Nel 2012, dopo un conflitto atomico che ha fatto regredire la Terra, New York è occupata da bande di criminali in lotta feroce. Nella 1ª parte il livido panorama di un’umanità tornata all’anno zero coinvolge, nella 2ª l’azione s’impantana e i personaggi diventano eroi da fumetto.
Biologo americano, con moglie assistente, va alla ricerca delle tracce della civiltà Maya. Nella grotta di Caltiki, dea della morte, c’è un mostro composto di cellule che si moltiplicano. Più fantasia che scienza in questa orripilante vicenda avventurosa nella giungla messicana (ricostruita). Povero di mezzi, ma divertente. Fotografia di Mario Bava, autore anche degli effetti speciali (con ricorso alla trippa fresca di macellaio), con lo pseudonimo di John Foam. Robert Hampton è Riccardo Freda e Didi Sullivan Didi Perego.
Per cercare di utilizzare l’energia contenuta all’interno della Terra, viene fatta scoppiare una bomba atomica. L’esplosione provoca la fuoriuscita di un pericoloso magma che potrebbe causare la distruzione della Terra stessa. Firmati da John Douglas, gli effetti speciali sono impressionanti in questo film di SF, sostenuto da un intreccio verosimile e da una solida tensione, che conferma le robuste qualità di Marton come regista di azione.
UFO Robot Goldrake (UFOロボグレンダイザーUFO Robo Gurendaizā?) è un anime televisivo di 74 episodi, prodotto dalla Toei Animation dal 1975 al 1977 e basato su un soggetto di Gō Nagai, già autore dell’omonimo manga nel 1975. È stata la prima serie mecha giapponese importata in Italia, dove venne originariamente trasmessa con il nome di Atlas UFO Robot nell’ambito del programma Buonasera con… sulla Rete 2, dal 1978 al 1980, con 71 dei 74 episodi.
Per dare un’idea del successo avuto all’epoca basti pensare che il 45 giri prodotto dalla Fonit Cetra con le sigle della prima serie, Ufo Robot/Shooting Star (firmate con lo pseudonimo Actarus), ottenne addirittura il disco d’oro superando il milione di copie vendute.[1]
Il protagonista della serie è il principe Duke Fleed, fuggito dopo una disperata resistenza a bordo di un avanzatissimo robot da battaglia, Goldrake (Grendizer) dal suo pianeta natale Fleed in seguito all’attacco delle truppe del malvagio Re Vega. Le Forze di Vega infatti si propongono di sottomettere i pianeti invadendoli ed annettendoli al loro impero.
In un futuro non meglio precisato, l’aggressività umana è diventato un tale problema da dover essere controllato da parte dell’autorità con la somministrazione obbligatoria di calmanti e la messa fuorilegge di ogni tipo di sentimento. I sudditi di questa nazione-modello, Libria, seguono docili le istruzioni ricevute dal Padre, sorta di dittatore teocrate, e la legge è garantita da temibili squadre di funzionari-poliziotti. Uno di questi, però, è roso dai sensi di colpa per aver fatto morire la moglie senza battere ciglio, e quando si dimentica di prendere la medicina decide di ribellarsi al sistema, e di unirsi ai rivoluzionari che stazionano nel sottosuolo per uccidere il Padre e ripristinare i sentimenti. Che già il soggetto sia fiacco, lo si intuisce anche senza vedere il film: una sorta di macedonia tra Fahreneit 451, Orwell e le teorie di Huxley, per giunta senza troppa fantasia. Ma la visione è sconvolgente: unendo senza pudore gli stilemi del thriller con i peggiori B-movies di arti marziali, il regista Wimmer confeziona un polpettone senza costrutto che risulta essere un capolavoro di nullità estetica e formale. Del tutto irrealistico nello svolgersi della vicenda, con dialoghi oltre la comicità involontaria (“Devi uccidere il Padre”, dice il capo dei rivoluzionari al funzionario ribelle, e già immaginiamo Freud rivoltarsi nella tomba), il film non è neppure scalfito dall’interpretazione, comunque intensa, di Emily Watson, e dall’inespressività truce di Christian Bale. Da dimenticare.
King Kong vs Godzilla ( giapponese :キ ン グ コ ン グ 対 ゴ ジ ラ, Hepburn : Kingu Kongu tai Gojira ) è un film kaiju giapponese del 1962diretto da Ishirō Honda , con effetti speciali di Eiji Tsuburaya . Prodotto e distribuito da Toho Co., Ltd , è il terzo film dei franchise Godzilla e King Kong , nonché il primo film prodotto da Toho con King Kong . È anche la prima volta che ogni personaggio appare in un film a colori e widescreen.
Il signor Tako, capo della Pacific Pharmaceuticals, è frustrato dai programmi televisivi sponsorizzati dalla sua azienda e vuole qualcosa per aumentare i suoi ascolti. Quando un medico racconta a Tako di un mostro gigante che ha scoperto sulla piccola isola di Faro, Tako crede che sarebbe una brillante idea usare il mostro per ottenere pubblicità. Tako invia due uomini, Osamu Sakurai e Kinsaburo Furue, per trovare e riportare indietro il mostro. Nel frattempo, il sottomarino nucleare americano Seahawk viene catturato da un iceberg . L’iceberg crolla, liberando Godzilla , che era rimasto intrappolato al suo interno dal 1955. [b] Godzilla distrugge il sottomarino e si fa strada verso il Giappone, attaccando una base militare mentre viaggia verso sud.
La qualità è pessima ma è l’unica versione che ho trovato
Dopo aver trasmesso cinque stagioni, la serie è stata interrotta dalla Disney l’11 marzo 2013;[7] nonostante ciò, il 7 marzo 2014 Netflix ha iniziato la messa in onda della sesta stagione negli Stati Uniti.[8] Tra il 2014 e il 2015 sono stati pubblicati online alcuni episodi incompleti e altro materiali inedito, inseriti nel progetto The Clone Wars Legacy.[9] La serie è ritornata per una stagione conclusiva di dodici puntate, ed è stata rilasciata a partire dal febbraio 2020 sulla piattaforma streaming Disney+.[10] Nel luglio 2020 è stata annunciata una serie spin-off, intitolata Star Wars: The Bad Batch, il cui primo episodio è uscito il 4 maggio 2021 su Disney+.[11]
The Clone Wars è diventata la serie più seguita di sempre su Cartoon Network ed è stata generalmente ben accolta dalla critica,[12] vincendo anche numerosi premi e nomination, tra cui diversi Annie Awards e Daytime Emmy Awards.[13] Il successo riscontrato dalla serie ha portato alla creazione di numerosi fumetti, romanzi e videogiochi a essa dedicati, quasi tutti inclusi nell’Universo espanso (eccezion fatta per il fumetto Darth Maul – Figlio di Dathomir e il romanzo L’apprendista del Lato Oscuro). La serie ha avuto anche un grande impatto nell’universo di Guerre stellari,[14] tanto che diversi personaggi sono comparsi in altri media canonici.[N 1]
Wayward Pines è una miniserie televisivastatunitense trasmessa dal 14 maggio 2015 dalla Fox. La fiction è una trasposizione della trilogia di romanzi da cui prende il nome, Wayward Pines, pubblicata tra il 2012 e il 2014 e scritta da Blake Crouch, il quale si era ispirato alla serie del 1990 I segreti di Twin Peaks e allo stile di David Lynch[1]. Ethan Burke è un agente dello United States Secret Service che, durante la ricerca di due agenti federali scomparsi, tra cui Kate Hewson, alla quale è molto legato, si imbatte nella misteriosa cittadina di Wayward Pines, nell’Idaho. Quella che sembra una tipica felice piccola città americana, è popolata da personaggi imperscrutabili e sembra non dare la possibilità di andarsene a chi vi si ritrovi.
A Wayward Pines, Burke è subito vittima di un enigmatico incidente stradale, dopo il quale si ritrova ricoverato presso l’ospedale della città, dove la sua sanità mentale è messa in discussione. Nel frattempo, la moglie e il figlio, preoccupati dal non avere notizie convincenti su Ethan, si mettono sulle sue tracce.
Per salvare la vita di un celebre scienziato, vittima di un attentato, alcuni medici si fanno miniaturizzare ed entrano nel suo corpo. Per arrivare al cervello e operarlo hanno solamente un’ora. L’idea di partenza, di genere fantabiologico (sceneggiatura di Harry Kleiner), è decisamente originale e realizzata con abili effetti speciali. Interessante ricostruzione “ambientale” e tanta fantasia. Unica donna la bella Welch. 2 Oscar alle scenografie e agli effetti speciali.
Clive ed Elsa sono due scienziati che lavorano in un laboratorio di genetica. I due sono anche sentimentalmente uniti e stanno tentando di creare un gene animale ibrido da cui estrarre proteine. La coppia vorrebbe spingersi oltre nella ricerca ma il committente intende invece entrare subito sul mercato. Elsa però non si arrende e procede con l’innesto di DNA umano. Ne ‘nasce’ un essere (battezzato Dren) che ha in parte le caratteristiche di un corpo umano e in parte quelle di un volatile.
Morgan, stanco del tran-tran quotidiano, si fa assumere dalla Digicorp in veste di spia. Sotto falsa identità, viene inviato alle convention di ditte concorrenti, che registra di nascosto. In una missione conosce Rita, che gli rivela che in realtà egli è solo la pedina di un gioco più grande. Morgan accetta di sottoporsi ad un intervento per recuperare la memoria, accetta la proposta della concorrente Sunways e comincia un pericoloso doppio gioco.Film costato ‘solo’ 10 milioni dollari (cifra assolutamente bassa per gli standard americani) il film segna l’uscita di Natali dal ‘Cubo’ e l’apertura a nuove atmosfere e a spazi diversificati. Il confine tra realtà e sogno è quantomai sottile e il regista sa come gestirne le ambiguità.
Delirii provocati da droghe. Mesopotamiche teorie di cospirazione. Lo spirito di Che Guevara che viene convocato da una tavola Ouija. Tutto questo non è certo ciò che si pensa quando si tratta di cinema russo, ma Generazione P è un punto di svolta che esplode con uno stile unico e scandaloso.
Dall’alba dell’uomo (quattro milioni di anni fa) al primo volo verso Giove: c’è un monolito levigato che atterrisce le scimmie antropoidi e sbalordisce gli scienziati sulla base lunare. Una svolta nel cinema di fantascienza: nei modi asettici di un documentario scientifico Kubrick racconta una favola apocalittica sul destino dell’umanità – ispirandosi a The Sentinel (1948) di Arthur C. Clarke che collaborò alla sceneggiatura e scrisse in seguito il romanzo 2001 per chiarire i dubbi non risolti dal film. Continua a essere il film di SF più inquietante, adulto, stimolante e controverso che sia mai stato fatto, senza contare il suo fascino plastico-figurativo e sonoro-musicale. Distribuito in Super Panavision, s’avvale della fotografia di G. Unsworth e J. Alcott ed ebbe un Oscar (uno solo!) per gli effetti speciali di cui fu supervisore Douglas Trumbull. Il seguito s’intitola 2010-L’anno del contatto . La voce italiana di Hal 9000 è di Gianfranco Bellini. Musiche di Richard e Johann Strauss, György Ligeti.
Tratto dal romanzo di Robert Heinlein. In un futuro dove regnano ordine e disciplina grazie a truppe superaddestrate, arrivano i soliti alieni terrificanti dalla forma di immensi insetti. Ecco che i “fanti dello spazio” possono mettere in campo tutta la loro preparazione. Solita indigestione di effetti speciali col solito “pizzico di ironia” che dovrebbe essere un valore aggiunto ed è invece un valore tolto. Nessun “nome”, tutti giovani e muscolosi.
Pochi anni dopo la caduta dell’Impero Galattico, nelle remote regioni ai confini della Nuova Repubblica, un solitario cacciatore di taglie chiamato il Mandaloriano (chiamato anche col diminutivo “Mando”) svolge il proprio “mestiere” sotto la gilda guidata da Greef Karga. Mando pur di ricevere una bella ricompensa accetta l’incarico di recuperare per conto di un cliente sconosciuto, una creatura di 50 anni, il Bambino, appartenente alla stessa specie di Yoda e capace anch’egli di controllare la Forza. Mando consegna il Bambino al cliente, che scopre essere un ex ufficiale imperiale a capo di una guarnigione di stormtrooper; poco dopo tuttavia si pente del proprio gesto e torna a recuperarlo. Deve quindi fuggire con lui, inseguito da tutti i migliori cacciatori di taglie che danno la caccia al Bambino e da guarnigione di Imperiali sotto la guida Moof Gideon.
La prima stagione, considerata un Original Net Anime, è composta da nove episodi cortometraggi prodotti da sette studi d’animazione giapponesi, ognuno dei quali racconta le proprie storie originali basate e ambientate nell’universo di Guerre stellari (ai creatori[2] di ogni studio è stato dato libero sfogo per rivisitare le idee di Guerre stellari come meglio credevano)[3] sotto la dirigenza della Lucasfilm.[4]
Star Wars: Visions è una raccolta di cortometraggi animati “visti dalla prospettiva dei migliori creatori di anime” ed offre una prospettiva nuova e diversificata su Guerre stellari.[3] Creati al di fuori dei vincoli del canone tradizionale del franchise, i cortometraggi offrono libertà creativa ad ogni regista e studio di produzione, pur mantenendo la fedeltà ai temi e all’identità emotiva della saga di Guerre stellari.[4]
La serie è ambientata dopo gli eventi della stagione finale di The Clone Wars e del film La vendetta dei Sith, e segue le vicende della “Bad Batch”, un gruppo di cloni geneticamente modificati che si ritrovano in una galassia stravolta dopo la fine delle guerre dei cloni.
La Clone Force 99, conosciuta anche come Bad Batch, è un gruppo di clone trooper d’élite con mutazioni genetiche uniche, che li distinguono dagli altri cloni soldato in quanto ad abilità e caratteristiche, che si trova ad affrontare il turbolento periodo che segue la fine delle guerre dei cloni. Composta originariamente da quattro membri soprannominati Hunter, Crosshair, Tech e Wrecker, successivamente all’operazione su Skako Minor nella serie Star Wars: The Clone Wars (serie animata) recluta un nuovo membro l’ex Clone soldato ARC Echo liberato nella missione di soccorso. Ogni membro della squadra è un clone potenziato geneticamente avente una peculiarità che lo contraddistingue dal resto degli altri Cloni (definiti “Reg”, diminutivo di Regular, dal team). Caposquadra è il sergente Hunter, il quale guida il suo team attraverso le peripezie che essi affrontano nella serie a loro dedicata.
Guerre stellari (inglese: Star Wars) è una saga cinematografica creata da George Lucas. La trama, scritta negli anni settanta, è una delle poche serie di space opera nel cinema. Fin dall’inizio pensato come tre trilogie, i primi film prodotti facevano parte della trilogia di mezzo[1], a partire dal quarto capitolo Guerre stellari, uscito il 25 maggio 1977 negli Stati Uniti d’America (il 21 ottobre dello stesso anno in Italia)[2] e divenne subito un fenomeno, grazie alla miscela di elementi presi da cinema, fumetti e televisione.