Category: Lubitsch Ernst


Gli occhi della mummia (Die Augen der Mumie Ma) è un film muto del 1918 diretto da Ernst Lubitsch.

In Egitto, Wendland, un giovane pittore, vuole a tutti i costi vedere una mummia che terrorizza tutti quelli che vanno a visitare la sua tomba. Dalle bende, sembra che due occhi vivi scrutino i visitatori. 

 Gli occhi della mummia
(1918) on IMDb

Un film di Ernst Lubitsch. Con Harry LiedtkeVictor JansonOssi Oswalda Titolo originale Die AusternprinzessinCommediab/n durata 63′ min. – Germania 1919.

Gli anni che vanno dal 1919 alla sua partenza per Hollywood furono incredibilmente fecondi per Lubitsch. I suoi spettacolari ma umanizzati film storici – Madame Dubarry (1919), Anna Boleyn (1920), Das Weib des Pharao (1922) – furono inframmezzati da lavori in stile kammerspiel come Rausch (1919) e Die Flamme (1922), e da spumeggianti commedie come Die Aus-ternprinzessin (1919), Die Puppe (1919), Kohlhiesels Töchter (1920) e Die Bergkatze (1921). Nel 1947, scrivendo a Theodore Huff, Lubitsch ricordava che “Die Austernprinzessin è stato il primo dei miei film in cui fosse evidente uno stile chiaramente definito.” Qui, peraltro, la ricerca stilistica va ben oltre il “tocco alla Lubitsch”. Il movimento di danza formale e ritmico da lui elaborato per il film manca di fonti immediatamente riconoscibili, anche se anticipa la coreografia di Kurt Jooss ed i balletti eccentrici di Valeska Gert e dei suoi seguaci. Senza precedenti è anche il modo in cui Lubitsch unisce i personaggi, la coreografia e l’ambientazione. Nella stessa lettera a Huff, ricordava con soddisfazione la scena in cui l’amico e sostituto del principe Nucki, Josef, viene fatto attendere nell’anticamera del signor Quaker, “il re delle ostriche”. Josef, affascinato dalle elaborate decorazioni sul pavimento di legno, è tutto assorto nel ripercorrerle, in tutte le loro volute, finché la scena diventa un balletto per un solo danzatore. Ilona Brennicke e Joe Hembus, esaminando il modo in cui l’arredo di un set può condizionare il movimento dei suoi occupanti, indicano, acutamente, l’indovinato titolo di un film di Lubitsch molto più tardo, Design for Living.Un’influenza sicura sul film – e forse sui suoi ritmi di movimento così particolari – fu l’operetta austro-ungherese degli inizi del secolo. Die Austernprinzessin e So This Is Paris, con la deliziosa sequenza di charleston, sono i più musicali dei film muti di Lubitsch, anche se la musica sarebbe sempre stata per lui un’ispirazione fondamentale. Si dice che, avendo iniziato la sua carriera come cabarettista, amasse suonare il piano sul set e (come Chaplin) provasse lui stesso ogni ruolo. Lubitsch seppe stare comodamente a cavallo fra due mondi. Era incantato dal nuovo mondo e dalla modernità, dalle manie e dalla musica americana; eppure, allo stesso tempo, trasse un’ispirazione proficua e costante dal vecchio mondo europeo dell’operetta, della commedia musicale, delle storie della Ruritania, della commedia da boulevard francese e del teatro comico ungherese, che funse da base per alcuni dei suoi migliori film hollywoodiani. Egli portò nei film di Hollywood il mondo, lo spirito e l’eleganza di Franz Lehár, Oscar Straus e Leo Fall.Die Dollarprinzessin di Fall (presentato a Vienna nel 1907) è chiaramente collegato a Die Austernprinzessin, con una bisbetica viziata che viene domata da un aristocratico decaduto, anche se nell’operetta di Fall la storia è ambientata in America, dove il nobile batte gli americani al loro stesso gioco facendo la propria fortuna. A sua volta, Die Austernprinzessin anticipa i rapporti tra Maurice Chevalier e Jeanette MacDonald in The Love Parade, One Hour with You e The Merry Widow. Prima di partire per l’America, Lubitsch stava lavorando ad una versione muta di Ein Walzertraum (Il sogno di un valzer), di Oscar Straus, che fu in seguito realizzata da Ludwig Berger; ci si chiede però che cosa questo “musical muto” avrebbe potuto essere in mano a Lubitsch, che avrebbe infine realizzato Ein Walzertraum a Hollywood come film sonoro, The Smiling Lieutenant.Lubitsch ricordava che Die Austernprinzessin fu anche il primo film in cui decise di far evolvere il suo stile comico dallo slapstick alla satira. Qui si diverte a spese dei nuovi ricchi americani, rappresentati dal signor Quaker, che vive in un’opulenta villa di stile europeo con eserciti di servi e segretarie ossequienti che si muovono in sincrono. C’è persino un valletto che gli regge il sigaro. La ricchezza, però, non è tutto: la viziata, petulante “principessa delle ostriche” (Ossi Oswalda) diventa pazza di gelosia nell’apprendere che la principessa del lucido da scarpe sposerà un nobile. Suo padre riesce a calmare i suoi capricci solo promettendole di comperarle un principe. (Gli spiantati principi europei vengono prontamente forniti da apposite agenzie.) Il confronto tra i ricchi, chiassosi americani e l’aristocrazia europea, impoverita ma ancora orgogliosa, si fa più frizzante quando il principe Nucki, in pieno stile favola/operetta, manda l’umile amico Josef a prendere il suo posto come cortigiano al palazzo dei Quaker.Ci sono allestimenti meravigliosi, come il banchetto di nozze, per cui si dice che Lubitsch avesse assunto 300 autentici camerieri professionisti. Con le loro movenze da robot, i camerieri si susseguono ritmicamente davanti a ciascun ospite, cambiando insieme con i piatti. Dice Enno Patalas, “La presentazione dello spreco, in Lubitsch, è sempre liberatoria e divertente.” La festa diventa un foxtrot di massa che coinvolge ospiti e camerieri ed è la sequenza del film che più spesso viene menzionata. Un’altra scena memorabile è il parco coperto di neve sulle cui panchine si lasciano cadere, uno dopo l’altro, gli stanchi festaioli. Nel 1972 Friede Grafe giudicò Die Austernprinzessin “il miglior film comico mai realizzato in Germania, un’opera farsesca farsa di dirompente volgarità”.DAVID ROBINSON, CATHERINE A. SUROWIECLa partitura di Peter Vermeersch è stata commissionata come evento inaugurale dell’edizione 2005 del Festival Internazionale di Ghent, dove è stata eseguita dalla Flat Earth Society.

The Oyster Princess (1919) on IMDb

Un film di Ernst Lubitsch. Con Emil JanningsHedwig PaulyHilde MullerHenny Porten Titolo originale Anna BoleynStoricodurata 136 min. – Germania 1920.

La storia della seconda moglie di Enrico VIII, madre di Elisabetta I. Sposa infelice che finisce decapitata. Questo film appartiene al periodo tedesco di Lubitsch, quello in cui realizzava storie in stile melodramma.

Deception (1920) on IMDb

Un film di Ernst Lubitsch. Con Max Kronert, Hermann Thimig, Victor Janson, Marga Köhler, Ossi Oswalda.Titolo originale Die Puppe. Commedia, b/n durata 60′ min. – Germania 1919. MYMONETRO La bambola di carne * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Atterrito da un’orda di nubili vogliose, Lancelot, inibito baronetto, è costretto al matrimonio da uno zio malatissimo. Accetta di portare all’altare una bambola meccanica, l’esatto “doppio” di Ossi, figlia di Hilarius, artefice di automi e robot. La vera Ossi prende il suo posto, innescando buffi equivoci a catena. Quella del 27enne E. Lubitsch è una fiaba di tono scanzonato, di allegra bizzarria e di simulato candore, ricca di invenzioni al limite del surreale e di sottintesi psicanalitici, non priva di una divertente vena anticlericale. Racconta la storia di una iniziazione maschile, incubi compresi. Come dice Michael Henry in un saggio del 1971, i punti in comune col contemporaneo Das Kabinett des Dr. Caligari sono numerosi. Ispirata a un’operetta di A.E. Wilner, basata su racconti di E.T.A. Hoffman, è una burla con cui il regista fa emergere la componente ludica dell’espressionismo. Muto. Altro titolo italiano: La poupée.

The Doll (1919) on IMDb

Matrimonio in quattro - DVD - Film di Ernst Lubitsch Commedia | IBSUn film di Ernst Lubitsch. Con Florence Vidor, Monte Blue, Marie Prevost, Creighton Hall. Titolo originale The marriage circle. Commedia, b/n – USA 1924. MYMONETRO Matrimonio in quattro * * * * - valutazione media: 4,00 su 3 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Tra le sue commedie più efficaci, Matrimonio in quattro (1924) è un esempio classico della produzione del regista berlinese, approdato negli Stati Uniti. Il famoso tocco alla Lubitsch, ciò che Billy Wilder descrisse come la singolare capacità di dare anche ai particolari minimi la brillantezza e la leggerezza dell’arguzia, avvolge tutta la pellicola, interpretata da attori del calibro di Monte Blue, Florence Vidor, Marie Prevost e Adolphe Menjou. Ambientata nella Vienna degli anni Venti, la vicenda ruota attorno a due coppie, il dottor Braun e la neo mogliettina Charlotte, la migliore amica di Charlotte, Mizzi, sposata con il professor Stock. Tra i quattro si scatenano ambigui rapporti incrociati, con Mizzi che cerca di portare via all’amica il marito mentre Stock assolda un detective per coglierla in flagrante e poter così divorziare…

The Marriage Circle (1924) on IMDb

Locandina Lo scoiattoloUn film di Ernst Lubitsch. Con Pola Negri, Victor Janson, Paul Heidemann, Wilhelm Diegelmann, Hermann Thimig, Edith Meller, Marga Köhler, Paul Graetz, Max Gronert, Erwin Kopp, Paul Biensfeldt Titolo originale Die Bergkatze. Commedia, durata 81 min. – Germania 1921. MYMONETRO Lo scoiattolo * * * * - valutazione media: 4,00 su 1 recensione.

Lo Scoiattolo” (“Die Bergkatze”, letteralmente ‘il gatto delle montagne’) è stato il primo grande flop commerciale di Ernst Lubitsch, che invece amava moltissimo il film. Il primo conflitto mondiale è finito da poco, e il regista realizza un’opera modernissima e grottesca, una spassosa farsa sulla guerra dove si susseguono a gran ritmo battaglie (a palle di neve), inseguimenti e seduzioni, mentre tutto il paesaggio concorre a creare l’atmosfera surreale e fantastica in cui il film è immerso – per la messinscena Lubitsch incaricò il pittore e scenografo Ernst Stern, che aveva lavorato per lunghi anni con Max Reinhardt.

The Wildcat (1921) on IMDb

Locandina Mancia competenteUn film di Ernst Lubitsch. Con Miriam Hopkins, Kay Francis, Herbert Marshall, Charlie Ruggles, Edward Everett Horton Titolo originale Trouble in Paradise. Commedia, b/n durata 83′ min. – USA 1932. MYMONETRO Mancia competente * * * * - valutazione media: 4,00 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Falso barone e falsa contessa, ladri di gioielli, si fanno assumere da ricca signora parigina per un colpo grosso. Ma lui s’innamora della padrona da derubare. Una delle più deliziose commedie di Lubitsch, tutta giocata sul ritmo binario della ripetizione e della specularità. Nella sequenza veneziana in apertura la voce del gondoliere è di Enrico Caruso. Un capolavoro della frivolezza con interpreti infallibili. Scritto da Samson Raphaelson e Grover Jones dalla pièce teatrale The Honest Finder di Laszlo Aladar prima che entrasse in vigore il Production Code di autocensura: i dialoghi tra maschio e femmina sono impregnati di allusioni sessuali. E molti, molti letti. Morale conclusiva: Marshall deve scegliere se diventare un aristocratico ipocrita o essere fedele al suo mondo dove la disonestà è soltanto un lavoro, non un modo di vivere.

Trouble in Paradise (1932) on IMDb
La vita è un charleston (1926) | FilmTV.it

Un film di Ernst Lubitsch. Con Monte BluePatsy Ruth MillerGeorge BerangerLilyan TashmanMax Barwyn Titolo originale So this is ParisCommediadurata 80 min.

Il dottor Paul Giraud e sua moglie Suzanne sono una coppia felice. Si amano molto e non hanno mai neanche pensato di tradirsi. Però, quando il loro destino si incrocia con quello di Georgette e Maurice Lalle, una coppia di ballerini, le cose iniziano a cambiare e le notti parigine sembrano essere troppo brevi…

So This Is Paris (1926) on IMDb

Il ventaglio di Lady Windermere - LongTake - La passione per il cinema ha  una nuova regiaUn film di Ernst Lubitsch. Con May McAvoy, Ronald Colman, Irene Rich, May McAvoy Titolo originale Lady Windermere’s Fan. Drammatico, b/n durata 75′ min. – USA 1925. MYMONETRO Il ventaglio di Lady Windermere * * * 1/2 - valutazione media: 3,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Misteriosa signora rischia di provocare due scandali nel bel mondo di Londra: è la madre di Lady Windermere, da lei abbandonata bambina per fuggire con il suo amante. Dalla commedia (1892) di Oscar Wilde, sceneggiata da Julien Josephson. Per molti il miglior film muto di Lubitsch che genialmente traspone in termini visivi lo spirito di Wilde, il suo stile epigrammatico. Una delizia di ricostruzione psicologica e ambientale.

Lady Windermere's Fan (1925) on IMDb

Regia di Ernst Lubitsch. Un film Da vedere 1934 con Edward Everett HortonMaurice ChevalierJeanette MacDonaldUna Merkel. Titolo originale: The Merry Widow. Genere Commedia – USA1934durata 99 minuti. – MYmonetro 3,25 su 5 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

La ricca vedova Sonia decide di lasciare il piccolo regno di Marshovia per raggiungere Parigi. Ciò getta il re nella più profonda delle preoccupazioni. Se la donna dovesse sposarsi all’estero ritirerebbe dalla banca locale tutti i suoi capitali mandando lo Stato in fallimento. Occorre correre ai ripari facendo in modo che l’affascinante sciupa femmine Conte Danilo la seduca e la induca a sposarlo. Lui da buon militare obbedisce ma finisce con l’innamorarsi veramente. Sembrerebbe tutto a posto ma…

Lubitsch trova nell’operetta di Lehar un’ottima occasione per lavorare con una coppia di attori già rodata rispettando e contemporaneamente giocando con il copione originale.

Forse non è uno dei film più considerati nella filmografia di Lubitsch ma questa versione dell’operetta del musicista ungherese si distanzia da quella che lo ha preceduto per una ricerca di stile e una successione di ammiccamenti allo spettatore che dimostrano, ancora una volta, la straordinaria padronanza del mezzo da parte del regista. Ovviamente rispetto a Von Stroheim ha a disposizione il sonoro che fa la differenza ma non è solo questo il motivo di interesse.

La sceneggiatura che Samson Raphaelson ed Ernest Vajda gli mettono a disposizione sfrutta appieno tutte le possibilità che il soggetto offre ma anche la produzione non lesina sui costi. Si veda, a titolo di esempio, la scena di ballo sontuosamente coreografata e si tenga conto che i differenti abiti di Jeanette MacDonald richiesero il lavoro di dodici sarte per quattro mesi.

Lubitsch si avvale di un Maurice Chevalier che sprizza divertimento da tutti i bottoni della divisa che indossa e parla un inglese da francese che finisce con l’essere perfetto per un militare di una piccola nazione dell’Est che sulle carte geografiche si trova soltanto utilizzando una lente d’ingrandimento. In questa storia che vede tutte le donne entrare in fibrillazione quando il Conte Danilo fa la sua apparizione (e non c’è differenza tra fanciulle del popolo e cocotte di Chez Maxim’s) le allusioni sessuali non mancano ma sono fonte di situazioni esilaranti. Si veda quella in cui la regina continua a chiedere al consorte (molto più anziano di lei) a che ora tornerà da una riunione. Fuori c’è Danilo che attende di entrare nella sua camera.

The Merry Widow (1934) on IMDb

Locandina Partita a quattroUn film di Ernst Lubitsch. Con Fredric March, Gary Cooper, Miriam Hopkins, Edward Everett Horton. Titolo originale Design for Living. Commedia, b/n durata 90′ min. – USA 1933. MYMONETRO Partita a quattro * * * 1/2 - valutazione media: 3,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Due amici sono amati dalla stessa ragazza, donna di mondo, ma trovano un accordo e mettono su casa insieme, dove, però, la convivenza è soltanto platonica. Tratto dalla commedia omonima (1933, in Italia Quartetto d’archi) di Noël Coward e sceneggiato da Ben Hecht, è una partita a tre in cui la penuria di denaro del trio che fa una vita da bohème corrisponde alla privazione del sesso. Lubitsch e Hecht hanno camminato sul filo del rasoio per evitare, data la materia, gli attacchi delle potenti associazioni in difesa della pubblica moralità, ma incorsero ugualmente nella censura del Codice Hays, da poco entrato in vigore. E.E. Horton, principe dei caratteristi, riesce a sopravanzare le 2 star maschili.

Risultati immagini per Angelo 1937

Un film di Ernst Lubitsch. Con Melvyn Douglas, Edward Everett Horton, Herbert Marshall, Marlene Dietrich. Titolo originale Angel. Commedia, b/n durata 97′ min. – USA 1937. MYMONETRO Angelo * * * * - valutazione media: 4,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

“Angel” è il soprannome che un ricco gaudente USA dà a una signora misteriosa che incontra a Parigi in una lussuosa casa d’appuntamenti. Per lui è amore a prima vista. Dopo una serata intima, lei scompare. Rincasata, scopre che è un amico del marito. Equivoci e complicazioni. È la più drammatica e cattiva delle commedie sofisticate di Lubitsch (o la più malinconica?). Dalla pièce Angyal del magiaro Melchior Lengyel, adattata da Samuel Raphaelson e Frederick Lonsdale, sostenuta “da una geometria rigorosa e al tempo stesso reticente” (Guido Fink), merito soprattutto della regia. È interpretata da una Dietrich in gran forma per doppiezza, giuoco a nascondino, implacabile logica prefemminista. Fotografia: Charles Lang. Sottovalutato dai critici anglofoni.

L'Ottava Moglie Di Barbablu (1938): Amazon.it: Colbert,Cooper,Niven,  Colbert,Cooper,Niven: Film e TV

Un film di Ernst Lubitsch. Con David Niven, Claudette Colbert, Gary Cooper, Edward Everett Horton, Franklin Pangborn. Titolo originale Bluebeard’s Eighth Wife. Commedia, b/n durata 80′ min. – USA 1938. MYMONETRO L’ottava moglie di Barbablù * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Miliardario pluridivorziato s’innamora di una francese nobile e squattrinata che accetta di sposarlo, ma solo per rendergli la vita impossibile e dargli una lezione. Da una commedia di Alfred Savoir, già filmata nel 1923, qui sceneggiata da B. Wilder e C. Brackett, è un Lubitsch con il ritmo veloce e il cinismo di un Hawks. Con Desiderio (1936), Angelo (1937) e Ninotchka (1939), costituisce un piccolo trattato lubitschiano di economia politica sul fascino discreto del capitalismo.

Bluebeard's Eighth Wife (1938) on IMDb
Locandina Scrivimi fermo posta

Un film di Ernst Lubitsch. Con James Stewart, Margaret Sullivan, Sara Haden, Frank Morgan, Felix Bressart Titolo originale The Shop Around the Corner. Commedia, b/n durata 97 min. – USA 1940. MYMONETRO Scrivimi fermo posta * * * 1/2 - valutazione media: 3,58 su 12 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Alfred Kralik (James Stewart) lavora come commesso nel negozio di regali ‘Matuschek’s’, il ‘negozio dietro l’angolo’ che dà il titolo al film, ed è innamoratissimo di una ragazza che non ha mai conosciuto di persona, ma con la quale scambia una fittissima corrispondenza epistolare. Da ‘Matuschek’s’ lavora anche come commessa Klana Novak (Margaret Sullavan), e i due non si sopportano… ma non sanno che tra loro l’amore è già sbocciato per lettera: Klana infatti è proprio la ragazza che Alfred non ha mai conosciuto e per la quale ha perso la testa. Lubitsch, che ambientò la vicenda a Budapest, rimase particolarmente soddisfatto di questa commedia degli equivoci realizzata quando la seconda guerra mondiale era già iniziata, e contraddistinta da un mirabile equilibrio di ironia e romanticismo. Del film sono stati realizzati vari remake, tra cui il recente C’è post@ per te di Nora Ephron, con Meg Ryan e Tom Hanks, che trasporta la vicenda nel tempo della comunicazione via Internet.

The Shop Around the Corner (1940) on IMDb
Locandina Vogliamo vivere!

Un film di Ernst Lubitsch. Con Robert Stack, Carole Lombard, Jack Benny, Felix Bressart, Henry Victor.  Titolo originale To Be or Not To Be. Commedia, b/n durata 99 min. – USA 1942. uscita giovedì 30 maggio 2013. MYMONETRO Vogliamo vivere! * * * * 1/2 valutazione media: 4,50 su 22 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Joseph Tura e sua moglie Maria sono gli attori di punta di una compagnia teatrale polacca che vorrebbe allestire una satira antinazista ma viene bloccata prima dalla censura e poi dall’invasione e dall’occupazione della Polonia da parte di Hitler stesso. Il tenente Sobinski, spasimante di Maria, parte per arruolarsi nella resistenza ma torna rocambolescamente a Varsavia con la notizia che una pericolosa spia, di nome Siletsky, va fermata prima che sia troppo tardi. Saranno le doti attoriali di Maria e di Joseph a compiere l’impresa, in un trionfo di travestimenti e scambi di persona. Il capolavoro di Ernst Lubitsch torna in sala, in edizione restaurata e rimasterizzata, a ricordarci cos’è un film perfetto, perché non c’è altra descrizione possibile. Girato tra il 6 novembre e il 23 dicembre del 1941, in piena tragedia nazista, come il contemporaneo “Il Grande Dittatore” di Chaplin, il film -accusato erroneamente di leggerezza- combatte la sua guerra con le armi della finzione e della comicità ma anche della più grande poesia tragica (il monologo di Shylok), rivelandosi, specie a posteriori, di una complessità sofisticata e sorprendente, che non va mai a discapito della suspence o della risata incontenibile. Quella di Lubitsch è una rappresentazione (cinematografica) della rappresentazione (l’apparato nazista) che in ultimo sogna il trionfo della grande illusione nella guerra contro la terribile realtà.
Il gioco di Lubitsch è sottile come quello interno al film e, proprio come nella finzione, è gioco solo fino ad un certo punto, poiché è di per sé intervento e invito all’intervento, considerato una questione vitale, come dimostra la sostituzione della pièce “Gestapo” con la domanda shakespeariana: “To be or not to be” . Domanda esistenziale, non solo calata nel momento storico in cui l’America si dibatte tra tendenze isolazionistiche e non (Pearl Harbour arriva nel bel mezzo del tournage) ma perfettamente aderente all’essenza dell’attore, incapace di non essere se stesso (ovvero di non recitare) tanto quanto di esserlo (chiamato com’è ad impersonare sempre qualcun altro).
Primo film della Lombard con Lubitsch, Vogliamo Vivere!, come recita malissimo il titolo italiano, è anche il film che la consegna alla leggenda, perché, com’è noto, l’attrice muore in un incidente aereo prima della fine delle riprese. Ma è l’ “arte” della recitazione in sé, che il film omaggia e analizza, prendendola dapprima come oggetto di satira per poi, strada facendo, renderla drammaticamente portante e infine salvifica. Ed ecco allora che, per Lubitsch, l’arte è soprattutto due cose: misura e situazione. Joseph dovrà stare attento a non strafare, a non gigioneggiare, pena la fine della sua vita e della resistenza intera; e ci sarà solo e soltanto un’occasione giusta per Bronski, l’aspirante Shylok, nell’architettura della Storia e del film. Questione di perfezione, e di un regista che non si è mai accontentato di meno.

To Be or Not to Be (1942) on IMDb
Locandina italiana Il cielo può attendere

Un film di Ernst Lubitsch. Con Charles Coburn, Marjorie Main, Gene Tierney, Don Ameche, Signe Hasso. Titolo originale Heaven Can Wait. Commedia, Ratings: Kids+13, durata 112 min. – USA 1943. MYMONETRO Il cielo può attendere * * * 1/2 - valutazione media: 3,93 su 9 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Appena defunto, Henry van Cleve (Don Ameche) si ritrova al cospetto del diavolo, a cui racconta tutta la propria vita: viziato dai genitori, è stato iniziato ben presto ai piaceri della carne da una giovane cameriera, ha amato tantissimo le donne, restando però sempre fedele alla moglie. Il diavolo tuttavia non ritiene van Cleve degno di essere ospitato tra i dannati, e lo dirotta in Paradiso, accanto alle persone che ha amato in vita. Dalla commedia Compleanno di Lazlo Bus-Fekete, una delizia del cinquantenne Ernst Lubitsch, per la prima volta alle prese con il Technicolor. Un capolavoro di elegantissima, sottile trasgressione in cui il celebre ‘Lubitsch touch’ si esalta nel tono sarcastico, nelle allusioni erotiche, nei dialoghi spiritosi, nel piacere di concedersi al fantastico. Una commedia che riassumendo in flashback i 60 anni di vita di un uomo, ostentatamente pretende di ‘non dire nulla’, ma ‘costituisce la ricapitolazione di moltissimi motivi e figure archetipiche che hanno ossessionato Lubitsch fin dagli inizi della sua carriera’.

Heaven Can Wait (1943) on IMDb
Risultati immagini per Fra le tue Braccia

Un film di Ernst Lubitsch. Con Charles Boyer, Peter Lawford, Jennifer Jones, Helen Walker. Titolo originale Cluny Brown. Commedia, b/n durata 100′ min. – USA 1946. MYMONETRO Fra le tue braccia * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Cluny Brown, orfanella proletaria, conosce casualmente a Londra nel 1940 Belinski, scrittore polacco, rifugiato politico, e lo riincontra in casa degli aristocratici Carmel in una località di provincia dove sono entrambi elementi di disturbo. Penultimo film di Lubitsch, “opera singolare, di estremo interesse” (G. Fink) tratta da un romanzo di Marjorie Sharp. Romantico, divertente per la moltiplicazione di arrivi e entrate, la finezza delle gag, la garbata ironia sul rigido classismo britannico

Cluny Brown (1946) on IMDb
Locandina italiana Ninotchka

Un film di Ernst Lubitsch. Con Melvyn Douglas, Alexander Granach, Greta Garbo, Bela Lugosi, Ina Claire. Commedia, b/n durata 110 min. – USA 1939. uscita lunedì 6 gennaio 2014. MYMONETRO Ninotchka * * * - - valutazione media: 3,17 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Tre funzionari sovietici, in missione in Francia per vendere dei gioielli, sono “convertiti” ai piaceri consumistici da un aristocratico, amico intimo dell’ex proprietaria dei monili. Per ricondurli alla retta via arriva dalla Russia l’inflessibile Nina Ivanovna Yakusciova. Tra tensioni politiche e altre discrepanze la forza dell’amore nella Parigi di fine anni 30 avrà la meglio sul resto.
In Ninotchka (sceneggiato tra gli altri da Billy Wilder, prima di diventare regista) a Lubitsch non interessa il risvolto ideologico della storia non attribuendo troppa serietà al manicheo scontro comunismo/capitalismo e prendendosi gioco di una parte e dell’altra. Sono piuttosto la messinscena e l’umorismo sottile delle battute a rilevare in una sapiente compressione di idee e significati in singole sequenze.

Dopotutto il Lubitsch touch, il tocco di Lubitsch o alla Lubitsch ha segnato il cinema. Un regista innovativo in un’epoca in cui la settima arte era standardizzata su cliché fortemente collaudati in relazione alla tradizione dei paesi dove i film venivano realizzati. Raffinato, audace, irriverente, elegante, fascinoso “il suo cinema è il contrario del vago, dell’impreciso, dell’inespresso, dell’incomunicabile, non ammette mai nessuna inquadratura decorativa, messa là per fare bella mostra:  no, dall’inizio alla fine si è immersi nell’essenziale, fino al collo” come disse efficacemente François Truffaut.
Unico ruolo brillante nella carriera della “divina” Garbo, qui al penultimo film e all’ultimo capolavoro. La MGM pubblicizzò il film con lo slogan: “Garbo laughs!” (“La Garbo ride!”) operando una sorta di demolizione del mito, preannunciandone un’umanizzazione. La pellicola è anche nota per essere una delle prime satire politiche alla Russia di Stalin di particolare impatto considerando la data di distribuzione nelle sale in Europa (un mese dopo l’uscita del film la Germania nazista invadeva la Polonia). Vietato in Unione Sovietica e nei suoi stati satelliti nel dopoguerra il film fu proibito anche in altri paesi europei per paura di “turbamenti all’ordine “pubblico” e risultava ancora inedito in Finlandia fino al 1988. Il film è stato candidato a quattro premi Oscar ma senza vittoria: era l’anno del trionfo di Via col vento.

Ninotchka (1939) on IMDb

Locandina Se avessi un milioneUn film di Ernst Lubitsch. Con George Raft, Charles Ruggles, Gary Cooper, Jack Oakie. Titolo originale If I Had a Million. Commedia, b/n durata 83′ min. – USA 1932. MYMONETRO Se avessi un milione * * * - - valutazione media: 3,25 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Per deludere i parenti avvoltoi, sul letto di morte rifà il testamento eleggendo a suoi beneficiari otto nominativi scelti a caso dall’elenco telefonico. Arcifamoso e sopravvalutato film a episodi, ciascuno dei quali (o quasi) fondato sul criterio della compensazione. Il migliore, diretto da E. Lubitsch è quello del pernacchio con C. Laughton, seguito da quello con l’impareggiabile W.C. Fields.

If I Had a Million (1932) on IMDb
Desiderio (DVD) - DVD - Film di Frank Borzage Commedia | IBS

Un film di Frank Borzage. Con Gary Cooper, Akim Tamiroff, Marlene Dietrich, Ernest Cossart, John Halliday. Titolo originale Desire. Commedia, b/n durata 99′ min. – USA 1936. MYMONETRO Desiderio * * * 1/2 - valutazione media: 3,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Alla dogana di frontiera tra Francia e Spagna ladra internazionale di gioielli nasconde il bottino che scotta nell’auto di un insospettabile turista americano che poi cerca di circuire per riaverlo, ma non è escluso che se ne sia innamorata, come sospettano i suoi complici. Commedia romantica che _ dall’inizio scintillante di brio sino all’ultima parte dove il motore perde più di un colpo anche per la necessità di arrivare alla lieta fine _ è segnata dallo stile inconfondibile di E. Lubitsch che ne fu produttore e supervisore. Secondo G. Fink fa parte _ con Angelo, L’ottava moglie di Barbablù e Ninotchka _ di un piccolo trattato di economia politica che illustra la logica del capitale. Ridistribuito come Canaglie di lusso. La Dietrich canta “Awake in a Dream”. Deriva dalla pièce Die schönen Tage in Aranjuez di Hans Székely e Robert A. Stemmle, già filmato in Germania.

 Desiderio
(1936) on IMDb