Category: Germania


Regia di Gianni Amelio. Un film Da vedere 2004 con Kim Rossi StuartCharlotte Rampling, Alla Faerovich, Pierfrancesco Favino, Manuel Katzy, Michael Weiss (II), Ingrid Appenroth, Dimitri Süsin, Thorsten Schwarz, Eric Neumann, Dirk Zippa, Barbara Koster-Chari, Anita Bardeleben, Ralf Schlesener, Andrea Rossi. Genere Drammatico, – ItaliaFranciaGermania2004durata 105 minuti. Uscita cinema venerdì 10 settembre 2004 distribuito da 01 Distribution. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 2,69 su 28 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Gianni, impiegato trentenne che vive a Milano con moglie e figlio, non ha mai visto Paolo, altro suo figlio, nato da un parto traumatico costato la vita alla giovanissima madre e affidato agli zii materni di Roma. A distanza di anni lo raggiunge su un treno diretto a Berlino dove Paolo, quindicenne con gravi disturbi psicomotori, è sottoposto alle terapie di una clinica specializzata. Il racconto si conclude in Norvegia con un abbraccio tra padre e figlio. Un finale che è un inizio, quello di una vita insieme da condurre nei fastidi e nella fatica di ogni giorno. Come dire che l’amore non basta, che “nun se fa così”, se non c’è un’assunzione costante di responsabilità. Come altri di Amelio, è un film di viaggio, sostenuto da “una morale della necessità nella quale non si può distinguere il fatto dalla forma ” (M. Grande). Ispirato a Nati due volte (2000) di Giuseppe Pontiggia, scritto dal regista con Rulli e Petraglia, è il film più semplice, lineare, ellittico di Amelio che lo chiama, paradossalmente ma non a torto, il suo film più allegro. Forse, però, è il film più pessimista di un cineasta oggi così sfiduciato nei rapporti tra realtà e cinema. Ne fa un film depurato e intenso alla soglia del sociale: l’handicap – la diversità – non è il tema del film, ma il film stesso. A. Rossi/Paolo gli dà l’acqua della vita. K. Rossi Stuart, bello da copertina, è perfetto, mentre C. Rampling è una mater dolorosa inquietante. Fotografia: Luca Bigazzi. Musica: Franco Piersanti. David di Donatello a Alessandro Zanon (presa diretta). 3 Nastri d’argento: regia, fotografia, fonico.

The Keys to the House (2004) on IMDb

Regia di Wim Wenders. Un film con Rudiger VoglerHanna SchygullaMarianne HoppeNastassja KinskiIvan DesnyHans Christian BlechCast completo Titolo originale: Falsche Bewegung. Genere Drammatico – Germania1974durata 102 minuti. – MYmonetro 3,00 su 4 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Wilhelm compie un viaggio attraverso la Germania meridionale e durante il tragitto incontra molti personaggi che lo ispirano per un libro che intende scrivere. Fare lo scrittore sarebbe il suo più grande desiderio. Siamo agli albori del cinema di Wenders, che è aiutato alla sceneggiatura dall’amico scrittore Peter Handke. C’è qualche ingenuità, ma anche un’originale forma espressiva che avrebbe dato maggiori frutti in seguito. È l’esordio al cinema per Nastassja Kinski, accreditata col suo cognome originario. 

Wrong Move (1975) on IMDb

Un film di Wim Wenders. Con Rudiger Vogler, Yella Rottlander, Lisa Kreuzer, Edda Köchl, Ernest Boehm. Titolo originale Alice in den Stadten. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 110′ min. – Germania 1973. MYMONETRO Alice nelle città * * * 1/2 - valutazione media: 3,63 su 12 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Giovane giornalista in crisi di identità incontra all’aeroporto una compatriota con la figlia. Per una serie di circostanze si ritrova con la bambina a carico e non sa come sbarazzarsene. È uno di quei film “moderni” dove non succede niente: quello che racconta è il rapporto tra l’uomo e la bambina e il mutamento che il viaggio in comune opera nei due personaggi. Piacevole, gradevole, commovente, è da vedere: la piccola Y. Rottländer è il più bel progetto di donna che da anni si sia incontrato su uno schermo. Girato in 16 mm. “È un road movie esistenziale che ritrova, al di là delle descrizioni reali, la possibilità di un nuovo soggettivismo”

 Alice nelle città
(1974) on IMDb
Risultati immagini per dune il destino dell'universo

Un film di John Harrison. Con William HurtAlec NewmanIan McNeiceGiancarlo GianniniSaskia Reeves. continua» Fantascienzadurata 273 min. – USA, Canada, Germania 2000.

Nell’anno 10191 la galassia è completamente popolata dall’uomo, che si sposta da un pianeta all’altro grazie alle facoltà psicocinetiche dei piloti della Gilda spaziale, sviluppate da una droga, il melange, che può essere raccolta su un solo pianeta in tutto l’universo: l’arido e sabbioso Arrakis, soprannominato “Dune”. In un complesso gioco di potere, l’imperatore Shaddam IV alterna la concessione dello sfruttamento di Arrakis tra le varie casate della sua corte. Quando nel controllo di Dune subentra il duca Leto il giusto, capo della famiglia Atreides, il crudele barone Harkonnen, con il segreto appoggio dall’imperatore, trama la sua rovina. Un attacco a tradimento stermina il clan ed all’eccidio scampa soltanto Paul, il figlio di Leto. Fuggendo nel deserto di Arrakis, il giovane si imbatte nei Fremen, reietto popolo delle sabbie, che vive nell’attesa di un misterioso salvatore, preannunciato da una profezia. Col nome di Muad’Dib, Paul assume il comando dei Fremen, guidandoli alla vittoria nella lotta contro gli Harkonnen, che si sono impadroniti di Dune, e finirà per rivelarsi il Kwisatz Haderach delle profezie, l’essere supremo cui tutti, compreso lo stesso imperatore, dovranno inchinarsi.

Nuova trasposizione del bestseller di Herbert, che gode del vantaggio di svilupparsi nell’arco di tre puntate Tv, di circa un’ora ciascuna. La maggiore lunghezza ha permesso un approccio più razionale ed approfondito alle tematiche del ponderoso romanzo, consentendo di rappresentare più compiutamente il quadro politico, economico e sociale in cui si snoda la vicenda, rendendola in definitiva più comprensibile a quella parte di pubblico che non conosce l’opera letteraria. Splendida la fotografia di Vittorio Storaro e molto curate le scenografie, considerato anche il budget a disposizione. Improponibile invece il confronto con il cast assolutamente stellare del Dune di Lynch, eccezion fatta per William Hurt/Duca Leto, e Giancarlo Giannini/ Padisha Shaddam IV, nei ruoli che furono rispettivamente di Jürgen Prochnow e José Ferrer. Distribuito anche con il titolo Frank Herbert’s Dune, e in Germania come Frank Herbert’s Dune – Der Wüstenplanet.

Dune (2000) on IMDb

Regia di Volker Schlöndorff. Un film con Mathieu CarrièreMarian SeidowskyBernd TischerFred DietzLotte LedlJean LaunayCast completo Titolo originale: Der junge Törless. Genere Drammatico – GermaniaFrancia1965durata 87 minuti. – MYmonetro 3,00 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Tratto dal romanzo di Robert Musil (1880-1942), Il film effettua una minuziosa registrazione dei rituali sadici che scandiscono la convivenza fra studenti, dei meccanismi di sopraffazione e del disprezzo per la libertà dell’individuo, che automaticamente dividono il mondo adolescenziale in carnefici e vittime, legati tra loro da morbose e torbide passioni.. Attraverso il paradigma del collegio, il regista tedesco vuol guardare al baratro nel quale erano sprofondati i popoli di lingua tedesca sotto il nazismo. 

Young Törless (1966) on IMDb

Europa (1991 film) - WikipediaUn film di Lars von Trier. Con Eddie Constantine, Barbara Sukowa, Jean-Marc Barr, Udo Kier Drammatico, durata 114′ min. – Francia, Danimarca, Svezia, Germania 1991. MYMONETRO Europa * * * - - valutazione media: 3,04 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Nell’autunno del 1945 un giovane americano, di nascita tedesca e di buona volontà, ritorna nella patria in rovina, trova un posto come conduttore di vagoni-letto e, grazie a un coinvolgimento amoroso, si fa incastrare da un gruppo terroristico di Lupi Mannari, irriducibili nazisti non rassegnati alla sconfitta. Cocktail di thriller e melodramma con una componente umoristica. Più che la storia, artificiosa e quasi banale, e più che i personaggi, conta l’apparato tecnico-formalistico: colore contrapposto al bianconero, sovrimpressioni, obiettivi deformanti, cinepresa dinamica, scenografie di taglio espressionistico. Antitedesco nella sostanza, è profondamente tedesco nella forma.

 Europa
(1991) on IMDb

Regia di Rainer Werner Fassbinder. Un film Da vedere 1973 con Barbara ValentinBrigitte MiraEl Hedi ben Salem. Titolo originale: Angst essen Seele auf. Genere Drammatico – Germania1973durata 93 minuti. – MYmonetro 3,21 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Un’anziana donna delle pulizie vedova sposa un immigrato marocchino, di vent’anni più giovane. Doppio scandalo. Non è soltanto un film sul razzismo quotidiano e sulla normalità, ma anche sull’amore e la felicità. Il personaggio che più interessa non è Alì, trasparente e monolitico nella sua araba semplicità di cuore e di comportamento, ma Emmi cui l’amore non basta a farle superare i pregiudizi, l’educazione piccoloborghese, l’innata tedescheria. L’impasto di melodramma e di critica sociale funziona perché il primo è al servizio della seconda come la circolazione del sangue alimenta un organismo. Tenero, asciutto, un po’ schematico. Noto anche come Tutti gli altri si chiamano Alì . Premiato a Cannes 1974 da FIPRESCI e OCIC, a Chicago e in Germania (Brigitte Mira).

 La paura mangia l'anima
(1974) on IMDb
No quarto da Vanda

Regia di Pedro Costa (II). Un film con Vanda DuarteLena DuarteZita DuarteManuel Gomes Miranda. Genere Drammatico – PortogalloGermaniaSvizzera2000durata 170 minuti.

Secondo film della trilogia di Fontainhas (il terzo è Juventude em marcha) e primo passo verso un cinema sempre meno estetizzante, che qui si immerge – camera e cuore – nelle pieghe dolorose della desolazione delle vite di Vanda e dei suoi vicini.

 Nella stanza di Vanda
(2000) on IMDb
Locandina Un anno con 13 lune

Un film di Rainer Werner Fassbinder. Con Ingrid Caven, Volker Spengler, Gottfried John Titolo originale In einem Jahr mit 13 Monden. Drammatico, durata 124′ min. – Germania 1978. – VM 14 – MYMONETRO Un anno con 13 lune * * * - - valutazione media: 3,00 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Gli ultimi 5 giorni prima del suicidio del transessuale Elvira/Erwin che rievoca il suo passato. Colpito dal suicidio, avvenuto nell’estate del ’78, dell’amico/amante Armin Meier, Fassbinder lo girò in 25 giorni, curandone anche la fotografia. Meditazione sulla liceità del suicidio, è uno dei suoi film più sconsolati, personali e aspri contro la società. Da citare almeno la sequenza del mattatoio e quella in cui la protagonista è costretta a parodiare un film di Jerry Lewis. Il titolo si riferisce alla credenza che negli anni lunari con 13 lune (tra cui il 1978) le persone molto sensibili sono soggette a profonde depressioni.

In a Year with 13 Moons (1978) on IMDb

Regia di George Clooney. Un film con George ClooneyDrew BarrymoreSam RockwellJulia RobertsRutger HauerMaggie GyllenhaalCast completo Titolo originale: Confessions of a dangerous mind. Genere Drammatico – USAGran BretagnaGermania2003durata 113 minuti. – MYmonetro 2,94 su 8 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Chuck Barris è uno dei piu’ noti creatori di programmi e conduttori che la televisione americana ricordi. Negli anni Sessanta era al vertice degli ascolti. In una sua recente biografia ha dichiarato di esser stato anche una spia della Cia e di avere ucciso 33 persone. E’ da questa doppia personalita’ che George Clooney prende il soggetto per il suo primo film da regista. Barris si carica di omicidi di qui ovviamente non c’è prova e questo spinge Clooney a mantenere un doppio registro: quanto e’ “reale” e quanto sta invece nella mente mitomane dell’uomo di spettacolo?
Mescolando i generi e le memorie (l’immagine che gli americani avevano del resto del mondo negli anni Sessanta) cinematografiche e non Clooney diverte ma al contempo fa riflettere sul formarsi di una personalita’ dissociata in un periodo storico in cui il nemico e’ lontano e misterioso come fu il tempo della guerra fredda. Da non perdere la scena dello strangolamento in auto con gli sci ai piedi. E’ nato un nuovo regista consapevole dei propri mezzi. Ha forse bisogno di frenare un po’ l’eccesso di idee ma e’ gia’ sulla buona strada.

Confessions of a Dangerous Mind (2002) on IMDb

Cameo di Brad Pitt e Matt Damon

Risultati immagini

Un film di Uli Edel. Con Martina Gedeck, Moritz Bleibtreu, Bruno Ganz, Alexandra Maria Lara, Johanna Wokalek. Titolo originale Der Baader Meinhof Komplex. Drammatico, durata 149 min. – Germania 2008. – Bim uscita venerdì 31 ottobre 2008. MYMONETRO La banda Baader Meinhof * * * - - valutazione media: 3,23 su 42 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Germania Federale, 1967. Durante una manifestazione pacifica contro la visita di Stato dello Scià di Persia Reza Pahlavi e consorte, la polizia attacca duramente i manifestanti e spara e uccide lo studente Benno Ohnesorg. Ulrike Meinhof, moglie, madre e giornalista militante della sinistra radicale tedesca, scrive articoli di fuoco contro l’intervento americano in Vietnam e in difesa degli studenti liquidati dal governo e dalla stampa come meri teppisti.

Dopo l’incendio acceso in un magazzino di Francoforte, Ulrike conosce e intervista in carcere una delle responsabili: Gudrun Ensslin, figlia disinibita di un pastore protestante, madre di un figlio ripudiato e compagna di politica e di cuore di Andreas Baader. Affascinata dalla forza delle loro idee e della loro azione politica, la giornalista aiuta Gudrun a far evadere il suo compagno nella primavera del ’70. L’evasione di Baader diventa l’atto di nascita della RAF (Rote Armee Fraktion) e avvia la clandestinità della Meinhof. Elaborato il manifesto programmatico del gruppo armato, la Meinhof segue i compagni nei campi militari palestinesi, dove verranno addestrati alle armi e alla guerriglia urbana. Baader, Meinhof e Gudrun, rientrati in patria, rapinano le banche e compiono attentati dinamitardi e omicidi per abbattere il capitalismo e lo “Stato maiale”. Inaugurano in questo modo dieci anni di piombo e sangue che li condurranno dritti all’inferno, condannandoli all’isolationsfolter e al suicidio collettivo nella divisione di massima sicurezza di Stammheim. Dietro di loro resteranno soltanto l’ottusità dogmatica e i troppi caduti incolpevoli.
È incredibile come due film distanti anni luce per concezione di linguaggio e per intenzioni artistiche, come La banda Baader Meinhof di Uli Edel e Buongiorno, notte di Marco Bellocchio, attraversino lo stesso territorio (la ribellione collettiva delle lotte sociali confluita e seppellita definitivamente dalla lotta armata) legati da innumerevoli interferenze e da sorprendenti contiguità. Concepiti in una libertà di ispirazione completa e disinteressata a dimostrare una tesi, le due opere si muovono dentro il sogno o dentro l’action a partire dai dati di realtà, dalla cronaca e dalle testimonianze di eventi cruciali che hanno generato infinite storie e mitologie. È evidente che combinati i due aspetti finiscano col rimandare e alludere a questioni politiche ancora brucianti, generando nello spettatore rimproveri o encomi secondo le differenti sensibilità chiamate in causa dai film. Innestando immagini documentarie nel fluire di un racconto di finzione, Edel, come Bellocchio, non vuole tanto restituire all’epoca la sua verità in termini di “costume” ad uso della verosimiglianza dell’assunto, quanto creare il contrappunto della Storia con cui finiscono per interagire i personaggi in una sorta di montaggio delle attrazioni fra gli eccidi legittimati dai governi (Vietnam, Cambogia, Palestina) e le esecuzioni dell’uomo politico (o economico), segnalando l’equivalenza fra gli atti criminali statali e quelli dei combattenti della RAF. Chi ha accusato Edel di aver fallito l’obiettivo dichiarato di smontare il mito della RAF o di essersi magari soltanto limitato a questo, non ha intuito l’insistenza su una prospettiva altra, più profondamente umana e lucida. Non ha avvertito il dolore costante che attraversa il film e che pesa sulle spalle dei suoi straordinari interpreti, sulla morte “per fame” di Holger Meins e sull’epilogo, l’omicidio a sangue freddo dell’industriale Hanns Martin Schleyer eseguito dalla “seconda generazione”.
In quelle due immagini c’è l’impatto dell’emozione, il dolore per la perdita di una vita, il rimpianto per tutto quello che avrebbe potuto essere e non è stato, per il funerale dell’essere umano lasciato senza consolazione in un bosco o nel corridoio di un penitenziario. La banda Baader Mainhof ci rammenta che se gli anni Sessanta furono quelli del rinnovamento e dei movimenti, gli anni Settanta furono quelli del dolore e del rimpianto. Furono la strana normalità di tre ragazzi chiusi in casa e scesi in strada per godere della libertà come violenza, saltando da una finestra in un vuoto allucinatorio, nell’utopia della distruzione e del suo potere salvifico. Nella velocità dell’action Edel coglie e abita fino in fondo la dimensione sospesa della decennale esperienza terrorista, ostaggio del proprio delirio. Se la notte di Bellocchio riscopriva il (buon)giorno, quella di Edel non sa sognare albe né può offrire fughe immaginarie ai prigionieri di questa tragedia

The Baader Meinhof Complex (2008) on IMDb
Nick's Movie. Lampi sull'acqua di Wim Wenders,Nicholas Ray - DVD

Un film di Wim Wenders, Nicholas Ray. Con Nicholas Ray, Wim Wenders, Susan Ray, Timothy Ray, Gerry Bamman. Titolo originale Lightning over Water (Nick’s Movie). Drammatico, durata 91′ min. – USA, Germania 1980. MYMONETRO Nick’s Movie – Lampi sull’acqua * * 1/2 - - valutazione media: 2,88 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

L’8 aprile 1979 il 34enne Wenders fa visita, nella sua casa-laboratorio di Spring Street a New York, al suo amico-maestro-padre Nicholas Ray (1911-16 giugno 1979), divorato da un tumore e vicino alla morte. Circondato da parenti e amici, Nick accetta di vivere gli ultimi giorni davanti alla cinepresa di Wenders, sapendo che cosa metterà fine alle riprese: la propria morte. Film unico nella storia del cinema. Pone molte domande: dove termina in Ray il bisogno di chiudere la propria vita lavorando (e trovando sé stesso prima di morire) e dove comincia il suo esibizionismo? In che misura il film è sconvolgente e quanto è osceno? In che misura Wenders ha sfruttato Ray e quanto è stato da lui sfruttato? “Ma al di là del contratto Wim appare stordito… si è accorto che sta filmando qualcosa mai filmato prima, quello che Proust nelle sue ultime parole aveva chiamato l’immense frivolité des mourants” (B. Bertolucci). Dopo il 1° montaggio di 116 minuti, di Peter Przygodda, con cui il film fu esposto ai Festival di Cannes e di Venezia del 1980, fu interamente rimontato.

Lightning Over Water (1980) on IMDb

Un film di Bela Tarr. Con Peter Berling, Mihaly Vig, Putyi Horvath, Erika Bok Drammatico, b/n durata 465′ min. – Ungheria, Germania, Svizzera 1994. MYMONETRO Satantango * * * 1/2 - valutazione media: 3,81 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Diviso in 2 parti e in 12 capitoli per la durata di 7 ore e più, costato quasi 4 anni di lavoro (1991-94), tratto da un romanzo di László Krasznahorkai, adattato dall’autore col regista, è il più ambizioso dei film di Tarr, il narratore più estremo del cinema magiaro, attivo dal 1977. In un villaggio della pianura stepposa ungherese due gabbamondo, già dati per morti, convincono la popolazione a lasciare le proprie case e i loro risparmi, necessari a fondare una colonia collettiva dell’utopia. In cadenze allegoriche, anche se storicamente precise, è una satira antiautoritaria e, insieme, un apologo metafisico. Tema centrale: quelle che i padri della Chiesa cristiana chiamavano le figlie dell’accidia (filiae acediae), intesa come “la fuga dell’uomo davanti alle ricchezze delle proprie possibilità spirituali”: il torpore, il divertimento e soprattutto la disperazione, cioè la presuntuosa e compiaciuta certezza di essere già condannati alla rovina.(Leggere il Canto VII dell’Inferno di Dante). Influenzata dal cinema “improvvisato” di Cassavetes, ma anche dall’elegante rigore coreografico di Jancsó e Tarkovskij, la scrittura di Tarr è affidata a una esasperata dilatazione dello spazio e del tempo in lunghi piani-sequenza. La tensione che ne deriva corrisponde alla stasi spirituale mortifera del racconto e “si traduce in un’indagine ‘ontologica’ sul cinema stesso, sulla dialettica che lo fonda” (A. Piccardi). Fotografia: Gabor Medvigy.

Satantango (1994) on IMDb

Edit 19/2/24: Ho rippato un bdrip da 44gb e portato a 1080p h265. File unico ovviamente migliore della versione precedente dvdrip.

IL MATRIMONIO DI MARIA BRAUN - Spietati - Recensioni e Novità sui Film

Un film di Rainer Werner Fassbinder. Con Günter Lamprecht, Ivan Desny, Hanna Schygulla, Gisela Uhlen. Titolo originale Die Ehe der Maria Braun. Drammatico, durata 120′ min. – Germania 1978. MYMONETRO Il matrimonio di Maria Braun * * * 1/2 - valutazione media: 3,88 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Una giovane attraente tedesca, sposa di guerra, attraverso il mercato nero e la prostituzione riesce a diventare una brillante donna d’affari, rimanendo sempre leale al marito prima prigioniero, poi detenuto. È uno dei migliori, e il più armonioso, film di Fassbinder, denso di avvenimenti e di personaggi, pieno di drammaticità e di sarcasmo, una ricca parabola sul “miracolo” tedesco. Schygulla memorabile. È uno dei quattro personaggi femminili (con Lilì Marlene, Lola, Veronika Voss) attraverso i quali Fassbinder ha composto una quadrilogia sulla Germania nazista e postnazista.

The Marriage of Maria Braun (1979) on IMDb

Il Diritto Del Piu' Forte: Amazon.it: Harry Baer, Karlheinz Bohm, Peter  Chatel, Rainer Werner Fassbinder, Kurt Raab, Rainer Werner Fassbinder,  Harry Baer, Karlheinz Bohm: Film e TVUn film di Rainer Werner Fassbinder. Con Karlheinz Böhm, Rainer Werner Fassbinder, Peter Chatel Titolo originale Faustrecht der Freiheit. Drammatico, durata 123′ min. – Germania Ovest 1974. – VM 18 MYMONETRO Il diritto del più forte * * * 1/2 - valutazione media: 3,75 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Storia d’amore e di sfruttamento tra giovane sottoproletario omosessuale che ha vinto mezzo milione di marchi al lotto e il figlio di un piccolo industriale grafico sull’orlo del fallimento. Il secondo sfrutta il primo finché se ne sbarazza dopo averlo spremuto fino all’ultimo marco. Pur svolgendosi in un ambiente gay, l’omosessualità non è posta come un problema. Conta l’analisi dei temi di dominio, sfruttamento, espropriazione nella cornice di un melodramma raffreddato e lucido in cui Freud si concilia con Marx: un Sirk straniato alla Brecht. Uno dei film più politici di Fassbinder, e uno dei più riusciti. Il titolo originale corrisponde a “pugno di ferro della libertà”.

Fox and His Friends (1975) on IMDb

Regia di Rainer Werner Fassbinder. Un film con Hanna SchygullaWolfgang SchenckHerbert SteinmetzUlli LommelLilo PempeitCast completo Genere Drammatico – Germania1974durata 141 minuti. – MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Dal romanzo (1895) di Theodore Fontane: sposata a 17 anni a un vecchio barone, si lascia sedurre da un ufficiale che il marito uccide; respinta dai genitori e ripudiata dallo sposo, invecchia e muore. È il film più delicato, spoglio, bressoniano di un regista incline al melodramma che, invece di drammatizzarlo, si è limitato a filmare il libro con una lettura sottovoce, costruendolo in brevi sequenze, quasi sempre a cinepresa ferma, e omettendo deliberatamente le scene d’azione, sostituite con la loro descrizione orale. Chiede allo spettatore, prima ancora che un occhio, un orecchio attento alla scrittura di Fontane: leggera, priva di violenza, attenta alle sfumature. Già portato 3 volte sullo schermo da Gustav Gründgens ( Il romanzo di una donna , 1939), Rudolf Jugert (1956) e Wolfgang Luderer (1968) nella Repubblica Democratica Tedesca. Il personaggio di Fontane è ispirato alla vera storia di Else (Elisabeth) von Ardenne, protagonista di uno scandalo clamoroso nella Berlino dell’ultimo ‘800. Morì a 99 anni.

 Effi Briest
(1974) on IMDb
Zoolander - Film (2001)

Un film di Ben Stiller. Con Ben Stiller, Owen Wilson, Christine Taylor, Milla Jovovich, Jerry Stiller.Comico, Ratings: Kids+13, durata 89 min. – USA, Australia, Germania 2001. MYMONETROZoolander * * * 1/2 - valutazione media: 3,67

Storia di Zoolander, un modello che ha avuto grande successo e che adesso è in fase calante per colpa di un concorrente più giovane. Cerca allora di dare un nuovo senso alla propria vita, ma non è sorretto dalla necessaria personalità, soprattutto dalla necessaria cultura. Nel frattempo assistiamo alle stranezze del mondo della moda, dove tutto è superficiale, esagerato eccetera. Tutte cose che aveva già raccontato, pentendosene, Robert Altman. Stiller, nel doppio ruolo di attore e regista, non riesce a fornire una ragione per ricordare il film.

Zoolander (2001) on IMDb

Un film di Fritz Lang. Con Lil DagoverAlfred AbelRudolf Klein-RoggeAnita BerberAud Egede Nissen. continua» Titolo originale Dr. Mabuse, der SpielerHorrorb/n durata 185 min. – Germania 1922MYMONETRO Il dottor Mabuse ****- valutazione media: 4,34 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Diviso in due parti, Ein Bild der Zeit (Il grande giocatore-Un quadro dell’epoca) e Inferno-Menschen der Zeit (Inferno-Uomini dell’epoca), è il primo dei tre film che Fritz Lang ha dedicato alla figura del genio malefico del dottor Mabuse (gli altri due sono Il testamento del dottor Mabuse-1933 e Il diabolico dottor Mabuse-1960). I diversi capitoli della saga sono il prodotto di tre periodi oscuri della storia tedesca del secolo scorso: gli anni sonnambuleschi della Repubblica di Weimar, l’incubo folle del nazismo, e il terrore della guerra fredda. Mabuse, incarnazione del male assoluto e a capo di un’organizzazione criminale internazionale, è capace di provocare un crollo in borsa e di appropriarsi di enormi ricchezze grazie al suo potere ipnotico.

Dr. Mabuse, the Gambler (1922) on IMDb

Ci sono due versioni, a voi la scelta se satrip con vign ita o dvdrip con vign eng.

Regia di Wim Wenders. Un film Da vedere 1982 con Isabelle WeingartenRebecca PaulyJeffrey Kime, Geoffrey Carev, Camilla Mora, Alexandra Auder, Patrick BauchauViva AuderCast completo Titolo originale: Der Stand der Dinge. Genere Drammatico – Germania1982durata 120 minuti. – MYmonetro 3,83 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Un regista e una troupe di attori occupano un albergo solitario e diroccato sulle rive dell’Atlantico, in Portogallo, che fa da sfondo ad un film di fantascienza, la traversata di alcuni sopravvissuti in un mondo contaminato. Ma i soldi e la pellicola finiscono e la lavorazione del film deve essere sospesa. Il regista rintraccia il produttore a Los Angeles, dove si è nascosto perché braccato da gangster. Film diviso in due parti: nella prima, statica, c’è la noia della vita, sottolineata dalla fotografia in bianco e nero, nella seconda, dinamica, c’è lo scontro con la morte. Leone d’oro a Venezia nell’82.

The State of Things (1982) on IMDb

Regia di Werner Herzog. Un film Da vedere 1977 con Bruno S.Eva MattesClemens ScheitzWilhelm von HomburgPitt BedewitzEly RodriguezCast completo Titolo originale: Stroszek. Genere Drammatico – Germania1977durata 108 minuti. – MYmonetro 3,84 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Un giovane sbandato, Bruno Stroszek, accoglie a casa propria una prostituta, Eva. Ma le difficoltà economiche e le minacce dei protettori della ragazza inducono Bruno, Eva e il padrone di casa, Scheitz, a emigrare in America del Nord dove lavora un nipote di Scheitz. Eva si mette a fare la cameriera, Bruno diventa meccanico. Coi primi soldi comprano una lussuosissima roulotte, ma pagarne le rate diviene ben presto problematico.

Film assai importante, soprattutto per la problematica che pone riguardo all’America. È un lavoro di estrema sensibilità per il quale il trentacinquenne Herzog ha voluto far tutto da solo: regia, soggetto e sceneggiatura.

Stroszek (1977) on IMDb