Un classico dell’orrore, ritirato quasi subito dopo la prima dal boss della MGM che lo giudicò (dal suo punto di vista non aveva torto) troppo duro per i delicati stomaci degli spettatori del 1932. Browning usò veri nani e veri “mostri” (fra cui due fratelli siamesi) per questa horror story che molti giudicano il suo capolavoro. Protagonista è la bella di un circo, un’acrobata, che acconsente a sposare un nano.
Film muto. Alonzo (Chaney), apparentemente senza braccia (le ha nascoste sotto un corsetto), lavora in un circo gitano in Spagna come lanciatore di coltelli con i piedi e s’innamora di Nanon (Crawford), sua partner, che nutre un patologico ribrezzo per le mani degli uomini. Per amor suo si fa amputare le braccia, ma quando torna al lavoro Nanon si è fidanzata con il forzuto del circo Malabar (Kerry), che l’ha guarita dalla sua fobia. Finale tragico. 5° dei 10 film che T. Browning e L. Chaney girarono insieme tra il 1919 e il 1929, e uno dei 7 che J. Crawford interpretò per la M-G-M nel 1927. Sceneggiato da Waldemar Young su un soggetto dello stesso regista, è uno dei più deliranti melodrammi d’amore del cinema muto, e dovrebbe figurare in un’ideale antologia dei migliori film d’ambiente circense. Browning meriterebbe una personale retrospettiva. “Tra tutti i registi americani è colui che cercò di più di far saltare le barriere tra l’animalità e l’umanità, il normale e il mostruoso, il desiderio e la frustrazione, il reale e il fantastico” (J. Lourcelles).
Dopo 17 anni sull’Isola del Diavolo (Guyana Francese), vittima di un complotto, il banchiere Paul Lavond evade con un altro detenuto che, prima di morire, gli rivela il segreto per miniaturizzare esseri viventi. Tornato a Parigi, travestito da vecchia signora (un grande Barrymore), apre un negozio di giocattoli e si serve delle sue miniature viventi in vendita per vendicarsi. Penultimo e geniale film di Browning che l’ha scritto con 3 altri sceneggiatori (tra cui Erich von Stroheim) dal romanzo Burn Witch Burn di A.A. Merritt. Dopo Freaks (1932), anch’esso prodotto dalla M-G-M, fu ammirato soprattutto per il sagace uso dei trucchi ottici, la suggestiva atmosfera (fotografia: Leonard Smith), il gusto del grottesco e della suspense. Ridistribuito in Francia nel 2009, risulta uno dei più originali film hollywoodiani di vendetta anche per la complessa e inquietante partitura narrativa, non priva di ambiguità erotica come mostrano i rapporti del protagonista (sempre travestito) con la figlia che lo riteneva corresponsabile del suicidio di sua madre.
Sir Karell Borotyn muore inspiegabilmente nella sua residenza alla periferia di Praga. Nonostante lo scetticismo dell’ispettore di polizia Neumann, il dottor Doskil e il barone Otto ritengono che l’uomo sia stato ucciso da un vampiro, il conte Mora, e prova ne sarebbe la presenza di due piccole ferite circolari sul collo della vittima. Inoltre, la popolazione del luogo vive nel terrore di un sinistro castello, presunta dimora del conte e della figlia Luna, vampira a sua volta. Le due malefiche creature intendono uccidere anche la figlia di Sir Karell Borotyn, Irena, ma il loro piano diabolico viene contrastato da un esperto dell’occulto, il professor Zelen, il cui intervento porterà a una soluzione inattesa del mistero.
Non è proprio il primissimo Dracula dello schermo (c’è il muto Nosferatu di Murnau), ma è certo quello che ha reso popolare il conte vampiro dei Carpazi. E lanciato in grande stile l’interprete, il bravissimo (e oppiomane) Bela Lugosi. La storia è quella solita. Dracula mozzica un bel po’ di turisti finché non arriva l’ammazza vampiri Van Helsing a saldargli il conto.
Le richieste di reupload di film deve essere fatto SOLO E ESCLUSIVAMENTE via email (ipersphera@gmail.com), le richieste fatte nei commenti verrano cestinate.
Visto il poco spazio su Mega (2 terabyte) NON caricherò più serie tv e fumetti.
Se interessati a serie o fumetti contattatemi via email che vi spiego un metodo alternativo