Un film di Fausto Brizzi. Con Giorgio Panariello, Nicolas Vaporidis, Carolina Crescentini, Andrea De Rosa, Sarah Maestri.
Commedia, durata 102 min. – Italia 2006. – 01 Distribution uscitamercoledì 14 febbraio 2007. MYMONETRO Notte prima degli esami – Oggi valutazione media: 2,46 su 348 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Per Luca Molinari c’è una nuova notte da far passare prima dell’esame di maturità. È l’estate del 2006: le Vibrazioni hanno preso il posto di Raf, l’i-pod quello del walkman, la nazionale di Lippi quella di Vicini. Luca è innamorato di Azzurra, una fanciulla estroversa ed emancipata che sogna di diventare biologa marina lontano da Roma. Nella Capitale, dove Luca vive coi genitori e i suoi inseparabili amici Alice, Massi, Simona e Riccardo, fervono i preparativi per la finale dei mondiali di calcio. In quel clima di attesa sportiva, Luca strappa una notte d’amore ad Azzurra, Alice si fa amare una notte sola da Luca, Massi si fa piantare da Simona, Riccardo si fa prendere a pugni da Massi per Simona. Gli adulti intorno a loro fanno falli da espulsione ma poi Fabio Grosso segna il rigore e tutti diventiamo, almeno un po’, campioni del mondo.
Era il 1923 quando il filosofo Giovanni Gentile introdusse l’esame di maturità, croce e delizia degli studenti italiani. Era invece il 1984 quando Venditti scrisse “Notte prima degli esami”, fissando per sempre tensioni e pensieri intorno alla “maturità”. L’opera prima di Fausto Brizzi passava dunque per questa canzone e per le canzoni, quelle dei quieti anni ’80, messe in scena insieme a un liceo romano, a un gruppo di amici e a un ragazzo con poca voglia di studiare e tanta di innamorarsi. L’investimento produttivo fu contenuto, il successo commerciale, quasi 12 milioni di euro, straordinario. Brizzi aveva saputo inventare e gestire un mondo narrativo solido accompagnato da un immaginario musicale e simbolico condiviso dagli over 30 ma “riconoscibile” dai nuovi maturandi. Squadra vincente non si cambia ma si replica, inventando la formula “oggi” e trasferendo, proprio come si farebbe coi personaggi dei fumetti, i protagonisti avanti nel tempo. Cambia l’anno di maturità e cambia pure il risultato, perché la magia della versione “1989” sembra esaurita. Eppure i personaggi sono gli stessi, portatori ancora una volta di situazioni familiari e spunti narrativi che generano conflittualità, poi appianate. Stesso lo scioglimento, l’esame superato e l’oggetto del desiderio fuggito, svanito come il sogno di Zidane di essere campione del mondo e di savoir fare. A mancare è il professor Martinelli di Giorgio Faletti, capace di sviluppare un carattere e di metterlo in relazione dialettica coi suoi studenti: lui è l’istituzione della maturità, il dinosauro da abbattere per maturare, l’adulto che educa e non da educare, come il Paolo di Panariello. Manca l’obiettivo di gruppo, la solidarietà “carpe diem” dell’epilogo non è affine alla storia raccontata fino a quel momento. Manca l’ensamble, il gruppo di studio e quello ludico, e prevale il percorso individuale, nella piscina festosa dei Wild Boys rimane soltanto Luca e il suo sentimento per Azzurra. La retorica fornita dalla musica è sostituita da quella calcistica, più facile, ruffiana e ammiccante. Fischio di ammonizione e una stella in meno.