Category: Hong Kong


In the Mood for Love - Film (2000) - MYmovies.it

In the Mood for Love è un film di Wong Kar-Wai del 2000 Con Maggie Cheung, Tony Leung Chiu Wai, Siu Ping-Lam, Rebecca Pan, Lai Chen. Prodotto in Francia, Hong Kong, Thailandia.Durata: 98 minuti.

Hong Kong, 1962. I coniugi Chow e i coniugi Chan si trasferiscono lo stesso giorno in due appartamenti contigui. Sono il signor Chow e la signora Chan a rientrare più di frequente a casa ed è così che nel giro di breve tempo scoprono che i rispettivi consorti sono amanti. La volontà di comprendere le ragioni del tradimento subito li porterà a frequentarsi sempre più spesso e a condividere le sensazioni provate.

In the Mood for Love (2000) on IMDb
Locandina Ichi the Killer

Un film di Takashi Miike. Con Tadanobu Asano, Nao Omori, Alien Sun, Shinya Tsukamoto, Susumu Terajima Thriller, durata 129 min. – Giappone, Hong Kong, Corea del sud 2001. MYMONETRO Ichi the Killer * * * - - valutazione media: 3,32 su 23 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Il boss Anjo viene ammazzato da un misterioso killer in maniera estremamente truculenta, ma nessuna traccia viene lasciata. Per ritrovare Anjo, convinto che sia ancora vivo, il folle e sadico Kakihara, suo vice, accetta il consiglio dell’enigmatico informatore Jijii e per questo rapisce e tortura Suzuki, capo di un banda rivale, che si dimostra però estraneo all’accaduto. Per punizione Kakihara e il suo clan vengono estradati dal sindacato della yakuza di Shinjuku. La caccia non finisce.

Ichi the Killer (2001) on IMDb

Sto rippando la versione 720p h264 rus/jap subeng da 7gb in una h265 jap subita/eng, entro un’oretta dovrebbe essere pronta

Locandina The Killer

Un film di John Woo. Con Chow Yun-FatDanny Lee (II)Sally YehKenneth Tsang Titolo originale Die Xue Shuang XiongPoliziescodurata 110 min. – Hong Kong 1989MYMONETRO The Killer ***1/2- valutazione media: 3,51 su 17 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Uno dei migliori lavori di John Woo con citazioni da La magnifica illusione e Duello al sole. Il killer del titolo durante una sparatoria acceca per sbaglio una ragazza. Decide di rimediare all’errore proteggendola, all’insaputa di lei.

The Killer (1989) on IMDb
Recensione di The Platform di Jia Zhangke - CinaOggi

Platform (站台S, ZhàntáiP) è un film del 2000 diretto da Jia Zhangke

Fenyang, provincia di Shanxi, 1979-1989: una compagnia teatrale itinerante segue l’evoluzione politica della Cina, dalla rivoluzione culturale agli albori della globalizzazione, e passa dai musical didattici maoisti alla breakdance. Intanto, Mingliang corteggia Ruijuan malgrado l’opposizione del padre di lei, mentre Chang Jun e Zhong Pin vanno a vivere insieme pur non essendo sposati.

Platform (2000) on IMDb
Xiao Wu (1997) - Trama, Cast, Recensioni, Citazioni e Trailer

Regia di Jia Zhangke. Un film con Hong Wei WangHao HongjianZuo BaitaoMa JinreiLiu JunyingYonghao LiangCast completo Titolo originale: Xiao Wu. Genere Drammatico – Hong KongCina1997durata 107 minuti.

Lo straordinario film d’esordio di Jia Zhangke descrive, attraverso il personaggio complesso ed emblematico di un piccolo delinquente di provincia alla deriva di fronte a cambiamenti epocali, il faticoso ed alienante passaggio all’economia di mercato. L’affettuoso ma spassionato film di Jia Zhang-ke che narra la caduta di un incurabile perdente è uno dei film cinesi più suggestivi e compiuti degli anni Novanta. Realizzato con un budget ridotto e un cast composto interamente da attori non professionisti nella città natale di Jia, è un’ulteriore rivendicazione del cinema cinese indipendente e “underground” e il trionfo che ha lanciato la carriera del suo esordiente regista. Il film offre una osservazione fine e meticolosa delle superfici materiali e delle transazioni sociali per suggerire ciò che accade sotto quelle superfici.

Pickpocket (1997) on IMDb
Locandina italiana Happy Together

Un film di Wong Kar-wai. Con Leslie Cheung, Tony Leung, Chang Chen Drammatico, durata 93 min. – Hong Kong 1997. MYMONETRO Happy Together * * * - - valutazione media: 3,42 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

La storia è molto semplice. I protagonisti si amano, emigrano in Argentina, si lasciano e si ritrovano fino a che uno dei due decide di fare ritorno ad Hong Kong. Ciò che rende interessante il film è che, nei panni dei due protagonisti, troviamo due attori divenuti famosi grazie a film d’azione. C’è poi la regia, sempre estremamente attenta all’uso del mezzo, di Wong Kar-Wai che ci trasmette l’inumanità di un mondo che non riesce ad accogliere l’umanità disperata che lo abita.

Happy Together (1997) on IMDb
Locandina Tokyo Sonata

Un film di Kiyoshi Kurosawa. Con Teruyuki KagawaKyôko KoizumiYû KoyanagiInowaki KaiHaruka Igawa. continua» Titolo originale Tôkyô sonataDrammaticoRatings: Kids+13, durata 119 min. – Giappone, Hong Kong, Paesi Bassi 2008.

Ryuhei Sasaki è un tranquillo padre di famiglia finché non perde il posto di lavoro; la scelta di non rivelare nulla a moglie e figli lo porterà a conoscere un sottobosco crescente di disoccupati insospettabili, ma non lo aiuterà a tenere insieme i pezzi di una famiglia che si va sfaldando.
La Crisi, così paventata, presagita, snobbata è qui tra noi. Dove “noi” non significa solo l’Occidente, ma pure il diametralmente opposto Giappone, ugualmente colpito al cuore. E non sarà un caso se sono saliti al governo i socialisti per la prima volta nella storia. Kurosawa Kiyoshi, con la sensibilità che lo contraddistingue – e che difficilmente pertiene a un regista puramente horror, come ancora qualcuno lo etichetta – parte dalla Crisi per mescolarla alle molteplici crisi che accompagnano l’uomo nel suo difficile cammino. Nel senso stretto ma pure in quello etimologico del termine, perché il mutamento radicale e sofferto, spesso spinto sino all’autolesionismo, è parte integrante di questo processo evolutivo. Che qui si abbatte sul nucleo famigliare con una violenza degna del Takashi Miike di Visitor Q, senza quel gusto pop di portare tutto all’estremo, ma senza tirarsi indietro di fronte agli esiti di una sostanziale discesa agli inferi. Ad essere messi in discussione sono i pilastri stessi della società: l’autorità – l’insegnante sbeffeggiato in classe, il pater familias a disagio per mantenere un ruolo di leadership sistematicamente messo in discussione – il vincolo nuziale, tenuto insieme solo da abitudine e necessità, ma pure la supremazia del lavoro serio rispetto all’insicurezza di professioni apparentemente più frivole, che vivono la propria rivincita grazie al talento del piccolo sognatore Kenji.
Kurosawa osserva la famiglia con amore, forse, con comprensione, magari, ma con ben poca compassione, privilegiando la camera fissa per denudarne le fragilità: a volte il tavolo da pranzo, unica occasione di (finta) riconciliazione, è addirittura inquadrato dall’esterno, mediato da un vetro e da riflessi che dicono più di mille parole su quel che avverrà di lì a breve. Straordinaria la prova attoriale di Teruyuki Kagawa, calato perfettamente nel ruolo fantozziano del protagonista, incapace di liberarsi persino nel momento di massima ira, quando, seppur armato di bastone e con intento distruttivo, non rinuncia a sistemarsi goffamente il borsello, residuo di una divisa che per lungo tempo ha significato “classe media” e un determinato inquadramento sociale. Prima che lo tsunami della crisi rimettesse tutto in discussione, giocando con i destini di piccoli uomini indifesi come lui.

Tokyo Sonata (2008) on IMDb
As tears go by - vos - Circuito Cinema

Un film di Wong Kar-wai. Con Andy Lau, Jacky Cheung, Maggie Cheung Titolo originale Mongkok Carmen. Drammatico, durata 95 min. – Hong Kong 1988. MYMONETRO As Tears Go By * * 1/2 - - valutazione media: 2,75 su 2 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Al suo primo film Wong Kar-wai non è ancora autore ma è già protagonista. As Tears Go By è un mix di stili contrastanti ma vibra di tutta la passione che solo il cinema di Hong Kong degli anni ’80 sapeva regalare. Sorta di remake sotto mentite spoglie del Mean Streets scorsesiano, è la storia di Wah, un gangster squattrinato, disilluso e per nulla ambizioso tentato dall’amore per una lontana cugina ma prigioniero di questioni d’onore e del bisogno di proteggere l’avventato Fly, dotato di una propensione rara per cacciarsi nei guai ad ogni occasione. Wong Kar-wai si mantiene nei limiti del cinema commerciale e di genere, con musiche ad effetto – colonna sonora comunque strepitosa, tra il jazz-rock di Teddy Robin Kwan e il remake di Take My Breath Away dei Berlin – e rispettando il canovaccio del noir con tutti i suoi cliché, ma è stilisticamente che reinventa il tutto. Luci al neon, step framing per sbalestrare lo sguardo durante le scene d’azione, inquadrature suggestive e figlie della nouvelle vague (alternate ad altre ancora molto grezze), ossia quelle che diverranno le stimmate di un autore memorabile e che in As Tears Go By si mescolano con effetto inebriante alla spensieratezza del cinema popolare. 

As Tears Go By (1988) on IMDb
Locandina italiana Hong Kong Express

Un film di Wong Kar-wai. Con Tony Leung, Takeshi Kaneshiro, Brigitte Lin, Faye Wong, Valerie Chow. Titolo originale Chonqin senlin. Drammatico, durata 98 min. – Hong Kong 1994. MYMONETRO Hong Kong Express * * * 1/2 - valutazione media: 3,94 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Chungking Mansions, Hong Kong, 1994. L’agente 223 (Takeshi Kaneshiro) non riesce a dimenticare Ah Mei, la ragazza che l’ha lasciato, e arriva ad abbrutirsi mangiando ananas scaduto. Incontra una donna misteriosa con una parrucca bionda (Brigitte Lin) e se ne innamora. L’agente 663 (Tony Leung) frequenta assiduamente un chiosco dove lavora Ah Fei (Faye Wong), la quale si innamora di 663 senza che questi se ne renda conto.
Storie apparentemente parallele che parallele non sono, che in modo quasi impercettibile si toccano, o meglio si sfiorano, talora ingannando lo spettatore meno smaliziato. Per esempio quando Ah Fei compra il pupazzo di Garfield mentre la killer è fuori dal negozio, in un cortocircuito impossibile (dal momento che Ah Fei non può ancora aver conosciuto l’agente 663). Questo perché Wong Kar-wai – che col Tempo sin da Days of Being Wild ingaggia un duello che non troverà mai fine – distorce la continuity dell’intreccio nella stessa maniera in cui altera il senso di un’istantanea del presente, adottando a profusione lo step-framing, ovvero quella tecnica che permette, con un astuto trompe l’oeil, di congelare un singolo personaggio del frame mentre il resto della scena sembra muoversi a velocità doppia.

Strumenti che permettono a Wong di (sovra-)comunicare la sensazione di solitudine e di smarrimento di uomini (e donne, anche se il pdv è principalmente maschile) in una metropoli così spersonalizzante da ridurre le identità a meri numeri. Ma per quanto annullate nella massa queste identità anelano alla ricerca dell’altro da sé, del proprio completamento, comprendendo che la difficoltà, se non l’impossibilità, di un successo è parte del gioco, crudele e spesso inspiegabile, su cui si regge il sentimento d’amore. Se il quadro generale tocca temi cari a Wong Kar-wai e li eleva a un apice di compiutezza, sono i dettagli ad aver reso Hong Kong Express un oggetto di culto – per quanto esoterico: Tony Leung che dialoga con i suoi pupazzi e indumenti, California Dreamin’ dei Mamas & Papas suonata a massimo volume, la dissertazione di Kaneshiro sulle ore e i centimetri che separano da un incontro (e da un innamoramento). Tutto costruito con la perizia di uno stratega dei sentimenti, che sa di poter donare a ogni dettaglio vita propria, ma infonde una passione così sincera nella sua creazione che non si corre mai il rischio di intravedere la mano che muove i fili da lassù. Apprendendo che il film è stato girato nelle pause di lavorazione dell’interminabile Ashes of Time non ci si crede, ma è anche così, nella fretta o quasi per gioco, che nascono opere fondamentali. Con la stessa apparente (e un po’ fatalista) casualità con cui, in Hong Kong Express, uomini e donne si amano o si lasciano e segnano così indelebilmente le loro vite.

Chungking Express (1994) on IMDb
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Regia di Fruit Chan. Un film Da vedere 1997 con Sam LeeNeiky Hui-ChiWenders LiAmy Tam Ka-ChuenCarol Lam Kit-FongCast completo Genere Commedia drammatica – Hong Kong1997durata 94 minuti. Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Autumn Moon, Ping e Sylvester sono tre ragazzi difficili delle case popolari di Hong Kong: il primo è un mezzo delinquente abbandonato dal padre, la seconda ha una madre piena di debiti ed è affetta da un tumore che si diffonde rapidamente; Sylvester, invece, ha un ritardo mentale che lo rende sistematicamente lo zimbello dei bulli del quartiere. Moon diventa il capo di questo terzetto accomunato dall’insoddisfazione: quando i tre vengono in possesso della lettera scritta da una ragazza prima di suicidarsi, i loro destini cambiano irreversibilmente.

Made in Hong Kong (1997) on IMDb
Recensione su Drug War (2012) di AndreaVenuti | FilmTV.it

Regia di Johnnie To. Un film Da vedere 2012 con Louis KooHonglei SunYi HuangMichelle YeSuet LamWallace Chung. Titolo originale: Du zhan. Genere Thriller – Hong KongCina2012, Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Un’unica lunga operazione antidroga, che inizia con la cattura di un gruppo di corrieri portatori di pacchetti di cocaina dentro il proprio corpo e mira ad arrivare fino alla cupola del narcotraffico. Tutto è visto attraverso le azioni di Lei, un funzionario di polizia sveglio e totalmente dedito alla causa (come il resto del suo team), e attraverso il rapporto che sviluppa con Ming, trafficante pentito che decide di fare il doppio gioco per la polizia tradendo i suoi sodali.
L’ultimo film di Johnnie To è uno dei più rigorosi e obbedienti nei confronti delle regole della censura cinese e al tempo stesso uno dei più belli. Per poter trattare il complesso tema della guerra alla (e per la) droga in Cina, il regista è dovuto passare attraverso non poche difficoltà, in primis la serie di lunghi controlli sulla sceneggiatura e sull’esito finale da parte del governo. Il risultato è un film che abbraccia il manicheismo e mostra il trionfo della giustizia sulla criminalità senza appello o ambiguità.

Drug War (2012) on IMDb
Ashes of Time - Film (1994) - MYmovies.it

Un film di Wong Kar-wai. Con Leslie Cheung, Brigitte Lin, Tony Leung Ka Fai, Maggie Cheung, Carina Lau. Titolo originale Dong Xie Xi Du. Avventura, durata 95 min. – Hong Kong, Cina, Taiwan 1994. MYMONETRO Ashes of Time * * * 1/2 - valutazione media: 3,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Ou Yang Feng (L. Cheung), già spadaccino e sicario di professione, vive da eremita nel deserto. Gli fa visita una ragazza (C. Young) che vorrebbe vendicare la morte del fratello. Gli richiama alla memoria l’unica donna (M. Cheung) che ha mai amato, ora moglie di suo fratello. Ma anche il suo migliore amico (T. Leung) è innamorato di lei. Nel suo 3° e costoso film, Wong prende in prestito i personaggi di un romanzo di arti marziali di Jin Yong e li situa in mezzo a un deserto per analizzarne ossessioni e manie. “Incredibile apologo filosofico, film di kung-fu senza combattimenti, film in costume senza un tempo di riferimento, paradossale tentativo di ‘prendere sul serio’ le storie di fantasmi e di eroi mitologici cinesi” (G. Manzoli).

 Ashes of Time
(1994) on IMDb

A differenza della versione REDUX che dura 93 minuti questa ne dura 98

Ashes of Time Redux - Film (2008) - MYmovies.it

Un film di Wong Kar-wai. Con Leslie Cheung, Jacky Cheung, Maggie Cheung, Carina Lau, Tony Leung.Titolo originale Ashes of Time Redux. Azione, durata 93 min. – Hong Kong 2008. MYMONETRO Ashes of Time Redux * * * * - valutazione media: 4,25 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

A causa della perdita delle stampe originali, Wong ha rimontato e riscritto la colonna sonora del film nel 2008 per le future versioni cinematografiche, DVD e Blu-ray con il titolo Ashes of Time Redux . La durata del film è stata ridotta da 100 a 93 minuti. Sia la versione originale che quella Redux possono ancora essere trovate sui mercati asiatici, mentre solo la versione Redux è disponibile sui mercati occidentali. Sono state notate diverse critiche alla versione Redux, come la scarsa qualità dell’immagine e la padronanza del colore dal materiale originale, il ritaglio e la rimozione di parti dell’immagine in basso, le scarse traduzioni in inglese e la riscrittura del punteggio.

In un mitologico jianghu al di là dello spazio e del tempo, Ouyang Feng è un maestro di spada decaduto che vive ritirato nel deserto fra cinismo e solitudine. Abbandonata la spada, svolge ormai solo il ruolo di tramite fra spadaccini mercenari e uomini desiderosi di vendetta. In un ciclo completo delle stagioni dell’Almanacco cinese, passano dalla sua casa l’affascinante cavaliere errante Huang Yaoshi, i due ambigui fratelli Yin e Yang del Clan Murong, uno spadaccino tradito dalla moglie sulla via della cecità e il rozzo e affamato guerriero Hong Qi. Il loro passaggio dà luogo a sanguinosi combattimenti, ma per Ouyang Feng segna soprattutto una diversa prospettiva sul valore dei ricordi, la precarietà dei sentimenti e il suo amore perduto di un tempo.

Ashes of Time (1994) on IMDb

Regia di Tran Anh Hung. Un film Da vedere 1995 con Tran Nu Yên-KhêLe Van Loc. Titolo originale: Xichlò/Cyclo. Genere Drammatico, – FranciaVietnamHong Kong1995durata 120 minuti. Uscita cinema venerdì 8 settembre 1995 distribuito da Sony Pictures Italia. – MYmonetro 3,17 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Giovane portatore di risciò in bicicletta alle prese con il lavoro, la fatica, la dura lotta per la sopravvivenza. Siamo a Saigon, ma potrebbe essere qualsiasi metropoli del Terzo Mondo. Quando gli rubano il cyclo il protagonista entra nell’universo della violenza, del crimine, della prostituzione, della droga. Sono le vie d’uscita dalla miseria. In un incalzante susseguirsi di invenzioni ora potenti, ora ridondanti e formalistiche, il film rivela le radici della violenza contemporanea. Leone d’oro e premio Fipresci alla Mostra di Venezia 1995 dove il suo regista lo definì “una via di mezzo tra Ladri di biciclette e Taxi Driver “.

 Cyclo
(1995) on IMDb
Locandina Addio mia concubina

Un film di Chen Kaige. Con Leslie Cheung, Zhang Fengyi, Gong Li Titolo originale Bawang bieji. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 170 min. – Cina, Hong Kong, Taiwan 1993. MYMONETRO Addio mia concubina * * * - - valutazione media: 3,38 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Il titolo è preso da un’opera cinese dei primi del Novecento, scritta da Mei Lanfang. Il regista cinese Chen Kaige vive a New York, trapiantato da vero intellettuale. E il film, un affresco politico nascosto sotto la patina del melodramma, media la cultura cinese con lo stile registico occidentale. Non è certo una pecca, specialmente se il risultato, come in questo caso, è lusinghiero. Due bambini diventano amici mentre apprendono la durissima arte dell’attore. Infatti in Cina per calcare il palcoscenico si deve sottostare a regole durissime. Una volta scelti come attori per una famosa opera con protagonisti un re e la sua concubina le loro vite cambiano. L’attore che interpreta il personaggio femminile si immedesima a tal punto da diventare geloso e pericoloso quando l’amico si innamora di una prostituta. Tra intrecci politici e sentimentali si giunge alla tragedia. Bravi tutti gli interpreti principali, soprattutto Leslie Cheung e Gong Li, e una lode al direttore della fotografia, Gu Changwei.

Farewell My Concubine (1992) on IMDb

Regia di Wong Kar-wai. Un film Da vedere 2013 con Tony Chiu-Wai LeungZiyi ZhangChen ChangQingxiang WangTielong ShangCast completo Titolo originale: Yi Dai Zong Shi. Genere Biografico, – CinaHong Kong2013durata 123 minuti. Uscita cinema giovedì 19 settembre 2013 distribuito da Bim Distribuzione. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,11 su 10 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Ip Man, colui che diventerà il maestro di Bruce Lee, vive a Fo Shan, nel sud della Cina dove pratica le arti marziali come personale passione. In seguito alla guerra cino-giapponese che sconvolge le province del nordest del Paese, il Grande Maestro Gong Baosen è costretto a trasferirsi a Fo Shan dove tiene la cerimonia del proprio addio alle arti marziali. Viene raggiunto da Gong Er, figlia a cui ha insegnato una tecnica letale. Ip Man e Gong Er si conoscono in questa occasione. La domanda che percorre il mondo del kung fu è: chi diverrà il successore di Gong Baosen?

The Grandmaster (2013) on IMDb

Regia di Wong Kar-wai. Un film Da vedere 2007 con Norah JonesJude LawDavid StrathairnNatalie PortmanRachel Weisz, Chad R. Davis, Katya Blumenberg, John Malloy (II), Demetrius Butler, Frankie FaisonCast completo Titolo originale: My Blueberry Nights. Genere Sentimentale, – FranciaCinaHong Kong2007durata 111 minuti. Uscita cinema venerdì 28 marzo 2008 distribuito da Bim Distribuzione. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 2,92 su 27 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Elizabeth rompe con un compagno con cui è stata a lungo e si confida con Jeremy, il proprietario di un caffè che se ne innamora. Ma la ragazza lascia New York per un viaggio le cui tappe sono scandite dalla ricerca di un lavoro, il desiderio di poter acquistare un’auto e il bisogno di curare le ferite interiori. Incontrerà storie di individui che la faranno crescere e la porteranno a uno sguardo nuovo sul mondo. Forse più libero o forse ancor più legato a qualcuno e quindi positivamente ‘libero’.
Ancora un viaggio nei sentimenti quello del regista cinese divenuto da tempo uno dei Maestri del cinema. Alla sua prima prova in lingua inglese Wong Kar Wai dichiara: “Talvolta la distanza tangibile tra due persone puo’ essere minima ma quella emotiva enorme. Il mio film vuole essere uno sguardo rivolto a quelle distanze sotto varie angolazioni”. Dopo il suo capolavoro In the Mood for Love sembrava essere divenuto prigioniero di un formalismo che rischiava (vedi 2046) di ottundere la sua capacità di narratore di emozioni spesso a rischio di implosione. In Un bacio romantico torna a produrre vibrazioni pur non rinunciando a una ricerca estetica estremamente raffinata ma nuovamente non fine a se stessa.

My Blueberry Nights (2007) on IMDb

Regia di Wong Kar-wai. Un film con Leon LaiKaren MokMichelle ReisTakeshi KaneshiroCharlie YeungCast completo Titolo originale: Duoluo tianshi. Genere Drammatico, – Hong Kong1995durata 90 minuti. Uscita cinema lunedì 7 giugno 2021 distribuito da Tucker Film. – MYmonetro 3,32 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Due storie solo apparentemente parallele nella notte di Hong Kong. Da un lato il rapporto tra il killer Ming e la partner Agent (puramente professionale per il primo, morbosamente passionale per la seconda), dall’altro le vicende tragicomiche di Ho, un muto che vive di espedienti e cerca l’amore. Fallen Angels recita il titolo originale, ovvero angeli “caduti” e non “perduti”, come vuole la banalizzazione del titolo italiano.
In una sola parola muta inesorabilmente il senso del tratto con cui Wong Kar-wai modella alcune esemplari solitudini metropolitane. In origine si trattava di due episodi rimasti esclusi da Hong Kong Express, poi cresciuti a dismisura sino a divenire un film a sé, in cui Wong potesse portare alle estreme conseguenze la sua poetica. Se il capostipite lavorava di fioretto, ritraendo delicate e romantiche storie d’amore, Angeli perduti ne rappresenta l’oscuro contraltare, sensuale dove l’altro era pudico, spudorato dove l’altro giocava di sottrazione; aggressivo tanto nello stile – uso e abuso del grandangolo e della camera a spalla – che nell’esasperazione gridata dei contenuti e del fine ultimo.
La consapevolezza autoriale di Wong Kar-wai appare ormai evidente e a tratti compiaciuta, ma le accuse di manierismo rivolte al film sminuiscono la potenza di un’opera in cui il senso profondo dell’incomunicabilità e della morte al lavoro raggiunge il suo acme. Attraverso i rimandi osmotici e le strizzatine d’occhio con Hong Kong Express – l’ananas scaduto, Lei che pulisce la casa in assenza di Lui, la condivisione di topoi e situazioni – Angeli perduti celebra la definitiva fine dell’illusione (della felicità), esaltando fino a svuotare di significato l’eroismo di personaggi teorici e astratti sino a sembrare degni di Antonioni (anche se si muovono con lo step-framing dell’action di Hong Kong).
La felicità, effimera e forse illusoria, come una boa a cui aggrapparsi disperatamente, nel nulla (pieno di cose) della metropoli.

Fallen Angels (1995) on IMDb

Regia di Wong Kar-wai. Un film Da vedere 1991 con Leslie CheungAndy LauCarina LauMaggie CheungJacky CheungCast completo Titolo originale: À-fei zheng chuang. Genere Drammatico, – Hong Kong1991durata 95 minuti. distribuito da Tucker Film. – MYmonetro 3,14 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Hong Kong, 1960. Il giovane dissoluto Yuddy seduce e poi abbandona due ragazze – la cassiera Su Li-Zhen e la cantante Mimi – prima di partire per le Filippine alla ricerca della sua vera madre e delle radici che lo possano ancorare alla vita.
È con Days of Being Wild che Wong Kar-wai diventa l’autore che in seguito il mondo conoscerà e a cui tributerà infiniti elogi. Se As Tears Go By era ancora fortemente legato alle meccaniche dell’industria di Hong Kong e a un certo modo di girare il connubio tra action e melò (ma con tocchi personali che lo rendono comunque un unicum), in Days of Being Wild fanno capolino quelli che saranno i topoi di Wong negli anni a venire. Lo struggimento d’amore e la sua relazione con il tempo, fuggevole e ingannatore, è (ancora e sempre) il tema dominante e l’asse fondante della poetica wongkarwaiana. Per sorreggere la sua estetica, rafforzata dalla prima collaborazione con il direttore della fotografia Christopher Doyle, Wong plasma un cast strepitoso, reinventando Maggie Cheung da giovane modella irraggiungibile a dimessa cassiera – gonne larghe e lunghe, improbabili camicie – di una sala scommesse e plasmando su Leslie Cheung il personaggio del “bello e maledetto” che lo accompagnerà nella sua splendida, ancorché tristemente breve, carriera. Yuddy, così si chiama il personaggio di Leslie, si sente già morto, privo di un’identità e conscio che la spasmodica ricerca della sua vera madre non potrà mai tradursi nell’esito sperato; in virtù di quest’e(ste)tica di vita dissoluta che ne deriva, le donne – tanto la Su Li-zhen di cui sopra quanto l’estroversa cantante Mimi – finiscono per cadere ai suoi piedi e per essere calpestate dalla sua autolesionistica impossibilità di amare e di stabilire delle relazioni. L’inseguimento dell’oggetto d’amore porta a un circolo vizioso di cacciatori e prede, con il premuroso poliziotto Tide vanamente innamorato di Su Li-zhen e il timido Zeb altrettanto di Mimi.
Secondo Wong, tanto più il sentimento d’amore è intenso e tanto meno trova soddisfazione, nel loop di un’eterna incompiutezza che si pone come principale cifra stilistica – oltre che scelta quasi ideologica, del WKW autore e di Days of Being Wild in particolare – scandita dal movimento delle lancette di orologi, onnipresenti quasi quanto il fumo delle mille sigarette consumate.
Il destino del film sarà quello di non incassare a sufficienza per dar luogo al seguito che le ultime sequenze parrebbero prefigurare, salvo poi reincarnarsi, in una sorta di metempsicosi autoriale, nel dittico In the Mood for Love-2046, in cui torneranno musiche (i brani dell’America latina in voga nella Hong Kong dei ’60), luoghi e personaggi (Mimi e la stessa Su Li-Zhen, nome che diventerà ossessione ricorrente del protagonista di 2046) di un film sulla schiavitù dell’amore che per Wong sembra non avere mai fine (né inizio). In questo senso vien quasi da pensare alla consapevolezza di un demiurgo quando il regista introduce il personaggio di Tony Leung senza un intento apparente; ipotesi suggestiva quanto improbabile, a cui è bello credere, seguendo il flusso di un’onirica visione propria del cinema di Wong Kar-wai.

 Days of Being Wild
(1990) on IMDb
Locandina italiana A Simple Life

Un film di Ann Hui. Con Andy Lau, Deanie Ip, Wang Fuli, Qin Hailu, Paul Chiang. Titolo originale Táo Jie. Drammatico, durata 117 min. – Hong Kong 2011. – Tucker Film uscita giovedì 8 marzo 2012. MYMONETRO A Simple Life * * * 1/2 - valutazione media: 3,82 su 47 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Tra l’anziana amah (domestica) Ah Tao e il suo padrone, l’attore cinematografico Roger, si instaura un rapporto che assomiglia a quello tra una madre e il proprio figlio, destinato a intensificarsi durante la degenza in ospedale di Ah Tao.
Una lunga carriera come quella di Ann Hui, dedita sin dagli inizi alla denuncia di storture della società e alla raffigurazione di spaccati di quotidianità raramente visti su grande schermo, non poteva che trovare coronamento in un film come A Simple Life, che già nel titolo pare assurgere a summa della poetica della regista. La storia di Ah Tao è quella esemplare della vita di una persona semplice, una donna costretta dagli eventi a trascorrere sin dall’infanzia una vita al servizio degli altri, ma che a questa condizione ha saputo infondere dignità e passione; una donna, a prescindere dallo status, speciale e unica, proprio come il fiocco di neve del vetusto stereotipo.
Riecheggia qualcosa di Ozu nella dinamica servo-famiglia, ma la cifra stilistica è inconfondibilmente quella di Ann Hui, che accarezza con la macchina da presa i corpi dei suoi personaggi, ma soprattutto le espressioni, anche le meno percettibili, carpendo sguardi e ammiccamenti furtivi tra due personaggi che spesso non necessitano di parole per comunicare il reciproco affetto. Quello che arriva al pubblico in una sorta di empatia che supera lo schermo e cresce man mano che Roger e Ah Tao capiscono di rappresentare la famiglia nella sua totalità l’uno per l’altro.
Proprio quell’Andy Lau che la Hui lanciò nel lontano 1982 di Boat People torna, ormai superstar, nei panni del protagonista di A Simple Life, privandosi di ogni glamour e dimostrando per la prima volta di accettare la sua mezza età e l’inesorabile verdetto del tempo che passa.
A fianco di Lau, diversi i cameo di celebrità del cinema di Hong Kong, tra cui un sorprendente Tsui Hark, che – con Andy Lau e Sammo Hung – riforma, in una breve parentesi di cinema nel cinema, la trimurti a cui dobbiamo Detective Dee e il mistero della fiamma fantasma. Una lezione di compostezza e raffinata gestione dei sentimenti da un’instancabile osservatrice della vita umana.

A Simple Life (2011) on IMDb