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Un film di Mark Robson. Con William Holden, Fredric March, Mickey Rooney, Grace Kelly Titolo originale The Bridges at Toko-Ri. Guerra, Ratings: Kids+13, durata 103′ min. – USA 1954. MYMONETRO I ponti di Toko-Ri * * 1/2 - - valutazione media: 2,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Durante la guerra di Corea, alla vigilia di una rischiosa missione, tenente dell’aviazione USA riceve la visita di moglie e figli. Terminata la missione, il suo jet è colpito dalla contraerea. Tratto da un romanzo (1953) di James A. Michener, sceneggiato da Valentine Davis, acquista spessore grazie al disegno dei personaggi. Eccitanti riprese aeree, premiate con un Oscar agli effetti speciali.

The Bridges at Toko-Ri (1954) on IMDb

Risultati immagini per Profumo di DonnaUn film di Dino Risi. Con Vittorio Gassman, Agostina Belli, Moira Orfei, Alessandro Momo, Franco Ricci. Commedia, Ratings: Kids+16, durata 100 min. – Italia 1974. MYMONETRO Profumo di donna * * * 1/2 - valutazione media: 3,92 su 17 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

In permesso premio, il soldato e studente Giovanni Bertazzi si ritrova ad accompagnare Fausto, capitano non vedente in congedo, in un movimentato itinerario da Torino a Napoli. Ma scopre ben presto che il suo compagno di viaggio non è un uomo qualunque. Intelligente, fiero, pieno di vita nonostante il suo impedimento, Fausto svela sin dalle prime battute la sua grande passione: le donne. Si vanta di riconoscerle dal profumo e, col suo prodigioso intuito, lascia a bocca aperta il suo giovane accompagnatore, mostrando di sapere veramente tutto del gentil sesso, come della vita. Ma, una volta a Napoli, ad attenderlo è Sara, molto più giovane, e segretamente innamorata di lui. Fausto la respinge con crudeltà, con lo stesso cinismo che ha dimostrato a Giovanni lungo il viaggio. Eppure, dietro la maschera di sarcastico viveur, il capitano nasconde un ultimo, inconfessabile desiderio.
Dal romanzo di G. Arpino, un dramma travestito da commedia. È una storia di solitudine, solo apparentemente giustificata dalla condizione soggettiva del non vedente. L’isolamento di Fausto ha radici ben più intime e profonde. La sua cecità diventa paradossale nel confrontarsi coi suoi simili che, pur avendo occhi per vedere, non sono in grado di “guardare” al di là delle apparenze, come Giovanni quando, durante la sosta a Genova, scambia per donna un travestito, o quando non comprende l’infedeltà della sua ragazza; come il cugino sacerdote, che tenta di giustificare il male con le sue artificiose parole di fede, quelle che Fausto considera “balle, retorica”; come l’amico Vincenzo, altrettanto non vedente, ma privo della perspicacia che contraddistingue il capitano.
È tutto un mondo di “ciechi”, sembra dire il regista, mentre l’unico a vederci chiaro è chi non si ferma all’idea della percezione visiva. Solo Fausto infatti intuisce il dolore che si cela nella realtà, e proprio in questa coscienza, che lo separa dal mondo circostante, risiede la sua vera solitudine. “Sono l’undici di picche… la carta al di fuori del mazzo” dirà al suo incredulo accompagnatore, che non lo capirà mai fino in fondo. Eppure, nell’innocente e tormentato amore di Sara, sembra aprirsi uno spiraglio di luce. Ed è verso la fine che ci si rende conto che Profumo di donna è anche (o soprattutto) un’insolita storia d’amore.
Tutto l’opposto del fuorviante remake con Al Pacino, che concentra l’attenzione sul più convenzionale rapporto maestro-allievo, falsando l’intensità introspettiva ed emotiva che pervade il lavoro di Dino Risi e l’insuperabile interpretazione di Vittorio Gassman.

Scent of a Woman (1974) on IMDb
Locandina italiana Sul lago dorato

Un film di Mark Rydell. Con Jane Fonda, Henry Fonda, Katharine Hepburn, Dabney Coleman, Chris Rydell. Titolo originale On Golden Pond. Sentimentale, durata 109 min. – USA 1981. MYMONETRO Sul lago dorato * * * - - valutazione media: 3,25 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Due vecchi sposi si ritirano nella tranquillità della loro casa sul lago. Lui sta per compiere ottant’anni e, per festeggiarlo, arriva anche la figlia divorziata, accompagnata dal “fidanzato” e dal figlio di lui, un ragazzino apparentemente intrattabile che viene poi lasciato in compagnia dei “nonni”. I rapporti tra l’adolescente e gli anziani ospiti sono inizialmente difficili, ma l’ostilità si trasforma in una bellissima amicizia. Film delicatissimo, forse, a tratti, troppo zuccheroso che ha fruttato a Henry Fonda l’Oscar poco prima della morte.

On Golden Pond (1981) on IMDb
Due vite una svolta (1977) - Film - Movieplayer.it

Regia di Herbert Ross. Un film Da vedere 1977 con Shirley MacLaineAnne BancroftAnthony ZerbeTom SkerrittLeslie BrowneMikhail Baryshnikov. Titolo originale: The Turning Point. Genere Commedia – USA1977durata 119 minuti. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Ballerina ritrova ex collega e amica, diventata una tranquilla casalinga: ognuna delle due rimpiange quello che non ha. Ammirevole duetto (e duello) tra due primedonne, sullo sfondo dell’American Ballet. Il film ebbe 11 candidature all’Oscar senza vincerne nemmeno uno. Un record.

The Turning Point (1977) on IMDb

Regia di Gianfranco Rosi. Un film Da vedere 2013 Genere Documentario, – Italia2013durata 93 minuti. Uscita cinema giovedì 19 settembre 2013 distribuito da Officine Ubu. – MYmonetro 2,95 su 7 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Intorno al Grande raccordo anulare di Roma (GRA) si svolgono diverse esistenze. Un nobile piemontese decaduto che vive con la figlia in un appartamento in periferia (accanto ad un dj indiano), un pescatore d’anguille, un esperto botanico che combatte per la sopravvivenza delle palme, un paramedico con una madre affetta da demenza senile, delle prostitute transessuali, un nobile che vive in un castello affittato come set per fotoromanzi, alcuni fedeli che osservano un’esclisse al Divino Amore attribuendola alla Madonna e delle ragazze immagine di un bar.
Nonostante sia raccontato in maniera non lineare, incrociando le diverse storie che il regista ha scelto di seguire, Sacro GRA appare come un road movie che non attraversa nulla, come se il regista avesse solcato un territorio fermandosi in diversi punti per documentarne l’eterogeneità. Invece è un cerchio il percorso battuto in due anni di lavorazione, tragitto che per antonomasia non conduce a nulla ma collega tutto.
Intorno alla mastodontica struttura che racchiude Roma Rosi ha studiato l’elemento umano, come sempre avviene nei suoi documentari che partono da un paesaggio per indagare i suoi abitanti. In questo caso il paesaggio umano che si muove nel paesaggio urbano a pochi metri dal raccordo, visto attraverso il montaggio che il regista fa delle decine di ore di materiale girato, diventa un paesaggio cinematografico.
Se il cinema di finzione ha la capacità di fondare la mitologia dei luoghi realmente esistenti in cui sceglie di ambientare le sue storie, Sacro GRA scarta subito la soluzione più semplice solitamente lasciata ai documentari e riprende pochissimo il raccordo in sè. Sono gli uomini a definire il luogo e non viceversa, un’umanità assurda, paradossale e imprevedibile. Persone e caratteri che la realtà sembra ereditare dal cinema (tanto che ci si chiede cosa si sia ispirato a cosa).
Si fa infatti fatica ad accettare la realtà documentaristica delle storie di Sacro GRA tanto il loro svolgersi pare in linea con i dettami e gli stilemi dei generi del cinema. Alcuni segmenti ricordano le commedie italiane anni ’50, altri hanno personaggi che parlano di “antipasti della vendetta” e di attacchi come in un film di guerra, altri sono apertamente grotteschi e caricaturali, altri ancora non disdegnano il dramma intimista della vecchiaia o il kammerspiel, con una finestra a fare da frame nel frame.
In ogni caso è la capacità fuori dal normale di Gianfranco Rosi di posizionare la videocamera (quindi scegliere il suo punto di vista sugli eventi) a provocare la trasfigurazione del reale in mitologia del cinema. Come se fosse andato ai confini del mondo (e invece, lo si ripete, ha solo girato in tondo) Rosi riesce a distruggere ogni convenzione documentarista per trovare il cinema nella realtà attraverso lo sguardo e raccontare così il paesaggio umano più vicino a noi (dopo i narcos di El sicario e i messicani di Below sea level). Nato ad Asmara, con nazionalità italiana e americana, nell’85 si trasferisce a New York dove studia alla New York University Film School. Il suo primo mediometraggio, Boatman, risale al 1993 e viene presentato in vari festival internazionali. In seguito presenta alla Mostra del Cinema di Venezia Afterwords, nel 2001, e Below Sea Level, nel 2008, che si aggiudica i premi Orizzonti e Doc/It. Il film vince anche il premio come miglior documentario al Bellaria Film Festival, i Grand Prix e il Prix des Jeunes al Cinéma du Réel del 2009, il premio per il miglior film al One World Film Festival di Praga, il Premio Vittorio De Seta al Bif&st 2009 per il miglior documentario ed è nominato come miglior documentario all’European Film Awards 2009.
Del 2010 è invece il lungometraggio El sicario – Room 164, film-intervista su un sicario messicano che vince diversi premi. Dirige inoltre varie pubblicità progresso, ma il successo vero e proprio arriva nel 2013, quando il suo documentario Sacro GRA, che racconta vite difficili intorno al Grande Raccordo Anulare di Roma, vince il il Leone d’oro al miglior film alla 70ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

Sacro GRA (2013) on IMDb

Un film di Francesco Rosi. Con Rod Steiger, Guido Alberti, Marcello Cannavale, Alberto Canocchia, Salvo Randone. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 110 min. – Italia 1963. MYMONETRO Le mani sulla città * * * 1/2 - valutazione media: 3,58 su 19 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Napoli, primi Anni Sessanta. Crolla un palazzo a causa di un cantiere limitrofo di proprietà di un certo Nottola, speculatore edilizio appoggiato dalla maggioranza che guida l’amministrazione della città. Viene aperta una commissione d’inchiesta dalla quale emerge che le pratiche per la concessione sono state corrette dal punto di vista formale. Nottola è però diventato ‘scomodo’ e non è possibile garantirgli il posto da assessore che egli pretende in seguito alle ormai imminenti elezioni.
Ci sono film, anche di valore, che con il passare degli anni perdono la presa che ebbero al momento della loro uscita e restano lì a farsi ammirare come un prezioso utensile del passato di cui riconosciamo la perfezione ma che può solo restare chiuso in una teca. Altri invece (e il film di Rosi è fra questi) che invece conservano una loro inattaccabile attualità. Verrebbe da dire: purtroppo. Purtroppo perché quei problemi, quel malcostume, quel modo di intendere l’amministrazione della cosa pubblica perdurano. È sicuramente anche questo uno dei motivi della tenuta di Le mani sulla città ma quello che lo distacca dalla cronaca politica è lo stile narrativo.
Rosi non fa un ‘film di denuncia’, va oltre. Sceglie un taglio da “cinema verité” quando riprende le sedute del Consiglio comunale offrendoci dei totali di un’aula in cui ci si prepara a una lotta di tutti contro tutti. Da questo magma fa emergere delle figure che sono rappresentative di posizioni e di interessi diversi che finiscono con il ruotare attorno a Nottola (interpretato da un Rod Steiger che domina l’inquadratura). Sarebbe facile definire ‘profetico’ un film in cui si agitano ‘mani pulite’ o in cui il conflitto di interessi diviene tanto palese quanto socialmente metabolizzato. Le mani sulla città è qualcosa di più e di diverso. È un film che va alle radici di uno dei cancri che hanno corroso e continuano a corrodere la nostra società e ne mette spietatamente in luce le metastasi. Divenendo un paradigma (anche se non del tutto compreso, al di là delle polemiche sul suo contenuto, al momento dell’uscita). Tanto che anche il cinema successivo gli ha reso omaggio in più occasioni. Due esempi per tutti. La voga da fermo di Nanni Moretti, protagonista de La seconda volta di Mimmo Calopresti, che richiama l’entrata in scena di Maglione e il politico non vedente in Baarìa che, dinanzi a un plastico di un nuovo complesso edilizio, mette, letteralmente, ‘le mani sulla città’.

Hands Over the City (1963) on IMDb
Locandina L'amore

Un film di Roberto Rossellini. Con Anna Magnani, Sylvia Bataille, Lia Corelli, Gabrielle Fontan, Jucci Kellerman.Drammatico, b/n durata 78 min. – Italia 1948. MYMONETRO L’amore * * 1/2 - -valutazione media: 2,83

Il film si divide in due episodi. Il primo si intitola Una voce umana ed ha al centro una serie di telefonate che una donna riceve dall’uomo che ama e che la sta lasciando per un’altra. Nel secondo (Il miracolo) Nannina, una pastora considerata matta dai compaesani, incontra un vagabondo che crede sia San Giuseppe (a cui lei è molto fedele) che ha deciso finalmente di comparirle davanti. L’uomo, dopo averla fatta bere abbondantemente, approfitta di lei. Così Nannina si ritrova incinta e dileggiata da tutti.
“Questo film è un omaggio all’arte di Anna Magnani” così recita un cartello a firma Roberto Rossellini prima dell’inizio del secondo episodio de L’amore. Si può però affermare che entrambi, anzi in modo particolare il primo, siano due grandi omaggi all’attrice. Cocteau, alla cui pièce fa riferimento diretto con alcune varianti il primo episodio, ricordava: “Ho lavorato al film “La voix humaine” con Rossellini e la Magnani. Due belve. Una che sonnecchia. L’altra che tira fuori gli artigli. Conservo della nostra collaborazione il ricordo di una sorta di miracolo amichevole.” Rossellini realizza sulla base del testo un film che si può definire sperimentale. Sperimenta sui suoni: le voci che giungono dall’appartamento accanto, le repliche dell’interlocutore al telefono che ogni tanto si percepiscono quasi distintamente, i rumori ambientali. Ma soprattutto è su lei, su Anna Magnani che esercita una sorta di gioco che va dal dominio alla sottomissione alternativamente. Da un lato le scelte di inquadratura, che talvolta si rivelano difficili da sostenere per l’uso del fiato da parte della protagonista e dall’altro l’infinita tavolozza di sfumature vocali ma soprattutto mimico-facciali e corporee che l’attrice gli regala e/o gli impone. Nel secondo episodio la situazione si modifica profondamente. Da un’unità di tempo e spazio in interni si passa a una vicenda che si sviluppa quasi totalmente in esterni che marcano fortemente la solitudine esistenziale di Nannina. Anna Magnani le offre tutti i tratti fisiognomici popolari che aveva abilmente sottratto alla schermaglia drammatica delle telefonate. Il suo è un corpo che diventa progressivamente sempre più sgraziato mentre le sue parole si perdono nel vociare crudele e irridente della folla. Parole a cui inizialmente ha fatto da gelido contrasto il silenzio dello sconosciuto (interpretato da un misterioso Fellini) pronto a sfruttare la sua ingenua credulità. Rossellini sta esplicitamente dalla sua parte, non ne mette mai in ridicolo la fede primitiva mentre invece giudica in poche inquadrature sia l’ignoranza del ‘popolino’ sia quella arrogante e presuntuosa dei giovani studenti.

Love (1948) on IMDb
Locandina Verso la vita

Un film di Jean Renoir. Con Jean GabinLouis JouvetSuzy Prim Titolo originale Les bas-FondsDrammaticob/n durata 95 min. – Francia 1936.

Un barone, rovinato dal gioco e dalle donne, una notte sorprende nel suo appartamento un ladro, Pepel. I due fanno amicizia e, il mattino successivo, il barone, per sfuggire agli ufficiali giudiziari venuti ad arrestarlo, segue Pepel, che lo porta nel dormitorio dove vive con altri disperati. L’albergo è gestito da un vecchio avaro, Kostilev, che sfrutta i suoi inquilini. Pepel è l’amante della giovane moglie del vecchio, Vassilissa, ma difende la giovane sorella di lei, Natasha, dalle pesanti pressioni che i due le impongono per farle sposare l’ispettore degli affitti. 

The Lower Depths (1936) on IMDb

Sostituita versione 1080p h265 solo fra con ottima versione 720p h264 ita/fra che il mulo ci ha gentilmente donato dopo un mese a 3kb/s

Un film di Francesco Rosi. Con Gian Maria Volonté, Peter Baldwin, Luigi Squarzina, Renato Romano, Dario Michaelis. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 118 min. – Italia 1972. MYMONETRO Il caso Mattei * * * 1/2 - valutazione media: 3,71 su 14 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
 

Unendo con rigore cronaca, ricostruzione documentaria e libera rievocazione, attraverso l’utilizzo di una pluralità di fonti e punti di vista (interviste, reportage, diapositive, intervenendo talvolta in prima persona per la formulazione di domande contestuali alla realizzazione del film) Francesco Rosi realizza con notevole efficacia il ritratto di Enrico Mattei ” l’italiano più potente dopo Giulio Cesare”. Il caso Mattei è un thriller politico, dal linguaggio cinematografico anticonvenzionale e dall’originale sobrietà di stile che raggiunge lo spettatore non solo emotivamente ma soprattutto lo coinvolge nella ricerca di nessi segreti e nascosti del potere costringendolo a intraprendere un cammino di presa di coscienza. E’ l’impegno civile, il distacco critico, l’indagine sull’accertamento dei fatti e l’interrogazione sulle loro cause di un “condottiero” (così Fellini definiva Rosi) capace di rendere concreta per immagini una speculazione astratta attraverso la regia, rendendoci partecipi della sua indignazione morale e costante ricerca intellettuale.
Rosi facendo sua una suggestione che era stata dei neorealisti si occupa di temi di immediata attualità dove lo sguardo sui personaggi funziona da rivelatore della complessità storica e politica. Trattasi di cinema tutt’altro che ideologico ma in continua osservazione e ridefinizione, un cinema che offre uno scorcio eloquente della politica italiana del dopoguerra, di un’Italia dei risultati ma anche degli errori e delle contraddizioni. Sono gli anni del radicamento sociale dei partiti che si identificano nella rappresentanza popolare ma anche nei meccanismi clientelari. Nel 1953 nasce l’Eni (a cavallo appunto tra impresa pubblica e politica) grazie alle capacità di Mattei a cui era stato affidato il compito di liquidare l’Agip, una società statale istituita dal regime fascista e che Mattei amplia e riorganizza in Eni. Personaggio ambiguo e controverso, la cui influenza politica e i cui ambivalenti rapporti con la Democrazia Cristiana ne manifestavano la complessità e l’impossibilità di una sintesi univoca della sua personalità. Sotto la sua direzione vengono negoziate importanti concessioni petrolifere in Medio Oriente e conclusi accordi commerciali “scomodi” con l’Unione Sovietica portando alla rottura dell’equilibrio stabilito dalle “sette sorelle” del petrolio.
L’intreccio narrativo privo di una lineare concatenazione dei fatti traccia una rete di connessioni senza la pretesa di imporre verità assolute e senza dispensarsi dal sollevare dubbi sulla fine di Mattei (il bireattore personale su cui viaggiava il 27 ottobre 1962 precipitò nel cielo di Bescapè nei pressi di Milano), avanzando l’ipotesi, non di certo facile per quegli anni, di sabotaggio e di complotto. Tale tesi è accentuata dalla scomparsa in circostanze sospette nel 1970 del cronista Mauro De Mauro che avrebbe dovuto collaborare alla realizzazione del film ricostruendo le ultime ore di vita “dell’imprenditore di stato”. Palma d’oro a Cannes nel 1972 ex aequo con La classe operaia va in paradiso di Elio Petri.

The Mattei Affair (1972) on IMDb
LA PERDIZIONE - Spietati - Recensioni e Novità sui Film

Un film di Ken Russell. Con Robert Powell, Georgina Hale, Lee Montague, Richard Morant Titolo originale Mahler. Biografico, durata 115 min. – Gran Bretagna 1974. MYMONETRO La perdizione * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Il celebre musicista Gustav Mahler, reduce da una serie di concerti, torna dopo molto tempo a Vienna accompagnato dalla giovane moglie. La salute del compositore sta peggiorando e il matrimonio è in crisi. Durante il viaggio, Mahler ha orribili incubi, rivede il passato e vede il futuro (con la premonizione dell’avvento del nazismo). Alla fine il treno arriva a destinazione. I medici dicono a Mahler che ha solo poche settimane di vita.

Mahler (1974) on IMDb

Regia di Stefan Ruzowitzky. Un film Da vedere 2007 con Karl MarkovicsAugust DiehlDevid StriesowMartin BrambachAugust ZirnerCast completo Titolo originale: Die Fälscher. Genere Drammatico, – AustriaGermania2007durata 98 minuti. Uscita cinema venerdì 1 febbraio 2008 distribuito da Lady Film. – MYmonetro 3,12 su 15 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Ispirato al libro The Devil’s Workshop (2006) di Adolf Burger e sceneggiato dal regista. Storia vera di Salomon Smolianoff (nel film Sorowitsch), ebreo di origine russa e rinomato falsario nella Berlino degli anni ’30, e di altri 140 ebrei (stampatori, tipografi, grafici). Trasferiti nel 1942 nel lager di Sachsenhausen, bene alloggiati e ben nutriti, produssero fino al 1945 134 milioni di sterline false, oltre a documenti e passaporti, anch’essi falsi, per i servizi segreti tedeschi. Un’analoga operazione in dollari riuscì meno bene: lo scopo era quello di indebolire le economie dei Paesi nemici. È la storia di una lotta per la sopravvivenza che pone più di un problema di ordine etico: per scampare alla morte, le vittime dovevano fare un lavoro – e farlo bene – al servizio dei loro carnefici e soffocare la vergogna di essere ancora vivi. È anche il caso interessante di un film che si cimenta, aggirandola, con la irrappresentabilità audiovisiva dei campi nazisti di sterminio. La rossa D. Chaplin è figlia di Michael e nipote di Charlie S. Chaplin.

 Il falsario - Operazione Bernhard
(2007) on IMDb

Regia di Fons Rademakers. Un film con Derek de LintMonique Van De VenMarc van UchelenJohn KraaykampFrans VorstmanCast completo Titolo originale: DE AANSLAG. Genere Drammatico – USA1986durata 149 minuti. – MYmonetro 3,25 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Tratto da un romanzo di Harry Mulisch, il film narra la storia di un fisico la cui famiglia fu sterminata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel gennaio 1945, la Resistenza tedesca uccide un alleato nella strada in cui abita l’allora dodicenne Anton Steenwijk. Poiché l’uomo, ucciso in realtà di fronte alla casa dei vicini della famiglia Steenwijk, viene rimosso e trasportato di fronte alla porta di casa della famiglia Steenwijk dagli stessi vicini, i Tedeschi non esitano a sterminare il padre, la madre e il fratello di Anton. Divenuto adulto, Anton è deciso a scoprire la verità e passa gran parte della sua vita ad interrogarsi sul motivo che ha spinto i suoi vicini a comportarsi in quel modo. Nel 1984, durante una dimostrazione anti-missile, il “mistero” si risolve e la risposta ai mille interrogativi di Anton si rivela molto più complessa di quella che si poteva immaginare nel lontano 1945. Il film, strutturato a flashback, acquista un fascino tutto particolare proprio perché i fatti e le parole chiave per la comprensione della vicenda riaffiorano a poco a poco da un passato nebuloso trovando chiarimenti nel presente. 

The Assault (1986) on IMDb
Il grande inquisitore. Restaurato in HD (DVD) - DVD - Film di Michael  Reeves Fantastico | IBS

Un film di Michael Reeves. Con Vincent Price, Rupert Davies, Ian Ogilvy, Hilary Dwyer Titolo originale The Witchfinder General. Horror, durata 98′ min. – Gran Bretagna 1968. MYMONETRO Il grande inquisitore * * * - - valutazione media: 3,38 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Nel 1645, sullo sfondo delle guerre civili che in quel periodo opposero i realisti di Carlo I ai puritani di Oliver Cromwell, il perverso inquisitore Matthew Hopkins va in giro a rintracciare e processare streghe e rovina la vita a un giovane ufficiale di Cromwell. 3° e ultimo film di Reeves (1943-69), morto suicida, è un’opera straordinaria che, nelle sue apparenze di horror duro e violento, apre scorci terrificanti sulla storia e l’immaginario inglesi e vanta una grande interpretazione di Price. “Con la sua acuta sensibilità paesaggistica, riporta l’horror a radici ancestrali, connaturate alle stesse caratteristiche fisiche e psichiche del paese, a Stonehenge, ai celti, alle zone oscure dei cicli cavallereschi” (E. Martini). Una ballata macabra di allucinata forza metaforica. Altro titolo originale: Conqueror Worm.

Witchfinder General (1968) on IMDb
Risultati immagini per Il Prezzo dell'Inganno

Un film di Irving Rapper. Con Paul Henreid, Bette Davis, John Abbott Titolo originale Deception. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 112′ min. – USA 1946. MYMONETRO Il prezzo dell’inganno * * 1/2 - - valutazione media: 2,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Violoncellista europeo arriva dopo la guerra a New York, sposa un’amatissima pianista che gli nasconde di essere stata l’amante di celebre e possessivo compositore. Finale cruento. Da un dramma teatrale a 2 personaggi di Louis Verneuil un melodramma triangolare con molta musica classica (Haydn, Beethoven, Chopin e un pezzo originale di E.W. Korngold), appartamenti immensi e lo stesso trio d’interpreti di Perdutamente tua (1942) dello stesso Rapper, dove, forse per l’unica volta, B. Davis si fa rubare il film da un partner (C. Rains), ma alla fine, smentendo le menzogne, si prende la rivincita. Preceduto da Jealousy (1929) con Jeanne Eagels e Fredric March. Un classico del gusto camp.

Deception (1946) on IMDb
Locandina Oliver!

Un film di Carol Reed. Con Hugh GriffithOliver ReedRon MoodyJack WildShani Wallis. continua» Avventuradurata 153 min. – Gran Bretagna 1968.

Oliver Twist è cacciato dal collegio di miserabili dove vive e si reca a Londra. Qui cade preda di una banda di ragazzi violenti che lo iniziano al furto. Un gentiluomo lo prende però sotto la sua protezione e malgrado Oliver venga perseguitato dai suoi antichi compagni, il suo benefattore riesce a tenerlo sempre con sé.

Oliver! (1968) on IMDb

Regia di Tony Richardson. Un film Da vedere 1963 con Susannah YorkHugh GriffithAlbert FinneyDiane CilentoEdith EvansJoyce RedmanCast completo Genere Avventura – Gran Bretagna1963durata 129 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,50 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Dal romanzo (1749) di Henry Fielding: nell’Inghilterra del Settecento il trovatello Tom, adottato da un ricco filantropo, cresce nel lusso finché viene buttato fuori di casa dal legittimo erede. Dopo molte avventure, sposa la figlia del benefattore. Debordante di artifizi e di civetterie, realizzato con entusiasmo più che con disciplina, felicemente infedele al romanzo trasformato in uno scattante racconto di cappa e spada, in bilico tra satira e parodia sulla scorta di una sagace e aguzza sceneggiatura di J. Osborne, è un film colorito e mosso, ricco di divertimento e sorprese, recitato bene da tutti, benissimo da A. Finney. Ebbe 9 nomine e 4 premi Oscar: film, regia, sceneggiatura e musiche di J. Addison. Voce off italiana di E.M. Salerno.

 Tom Jones
(1963) on IMDb
IL MNEMONISTA - Film (2000)

Regia di Paolo Rosa. Un film con Sandro LombardiRoberto HerlitzkaSonia BergamascoSergio RubiniSonia GessnerCast completo Genere Drammatico – Italia2000durata 107 minuti. – MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Primo violino in un’orchestra, S. è dotato di una memoria eccezionale che gli è fonte di disagi e infelicità. Dopo un lungo ma non risolutivo rapporto con il prof. L., noto psichiatra, si riduce a diventare un’attrazione nel mondo dello spettacolo. Scritto dal regista con Lara Fremder e Giuliano Corti, tratto da Un piccolo libro una grande memoria (1965) del neuropsicologo russo Aleksandr R. Lurija sul caso di Solomon Cerecevskij, è il 1° lungometraggio in pellicola del milanese “Studio Azzurro”, attivo in vari settori sperimentali dell’audiovisivo, di cui Rosa fu nel 1982 uno dei fondatori. Ambientato in un generico paese dell’Europa centrale degli anni ’20-’30, conduce lo spettatore in un originale percorso visivo attraverso il labirinto della mente, affrontando in un modo nuovo i temi della memoria, del potere dell’immaginazione e della necessità dell’oblio. Con l’ottimo Lombardi, teatrante off, che parla spesso in macchina nel confessarsi al medico dell’altrettanto bravo Herlitzka, calato in immagini infallibili (Fabio Cirifino) è “un film concettuale, ironico e leggero perché colto” (F. De Bernardinis) che scansa ingorghi o eccessi dell’immaginario con un linguaggio di classica lucidità. Troppo eccentrico per essere capito e valutato come meritava. 1° premio al Sulmonacinema Festival.

 Il mnemonista
(2000) on IMDb

Regia di Robert Rossen. Un film con Mercedes McCambridgeJohn IrelandJohn DerekBroderick CrawfordJoanne Dru. Genere Drammatico – USA1949durata 109 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,09 su 5 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Ascesa e caduta di Willie Stark, demagogo del Sud che, di origini modeste, si dà alla politica, diventa governatore dello Stato e senatore con il voto popolare. Per attuare un programma di opere pubbliche ricorre agli stessi metodi di corruzione e sopraffazione, denunciando i quali aveva sconfitto i suoi ricchi avversari politici. Tratto da un romanzo (1946) premio Pulitzer di Robert Penn Warren, sceneggiato dal regista/produttore per la Columbia, il personaggio, leggermente camuffato, è il ritratto di Huey Long, governatore della Louisiana che fu ucciso da una sua vittima nel 1935. Imperniato sul tema del potere che corrompe e sull’ambiguità della condizione umana, è un ammirevole saggio psicologico in forma di melodramma. Vibrante esempio di realismo sociale, fu girato (fotografia: Burnett Guffey) per intero in esterni naturali, fatto raro in quell’epoca. Ebbe una trentina di premi tra cui 3 Oscar (film, Crawford, McCambridge) su 7 candidature.

 Tutti gli uomini del re
(1949) on IMDb

Regia di Irving RapperWilliam Dieterle. Un film Da vedere 1937 con Paul MuniGale SondergaardJoseph SchildkrautGloria HoldenRobert WarwickCast completo Titolo originale: The Life of Emile Zola. Genere Storico – USA1937durata 117 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,46 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Grande produzione della Warner Bros e secondo film biografico di Paul Muni premiato con l’Oscar. Il film narra la vita di Emile Zola (Paul Muni). Il punto focale del film è il ruolo di Zola nella vicenda del capitano Dreyfuss, accusato di tradimento e imprigionato nell’isola del Diavolo. Il famoso manifesto J’accuse costa a Zola una condanna giudiziaria che lo costringe a fuggire in Inghilterra. Da oltremanica continua a battersi per la liberazione di Dreyfuss e per la condanna dei vertici militari che avevano orchestrato l’accusa contro il capitano ebreo. La campagna di Zola ha successo, ma prima che possa incontrare il liberato Dreyfuss, lo scrittore muore in un banale incidente. Curioso il fatto che nel film non si fai mai alcun cenno al fatto che contro Dreyfuss agì un fortisssimo sentimento antisemita da parte della classe dirigente francese. Negli anni ’30 Hollywood evitò accuratamente questo argomento e questo film ne è una testimonianza.

The Life of Emile Zola (1937) on IMDb

Film introvabile, ho aggiunto i subita traducendoli con google, potrebbero esserci delle imprecisioni.

Regia di Wesley Ruggles. Un film con Richard DixIrene DunneEdna May OliverEstelle TaylorNance O’Neil. Titolo originale: Cimarron. Genere Western – USA1931durata 130 minuti. – MYmonetro 2,61 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Il film racconta la vita di alcune famiglie di coloni in Oklahoma, dagli anni Novanta alla prima guerra mondiale. 

Cimarron (1931) on IMDb