Category: Australia


Regia di Bakhtyar Khudojnazarov. Un film con Chulpan Khamatova, Moritz Bleibtreu, Merab Ninidze, Ato Mukhamedshanov, Nikolai Fomenko. Titolo originale: Лунный папа (Lunnyj papa). Genere: Commedia, Drammatico, Avventura. Paese: Russia, Germania, Austria, Francia, Svizzera, Giappone, Uzbekistan. Anno: 1999. Durata: 109 min. Consigliato a: Per tutti. Valutazione IMDb: 7.3/10.

Mamlakat, una diciassettenne sognatrice che vive in un remoto villaggio dell’Asia Centrale non lontano da Samarcanda, nutre il desiderio segreto di diventare attrice. Una notte di luna piena, l’ingenua ragazza si concede a uno sconosciuto che si spaccia per un attore amico di Tom Cruise, ma l’uomo scompare subito dopo. Quando Mamlakat scopre di essere incinta, il padre vedovo Safar e il fratello reduce di guerra Nasreddin, profondamente disonorati, si mettono in viaggio con lei per rintracciare il misterioso seduttore. Inizia così una bizzarra e caotica odissea attraverso le sconfinate e polverose terre dell’Asia Centrale, tra incontri con personaggi stravaganti e situazioni surreali.

“Luna Papa” è un’esplosione di realismo magico, un film che attinge dichiaratamente all’immaginario visivo e narrativo di Emir Kusturica. Il tema principale è la ricerca di un’identità e di un padre, intrecciata con il viaggio come metafora della vita in un’epoca di transizione post-sovietica, dove il folklore locale e le superstizioni si scontrano con la modernità. La regia di Bakhtyar Khudojnazarov è visivamente ricca e dinamica, caratterizzata da un ritmo frenetico e dalla giustapposizione di elementi grotteschi e poetici: cavalli che galoppano nelle vie cittadine, aerei e animali che cadono dal cielo e il commento fuori campo del feto che narra la sua storia. L’uso di più direttori della fotografia crea un’atmosfera pittorica e surreale, ricca di colori caldi e polverosi che esaltano il paesaggio dell’Asia Centrale. Chulpan Khamatova è magnetica nel ruolo della protagonista ingenua e coraggiosa. Il film è un’opera corale che, pur non essendo esente da una certa ridondanza stilistica tipica del genere, è di grande importanza per la sua capacità di mescolare tragedia e commedia in un affresco vitale e memorabile, guadagnandosi un posto tra le opere più significative del cinema proveniente dalle ex repubbliche sovietiche.

Regia di Jane Campion. Un film con Benedict Cumberbatch, Kirsten Dunst, Jesse Plemons, Kodi Smit-McPhee, Frances Conroy. Titolo originale: The Power of the Dog. Genere: Drammatico, Western, Thriller. Paese: Regno Unito, Australia, USA, Canada, Nuova Zelanda. Anno: 2021. Durata: 125 min. Consigliato a: Da 14 anni. Valutazione IMDb: 6.8.

Ambientato nel Montana del 1925, il film segue la vita dei fratelli Phil e George Burbank, ricchi proprietari di un vasto ranch. Phil è un uomo carismatico ma rude e sprezzante, erede della tradizione del West. George è più posato e, inaspettatamente, sposa Rose, una vedova proprietaria di un ristorante locale, portandola a vivere nel ranch. L’arrivo di Rose e del suo fragile figlio adolescente, Peter, stravolge l’equilibrio della dimora. Phil riversa il suo disprezzo sulla cognata e sul ragazzo, innescando una complessa e silenziosa guerra psicologica.

Jane Campion, con questa opera, firma un western atipico, incentrato sull’esplorazione psicologica e sulle dinamiche tossiche all’interno di un nucleo familiare. I temi centrali sono la mascolinità tossica, l’omosessualità repressa e il desiderio di vendetta, abilmente mascherati sotto la superficie del dramma di frontiera. La regia è misurata e potente, sfruttando i vasti paesaggi della Nuova Zelanda per conferire un senso di isolamento e bellezza minacciosa, magnificamente catturato dalla fotografia di Ari Wegner. Benedict Cumberbatch offre un’interpretazione magistrale e sfaccettata, supportato da un cast eccellente. L’uso di silenzi e primi piani intensi costruisce una tensione palpabile, trasformando il dramma familiare in un thriller psicologico lento e inesorabile. Il film si distingue per la sua profondità tematica e l’eleganza stilistica, segnando un ritorno autoriale di grande impatto e confermando l’importanza di Campion nel panorama cinematografico contemporaneo. L’opera è stata ampiamente premiata, inclusa l’attribuzione dell’Oscar per la miglior regia.

Poster Driven

Regia di Renny Harlin. Un film con Sylvester Stallone, Burt Reynolds, Kip Pardue, Estella Warren, Gina Gershon. Titolo originale: Driven. Genere: Azione, Drammatico, Thriller. Paese: USA, Canada, Australia. Anno: 2001. Durata: 116 min. Consigliato a: Per tutti. Valutazione IMDb: 4.6.

Il film è ambientato nel frenetico e competitivo mondo delle corse automobilistiche del campionato Champ Car. Il protagonista è Joe Tanto, un ex pilota tornato in pista su richiesta del suo ex-boss Carl Henry per fungere da mentore e psicologo per Jimmy Bly, un giovane e talentuoso pilota afflitto da problemi di gestione della pressione e della celebrità. Mentre Jimmy è impegnato in un’accesa rivalità con il campione in carica Beau Brandenburg, la vita personale dei piloti si intreccia con drammi e triangoli amorosi che coinvolgono la ex fidanzata di Beau, Sophia, e l’ex moglie di Joe.

Driven è un’operazione cinematografica che tenta di replicare la formula di successo dei drammi sportivi di Sylvester Stallone, qui anche sceneggiatore, ma ambientandola nell’alta velocità del motorsport. I temi principali sono la redenzione sportiva, il passaggio di testimone tra vecchio e nuovo, e la gestione della pressione in un ambiente di competizione spietata. Dal punto di vista tecnico, la regia di Renny Harlin si concentra su sequenze d’azione esagerate e spettacolari, con l’uso massiccio di effetti speciali e un montaggio frenetico. Purtroppo, la sceneggiatura è considerata esile, prevedibile e ricca di cliché melodrammatici, che minano la credibilità dell’ambientazione sportiva. Il film fallisce nel coinvolgere emotivamente a causa della trama convenzionale e delle dinamiche interpersonali superficiali, risultando un prodotto mediocre, consigliato quasi esclusivamente agli amanti del cinema d’azione ad alto tasso di effetti visivi e del genere “americanata” in generale.

Regia di Jane Campion, Garth Davis. Una miniserie con Elisabeth Moss, David Wenham, Peter Mullan, Thomas M. Wright, Holly Hunter. Titolo originale: Top of the Lake. Genere: Thriller, Drammatico, Mistero. Paese: Australia, Regno Unito, Nuova Zelanda. Anno: 2013. Durata: 44-50 min (7 episodi). Consigliato a: Per adulti (tematiche mature). Valutazione IMDb: 7.4.

La serie è ambientata a Laketop, un remoto e isolato villaggio neozelandese incastonato tra montagne e un lago gelido. La trama si concentra sull’indagine della detective di Sydney, Robin Griffin, costretta a tornare nel suo paese d’origine. Il caso riguarda la scomparsa di Tui Mitcham, una dodicenne incinta, figlia di Matt Mitcham, il boss locale e patriarca di una famiglia disfunzionale e temuta. Mentre Robin cerca Tui e l’identità del padre del bambino, si trova a fronteggiare una comunità ostile e omertosa, riaprendo involontariamente le ferite di un trauma personale subito in adolescenza e mai risolto. Contemporaneamente, una bizzarra comune di donne emarginate, guidata dalla misteriosa guru GJ, si stabilisce su un terreno vicino, fornendo un inquietante contraltare alla brutalità maschile della zona.

Top of the Lake si distingue per l’intensa atmosfera generata dalla cruda bellezza dei paesaggi neozelandesi, che Jane Campion, co-regista e sceneggiatrice, utilizza per riflettere la corruzione e la violenza latente nella piccola comunità. L’opera è un potente mistery drama che trascende la semplice investigazione poliziesca per esplorare temi profondi come il trauma, la misoginia sistemica, la resilienza femminile e l’eredità degli abusi. La regia è cinematografica e avvolgente, mentre la scrittura è complessa e stratificata, sebbene il finale sia stato oggetto di dibattito per la sua chiusura affrettata. Elisabeth Moss offre una performance magnetica e ricca di sfumature nel ruolo della detective Robin Griffin, e Peter Mullan è eccezionale nel ritrarre la brutalità patriarcale. Nonostante qualche caduta narrativa, l’impatto complessivo di questa miniserie è notevole, lodato dalla critica per la sua audacia stilistica e per il coraggio con cui affronta argomenti difficili, meritando il plauso come una delle produzioni televisive più significative del decennio.

Risultati immagini per Detector 1980

Regia di Ian Barry. Un film con Steve Bisley, Arna-Maria Winchester, Ross Thompson, Ralph Cotterill. Titolo originale: The Chain Reaction. Genere: Azione, Fantascienza, Thriller, Drammatico. Paese: Australia. Anno: 1980. Durata: 92 min. Consigliato a: Da 14 anni. Valutazione IMDb: 6.2.

Dopo un grave incidente in un impianto sotterraneo di ricerca nucleare in una remota area dell’Australia, un radioattivista ferito e parzialmente muto, Heinrich Schmidt, cerca di fuggire dall’area contaminata. Viene soccorso da Larry Stilson, un meccanico in vacanza con la moglie Carmel, che decide, sebbene riluttante e inconsapevole del pericolo, di aiutarlo. I coniugi Stilson si ritrovano presto nel mirino di un’organizzazione governativa segreta che vuole insabbiare l’incidente, temendo una catastrofe nucleare, e che è disposta a tutto pur di recuperare Schmidt e le prove in suo possesso.

Questo thriller fantascientifico australiano è un notevole esempio del genere Ozploitation dell’epoca. Il film affronta temi scottanti come la segretezza governativa e i pericoli del nucleare con un’urgenza palpabile. La regia di Ian Barry si distingue per il ritmo serrato e l’efficace uso dell’ambientazione desertica, che amplifica il senso di isolamento e persecuzione. Nonostante un budget limitato, il film vanta ottime sequenze d’azione, in particolare l’inseguimento in auto, e una fotografia suggestiva curata da Russell Boyd. Sebbene le interpretazioni siano solide, specialmente quella di Steve Bisley (noto per Mad Max), il vero punto di forza è l’atmosfera claustrofobica e paranoica che prefigura alcune ansie sociali degli anni ’80. Un film ben costruito e teso che merita la riscoperta.

Regia di Richard Linklater. Un film con Ethan Hawke, Julie Delpy, Andrea Eckert, Hanno Pöschl, Erni Mangold. Titolo originale: Before Sunrise. Genere: Sentimentale, Drammatico, Commedia. Paese: USA, Austria. Anno: 1995. Durata: 101 min. Consigliato a: Per tutti. Valutazione IMDb: 8.1.

Su un treno diretto a Vienna, il ventitreenne studente francese Céline e il coetaneo americano Jesse, di ritorno dalle vacanze, si incontrano e danno vita a un’immediata e intensa connessione. Spinto da un’intuizione, Jesse convince Céline a scendere dal treno con lui a Vienna, dove passerà la notte prima del suo volo mattutino. I due giovani trascorrono la notte passeggiando per le affascinanti strade della capitale austriaca, condividendo sogni, paure, opinioni sulla vita, sull’amore e sulla morte, nell’arco di una singola, magica, notte che culminerà con la promessa di un futuro incontro.

Prima dell’Alba è la pellicola che ha dato il via alla trilogia Before e si configura come uno dei più influenti e celebrati film romantici degli anni ’90. L’intera opera è quasi interamente sostenuta dai dialoghi tra i due protagonisti, un tour de force verbale che si svolge in tempo quasi reale e che funge da vera e propria sceneggiatura. Il regista Richard Linklater cattura con una sensibilità unica l’euforia e l’idealismo della gioventù, concentrandosi sul fascino delle occasioni irripetibili e sulla bellezza della connessione intellettuale e spirituale che precede l’intimità fisica. Le interpretazioni di Ethan Hawke e Julie Delpy sono di una naturalezza disarmante, la loro chimica è la vera forza trainante che rende i lunghi scambi conversazionali non solo credibili, ma avvincenti. La scelta di ambientare il film a Vienna, utilizzata come un terzo, silenzioso personaggio, conferisce al racconto un’aura di romanticismo senza tempo, rendendo l’incontro tra Jesse e Céline un evento tanto spontaneo quanto fatale. Il film è un inno all’amore giovanile e al potere delle parole, un classico moderno.

Regia di Stephen Wallace. Un film con Bryan Brown, George Takei, Terry O’Quinn, Deborah Kara Unger. Titolo originale: Blood Oath. Genere: Drammatico, Guerra. Paese: Australia. Anno: 1990. Durata: 108 min. Consigliato a: Per un pubblico maturo. Valutazione IMDb: 6.9.

Il film è ambientato sull’isola indonesiana di Ambon, alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Un giovane ufficiale australiano, il capitano Robert Cooper, viene incaricato di fungere da pubblico ministero in un processo per crimini di guerra contro alcuni ufficiali giapponesi accusati di aver massacrato soldati e civili australiani. Il compito di Cooper si rivela subito complesso, non solo per la difficoltà di raccogliere prove in un ambiente ostile e dopo anni di conflitto, ma anche per la tensione politica e le pressioni gerarchiche che circondano il caso.

Ispirato a fatti realmente accaduti, il film analizza le dinamiche e la complessità dei processi per crimini di guerra. Tratta temi come la giustizia, il dovere, l’onore e le atrocità del conflitto, offrendo una visione lucida e priva di retorica delle difficoltà di giudicare gli orrori della guerra. La regia di Stephen Wallace è solida e misurata, focalizzata sulla tensione del dramma processuale e sulle interpretazioni convincenti del cast, in particolare Bryan Brown nel ruolo del protagonista e George Takei in quello dell’ufficiale giapponese. La pellicola si distingue per la sua serietà e per la capacità di porre domande morali complesse, inserendosi nel filone dei film di guerra non incentrati sull’azione, ma sulle conseguenze umane e legali del conflitto, rappresentando un valido esempio di cinema storico e impegnato.

Regia di Richard Franklin. Un film con Susan Penhaligon, Robert Helpmann, Rod Mullinar, Bruce Barry. Titolo originale: Patrick. Genere: Horror, Thriller. Paese: Australia. Anno: 1978. Durata: 112 min. Consigliato a: da 14 anni. Valutazione IMDb: 6.8/10.

Kathy è una giovane infermiera che viene assunta in una clinica privata australiana per pazienti in coma. Tra i casi più particolari c’è quello di Patrick, un uomo in stato vegetativo da sette anni dopo aver commesso un duplice omicidio. Ben presto, Kathy inizia a sospettare che Patrick non sia del tutto incosciente. Attraverso la telecinesi, l’uomo comunica con lei, manifestando la sua gelosia e il suo desiderio di manipolare gli eventi intorno a sé, con esiti sempre più violenti e minacciosi. L’infermiera si ritrova così in una spirale di terrore, cercando di capire la natura e l’estensione dei poteri del suo paziente.

Questo film è un notevole esempio di horror psicologico che sfrutta la tensione e l’ambiguità per creare un’atmosfera di profondo disagio. Richard Franklin dirige con grande maestria, utilizzando una regia elegante e misurata che si concentra sul non detto e sul sottile confine tra reale e paranormale. La colonna sonora di Brian May contribuisce in modo decisivo a sottolineare i momenti di suspense, creando un’esperienza sonora avvolgente e inquietante. L’interpretazione di Robert Helpmann nei panni del Dottor Roget è magnetica, e Susan Penhaligon rende credibile la graduale discesa della sua protagonista nella paranoia. L’originalità della premessa e la gestione intelligente della suspense hanno reso il film un cult nel suo genere, celebrato per il suo approccio sofisticato e privo di eccessi gratuiti. La sua influenza è evidente in molti film successivi che hanno esplorato i temi della telecinesi e della vendetta.

Regia di Mark Hartley. Un film con Sharni Vinson, Rachel Griffiths, Charles Dance, Peta Sergeant. Titolo originale: Patrick. Genere: Horror, Thriller. Paese: Australia. Anno: 2013. Durata: 96 min. Consigliato a: da 14 anni. Valutazione IMDb: 4.9/10.

Kathy, una giovane e talentuosa infermiera, accetta un lavoro in una clinica psichiatrica remota specializzata in pazienti in stato comatoso. Qui incontra Patrick, un paziente enigmatico e apparentemente privo di vita, il cui corpo è stato oggetto di crudeli esperimenti da parte del sadico Dottor Roget. Con il passare dei giorni, Kathy comincia a rendersi conto che Patrick, pur immobile nel suo letto, è tutt’altro che inerte e che possiede straordinarie e pericolose capacità telecinetiche. La sua innocente fascinazione si trasforma presto in un incubo quando si ritrova al centro di un gioco di manipolazione mentale e vendetta.

Questo remake del classico horror australiano del 1978 cerca di modernizzare l’originale, ma con risultati misti. Il film si distingue per un’estetica gotica e un uso stilistico della macchina da presa che richiama il cinema di Brian De Palma, sottolineato dalla suggestiva colonna sonora di Pino Donaggio, compositore anche dell’originale. Le interpretazioni di Sharni Vinson e soprattutto di Charles Dance, nel ruolo del dottore tirannico, sono solide e contribuiscono a elevare il livello della pellicola. Tuttavia, nonostante questi punti di forza, la narrazione si appoggia eccessivamente su una serie di convenzioni del genere, rendendo la trama prevedibile e meno incisiva dell’originale. Sebbene il film riesca a costruire una tensione iniziale, finisce per disperderla in una sequenza di eventi fin troppo lineari. Nonostante l’impegno nel creare un’atmosfera inquietante e il talento del cast, il film si rivela una rilettura dimenticabile che non riesce a lasciare un’impronta duratura.

Regia di Thomas M. Wright. Un film Da vedere 2022 con Joel EdgertonSean HarrisEwen LeslieJada AlbertsSteve MouzakisCast completo Genere Thriller, – Australia2022durata 117 minuti. distribuito da Bim Distribuzione. – MYmonetro 3,67 su 4 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Henry Teague, silenzioso, barba lunga, sempre sul chi vive, fa presto amicizia con lo sconosciuto Mark, barbuto come lui, come lui di poche parole, e con un passato violento da dimenticare. È proprio questo che Mark propone a Henry: far parte di una potente organizzazione criminale che gli offre in cambio la possibilità di cancellare ogni traccia dei suoi crimini e di ricominciare da zero. Tra i due ha inizio perciò una simbiosi quotidiana, esasperata dalla solitudine vasta ed estrema della parte di Australia in cui si muovono. Quello che Henry non sa, però, è che Mark non è veramente chi dice di essere.

Ispirato ad una storia vera, quella della più grande operazione di polizia sotto copertura che l’Australia abbia mai portato a termine, The Stranger è un film teso e raggelante, che penetra sotto pelle.

The Stranger (2022) on IMDb
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