Category: Di Robilant Alessandro


Il giudice ragazzino è un film di Alessandro Di Robilant del 1994, con Giulio Scarpati, Sabrina Ferilli, Leopoldo Trieste, Regina Bianchi, Paolo De Vita, Francesco Bellomi, Virginia Bellomo, Giovanni Boncoddo, Gabriella Bove, Antonino Bruschetta. Prodotto in Italia. Durata: 92 minuti.

Due famiglie mafiose, appartenenti quella di Antonio Forte e quella di Giuseppe Migliore, si contendono il comando del territorio di Agrigento. Migliore abita vicino al giudice Rosario Livatino, e questi ogni mattina aspetta che il boss esca di casa per evitare di incontrarlo…

Regia di Alessandro Di Robilant. Un film Da vedere 2009 con Giulio BeranekAnna FerruzzoSelenia OrzellaMichele RiondinoRoberto BovengaCast completo Genere Drammatico – Italia2009durata 93 minuti. Uscita cinema venerdì 6 novembre 2009 distribuito da Bolero Film.

Quartiere Paolo VI, Taranto, Italia. Tiziano vive nel lato sbagliato di una città che spoglia con prepotenza l’ambiente circostante, in una nazione in cui le regole non esistono ma esistono solo le eccezioni. Tiziano è il capofamiglia, a dispetto dei suoi 16 anni: il padre ha abbandonato moglie e figli per un’esistenza disperata cercando il colpo al videopoker; la madre è una popolana impreparata a crescere due figli da sola ma determinata a tenerli fuori dalla malavita e a proteggerli dalle prepotenze di chi vuole installare un’antenna per telefonia cellulare davanti alla scuola della sua piccola. Tiziano è troppo sveglio per andare a scuola, ma non abbastanza da restare lontano dai guai. Tiziano vuole diventare un gangster e cercherà di derubare il boss di zona. Questo, in cambio del perdono, gli ordinerà un omicidio. Se la caverà con sei mesi di riformatorio. Durante la sua mancanza, l’inquinamento della violenza si sarà preso tutto.
La lunga carrellata con cui Di Robilant apre Marpiccolo apre e chiude un mondo: Taranto e il suo entroterra è stato violentato al pari del mare che la fronteggia, stantio e soffocato dai veleni dell’industria. L’uomo ha ammalato la Natura e i suoi stessi simili. Mentre Di Robilant sorvola questo “spettacolo”, il suo intento è chiaro e ai nostri occhi tutto è già compiuto. Quando il suo occhio entra nella realtà di uno dei quartieri più degradati della città, vediamo il realismo di un mondo disperato che conosciamo bene, di cui sappiamo già l’epilogo: il destino a cui Tiziano sembra incapace di opporsi se non con la fuga verso un qualcosa di indefinito e incerto. Mentre, entriamo con Tiziano dentro la Gomorra tarantina scopriamo che le cronache disperate di cui rigurgitano ogni giorno giornali e tv del Belpaese possono essere raccontate con una nuova forza, cercando di lasciare una crepa nel muro di gomma e dare uno schiaffo al potere che vive sulla disperazione.

3,26/5