Lui è un fotografo alla ricerca di di nuovi luoghi per una rivista. Lei lo accompagna perché sono innamorati. Insieme scoprono il deserto che circonda la città di Twentynine Palms. Insieme si perdono nello splendore della natura, si amano e si odiano vicendevolmente, senza sospettare che il pericolo non è solo dentro di loro.
Estate 1910, Baia de La Slack nel Nord della Francia. Delle sparizioni misteriose di persone spingono l’ispettore Machin e il suo assistente a recarsi sul luogo per cercare di indagare. In zona vive la famiglia Brufort a cui appartiene Ma Loute, un giovane che lavora come raccoglitore di cozze e, insieme al padre, come trasportatore a braccia di borghesi che vogliono raggiungere la riva opposta di una piccola laguna. Proprio da borghesi è formata la famiglia dei Van Peteghem che raggiunge la villa di famiglia in stile egizio situata su un’altura prospiciente il mare.
Inverno 1915. Camille Claudel è stata reclusa dai suoi familiari in una casa di cura psichiatrica. Ha dovuto abbandonare Parigi e porre fine alla sua attività di scultrice. Ora attende la visita del fratello maggiore Paul nutrendo la speranza di poter finalmente uscire dall’istituto e fare ritorno a casa. Nata nel 1864 nel nord della Francia Camille Claudel fu dapprima allieva di Auguste Rodin divenendo la sua compagna per 15 anni, fino a quando i due si separarono nel 1895. Nel 1913, in seguito alla morte del padre e dopo aver passato dieci anni praticamente asserragliata nel proprio studio, la madre la fece internare a Ville Evrard. Vi morirà nel 1943 senza aver mai più fatto ritorno in famiglia.
Esordio del francese Dumont in un film presentato a vari festival, fra cui Cannes. Storia di ragazzi e ragazze che vivono in una cittadina delle Fiandre. Uno vorrebbe amare senza pregiudizi, o convenzioni. Ma non si può. Basso budget e attori non professionisti.
Un ragazzo vive in ritiro tra le dune di Pas-de-Calais dove si nasconde un demone. Tra la Manica e la Costa d’Opale, nei pressi di un villaggio, vicino al fiume e alle paludi, risiede uno strano ragazzo che arranca, caccia di frodo e crea il fuoco. Assieme a una ragazza di campagna che si prende cura di lui e lo nutre, i due passano il tempo insieme nella grande distesa di dune attraversata da parte a parte dai boschi, per raccogliersi misteriosamente sulle sponde degli stagni mentre lotta contro il maligno, il giovane caccia il male dal piccolo villaggio e dai suoi abitanti.
Scioccata dalla foga mistica, eccessiva e cieca della novizia Hadewijch, la madre superiore decide di escluderla dal convento e di metterla alla porta e Hadewijch ritorna ad essere Céline, giovane parigina figlia di un diplomatico. Ma la sua passione per Dio, la sua rabbia e il suo incontro con Yassine e Nassir la portano, tra grazia e follia, ad intraprendere un percorso estremamente rischioso…
Le Fiandre. La campagna in cui vivono la giovane Barbe e Demester, un piccolo allevatore che ha con lei rapporti sessuali senza amore. Demester parte per il servizio militare in un paese del medioriente. Qui conoscerà la brutalità della guerra e la bestialità dello stupro. Vedrà morire alcuni dei suoi compagni e abbandonerà a se stesso quello che ha messo incinta Barbe che, nel frattempo, è affetta da disturbi psichici. Bruno Dumont torna ai suoi luoghi desolati persi nella campagna ma questa volta, bisogna riconoscerglielo, lo fa senza quella sufficienza e compiacimento pseudointellettualistici che avevano caratterizzato L’Humanité (caricato di premi immeritati a Cannes) e 29 Palms. È quasi un ritorno alle origini di La vie de Jesus questo affondare lo sguardo nel vuoto morale e materiale della campagna profonda in cui il sesso perde qualsiasi connotato di relazione fra esseri umani e dove il tempo scorre sempre uguale a se stesso mentre la mente giace in un cono d’ombra. Sarà, per assurdo, il conflitto armato raccontato senza false retoriche ad aprire (forse) una nuova prospettiva al protagonista maschile. Ancora una volta solo chi cade può risorgere.
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