo stato mentale frammentato e l’incertezza del protagonista. L’interpretazione di Yves Montand è magistrale nel ritrarre il “rivoluzionario di professione” consumato dal dubbio. L’opera si afferma come un capolavoro del cinema d’autore, essenziale per comprendere la crisi ideologica della sinistra europea negli anni ’60, un film di forte tensione civile e psicologica.

Regia di Alain Resnais. Un film con Vittorio Gassman, Ruggero Raimondi, Fanny Ardant, Geraldine Chaplin, Pierre Arditi. Titolo originale: La vie est un roman. Genere: Fiabesco, Commedia, Drammatico, Musical. Paese: Francia. Anno: 1983. Durata: 111 min. Consigliato a: Per tutti. Valutazione IMDb: 6.8.

Il film intreccia tre storie ambientate in epoche diverse, ma nello stesso stravagante castello, il “Tempio della Felicità”, progettato dall’architetto utopista Walter Guarini. La prima storia, ambientata nel 1919, vede il Conte Michel Forbek radunare i suoi amici per un esperimento radicale volto a cancellare le loro memorie e donare loro la felicità attraverso l’oblio, un progetto utopico che fallisce a causa del rifiuto all’omologazione. La seconda storia si svolge ai giorni nostri, con un gruppo di psicosociologi, tra cui la scettica Nora Winkle e l’idealista Robert Dufresne, riuniti nel castello per un convegno sull’educazione dell’immaginazione, che degenera presto in un groviglio di tresche e teorie inconcludenti. La terza è una fiaba medievale inventata dai bambini del luogo, che esplorano i temi dell’eroismo e della ricerca del regno felice.

L’opera è una complessa e affascinante meditazione sull’utopia, sul potere della fantasia e sull’impossibilità di organizzare la felicità altrui. Resnais utilizza i tre registri narrativi (dramma storico, commedia contemporanea e fiaba in costume, quest’ultima con elementi musicali e fiabeschi) come diversi approcci alla vita, tutti accomunati dal fallimento nel tentare di imporre una felicità artificiale. La regia è audace e formalmente impeccabile, caratterizzata da una scenografia onirica disegnata da Enki Bilal che funge da “teatro” per le diverse epoche. Le interpretazioni di un cast internazionale e variegato, con un Vittorio Gassman misurato e una Fanny Ardant passionale, sono notevoli. Sebbene a tratti il messaggio possa sembrare un po’ dispersivo e l’alternanza di toni possa confondere, il film è stilisticamente innovativo e celebra in modo convincente la ricchezza irriducibile delle contraddizioni della vita rispetto a qualsiasi schema ideologico.

Non trovo più questo film sull’hard disk, se qualcuno ce l’ha lo carichi qui per piacere.

Regia di Alain Resnais. Un film con Claude Rich, Olga Georges-Pichet, Anouk Ferjac, Sylvette Gony. Titolo originale: Je t’aime, je t’aime. Genere: Fantascienza, Drammatico, Romantico. Paese: Francia. Anno: 1968. Durata: 94 min. Consigliato a: da 14 anni. Valutazione IMDb: 7.2.

Claude Ridder, un uomo che ha da poco tentato il suicidio, viene coinvolto in un esperimento scientifico che gli permette di viaggiare nel tempo, rivivendo un solo minuto del suo passato. Tuttavia, qualcosa va storto e Claude rimane intrappolato in un vortice di ricordi, che si susseguono in modo caotico e disordinato. Attraverso questa esplorazione non lineare della sua memoria, il film ricostruisce la storia del suo amore fallito con la sua fidanzata Catherine, costringendolo ad affrontare i momenti cruciali della loro relazione e le ragioni che hanno portato alla sua disperazione.

“Je t’aime, je t’aime” è un’opera innovativa e complessa, un capolavoro del cinema d’autore che sfida le convenzioni narrative e la percezione del tempo. Resnais utilizza una struttura a puzzle, in cui i frammenti della memoria del protagonista sono presentati in un ordine casuale, riflettendo la natura soggettiva e spesso illogica del ricordo. L’opera esplora temi universali come la fragilità della memoria, la difficoltà di comunicare e l’impossibilità di tornare indietro e cambiare il passato. Il film si muove tra il dramma psicologico e la fantascienza con una delicatezza e una profondità notevoli, supportato da una regia che alterna momenti di lirismo a sequenze di estrema tensione emotiva. Le interpretazioni degli attori sono intense e misurate, ma il vero protagonista è il montaggio, che crea un’esperienza quasi onirica. Questo film non è solo un’esplorazione della mente umana, ma anche una dimostrazione del potenziale del cinema come strumento per indagare la complessità della psiche e del tempo.

Non ho trovato subita in rete. I subita sono stati tradotti dai subeng con google e poi revisionati con ChatGPT. Potrebbero comunque esserci delle imprecisioni. Non credo esista versione in italiano, almeno io non l’ho trovata.

Locandina Parole, parole, parole...

Un film di Alain Resnais. Con Lambert Wilson, Pierre Arditi, Sabine Azéma, Jean-Pierre Bacri, André Dussollier. Titolo originale On connait la chanson. Commedia, durata 120 min. – Francia 1997. MYMONETRO Parole, parole, parole… * * * - - valutazione media: 3,40 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Camille, una guida turistica che sta per laurearsi, si innamora di Marc, un agente immobiliare senza scrupoli incontrato nel corso di una visita ad un appartamento dalla vista mozzafiato. Simon, un timido impiegato che lavora per Marc è segretamente innamorato della ragazza di cui non perde una visita guidata. Nel frattempo fa ritorno a Parigi Nicolas, l’ex fidanzato di Odile, sorella di Camille, alla ricerca di una casa…
Esponente della Nouvelle Vague, Alain Resnais si è sempre distinto per un cinema connotato da una forte sperimentazione formale, per poi successivamente concentrarsi sulla messa in scena di complessi meccanismi narrativi in cui si intrecciano generi e talvolta anche tempi diversi, avvalendosi di un gruppo di attori che ritornano di film in film, come Sabine Azéma, Pierre Arditi, André Dussolier.
Levità e gravità si combinano egregiamente in Parole parole parole, una commedia musicale dove in un crocevia di situazioni si intrecciano i percorsi di personaggi finemente ritratti dall’abile duo di sceneggiatori, Agnès Jaoui e Jean-Pierre Bacri, che nella pellicola recitano nei panni rispettivamente di Camille e di Nicolas. Una scrittura originale e raffinata dal ritmo impeccabile dove in alcuni momenti i personaggi cantano in playback e i dialoghi sono sostituiti da celebri canzoni che ne rivelano in un certo modo i dubbi, le emozioni, i pensieri. Un metodo già sperimentato nella pellicola, La vita è un romanzo, ma che in quest’ultima opera viene sviluppato ulteriormente, un chiaro omaggio al regista televisivo britannico Dennis Potter e al suo cinema tragico e al contempo derisorio, graffiante.
On connaît la chanson, titolo che in italiano rimanda alla celebre canzone composta da Chiosso, Del Re e Ferrio nella versione interpretata da Dalida e da Alain Delon, è un film che riflette sull’essere e apparire, sull’amore e più in generale sull’essere umano e le sue debolezze. Un piccolo capolavoro, firmato da un maestro d’oltralpe.

Same Old Song (1997) on IMDb
Lontano dal Vietnam (1967) — The Movie Database (TMDB)

Un film di Claude Lelouch, Alain Resnais, Agnès Varda, William Klein, Joris Ivens. Con Bernard Fresson, Valérie Mayoux, Anne Bellec Titolo originale Loin du Viet-Nam. Documentario, b/n durata 111′ min. – Francia 1967. MYMONETRO Lontano dal Vietnam * * 1/2 - - valutazione media: 2,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Film politico collettivo diviso in 11 sequenze con introduzione ed epilogo: 1) “Bomb Hanoi!”; 2) “A parade is a parade”; 3) “Johnson piange”; 4) “Claude Ridder”; 5) “Flashback”; 6) “Camera Eye”; 7) “Victor Charlie”; 8) “Why We Fight”; 9) “Fidel Castro”; 10) “Ann Uyen”; 11) “Vertigo”. 6 registi e 150 tecnici per un film militante _ girato in 16 e 35 mm, prodotto e supervisionato da Chris Marker _ che sposa esplicitamente una tesi, quella contro gli Stati Uniti e a favore del popolo vietnamita. Fu il preludio agli Stati generali del cinema, creati in Francia durante il maggio ’68, e aprì la strada ad altre esperienze collettive di cinema militante che furono fatte in Francia e in altri Paesi d’Europa dopo il ’68 e negli anni ’70. Le sequenze documentaristiche in senso stretto (portaerei americana, Saigon, la giungla, manifestazioni pro e contro la guerra) sono dovute a Ivens, Lelouch, Klein o ad anonimi operatori di cinegiornali. L’episodio più citato (“Camera Eye”) è la confessione di Godard che _ tra paradossi, sincerità, dubbi, incertezze, esibizionismi _ ricalca la tesi guevarista dei molti Vietnam; il più problematico (“Claude Ridder”) è di Resnais-Sternberg che tenta il ritratto di un intellettuale parigino “di cattiva coscienza e dunque di mala fede”. Come organizzatore e impaginatore, il vero autore del film è Marker con la sua visione terzomondista e la sua appassionata utopistica volontà che il Vietnam parli all’Europa.

Far from Vietnam (1967) on IMDb
Locandina Melò

Un film di Alain Resnais. Con Pierre ArditiFanny ArdantAndré DussollierSabine Azéma. continua» Titolo originale MéloDrammaticoRatings: Kids+16, durata 112 min. – Francia 1986.

Un melò con tutti i crismi in quest’intricata storia d’amore e morte. Due amici violinisti, Marcel Blanc e Pierre Bellecroix, si ritrovano a Parigi negli anni Trenta, dopo parecchio tempo che non si vedevano. Pierre è sposato con Maniche e Marcel, violinista di successo, soffre per un amore perduto. Maniche s’innamora di lui e tra i due nasce una violenta passione. Marcel parte per una tournée, lei gli promette che al suo ritorno sarà sua, poi inizia ad avvelenare il marito. Ma un’amica di costui sventa involontariamente il tentativo di omicidio. Maniche corre da Marcel, ma poi, vinta dai rimorsi, si toglie la vita. Dopo qualche anno i due amici si rivedono.

Mélo (1986) on IMDb
Risultati immagini per providence 1977

Un film di Alain Resnais. Con David WarnerEllen BurstynJohn GielgudDirk Bogarde. continua» Drammaticodurata 107 min. – Francia, Svizzera 1977. valutazione media: 4,13 su 6 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Clive è uno scrittore ormai vecchio e malato, che ha compiuto molti errori nella vita. In una notte resa particolarmente difficile dai rimorsi, egli tenta di ricostruire a modo proprio la sua storia, attribuendo ad altri, i figli, le proprie colpe. Ma il giorno dopo, quando i figli arrivano a festeggiare il suo 78esimo compleanno, Clive è ben felice di constatare quanto i due giovani siano retti e giusti. Il solo debole è lui.

Providence (1977) on IMDb
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