Category: Parajanov Sergei


Regia di Sergei ParajanovSergei Yutkevich. Un film con Sofiko Chiaureli. Titolo originale: Sayat Nova. Genere Biografico – URSS1969durata 82 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 2,83 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

La vita del trovatore armeno Sayat Nova, vissuto nel Seicento, dall’infanzia alla corte regale, dal ritiro in un convento alla morte, attraverso una serie di episodi, statici come quadri che non raccontano, ma mostrano, evocano, suggeriscono per via di metafore, analogie, estri surrealisti, paesaggi onirici, pause liturgiche. La colonna sonora (musiche, rumori) conta come quella visiva di pittorica sensualità. Ermetico, ma abbagliante. Molte noie con la censura sovietica.

 Il colore del melograno
(1969) on IMDb

Regia di Sergei Parajanov. Un film Da vedere 1964 con Ivan MykolaichukLarisa KadochnikovaTatyana BestayevaNikolaj GrinkoLeonid EngibarovCast completo Titolo originale: Teni zabytych predkov. Genere Drammatico 1964

Ispirato a un racconto dell’ucraino Michail Kocjiubinskji di cui nel 1965 si festeggiò nell’URSS il centenario della nascita, è il film che rivelò all’estero, specialmente nell’area di lingua inglese, il talento visionario dell’armeno Parad82 anov. Gli avi dimenticati sono quelli che vivevano sui monti Carpazi all’inizio del Novecento, i Gutzul, poco conosciuta minoranza etnica di pastori poveri ma ricchi di riti, arte e canti popolari. Lo schema dell’azione è classico: l’amore-passione dei giovani Ivan e Maricka che si sposano, nonostante l’odio antico che divide le loro famiglie. Dopo varie peripezie si ritrovano uniti nella morte. Scandito in 12 capitoli, il racconto leggendario ha come base un’esplorazione antropologica del folclore nazionale minore nella quale sono coinvolti artisti e storici locali che il regista trasfigura con fantastica potenza. La storia d’amore si sfrena in un eros dilagante e morboso, travolta da incubi e sogni, da un oscuro senso del fato, dal panico rapporto con una natura misteriosa, interpretata da maghi e stregoni. Il dinamismo acrobatico della cinepresa e la straordinaria fotografia del giovane Jurij Il’enko sono di un formalismo vertiginoso che la colonna sonora trasforma in poesia barbara e tragica. Scritto da Parad82 anov e Ivan Cendej. 1° premio al Festival del Mar del Plata, selezionato ai Festival di San Francisco 1965 e Montréal 1966.

 Le ombre degli avi dimenticati
(1965) on IMDb

Regia di Sergei ParajanovDodo Abashidze. Un film con Dodo AbashidzeVeriko AndjaparidzeTamari TsitsishviliDudukhana TserodzeSofiko ChiaureliCast completo Titolo originale: Legenda o Suramskoj kreposti. Genere Avventura – URSS1984durata 90 minuti. – MYmonetro 3,50 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nella Georgia feudale, vicino a Tbilisi, le fondamenta della fortezza di Suram crollano: occorre, come suggerisce un’indovina, che un bel giovane si faccia murare vivo, fondendosi con la calce e la sabbia, le uova e le lacrime. Ispirato a un’antica leggenda, è il penultimo film, diretto dopo 15 travagliati anni di inattività (almeno 3 in carcere e diversi processi), di Parad82 anov, georgiano di origini armene. Anche qui fa un cinema antinarrativo dove mescola, in originale fusione alchemica, pittura, danza, pantomima, teatro, animali, frutti, oggetti simbolici. Visionario e rarefatto, ermetico e allegorico, incline al manierismo, ma con molti momenti e immagini di solenne bellezza.

 La leggenda della fortezza di Suram
(1985) on IMDb