Un film di Robert Wise. Con Everett Sloane, Paul Newman, Steve McQueen, Pier Angeli, Eileen Heckart.Titolo originale Somebody up There Likes me. Biografico, Ratings: Kids+16, b/n durata 113 min. – USA 1956. MYMONETRO Lassù qualcuno mi ama valutazione media: 3,98 su 14 recensioni di critica, pubblico e dizionari. La storia romanzata del famoso boxeur italo-americano Rocky Graziano, che visse una giovinezza aspra tra un riformatorio e l’altro prima di divenire campione di fama mondiale. Il matrimonio con Norma e la nascita di una bambina non bastano a renderlo felice, quando in un mondo corrotto e mafioso come quello del pugilato arrivano a sbandierare il suo triste passato. Ma il pubblico fedele non lo abbandona.
Frank Galvin è un avvocato di mezza età ormai ridotto ad assumere piccole cause, ma un giorno gli capita un caso che potrebbe risollevarlo: tutelare Deborah Kaye, una ragazza ormai in coma irreversibile, e dimostrare che la poveretta è ridotta così per negligenza dei dottori dell’ospedale S.Caterina. Frank è solo contro tutti perché l’ospedale si può permettere fior di avvocati e tenta perfino di chiudere il caso con una grossa somma di denaro in forma di risarcimento.
Con una piccola banda, Cassidy (Newman) e il suo amico inseparabile Sundance Kid (Redford) svaligiano i treni dell’Union Pacific innamorati entrambi di una bella maestrina. In America Latina tentano l’ultimo colpo. Allietato da una suggestiva colonna musicale, è un antiwestern diretto con mano leggera che sublima in modi sofisticati la leggenda di due banditi realmente esistiti, marginali, anarchici e anacronistici. 4 Oscar: sceneggiatura (W. Goldman), fotografia (C. Hall), musiche e canzone (Burt Bacharach). Il sequel Il ritorno di Butch Cassidy e Kid racconta eventi precedenti a quelli qui narrati.
Un autoritario barone terriero del Mississippi malato di cancro festeggia il 65° compleanno insoddisfatto dei due figli, uno dei quali è un avido bruto e l’altro un ex atleta nevrotico che rifiuta di dormire con la bella moglie. È l’adattamento, purgato e ripulito, di un dramma (1955) di Tennessee Williams, grande successo di critica e pubblico a Broadway. Sotto la guida di Brooks si recita benissimo. Ebbe 6 nomination ai premi Oscar e non ne vinse nessuno. Almeno Newman lo meritava, più di Niven in Tavole separate .
Un film di Robert Rossen. Con Myron McCormick, George C. Scott, Piper Laurie, Jackie Gleason, Paul Newman. Titolo originale The Hustler. Drammatico, b/n durata 135′ min. – USA 1961. MYMONETRO Lo spaccone valutazione media: 4,57 su 26 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Ritratto di un giocatore professionista di biliardo la cui smania di vincere a tutti i costi ne farà un perdente. Dal romanzo The Hustler (1958) di Walter Tevis, adattato dallo stesso regista. 4 interpretazioni eccellenti (tutte candidate agli Oscar come anche film, regia, sceneggiatura, ma vinsero soltanto il veterano Eugen Schüfftan per la fotografia e Harry Horner e Gene Callahan per la scenografia), costruzione narrativa compatta, dialoghi infallibili, il film è rimasto nella memoria degli spettatori soprattutto per la sagace descrizione del mondo americano del biliardo, come apologo sull’America amara e i suoi falsi miti: un’aria che quasi si respira. Newman riprese il personaggio di “Fast” Eddie Nelson in Il colore dei soldi di Scorsese.
Venduto come schiavo, un giovane orefice viene scelto dai cristiani per disegnare il calice in cui conservare il sangue di Cristo, poi rubato. Coinvolto in intrighi e battaglie, riuscirà a tornare dalla dolce moglie. Esordio di Newman (al posto di M. Brando renitente) in un bizzarro colossal epico-religioso con dialoghi assurdi, scene e costumi terribili, tratto da un best seller di Thomas B. Costain. “Newman recita la sua parte con il fervore emotivo di un autista di autobus che annuncia le fermate locali” (dal New Yorker).
Un film di Arthur Penn. Con Paul Newman, Lita Milan, John Dehner, Hurd Hatfield, James Congdon. Titolo originale The Left-handed Gun. Western, Ratings: Kids+13, b/n durata 102 min. – USA 1958. MYMONETRO Furia selvaggia – Billy Kid valutazione media: 3,13 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari. William H. Bonney, detto Billy the Kid, diventa un fuorilegge assassino per vendicare la morte di un amico che gli aveva fatto da padre. Lo sceriffo Pat Garrett lo aspetta. Dal teledramma (1955) di Gore Vidal The Death of Billy the Kid l’esordiente A. Penn ha tratto un western controcorrente: teso, visionario, sfrontato, acido, emozionante e tenero. Scoperto dalla critica europea. Newman aveva già interpretato il personaggio in TV. L’adattamento è di Leslie Stevens. L’originale regia di Penn influenzò la svolta nel western operata da Sam Peckinpah, Robert Altman e altri.
È la saga degli Stamper, una famiglia di pionieri nell’Oregon. Tenaci e cocciuti, non esitano a difendere i propri interessi di fronte a quelli dei boscaioli della zona che scendono in sciopero per migliori condizioni di vita.
Una squadra di hockey su ghiaccio si trova ultima in classifica e sul punto di essere liquidata. Ma il suo allenatore e giocatore Reggie si fa in quattro per salvarla. Monta colpi giornalistici con i cronisti, solleva l’interesse di grossi industriali, sul campo chiede (e ottiene) dalla compagine un’aggressività verbale e fisica senza limiti.
Dai romanzi Mrs. Bridge (1959) e Mr. Bridge (1969) di Evan S. Connell. Itinerario matrimoniale tra gli anni ’30 e ’40 dei coniugi Bridge di Kansas City: Walter G., avvocato di successo, conservatore in tutto, e India che vive all’ombra del marito, dedita ai tre figli, alla casa in ordine, alle buone maniere, al bridge con le amiche finché le affiora il dubbio che forse la vita potrebbe essere diversa. Sebbene la sceneggiatura di Ruth Prawer Jhabvala, assidua complice della ditta Merchant-Ivory, ricuce i due romanzi per far posto a Newman (sotto le righe), il film è soprattutto il ritratto di Mrs. Bridge (Woodward, squisita): suo è lo struggente finale. C’è qui qualcosa di nuovo nello splendore, e nei limiti, del calligrafico cinema letterario di Ivory: una dimensione autobiografica che gli dà vibrazioni e trasalimenti proustiani. Come i coniugi Newman, Ivory appartiene alla generazione dei figli di Walter e India: il loro mondo è quello con cui hanno dovuto fare i conti.
Zitella trentacinquenne, sfiorita e bruttina, divide la casa con la dispotica madre. Ha con Nick una breve ma intensa storia d’amore che la spingerà a ribellarsi allo squallore della sua vita. Passato all’esperienza di regista con la moglie come interprete principale in un intenso dramma psicologico tratto da un bel romanzo di Margaret Laurence, Newman ne è uscito vittorioso. E la Woodward ha avuto una nomination all’Oscar.
Newman è qui il rampollo di una grande famiglia di Filadelfia. Rampollo illegittimo, però (anche se nessuno sa chi sia il vero padre), considerato con sospetto dalla gente-bene e quindi obbligato a farsi strada a gomitate. Furbo, simpatico, arrampicatore e pronto a parecchi compromessi, si fa un nome come avvocato. Tuttavia è, nonostante le apparenze, di buona stoffa: quando un suo amico d’infanzia viene processato ne assume la difesa (sebbene la cosa gli procuri l’avversione di tutto il clan) ottenendone l’assoluzione.
Un film di Daniel Petrie jr. Con Paul Newman, Edward Asner, Ken Wahl Titolo originale Fort Apache, the Bronx. Poliziesco, durata 125′ min. – USA 1981. – VM 14 – MYMONETRO Bronx 41° distretto di polizia valutazione media: 3,38 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Le maniere forti del nuovo capitano del distretto provocano crisi in una stazione di polizia di New York. Interessante nel suo versante descrittivo di cronaca romanzata, ha il torto di affrontare molti temi, compreso quello del conflitto tra dovere etico e professionale, senza approfondirne alcuno. Newman è di una bravura mostruosa.
Regia di Sydney Pollack. Un film con Wilford Brimley, John Archie, Ilse Earl, Clardy Malugen, Joe Petrullo, Shawn McAllister, Shelley Spurlock, Anna Marie Napoles, Arnie Ross, Sharon Anderson, Jody Wilson, Alfredo Alvarez Colderon, Melinda Dillon. Cast completo Titolo originale: Absence of Malice. Genere Drammatico – USA, 1981, durata 116 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.
Puntigliosa giornalista di un quotidiano si accanisce in buona fede, ispirata dall’FBI, su un innocente (con parenti mafiosi), sospettandolo di essere responsabile della morte di un sindacalista. Pur sviluppandolo in modi romanzeschi troppo convenzionali, il film affronta con onestà il problema complesso dell’informazione che è di attualità anche in Italia. La Field è brava come Newman, ma i due non legano. Scritto da Kurt Luedtke, ex giornalista premiato col Pulitzer. Girato a Miami.
Condannato ai lavori forzati, ribelle deviante è rinchiuso in un carcere famigerato per la sua durezza. Evade per due volte, diventando famoso. È un film del ’68 anche come inno alla libertà e omaggio alla ribellione. Newman in gran forma, Kennedy premiato con Oscar. Regia efficace, qua e là effettistica. Da un romanzo di Donn Pearce.
Due padri: Michael Sullivan, sicario irlandese al servizio di una banda che ha il suo referente a Chicago in Al Capone, e John Rooney, il suo boss che gli porta paterno affetto. E due figli: il tredicenne Michael Sullivan Jr. e Connor Rooney, figlio depravato e ladro di John. Alla fine di un lungo, sanguinoso itinerario di perdizione e vendetta ne sopravviverà soltanto uno. Dal romanzo a fumetti di Max Allan Collins e Richard Piers Rayner, liberamente sceneggiato da David Self, l’inglese Mendes ha tratto un ambizioso e stilizzato film di violenza che è una rivisitazione del cinema gangsteristico degli anni ’70-’80, da Coppola a Leone. Regia di maniera? Forse, ma di alta classe nella ridondanza dei suoi segni, come rivelano il massacro notturno sotto la pioggia senza colonna sonora, la stringata serie delle quiete rapine in banca, il senso dei grandi spazi attraversati dalle vecchie Ford, la suggestiva ricostruzione ambientale, l’interpretazione sotto le righe di Hanks, monocorde eppur ricca di sfumature, il livido ritratto del fotografo/sicario (Law). Oscar per la fotografia (del veterano Conrad L. Hall, 1926-2003).
A North Bath, cittadina vicina a New York, vive il sessantenne Donald “Sully” Sullivan (Newman) che “non ha fatto buon uso della vita che Dio gli ha dato”: irresponsabile come marito e padre, nonno fantasma, inaffidabile come cittadino, sospetto come americano (s’infischia del successo), ma generoso con gli amici e col prossimo: che cosa sarebbe la vita a North Bath senza di lui? Da un romanzo di Richard Russo, sceneggiato dal regista, un film insolito e controcorrente dove contano i personaggi più dell’intreccio, non risolve i conflitti, non offre consolazioni. Sceneggiatore esimio, ma regista diseguale di scrittura molle, Benton anche qui è incerto tra sentimento e retorica sentimentale, tra voglia di anticonformismo e ossequio ai codici. Dedicato a J. Tandy che, finite le riprese, lasciò vedovo l’amato Hume Cronyn.
2001: gran parte della Terra è coperta dal ghiaccio. In una città fatiscente gli ultimi superstiti si cimentano in un gioco mortale. Il vincitore ha diritto di vita e di morte sugli altri e il suo premio è quello di poter continuare a giocare. Appartiene al filone occulto e fantastico di Altman e può offrire molte delizie a chi sappia guardarlo e accoglierlo senza troppe preoccupazioni di decifrazione. L’ambientazione quasi rinascimentale lascia il segno.
Negli anni Trenta due abili imbroglioni riescono, con una partita a poker truccata e con una girandola di trovate esilaranti, a truffare una grossa somma di danaro a un terribile gangster di Chicago. La truffa colossale è anche e soprattutto l’occasione per vendicare una morte di un comune amico. Idealismo, abilità e guasconate costituiscono l’esplosiva miscela di questo soggetto condotto magistralmente da Hill che vi schiera la stessa squadra del fortunato Butch Cassidy e soprattutto si affida al ragtime di Scott Joplin riarrangiato da Marvin Hamlish. La colonna sonora crea un’atmosfera unica e irrepetibile. Il film fece incetta di premi Oscar e sbancò al botteghino.
Un film di Otto Preminger. Con Lee J. Cobb, Peter Lawford, Paul Newman, John Derek, Eva Marie Saint.Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 213 min. – Israele 1960. MYMONETRO Exodus valutazione media: 3,92 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Nel 1947 seicento profughi ebrei forzarono con una nave il blocco inglese che impediva loro di sbarcare sulla terra che sarebbe poi diventata lo Stato di Israele. Il film racconta la storia di questi seicento che, con la loro ostinata resistenza, costrinsero l’Onu a riconoscere la nuova nazione.
Tutti i link Easybytez sono andati persi, con calma cercherò di ricaricare più materiale possibile.
Le richieste di reupload di film deve essere fatto SOLO E ESCLUSIVAMENTE via email (ipersphera@gmail.com), le richieste fatte nei commenti verrano cestinate.
Visto il poco spazio su Mega (2 terabyte) NON caricherò più serie tv e fumetti.
Se interessati a serie o fumetti contattatemi via email che vi spiego un metodo alternativo