Sceneggiato da Castellano & Pipolo, è un insieme di episodi farseschi sulle manie di moda: collezionismo, spogliarello, cambiali, tifo sportivo, ecc. Satira annacquata nel qualunquismo.
Louie è una serie televisivastatunitense trasmessa dal 2010 al 2015 dal canale FX. La serie televisiva è scritta, diretta, interpretata, montata e prodotta dal suo stesso ideatore, il comicostand-upLouis C.K.,[1] che recita una versione fittizia di se stesso: un comico e padre divorziato che cresce le sue due figlie nella città di New York. La serie ha un formato piuttosto libero ed atipico, caratterizzato da storyline per lo più sconnesse e da segmenti (descritti come «sketch estesi»)[2] che ruotano attorno alla vita di Louie, intervallate da performance stand-up dal vivo. La serie è liberamente ispirata alla vita di Louis C.K., e lo mostra sul palco come un comico e giù dal palco come un padre di due bambine appena divorziato. Ogni episodio è costituito da due storie che possono essere collegate tematicamente o meno, oppure da un’unica storia che dura per tutto l’episodio, spesso composta da diverse scene connesse tra loro. Le scene sono intervallate da performance comiche originali di C.K., che solitamente hanno luogo in piccoli locali di cabaret di New York, tra cui Comedy Cellar e Carolines a Manhattan. Nella prima stagione vengono mostrate occasionalmente brevi conversazioni tra Louie e il suo terapeuta.
Le storie mostrate nella serie sono generalmente distinte le une dalle altre, anche se saltuariamente alcuni personaggi ricorrenti (come Pamela, amica di Louie) creano una fittizia continuity tra gli episodi. In varie occasioni, infatti, la continuità non è tenuta in considerazione. Ad esempio, in due differenti episodi vengono mostrate due attrici e due personaggi molto diversi per interpretare il ruolo della madre di Louie.[8] Come spiegato da C.K., «ogni episodio ha il proprio scopo, e semplicemente non importa se va a scombinare lo scopo di un altro episodio».[9] Alcune storie, inoltre, si svolgono al di fuori della normale linea temporale della serie, come nell’episodio God in cui Louie viene mostrato durante la sua infanzia, oppure in Oh Louie, che si svolge nove anni prima che iniziasse la sua carriera di comico. L’episodio pilota include sequenze di una gita scolastica e di un imbarazzante primo appuntamento, mentre gli episodi successivi affrontano una grande varietà di temi, tra cui il divorzio, il sesso, la depressione, l’orientamento sessuale e il senso di colpa cattolico.
Riccardo Finzi, diplomatosi detective per corrispondenza, viene a Milano e tra la scarsa fiducia generale si mette a indagare su un caso che la polizia non riesce a risolvere: l’uccisione in Brianza di una ragazza bene. Finzi risolve il “puzzle” e la polizia lo ringrazia come si fa con un grande detective da romanzo giallo
Un film di Larry Charles. Con Sacha Baron Cohen, Pamela Anderson, Ken Davitian Titolo originale Borat: Cultural Learnings of America For Make Benefit Glorious Nation of Kazakhstan. Commedia, durata 84 min. – USA 2006. – 20th Century Fox uscita venerdì 2marzo 2007. – VM 14 – MYMONETRO Borat – Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan valutazione media: 2,33 su 231 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Irriverente, sovversivo, oltraggioso. Borat Sagdiyev è un reporter kazako in viaggio negli Stati Uniti d’America per girare un documentario che riprenda le usanze e i costumi del nuovo mondo, per poi riportare la preziosa e fedele testimonianza al suo paese. Misogino, antisemita e razzista, semina il panico e lascia il segno a ogni suo passaggio, scardinando di volta in volta le certezze e le ipocrisie di una cultura carica di pregiudizi e oscenità. Dal creatore di Ali G., Sacha Baron Cohen, un film che promette di far ridere a crepapelle dall’inizio alla fine della pellicola. Su un carrettino di gelati, insieme al suo goffo collega, Borat viaggia in lungo e in largo negli States alla ricerca di qualcuno che gli indichi le buone maniere, lo stare in società, ma soprattutto la strada per raggiungere il suo obiettivo unico e solo: incontrare l’eroina del suo telefilm preferito.
Giandomenico Fracchia è un personaggio televisivo e cinematografico ideato e interpretato da Paolo Villaggio. Apparve per la prima volta nel programma Quelli della domenica nel 1968, ed è una delle tre principali maschere comiche di Villaggio assieme al professor Kranz e a Ugo Fantozzi.
Il Muppet Show (The Muppet Show) è una trasmissione televisiva ideata dallo statunitenseJim Henson, andata in onda dal 1976 al 1981. I protagonisti sono dei curiosi pupazzi detti Muppet, dalla fusione tra le parole inglesi marionette (marionetta) e puppet (pupazzo). Jim Henson (animatore materiale anche di alcuni dei protagonisti), già presenza importante del programma Sesame Street (in Italia come “Sesamo apriti”), che ha in parte rivoluzionato il mondo della televisione per bambini, riuscì con questo programma a collocare i suoi pupazzi in una cornice rivolta ad un pubblico di adulti. Ogni puntata della serie ha come ospite speciale un artista che interagisce con i muppet, alla maniera di un famoso show televisivo americano, l’Ed Sullivan Show. Il Muppet Show è stato sicuramente il più grande successo dei Muppet essendo andato in onda in più di 100 paesi. Nonostante il programma sia stato prodotto negli Stati Uniti, lo spettacolo viene trasmesso per la prima volta nel Regno Unito
The Muppet Show – Stagione 1 – 24 episodi (Solo 16 nei DVD Italiani)
Un misterioso amuleto finisce tra le mani di un ragazzino che, preso da smania erotica, assale un gran numero di fanciulle. Dopo numerosi, grotteschi episodi arriva finalmente uno stregone, che inghiotte l’amuleto e finisce agli inferi.
Noboru Iguchi è un nome assai caro agli amanti di quel cinema folle ed eccessivo di marchio strettamente nipponico. E’ infatti a lui che negli anni recenti dobbiamo il merito di aver realizzato due titoli di culto quali The Machine Girl e Robogeisha, veri e propri concentrati di nonsense e divertimento esagerato che hanno ottenuto imperituro alloggio nel Valhalla dei trash movie. Ma se una ragazza “meccanica” intenta a vendicarsi per la morte della propria famiglia e una geisha “robotizzata” alle prese con la sua personale e particolare ribellione, potevano apparire già come personaggi assurdi inseriti in contesti ancora più ironicamente surreali, la protagonista e l’ambientazione di Zombie Ass – Toilet of the Dead (che già dal titolo annuncia la sua più “pura essenza”…) varcano un nuovo limite del buon gusto, andando a rivoluzionare in chiave farsesca un filone sempre sulla cresta dell’onda come quello dei film di zombi. L’inizio è sui generis per le produzioni sui morti viventi. Un gruppo di amici -tre ragazze e due ragazzi- si perdono in una foresta. Tra di loro vi è Megumi (Arisa Nakamura), studentessa di karate, che nasconde un drammatico segreto nel suo passato scolastico. All’improvviso i giovani vengono attaccati da uno zombi, e si avviano in una precipitosa fuga, soltanto per ritrovarsi accerchiati da altre orde di non morti. Quest’ultimi hanno però una differenza dai classici topoi del genere, e come arma per stordire le loro vittime hanno dei potentissimi… peti (!!), nonché dei lunghi vermi che escono dai loro orifizi pronti ad aggredire i malcapitati di turno. Megumi e i suoi compagni pensano di aver trovato un alleato in un mite professore e sua figlia, ma in realtà coloro che apparivano come salvatori si rivelano dei sadici assassini, loro stessi creatori del morbo zombificante.
IT Crowd (The IT Crowd) è una sitcom britannica scritta da Graham Linehan e prodotta da Ash Atalla andata in onda su Channel 4 in 4 stagioni dal 3 febbraio 2006 al 30 luglio 2010, e conclusa con un episodio speciale il 27 settembre 2013.
La serie IT Crowd è ambientata negli uffici della Reynholm Industries, una fittizia società di Londra. È incentrata sulle gag della squadra del reparto IT, relegata in un seminterrato sporco, disordinato e trasandato, in grande contrasto con la splendente architettura moderna e le favolose vedute di Londra di cui gode il resto dell’azienda. La segretezza che circonda l’attività dell’azienda serve da running gag attraverso la serie – tutto ciò che si sa è che l’impresa ha comprato e venduto ITV (fatto che Denholm Reynholm ha completamente dimenticato), e una volta ha fatturato “milleottocento miliardi di miliardi”. La squadra è ciò che Douglas Reynholm descrive come “una persona intraprendente e dinamica (Jen), un genio (Moss) ed un uomo irlandese (Roy)”.
I mostri (The Munsters) è una situation comedy brillante con elementi horror prodotta negli Stati Uniti e andata in onda per la prima volta dal 24 settembre 1964 sul network statunitense CBS
I protagonisti della serie televisiva sono una famiglia di mostri che vive in un sinistro maniero come una qualsiasi famiglia americana. I membri di questa bizzarra famiglia sono il padre Herman, una sorta di mostro di Frankenstein che fa sentire la sua forza così come impone l’ordine nella casa; la madre Lily, una specie di vampira ricalcata sul modello della famosa Bride of Frankenstein; il nonno, un vampiro vestito nella “classica” tenuta resa famosa da Bela Lugosi; il figlio Eddie Wolfgang, lupo mannaro, e la nipote Marilyn, l’unica ragazza “normale” della famiglia in tutti i sensi.
Un goffo cameraman non riesce a combinare niente di buono: potrebbe riprendere fatti importanti se non dimenticasse di inserire la pellicola in macchina e se non sovrapponesse due filmati. Sta per abbandonare il lavoro quando una scimmietta, che ha ripreso involontariamente due scene interessantissime, gli porta il successo e l’amore di una bella ragazza.
La famiglia Addams è un telefilm comicostatunitense andato in onda fra il 1964 e il 1966 sul network statunitense ABC.La serie creata, da David Levy, è ispirata all’omonimastriscia a fumetti creata da Charles Addams (1912–1988), e pubblicata sul New Yorker. La famiglia in questione è composta da Gomez Addams (John Astin), ricchissimo e distinto gentiluomo amante dei sigari e con l’hobby di far saltare trenini elettrici, da sua moglie Morticia (Carolyn Jones), fascinosa dark lady sempre pallidissima e vestita di nero, e dai loro due figli, la piccola e sadica Mercoledì e il pingue Pugsley. Vivono in una enorme e fatiscente villa di stile vittoriano, decisamente sinistra, che ospita anche lo strampalato zio Fester (l’ex bambino prodigio Jackie Coogan), una non meglio specificata ma altrettanto bislacca nonnina ed un cugino, chiamato Itt, che parla un grammelot incomprensibile e di cui niente si vede a parte un enorme ammasso di capelli che ne copre interamente la figura. La famiglia ha come maggiordomo un gigantesco surrogato del (cinematografico) mostro di Frankenstein, chiamato Lurch (Ted Cassidy), mentre da vari anfratti della casa talvolta esce una Mano (mozza), a cui la famiglia si rivolge col medesimo nome. L’enorme e smisurata ricchezza della famiglia consente ai protagonisti di non lavorare mai e di coltivare le proprie stranezze.
Altre comiche disavventure del maresciallo di Pane, amore e fantasia, questa volta ambientate oltre confine. Il protagonista vuole rimandare le nozze con la sua promessa e parte con la banda da lui diretta alla volta della Spagna. Qui è preso di mira da una bella indigena e si infatua di una danzatrice; questa però è legata ad un ragazzo, lui allora riparte per il suo paese in nave, ma quando vede sul molo la fidanzata e la bella spagnola preferisce non sbarcare.
I pronipoti (The Jetsons) è una sitcom animata della Hanna-Barbera, esordita negli Stati Uniti nel 1962. La serie racconta le avventure della famiglia Jetson, ambientata in una futura era spaziale. Come Gli antenati, la serie ha la struttura generale di una sitcom, e il mondo in cui si svolge è essenzialmente una parodia del presente: astronavi al posto di automobili, robot che svolgono i lavori di casa, alieni, ologrammi, e bizzarre invenzioni, ma le dinamiche generali della famiglia sono quelle del periodo coevo alla serie George Jetson, il capofamiglia, lavora alla fabbrica di astronavi del Signor Cosmo G. Spacely, un nanetto severo e irascibile. Jane, sua moglie, decisa ed energica, controlla la vita familiare. Hanno due figli: Judy, stereotipo di teenager più preoccupata dei propri vestiti che dei compiti di scuola, ed Elroy, il primo della classe, un genio nelle materie scientifiche. Rosie, il robot casalinga, è un modello fuori produzione, ma i Jetson le sono troppo affezionati per rottamarla. Infine, Astro è il cane di famiglia, un danese pasticcione ma amatissimo da tutti, e anche il piccolo Orbitry che diventa il migliore amico del danese. È ambientato intorno all’anno 2063.
Pochi giorni dopo l’attacco a Pearl Harbor, sulle coste della California infuria la psicosi dell’invasione. È il 13 dicembre 1941. Al largo c’è un sommergibile giapponese. In cielo sfreccia un aviatore pazzo. Il 1° fiasco nella carriera di Spielberg. Fantastoria col piede sull’acceleratore, ma spesso il motore s’imballa. Qua e là geniale, sempre eccessivo. Molte risate e il merito è della squadra degli effetti speciali. Scritto da Bob Gale e Robert Zemeckis, i futuri autori di Ritorno al futuro (1985), doveva essere diretto da John Milius. Su DVD ne esiste una versione più lunga di 26 minuti. Il portaordini in motocicletta è il regista John Landis, in una rara apparizione senza barba.
Novelli Giulietta e Romeo, Marion e Willie si amano anche se i rispettivi padri si detestano per motivi di lavoro. Dopo fratture, riconciliazioni e colpi di scena gli innamorati potranno coronare il loro sogno alla fine di un ciclone durante il quale Willie avrà modo di dimostrare il suo eroismo. Uno dei capolavori assoluti di Buster Keaton, pieno di scene pericolosissime girate senza l’uso di stuntmen.
Jimmie è socio di un’agenzia di Borsa e ha fatto un’errata operazione. Per non dichiarare il fallimento o finire in carcere è necessario trovare una forte somma. Jimmie scopre da un notaio che suo nonno gli lascia un’eredità. È necessario però che si sposi entro le sette di sera nel giorno del suo ventisettesimo compleanno. La caccia alla moglie ha inizio. Spassoso e abilmente orchestrato è un altro dei bei film di Keaton che sono poi stati saccheggiati da tutti i comici del sonoro
È il primo lungometraggio interpretato dai fratelli Marx, nonché uno dei primi film sonori della storia del cinema, la cui produzione e realizzazione dovette far fronte a continui problemi e difficoltà tecniche, ma in cui l’elemento comicità funzionò al meglio, posto che i fratelli Marx avevano interpretato le loro parti per anni nell’omonima opera teatrale da cui il film è tratto, andata in scena per la prima volta l’8 dicembre 1925 a New York e proseguita per 276 repliche. A teatro, oltre ai fratelli Marx, protagonista in scena era anche Margaret Dumont nella parte della signora Potter, ruolo che rifarà anche sullo schermo[1]. Lo spettacolo venne ripreso al Century Theatre nel maggio 1927, sempre con protagonisti i Marx e la Dumont[2]. All’epoca del boom economico sviluppatosi in Florida negli anni venti, Mr. Hammer è il proprietario del gigantesco Hotel Cocoanuts, un albergo di 600 stanze in cui la maggior parte degli ospiti non paga l’affitto, tanto che Hammer è costretto a far lavorare gratis i propri impiegati poiché non è in grado di pagare gli stipendi. Per scongiurare la crisi finanziaria, Mr. Hammer tenta di salvare la propria posizione corteggiando Mrs. Potter, una facoltosa vedova che è anche una tra i pochi ospiti dell’albergo a pagare i conti.
Stanlio e Ollio, in inglese Laurel & Hardy, è stato un famoso duo comico interprete del cinema slapstick, composto da Stan Laurel (soprannominato Stanlio in italiano e Stan in inglese) e Oliver Hardy (Ollio in italiano, in inglese Oliver, Ollie o Babe come si racconta fosse stato per la prima volta soprannominato dal suo barbiere).[1][2]
« Il mondo è pieno di persone come Stanlio e Ollio. Basta guardarsi attorno: c’è sempre uno stupido al quale non accade mai niente, e un furbo che in realtà è il più stupido di tutti. Solo che non lo sa. »
Il film si articola su quattro storie ambientate nella Versilia di fine stagione. Nella prima un bambino di nome Simone si innamora di una ragazza e si allontana dalla colonia per seguirla. Nella seconda un sindaco conservatore si scontra con il figlio di tutt’altre idee e comportamenti. Nella terza l’ubriacone del paese viene fatto oggetto di uno scherzo decisamente pesante facendogli trovare in una bara un morto al posto del vino che lui pensava vi fosse contenuto. Nella quarta un bagnino di buon cuore salva dal fallimento la proprietaria del “Bagnomaria”. In attesa dei più che buoni ascolti televisivi, Panariello si cuce addosso un film di serie B che non va al di là di una serie di sketch. È quello che fanno da (quasi) sempre i Vanzina.
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