Seconda guerra mondiale. Un gruppo di soldati americani raggiunge Roma. Durante il percorso dall’Africa alla capitale un soldato si è sposato; un altro è impazzito per l’impossibilità di tornare a casa e vedere il figlioletto in fasce; il capitano del reparto è rimasto ucciso alle soglie della città.
Un film di William A. Wellman. Con James Cagney, Jean Harlow, Edward Woods, Beryl Mercer, Donald Cook. Titolo originale The Public Enemy. Drammatico, b/n durata 84 min. – USA 1931. MYMONETRO Nemico pubblico [1] valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Nell’America del 1909, alle soglie del proibizionismo, il ritratto senza reticenze dell’ascesa e della caduta di un gangster, Tom Powers (James Cagney), dall’infanzia trascorsa nelle strade di un quartiere povero di New York alle prime imprese criminose insieme con il fido amico Matt Doyle (Edward Woods), dagli amori travagliati con la fidanzata Kitty e la bellissima Gwen Allen (Jean Harlow) alla tragica fine per mano di una banda rivale. Interpretato da un vibrante James Cagney, capace perfino di far assumere al personaggio dimensioni eroiche nonostante la sua totale negatività, è insieme a Piccolo Cesare e Scarface il film che meglio rappresenta il genere ‘gangster movie’. La serratissima regia di William Wellman si esalta in alcune sequenze chiave come il laconico finale con l’abbandono del cadavere di Cagney davanti alla casa della sua famiglia.
Un’aspirante attrice, Esther Blodgett (Janet Gaynor), lascia la provincia per Hollywood in cerca di successo nel mondo dello spettacolo, e finisce per incontrare casualmente il famoso attore Norman Maine (Fredric March). Questi, dopo averla sposata, userà tutta la sua influenza per aiutarla a realizzare il suo sogno di diventare una “stella”. Mentre la popolarità della moglie, che ha assunto lo pseudonimo di Vicky Lester, sale vertiginosamente, Maine vede la sua fama diminuire velocemente e per questo, dopo aver cercato inutilmente rifugio nell’alcol, finisce con il suicidarsi, devastato dal successo della donna amata, a cui pur così tanto aveva contribuito. Uno dei melodrammi più celebri sullo Star System hollywoodiano, ispirato a un film del 1932 di George Cukor, che sfrutta al meglio le possibilità offerte dal Technicolor e l’alchimia della coppia Janet Gaynor-Fredric March. Vincitore di 2 Oscar, per il soggetto originale e per la fotografia, del film di Wellman sono state realizzate altre due versioni, da George Cukor nel 1954 e da Frank Pierson nel 1976.
Compagnia della 101° divisione aerotrasportata americana è accerchiata a Bastogne (Belgio) nell’inverno 1944, durante la controffensiva tedesca delle Ardenne. Wellman sfalda la statua retorica dell’eroe combattente per mostrare la guerra nella sua terribile e umile realtà, attraverso una serie di annotazioni molto realistiche. Oscar per la sceneggiatura (R. Pirosh) e la fotografia (P.C. Vogel).
Sette banditi rapinano una banca e scappano attraverso il deserto. Arrivano a un villaggio abbandonato, dove trovano una ragazza e un vecchio che cerca l’oro. Un classico del western, robusto e asciutto.
Su soggetto di John Monk Saundes e regia di Wellman, entrambi ex piloti della Squadriglia Lafayette nella Grande Guerra, è un megafilm bellico della Paramount Famous Lasky Corp. Vinse la statuetta del miglior film nella prima edizione degli Oscar (1927-28), oltre quella per gli effetti meccanici (Roy Pomeroy). Nel 2010 chiuse in tripudio le Giornate del Cinema Muto di Pordenone con l’esecuzione orchestrale dal vivo della partitura di Carl Davis. Jack e David, rivali in amore, diventano amicissimi quando nel 1917 si arruolano nell’aviazione francese e sono premiati per il loro valore. C’è Mary, amata da Jack e amante di David, a sua volta incline per Sylvia che per amore li raggiunge al fronte come conducente di un’autoambulanza. Tragico epilogo. In una breve scena all’inizio un magnetico Cooper, nella parte di un veterano, sorpassa i 2 protagonisti. Storicamente fasullo, enfaticamente militarista con alcune casuali note pacifiste, parentesi di commedia brillante, è giustamente ricordato dagli storici di cinema per gli straordinari scontri aerei tra le nuvole, integrati sin dal 1928 da effetti sonori (il rombo dei motori, le raffiche delle mitragliatrici). Muto.
Tre avventurieri vengono accusati di furto di bestiame dalla comunità di una cittadina del West. Sceneggiato da Lamar Trotti e fotografato da Arthur Miller, questo film, tratto da un romanzo di Vantilburg Clark, uscì negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale. Il tema del linciaggio provocò una profonda impressione. Sul film (forse il capolavoro di Wellman) qualche anno dopo, Manny Farber su “The New Republic” scrisse: “… The Ox-Bow Incident è un significativo momento della nostra cultura”.
Da un romanzo di Ernest K. Gann. A causa di una violenta bufera di neve, aereo da trasporto atterra nel nord della Groenlandia. In attesa dei soccorsi la sopravvivenza è dura. Girato nelle sierre della California, è un dramma a suspense che riserva poche sorprese. Prodotto da Wayne, è un film d’andazzo, ma con gli aerei Wellman ci sa fare.
I tre fratelli ‘Beau’, John e Digby Geste sono stati tutti e tre adottati dalla ricca Lady Brandon. Quando un prezioso gioiello della donna sparisce, i tre sono costretti a fuggire di casa. Si arruolano tutti e tre nella Legione Straniera, trovandosi alle prese con il sadico sergente Markoff. Quando Markoff prende il comando del presidio, parte dei legionari si ribella. Il fortino viene attaccato dai tuareg e i militari riescono a malapena a cavarsela.
Wally Cook (Fredric March), un giornalista di New York a caccia di scoop, si interessa al caso di una giovane donna che vive nel Vermont, Hazel Flagg (Carole Lombard), creduta affetta da un male incurabile causato dall’esposizione a radiazioni e quindi destinata a morire in breve tempo. Cook fa arrivare la ragazza a New York per consentirle di vivere nel lusso i suoi ultimi giorni in cambio della possibilità di raccontare la sua storia. In realtà la giovane ha scoperto che si tratta di una diagnosi errata, ma decide di tacere pur di sfruttare l’occasione. Per non rovinare lo scoop del giornalista, di cui nel frattempo si è innamorata, vengono organizzati i falsi funerali di Hazel che finiscono per commuovere tutta New York, mentre i due partono per il loro viaggio di nozze. Black-comedy dal ritmo frenetico, il film di Wellman, che conobbe un grande successo popolare, descrive cinicamernte il mondo della stampa sempre a caccia di sensazionalismi, distinguendosi per i suoi riuscini intenti satirici e per la presenza di una Carole Lombard all’apice della sua breve e folgorante carriera. Portato in versione musical a Broadway nel 1953, Nulla sul serio ispirò anche nel 1954 Più vivo che morto di Norman Taurog con Jerry Lewis.
Flint con la giovane sposa indiana, organizza una caccia sui monti. Durante il viaggio, i cavalli vengono razziati da Ironshirt, ex innamorato della donna. Costei ne chiede la restituzione al vecchio capo tribù, che però muore. Gli indiani attaccano e la donna viene uccisa dopo aver partorito.
Un noto giornalista leva dai guai una ragazza sospettata di omicidio, ma lei lo ricambia con tutt’altra moneta. Un po’ commedia e un po’ dramma, la vicenda si snoda nella vita notturna di Broadway. Non male. Mai uscito al cinema, è passato solo in Tv.