Una giovane, che il nobile seduttore ha mandato in manicomio, ne esce per un periodo di prova. Unitasi ad un bracconiere, passa da un’avventura all’altra e finisce in prigione; fugge, ma…. Film interessante anche se abbastanza complesso.
All’inizio della seconda guerra mondiale Walter Schellenberg, giovane generale delle SS, ha l’idea di trasformare il “salon” (bordello di lusso) gestito a Berlino da Kitty Schmidt, in una centrale d’ascolto e di sorveglianza, sostituendo le professioniste del sesso con dilettanti scrupolosamente selezionate, di sicura fede nazional-socialista. Da questo fatto vero di cronaca il poliedrico sceneggiatore Ennio De Concini sviluppa una fiction dove nel lupanare nazificato del potere nasce l’amore con l’iniziale maiuscola e si diffondono idee di libertà e ribellione. Da questo cocktail di sesso, nazismo, svastica e perversioni erotiche (di moda sullo schermo negli anni ’70 dopo il successo di Portiere di notte ) T. Brass cava un film per uomini soli con un apporto figurativo di prim’ordine dove bisogna continuamente levarsi il cappello per salutare il passaggio di Visconti, Bertolucci, Cavani, Chaplin, Barbarella, l’ Histoire d’O , Arancia meccanica , Cabaret , persino Freaks e la commedia all’italiana. Bocciato dalla censura amministrativa, ottenne il visto di circolazione dopo aver subito 16 tagli concordati tra i censori e il produttore Giulio Sbragia. Inutilmente Brass cercò per vie legali di far togliere il suo nome dai titoli.
Avventurose peregrinazioni di una ragazza che respinge il fidanzato borghese e il mondo che rappresenta, fuggendo, prima delle nozze, per un viaggio stravagante attraverso le istituzioni della società. Ovvero quando Brass faceva ancora della sana sperimentazione, sconvolgendo la struttura narrativa e del linguaggio cinematografico, con gusto acceso della provocazione, estro satirico, aggressività orgiastica. È un film del ’68 (dissequestrato nel ’74). La voce di T. Aumont è quella di Mariangela Melato.
I marziani sbarcano nel Veneto. C’è chi li strumentalizza, chi li sfrutta e chi li uccide. I pochi ingenui che li prendono sul serio finiscono in manicomio. È il solo film in cui il multiforme Sordi (fa 4 parti) s’è arrischiato nella fantascienza, sia pure nelle cadenze di un’operetta satirica e morale con messaggio incorporato.
1° film di Giovanni Brass, in arte Tinto (1933). Bonifacio, giovane veneziano disoccupato e anarchico, fa una serie di strani incontri. Sullo sfondo di una Venezia inedita, è un film impregnato di veneta bizzarria libertaria che, tra scompensi e cadute di gusto, ha scatto, estro e qualche pagina di forza sconsolata, a mezza strada tra Rossellini e Godard. La censura impose tagli, modifiche e il cambio del titolo con In capo al mondo .
Un film di Tinto Brass. Con Anita Sanders, Nino Segurini, Terry Canter, Terry CarterCommedia, durata 89 min. – Italia 1969.
Barbara, a Londra col marito, è una donna italiana sessualmente repressa. Se ne accorge attraversando la città e facendo sogni erotici ad occhi aperti per via di un nero che la segue e che le ha scatenato la fantasia. Influenzata dall’atmosfera di libertà di Londra, mette da parte il suo complesso e accetta di andare col nero. Dopo di che torna felice dal marito. View full article »