
Regia di Bertrand Mandico. Un film con Elina Löwensohn, Jean-Marc Montmont. Titolo originale: La Résurrection des natures mortes. Genere: Cortometraggio, Fantascienza, Bizzarro, Sperimentale. Paese: Francia, Belgio. Anno: 2012. Durata: 15 min. Consigliato a: Per un pubblico adulto e per amanti del cinema d’autore. Valutazione IMDb: 6.9 (per la versione del 2012).
In un mondo distopico e in rovina, quasi post-apocalittico, vive Fièvre, una donna enigmatica e solitaria. Il suo lavoro consiste nel raccogliere animali morti e nel “risuscitarli” attraverso la stop-motion, creando cortometraggi animati che sembrano infondere una vita effimera e artificiale ai corpi in decomposizione. L’ambientazione è un paesaggio desolato, spesso innevato o inghiottito dalle macerie, che fa da sfondo alla sua macabra ma artistica ossessione. La premessa narrativa si intensifica con l’arrivo di un uomo che le chiede di applicare il suo singolare processo creativo alla salma della moglie.
Questo cortometraggio è un’esplorazione intensa e viscerale dei concetti di creazione, decadenza, e del potere illusorio dell’arte. La regia di Mandico è altamente stilizzata e visionaria, facendo largo uso di una fotografia sensoriale, satura di colori acidi e di un’estetica che ricorda l’espressionismo e il surrealismo. Il film non si basa sui dialoghi, ma sulla forza delle immagini e del sonoro, dove l’animazione stop-motion degli animali morti funge da innovazione tecnica e metafora centrale. L’interpretazione di Elina Löwensohn è magnetica nel rappresentare la donna artista-demiurgo. Sebbene la sua natura sperimentale possa risultare criptica per un pubblico generalista, il film è una perla rara per la sua audacia stilistica, un’opera d’arte in movimento che celebra la bellezza nel macabro e la resurrezione della materia attraverso la pellicola.












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